L'amministrazione del presidente Usa, Donald Trump, ha proposto tariffe fino al 100% su 2,4 miliardi di dollari di beni francesi, sostenendo che la nuova tassa sui servizi digitali della Francia prende di mira ingiustamente aziende tecnologiche statunitensi come Apple e Google di Alphabet.

La tassa francese, che è stata convertita in legge il 24 luglio, applica un'imposta del 3% sulle entrate che le aziende tecnologiche realizzano in Francia da attività come la pubblicità mirata o la gestione di un mercato digitale.

Da un'indagine pubblicata ieri dall'Ufficio del rappresentante commerciale (Ustr) degli Stati Uniti emerge che la tassa sui servizi digitali (Dst) si applica in gran parte ai servizi in cui le società statunitensi sono dominanti e non compisce, invece, i servizi in cui le società francesi hanno più successo.

"Le dichiarazioni di funzionari francesi responsabili della proposta e della messa in atto della Dst francese dimostrano che la legge prende di mira deliberatamente le società statunitensi", ha affermato l'Ustr, aggiungendo che i funzionari francesi "hanno ripetutamente definito la tassa come 'imposta Gafa', che sta per Google, Apple, Facebook e Amazon".

Il rappresentante commerciale degli Stati Uniti, Robert Lighthizer, ha detto che la mossa statunitense "invia un chiaro segnale e dimostra che gli Stati Uniti agiranno contro i regimi fiscali digitali che discriminano o impongono oneri indebiti sulle società statunitensi".

L'Ustr ha anche minacciato che tali tariffe potrebbero essere introdotte in futuro contro Austria, Italia e Turchia, che hanno tutte tasse sui servizi digitali.

L'Ufficio ha detto che terrà audizioni pubbliche sulle tariffe proposte il 7 gennaio e che accetterà commenti pubblici almeno fino al 14 gennaio prima di procedere con i prelievi. La mossa statunitense è arrivata lo stesso giorno in cui Trump ha dichiarato che avrebbe aumentato le tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio dal Brasile e dall'Argentina.

Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha detto ieri, prima che il rapporto dell'Ustr fosse pubblicato, che gli Stati Uniti stavano arretrando rispetto ai piani precedentemente annunciati per cercare una soluzione attraverso l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), che comprende sia gli Usa che la Francia.

"Ora ci stanno dicendo che non vogliono questa soluzione e che semplicemente imporranno nuove sanzioni contro la Francia", ha dichiarato Le Maire in una trasmissione radiofonica, aggiungendo che "il mio messaggio è chiaro: non abbandoneremo mai, mai, mai la nostra volontà di tassare i giganti della tecnologia".

La misura fiscale digitale francese è la prima di una serie di imposte nazionali proposte sui servizi digitali, che sono oggetto di dibattito in tutta Europa. I legislatori francesi hanno approvato la nuova imposta a luglio e solo poche ore dopo Lighthizer aveva dichiarato che il suo ufficio avrebbe indagato su di essa.

I 2,4 miliardi di dollari di importazioni potenzialmente a rischio tariffario sono leggermente inferiori al 5% dei beni, per 52 miliardi di dollari, importati dalla Francia nel 2018. Gli articoli soggetti all'imposta comprendono vino, formaggio, borse e porcellana, secondo un elenco di 63 diversi codici tariffari rilasciati dall'ufficio commerciale statunitense.

I membri dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, compresa la maggior parte delle Nazioni ad alto reddito del mondo, hanno negoziato un nuovo quadro per le tasse sui servizi digitali. La Francia si era impegnata ad abrogare la sua nuova imposta una volta raggiunto un accordo presso l'Ocse ma i progressi sono stati lenti.

I senatori, Chuck Grassley e Ron Wyden, rispettivamente repubblicano e democratico, che sono membri di alto grado della Commissione Finanze hanno applaudito alla mossa, segnalando il sostegno del Congresso all'azione del presidente.

"La tassa francese sui servizi digitali è irragionevole, protezionistica e discriminatoria", hanno affermato i senatori, aggiungendo che incoraggia i Paesi a "prendere in considerazione azioni simili per lavorare nell'ambito dell'Ocse verso una soluzione comune".

Oltre ai giganti della tecnologia come Google e Apple, la tassa sui servizi digitali colpirebbe anche Groupon, eBay, Match Group (che gestisce Tinder) ed Expedia Group, secondo il rapporto dell'Ustr.

Al di fuori degli Stati Uniti, le società soggette alla tassa includono la cinese Alibaba Group Holding, la giapponese Rakuten e Randstad Holding Nv, secondo il rapporto.

L'azione tariffaria contro la Francia si basa sulla stessa legge che gli Stati Uniti hanno usato per imporre tariffe contro la Cina.

La tassa francese è retroattiva a partire dall'inizio del 2019. Ad agosto, il presidente della Francia, Emmanuel Macron, ha dichiarato che funzionari statunitensi e francesi avevano concordato una proposta che prevedeva che Parigi rimborsasse le società tecnologiche statunitensi nel caso in cui fossero finite a pagare più tasse, sotto l'imposta francese, rispetto a quelle previste dalle norme fiscali che l'Ocse sta attualmente negoziando.

cos

 

(END) Dow Jones Newswires

December 03, 2019 02:19 ET (07:19 GMT)

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