"Siamo ottimisti perché vediamo segnali di rilancio del settore in Italia e Progetto Italia rappresenta un punto di svolta, è la più grande operazione industriale di sistema nella storia italiana delle infrastrutture. Un'operazione che, per la prima volta in Italia, poggia su un ampio consenso e supporto da istituzioni, banche, associazioni di categoria e sindacati, tutti uniti intorno ad un unico obiettivo: far ripartire l'industria del settore e cogliere le migliori opportunità a livello internazionale, in un momento particolarmente favorevole per il settore, per il quale si stima un trend di investimento a livello globale pari a 79 trilioni di dollari fino al 2040".

E' quanto ha dichiarato il d.g. di Salini Impregilo, Massimo Ferrari, in occasione del S&P Italy Corporate Event 2019, appuntamento di confronto e approfondimento delle prospettive di crescita per il prossimo anno in Europa e nel mondo per le aziende italiane ed europee.

Progetto Italia, per il general contractor e per il Paese, significa "investire per rafforzare competenze, stabilizzare l'occupazione e spingere una crescita sostenibile e responsabile. Una visione di lungo termine di rilancio del settore che è stata condivisa dalla Cdp, dalle principali istituzioni finanziarie italiane, da investitori istituzionali italiani, europei ed americani di alto profilo", ha spiegato il top manager.

Nel corso del panel 'Segnali di rilancio delle infrastrutture in Italia: siamo ad un punto di svolta?', Ferrari ha dichiarato che la vera svolta per il settore delle infrastrutture italiane è "la creazione di un operatore di grandi dimensioni in grado di competere con i principali player internazionali, con una operazione con solidi razionali industriali, che punta all'attivazione di economie di scala, ad accrescere il know-how per potenziare l'efficacia commerciale e di execution nelle operations, a potenziare la capacità di investimento in innovazione, health and safety, e ad attrarre i migliori talenti sul mercato". E' necessario al tempo stesso "un nuovo rapporto tra committente pubblico e privato che realizza l'infrastruttura. Non deve essere una contrapposizione ma una partnership basata su trasparenza, qualità realizzativa, salute e sicurezza dei lavoratori e sostenibilità dell'infrastruttura. Questi fattori sono già determinanti per competere all'estero".

Progetto Italia, ha spiegato ancora Ferrari, "avrà effetti tangibili nel Paese grazie a un effetto volano per il settore anche per le piccole imprese specialistiche, che oggi in Italia non trovano un mercato soddisfacente. Solo Salini Impregilo negli ultimi tre anni ha ordinato a fornitori italiani un valore di quasi 5 miliardi di euro per commesse italiane ed estere, dando visibilità alle Pmi anche in progetti di elevato prestigio". Come è accaduto, a titolo d'esempio, nella costruzione del Canale di Panama con Cimolai, azienda di circa 500 mln di euro di fatturato, o come sta accadendo oggi con Cossi, che partecipa alla ricostruzione di ponte Morandi.

"Puntare sulle opportunità del mercato internazionale diventa prioritario in un contesto di forte crescita delle infrastrutture a livello mondiale, con prospettive di investimenti nel settore in aumento del 3,6%, dai 3,4 trilioni di dollari nel 2018 a 4,1 trilioni attesi nel 2023", ha concluso Massimo Ferrari.

com/ofb

 

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November 22, 2019 09:07 ET (14:07 GMT)

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