Le elezioni ad Hong Kong hanno avuto come risultato una

clamorosa sconfitta per il Governo e mostrato un grande supporto per il

movimento di protesta, con milioni di persone che si sono presentati alle

urne per le elezioni locali, diventate un vero e proprio referendum dopo

le violente proteste e repressioni che durano ormai da settimane.

Il risultato mette sotto ulteriore pressione il Governo per far sì che negozi con i manifestanti, che chiedono indagini sulla violenza della polizia e elezioni democratiche per scegliere il governatore della città.

Gli elettori hanno vinto con un ampio margine in dozzine di seggi del consiglio distrettuale e hanno consegnato la maggioranza alle fazioni pro-democrazia della cittá. Si tratta della prima volta che i partiti di opposizione conquistano il controllo di un organo politico a Hong Kong. I consigli sono entità di basso livello che in genere gestiscono le questioni di vicinato ma queste elezioni sono le uniche a Hong Kong a offrire il suffragio universale e ciò ha dato loro un'importanza senza precedenti in questo momento di turbolenza.

"Questo rafforzerà il movimento e mostra che la crisi attuale non finirà presto, a meno che il Governo non sia disposto a proporre vere soluzioni politiche per risolvere le tensioni nella società", ha detto Jeffrey Ngo, un attivista che è anche capo ricercatore di Demosisto, un gruppo politico giovanile locale, aggiungendo che "i numeri record non solo mostrano quanto i cittadini di Hong Kong desiderano essere ascoltati ma riflettono anche il nostro entusiasmo di partecipare al processo elettorale".

Il sentimento antigovernativo per le strade ha permesso di portare alle urne un record di 2,9 milioni di elettori, ovvero oltre il 70% degli aventi diritto. I candidati pro-democrazia hanno ottenuto 278 seggi, secondo il quotidiano South China Morning Post, rispetto ai circa 100 seggi vinti nel 2015.

"È una vittoria schiacciante ma penso sia ancora importante notare che il 40% ha votato a favore dell'establishment", ha affermato Samson Yuen, un assistente professore di scienze politiche alla Lingnan University di Hong Kong, aggiungendo che "questo potrebbe non fermare le proteste ma calmare i manifestanti e ridurre le loro azioni perché ora esiste una strada alternativa al dissenso".

Nonostante i consiglieri distrettuali in genere gestiscano solo questioni di vicinato e non abbiano potere legislativo, detengono quasi il 10% dei seggi nel comitato elettorale di 1.200 membri che sceglie il leader di Hong Kong. La vittoria dei democratici significa che potranno scegliere tutti i membri che detengono quei seggi. I consiglieri distrettuali hanno anche sei seggi nella legislatura della città, composta da 70 membri, solo parzialmente eletta.

Le elezioni sono arrivate dopo alcuni tra i peggiori episodi di violenza in quasi sei mesi di disordini. I cittadini hanno iniziato a fare la fila per andare a votare fin da molto presto ieri mattina aspettando più di un'ora in fila in alcuni quartieri.

Dopo la chiusura dei seggi elettorali alle 22h30 ora locale è iniziato lo scrutinio, le cui operazioni sono state aperte al pubblico che poteva osservare. Molti dei vincitori sono stati giovani candidati che entravano sulla scena politica per la prima volta.

cos

 

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November 25, 2019 02:57 ET (07:57 GMT)

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