Autostrade: Di Maio contro Benetton, gelo famiglia-manager (Rep)
02 Dicembre 2019 - 08:49AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Surreale. Prende le distanze da Autostrade. Ma vi pare
possibile? È ridicolo". Se Luciano Benetton, con la lettera inviata
ad alcuni quotidiani, sperava di ottenere comprensione per lui e
per la sua famiglia, le parole di Luigi Di Maio -e il silenzio del
Pd- hanno sgomberato il campo da ogni illusione. Il ministro degli
Esteri e capo politico del M5S letta ieri mattina la missiva di
Benetton ha replicato attraverso Facebook: "È normale che a un anno
e mezzo di distanza dalla tragedia del Ponte Morandi, l'uomo che
per primo si è arricchito alle spalle degli italiani chiudendo un
occhio sui mancati interventi di manutenzione da parte della sua
società, oggi si improvvisi in un appello alla pace e al
bene?".
Insomma, sottolinea Repubblica, lo stop alla "campagna d'odio
scatenata contro la nostra famiglia" invocato dal numero uno della
famiglia Benetton, è rimbalzato contro il muro del governo.
L'esecutivo si appresta a procedere con la revoca della concessione
ad Autostrade o, in alternativa, con un accordo "compensativo" che
impegni la controllata di Atlantia ad un sostanzioso e duraturo
taglio dei pedaggi. Piano B, quest'ultimo, preso in considerazione
dall'esecutivo qualora la valutazione dei rischi di pesanti
indennizzi a carico dello Stato rendesse meno consigliabile la
revoca.
A differenza di altre questioni ed emergenze, sul caso
Autostrade il governo sembrerebbe compatto, anche se ieri a
Benetton hanno replicato solo esponenti pentastellati. D'altro
canto è di mercoledì scorso la presa di posizione della ministra
dei Trasporti Paola De Micheli (Pd), decisa a "non fare sconti a
interessi privati". Concetto ribadito anche dal premier Giuseppe
Conte.
Le parole di Luciano Benetton hanno lasciato l'amaro in bocca
anche al management di Atlantia, la holding controllata dalla
famiglia veneta al 30,25% attraverso la finanziaria Edizione e che
controlla a sua volte Autostrade per l'Italia. Se è vero che i
Benetton sono il primo, ma non l'unico azionista di Atlantia - e a
cascata di Autostrade - è anche vero che Edizione ha sempre
indicato, votato e quindi contribuito a designare con il meccanismo
del voto di lista ben 13 su 15 dei membri del consiglio
d'amministrazione di Atlantia. C'è anche chi fa notare che
all'epoca del crollo del ponte Morandi il presidente di Autostrade
per l'Italia (Aspi), quello di Atlantia e quello di Edizione erano
la stessa persona, ovvero Fabio Cerchiai, un manager tanto vicino
ai Benetton che oggi - dopo le dimissioni forzate di Giovanni
Castellucci da amministratore delegato di Atlantia lo scorso
settembre - ha assunto anche incarichi esecutivi che prima non
aveva.
Qualcuno, prosegue il giornale, legge invece le accuse di
Luciano verso il management come destinate "solo" a Castellucci,
storico amministratore delegato, che dall'aprile del 2005 al
settembre del 2019 è stato ai vertici del gruppo leader italiano
delle infrastrutture. Ammesso che un uomo solo potesse aver tutto
quel potere all'interno delle aziende, da Aspi a Spea, e ne avesse
tanto da influenzare perfino le scelte dell'intero cda di Atlantia,
dove la famiglia veneta era rappresentata direttamente da Gilberto,
e indirettamente dai manager di Edizione, la domanda che in molti
si fanno è come abbiano potuto i Benetton dargli carta bianca senza
considerarsi poi in qualche modo responsabili del suo operato.
vs
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December 02, 2019 02:34 ET (07:34 GMT)
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