L'attenzione dei mercati sarà concentrata domani su Christine Lagarde, che per la prima volta presiederà il consiglio direttivo della Bce e risponderà alle domande di politica monetaria. Gli economisti non si attendono nuove misure dopo l'ampio pacchetto varato da Mario Draghi a settembre, che ha scatenato le proteste (anche in pubblico) dei membri di Germania, Olanda, Francia, Austria ed Estonia soprattutto riguardo alla riapertura degli acquisti netti del Quantitative easing. Anche in assenza di novità, gli operatori cercheranno tuttavia nelle parole di Lagarde indizi sulla strategia Bce.

Il nuovo presidente in più occasioni ha sottolineato che la priorità sarà far parlare di nuovo la banca centrale «con una sola voce». Dovrebbe essere più facile che in passato, dato che il lavoro più duro è stato fatto da Draghi a fine mandato. Una possibile insidia arriva dalle nuove proiezioni macroeconomiche della Bce che saranno pubblicate domani: non si prevedono grandi variazioni per 2020 e il 2021, ma Francoforte presenterà per la prima volta le indicazioni sul 2022, quando l'inflazione nell'Eurozona potrebbe avvicinarsi all'1,7%, quindi più in linea con l'obiettivo Bce («sotto ma vicino al 2% nel medio termine»). Gli analisti si aspettano per il 2022 il primo rialzo dei tassi e la fine del Qe, ma, secondo Ubs, la tempistica potrebbe essere anticipata al 2021 in base all'outlook su prezzi ed economia. I mercati per ora sono comunque pessimisti e stimano un'inflazione a dieci anni molto bassa, attorno all'1,2%.

Perciò Lagarde dovrà convincere gli operatori che non si arrenderà a una limitata crescita dei prezzi e sarà disposta a intervenire ancora se necessario. Dovrà seguire la linea di Draghi e allo stesso tempo cercare di ridurre la distanza con il fronte nordeuropeo, che ha anche chiesto un meccanismo decisionale più collegiale e più strutturato, con più votazioni esplicite. È probabile che Lagarde ripeta l'invito a spendere agli Stati con spazio fiscale, in primis la Germania: un punto sul quale sono d'accordo tutti i membri del consiglio, inclusi quelli tedeschi.

Riguardo alle sfide di medio termine, c'è grande interesse per la revisione strategica della Bce, in particolare in merito alla precisazione del target di inflazione. Anche su questo punto la direzione è già stata indicata da Draghi, che ha sottolineato la «simmetria» dell'obiettivo: la Bce cioè deve muoversi con la stessa forza sia quando la crescita dei prezzi è sopra il target sia quando è sotto. L'obiettivo dovrebbe così adeguarsi a uno scenario in cui l'inflazione fatica a salire: una prospettiva molto diversa da quella del 2003, quando è stato definito il «sotto ma vicino al 2%».

red/fch

 

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December 11, 2019 02:20 ET (07:20 GMT)

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