Una crescita economica sostenibile in grado di tutelare l'ambiente e scelte consapevoli basate sulle 3R (riduzione dei rifiuti, riciclo e riutilizzo) sono le priorità della maggioranza degli italiani che - a livello europeo - risultano tra i più virtuosi nelle pratiche in ambito d'economia circolare.

E' quanto emerso dall'ultima Ing International Survey, indagine che misura quanto il comportamento dei consumatori a livello globale sia in linea con i principi di un'economia circolare.

Per quanto riguarda il Bel Paese, tre italiani su quattro (77%, contro il 74% europeo) ritengono che una crescita economica più lenta sia il giusto prezzo da pagare per favorire una maggiore protezione dell'ambiente. Cambiamento climatico e diffusione dei rifiuti in plastica vengono invece indicate come le principali criticità che preoccupano rispettivamente 39% e 35% degli italiani, 42% e 37% degli spagnoli, 31% e 29% dei francesi, 34% e 39% dei britannici, 38% e 34% dei tedeschi, 34% e 29% degli americani e 34% degli australiani.

Per far fronte a tali problematiche, anche le aziende stanno adottando misure per diventare più sostenibili, riducendo l'uso della plastica e aumentando la quota di riciclo, con processi sempre più in linea con modelli di economia circolare. Un cambiamento spesso generato dalla base: in Italia, il 70% degli intervistati chiede infatti alle aziende di agire in questa direzione, rispetto al 69% degli inglesi, 67% dei francesi, 60% degli australiani, 56% dei tedeschi e 53% degli americani.

Anche sul fronte della raccolta differenziata, gli italiani risultano primi della classe. Quando si tratta di separare sempre il materiale riciclabile, si aggiudicano il primo posto in Europa con un 92%, seguiti da Germania (87%) e Francia (83%). Fanalino di coda sono gli Usa, con solo il 53%.

Per quanto riguarda infine il riutilizzo, il 60% degli europei ha dichiarato che nei prossimi tre anni opterà per questa soluzione, piuttosto che per lo smaltimento degli oggetti. Gli italiani figurano tra i più virtuosi con il 64%, subito dietro a Turchia (70%), Spagna (69%) e Romania (66%) ma davanti a Francia (62%), Regno Unito (52%), Germania (49%) e Paesi Bassi (43%).

com/ofb

 

(END) Dow Jones Newswires

January 20, 2020 05:40 ET (10:40 GMT)

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