Agli italiani si rimprovera la scarsa propensione al rischio che li spinge a mantenere oltre 1.500 miliardi di euro fermi sui conti correnti. Da questo punto di vista, scrive MF,i parlamentari italiani si rivelano perfetti rappresentanti dei loro elettori. Dalle dichiarazioni dei redditi relative al 2018, infatti, emerge che un numero esiguo di senatori e deputati detiene investimenti finanziari.

Fra i leader di partito presenti in Parlamento (Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Giorgia Meloni e Matteo Renzi) soltanto il segretario della Lega dichiara di detenere azioni. A fine 2018 Salvini aveva in portafoglio 1.112 quote della sicav lussemburghese Bg Selection (controllata da Generali), 3.500 azioni di A2A (che oggi varebbero circa 5.801 euro), 250 azioni di Acea (4.475 euro) e 352 azioni di Enel (2.834 euro). Chissà se nel corso del 2019 il leader della Lega avrà approfittato del balzo a Piazza Affari di due di queste utility ( Acea +48%, Enel +40%) per realizzare buone plusvalenze. Per saperlo bisognerà aspettare la dichiarazione dei redditi dell'anno prossimo, benché simile decisione, redditizia dal punto di vista finanziario, potrebbe apparire poco sovranista e quindi pagare meno dal punto di vista politico. E se il leghista Giancarlo Giorgetti ha tenuto fermo l'investimento in Cnh Industrial (896 azioni), nel 2018 ha preferito invece incassare la senatrice leghista Giulia Bongiorno, ministro per la Pubblica amministrazione nel governo Conte I, che ha venduto 13mila azioni Terna, 1.312 azioni di Poste Italiane e 2.500 azioni Cerved, società di cui Bongiorno era consigliere indipendente prima di entrare nell'esecutivo. Stesso discorso per il deputato leghista Claudio Borghi che, per sua stessa ammissione, lo scorso agosto ha ottenuto un ritorno del 25% vendendo i btp comprati a settembre 2018 con lo spread ai massimi. A fine 2018 Borghi aveva invece ancora in portafoglio 40 quote di un etf in sterline che, se mantenute, potrebbero rivelarsi un buon investimento in caso di soluzione della saga Brexit.

Punta sui titoli di Stato americani la deputata del Partito Democratico, Maria Anna Madia. Nel 2018 l'ex ministro della Pubblica Amministrazione ha investito poco più di 100mila euro (115mila dollari) su T-Bond con scadenza a metà novembre 2020. L'attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha invece investito circa 54mila euro in fondi gestiti da Mediolanum. Sulla società presieduta da Ennio Doris ha puntato anche il senatore di Forza Italia, Alfredo Messina, che ha aumentato la sua quota (da 478mila a 528mila azioni) in Mediolanum, di cui è anche vicepresidente. A fine 2018 Messina deteneva anche partecipazioni rilevanti in Molmed (1,3 milioni di azioni), Assicurazioni Generali (6500 azioni), Intesa Sanpaolo (121mila azioni) e Unicredit (41mila azioni).

red/fch

 

(END) Dow Jones Newswires

January 08, 2020 02:58 ET (07:58 GMT)

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