Quando un'azienda solo per acquisire immagini televisive spende nella sua storia 12 miliardi, 7,1 miliardi dei quali nelle ultime gare a contrattazione collettiva, è a tutti gli effetti l'ago della bilancia di un business, quello del calcio, che dipende per il 30-40% dai diritti televisivi.

Perciò, scrive Milano Finanza, la decisione del Tar del Lazio attesa per mercoledì 12 febbraio e relativa al ricorso presentato da Sky Italia rispetto alla decisione assunta nel maggio scorso dall'Antitrust per l'acquisizione, poi saltata, di R2, la società industriale di Mediaset Premium, può essere decisiva per il pallone italiano e non solo.

Perché sia la Lega Serie A sia la Uefa non avvieranno almeno per un altro paio di mesi le aste per l'acquisto dei diritti delle rispettive competizioni, la A appunto e la Champions League, per gli anni 2021-2024. E' decisivo, per la Confindustria del pallone italiana e per l'organismo europeo conoscere le motivazioni dei giudici del Tar per presentare al mercato inviti a offrire, che possano attrarre il maggior numero di capitali. Pareri che sarà resto noto entro fine marzo o al più tardi entro la prima settimana di aprile.

Ed è evidente che oggi, solo la pay tv controllata dal colosso Usa Comcast (ha investito 30 miliardi di sterline per aggiudicarsi Sky Plc, che conta 24 milioni di abbonati tra Regno Unito, Germania e Italia) può staccare l'assegno più pesante. Nonostante l'avvento dell'OTT sportivo Dazn. E nonostante i tentativi già fatti e nuovamente in corso per convincere Amazon, Google o Apple - il presidente della Lega, Paolo Dal Pino, sta facendo sondaggi a 360 gradi - a investire milioni nello sport nazionale. Il vero nodo che il Tar dovrà sciogliere nella diatriba Sky-Antitrust è quello del web: internet è o non è una piattaforma consolidata di trasmissione e quindi un competitor della tv satellitare a pagamento e del digitale terrestre, ambiti d'azioni della società guidata in Italia da Maximo Ibarra? Perché, al momento, il parere dell'authority è chiaro: Sky non può acquistare in esclusiva contenuti e canali per l'online, avendo di fatto il monopolio dell'emittenza pay. Una linea di pensiero che non è condivisa dalla televisione che ha base a Milano e che, nonostante l'imminente conversione a telco imposta da Comcast - entro il primo semestre arriverà l'offerta per la connettività in banda larga per l'utenza domestica, mentre in Uk si punta anche a quella business -, ha bisogno di contenuti premium del calcio. Perché gli italiani si abbonano a Sky fondamentalmente per vedere le sfide dello sport nazionale. Non per nulla la pay tv offre anche le tre partite che Dazn si era aggiudicata, in esclusiva, con l'ultimo bando. OTT che a sua volta necessita della visibilità che viene garantita da Sky. Anche perché in Italia, complice l'elevato tasso di pirateria - sono due milioni gli italiani che guardano le partite gratuitamente - il bacino di clientela resta limitato a 5-6 milioni di utenti paganti.

fch

 

(END) Dow Jones Newswires

February 08, 2020 04:15 ET (09:15 GMT)

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