di Elena Dal Maso - Milanofinanza.it
Euronext, il gruppo franco-olandese quotato ad Amsterdam
che racchiude già sei listini nel Continente, vuole Milano per
dar vita
alla più grande borsa mondiale di piccole e medie imprese
quotate, un
migliaio circa. Una realtà che abbia un'unica infrastruttura e
un solo
order book. L'idea è poi di affiancare anche il progetto Elite
(raccoglie
circa 1.300 imprese non quotate) in mano a Borsa Spa.
Ieri, si legge su Milanofinanza.it, il risiko dei listini
europei si è
scaldato con il duello fra Six di Zurigo, che ha formalizzato
un'opa da
2,84 miliardi di euro su Bolsas y Mercados Españoles (Bme), la
società che
gestisce Borsa di Madrid da un lato. Mentre dall'altro si è
inserita
Euronext con un comunicato di poche righe in cui spiega ai
mercati che è
in trattative con il board spagnolo per una proposta di
acquisizione. Da
parte sua Bme ha definito amichevole la proposta degli
svizzeri.
Il prezzo offerto da Six è di 34 euro per azione, con un premio
del
47,6% rispetto al prezzo ponderato delle azioni negli ultimi sei
mesi e
del 33,9% rispetto al valore di chiusura il 15 novembre. Ma da
ieri il
titolo Bme sta balzando oltre il valore target, questa mattina è
a 35,22
euro, segnale che gli azionisti di aspettano un'offerta più alta
da parte
di Euronext. Però i francesi, secondo quanto raccolto da
milanofinanza.it
da una fonte a conoscenza del progetto, non sarebbero
intenzionati a
strapagare Madrid che, alla data di fine settembre (fonte
Mediobanca )
capitalizzava 684 miliardi di euro.
Il gruppo guidato dal ceo, Stephane Boujnah, ritiene che Zurigo,
che dal
primo luglio scorso ha rotto i rapporti con l'Ue e ha perso il
principio
di equivalenza della borsa svizzera con quelle Ue, abbia
necessità di
mettere piede legale in Unione Europea e quindi sia disposta a
pagare
molto senza tuttavia avere un piano industriale a sostegno della
crescita
di Madrid.
E mentre Euronext è impegnata in Spagna con trattative che
potrebbero
portare ad un nulla di fatto, si sta concretizzando l'offerta
per Borsa
Spa, che sempre alla fine di settembre capitalizzava 523
miliardi di euro.
Secondo quanto risulta a milanofinanza.it, l'Italia viene
valutata ai
livelli della Spagna, grazie anche ad Elite, attorno a 2
miliardi di euro.
Qualche manager francese teme forse che la politica italiana
faccia
scattare il golden power su Parigi, ma secondo fonti romane
questo è un
problema che si concretizzerebbe invece con un takeover da parte
dei
cinesi.
Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze
della
Camera dei deputati, ha spiegato a milanofinanza.it "di non
avere alcun
pregiudizio nei confronti di un controllo estero di Borsa Spa,
purché
Londra o Parigi lascino una certa autonomia all'Italia,
sostenenedola
nello sviluppo della rete delle piccole e medie imprese, che
rappresentano
la spina dorsale del Paese. In secondo luogo Mts Spa, che
coordina
l'operatività in Europa dei Btp, deve continuare ad avere la
sede a Roma".
Al momento il listino italiano fa parte del gruppo London Stock
Exchange
(Lse), che potrebbe cedere l'intero pacchetto composto da Borsa
Italiana,
l'operatività dei Btp attraverso Mts e quindi Elite in seguito
alla Brexit
(Londra diventa extra-comunitaria) e per far cassa. Infatti il
gruppo Lse
si sta preparando ad acquisire Refinitiv, una delle maggiori
banche dati
al mondo, per 27 miliardi di dollari. Il 26 novembre i soci di
Lse
dovranno esprimersi sull'acquisizione a cui stanno lavorando le
banche
d'affari, fra cui Goldman Sachs, Morgan Stanley e Barclays. E
vendere la
controllata italiana per due miliardi potrebbe far bene ai
flussi di cassa
evitando un eccessivo indebitamento (13,5 miliardi di dollari) e
il
rischio di un downgrade da parte di Moody's.
Il network franco-olandese (capitalizzava a settembre oltre 4
miliardi
di euro) ha effettutato l'ultima acquisizione un anno fa, il 24
dicembre
2018 su Oslo, offrendo 625 milioni di euro, con un premio del
20,8%. Ora
la sua rete riunisce anche Parigi, Amsterdam, Bruxelles,
Dublino, Lisbona
ed è destinata a crescere ancora per linee esterne, come
previsto per il
nuovo piano industriale approvato di recente, Let's grow
together 2022.
Euronext, guidata dall'amministratore delegato Stéphane Boujnah,
ha chiuso
il terzo trimestre con ricavi in aumento del 20,4% a 181,7
milioni di
euro, un ebitda balzato del 23% a 108 milioni di euro e un utile
netto
reported in crescita del 25,8% a 63,5 milioni di euro. L'ebitda
margin del
gruppo sta sfiorando il 60% al 59,4%. L'eps adjusted è
migliorato del
15,1% a 0,98 euro per azione nel trimestre.
red
(END) Dow Jones Newswires
November 19, 2019 10:21 ET (15:21 GMT)
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