Atlantia: per Aspi Fondazioni al bivio tra Cdp e F2i (Sole)
11 Febbraio 2020 - 8:51AM
MF Dow Jones (Italiano)
L'ormai imminente riassetto di Autostrade per l'Italia (Aspi),
che ha come presupposto la separazione societaria dalla
controllante Atlantia che fa capo alla Edizione dei Benetton,
coinvolge
anche il mondo delle Fondazioni. Sia nell'ipotesi di un
intervento pubblico in Aspi di Cdp sia nel caso in cui sia il fondo
F2i a diventare il maggiore socio di Autostrade, le grandi
Fondazioni saranno chiamate a breve a dare il loro parere
vincolante nel ruolo di azionista di minoranza di Cassa Depositi e
di sottoscrittori del fondo F2i, in entrambi i casi con
rappresentanti nei consigli di amministrazione.
Lo scrive Il Sole 24 ore spiegando che il tema sarà affrontato
sia domani a margine del consiglio dell'Acri a Roma sia nei
prossimi giorni da un apposito cda di F2i Sgr. La partita sarà però
decisa a livello di governo -il dossier è nelle mani del premier
Giuseppe Conte- e al massimo entro la prossima settimana si capirà
se Aspi finirà nell'orbita pubblica di Cdp o se attraverso
un'operazione di mercato confluirà invece nel polo infrastrutturale
privato di F2i.
In preallerta anche i cda di Atlantia e di Edizione che, secondo
alcune indiscrezioni, avrebbero già avallato in via preliminare con
apposite delibere il progetto di progressivo distacco da Aspi.
Il punto di partenza dell'intera operazione, come già emerso da
una
serie di indiscrezioni di stampa, sarà la presentazione in
Parlamento di un emendamento da parte della maggioranza di governo
al decreto Milleproroghe, che dovrebbe prevedere che la concessione
venga mantenuta in capo ad Aspi. In cambio, secondo quanto fin qui
trapelato, la società pagherebbe una "multa" allo Stato e, oltre a
farsi carico degli oneri di ricostruzione del Ponte Morandi, si
impegnerebbe a una riduzione delle tariffe, a un incremento degli
investimenti e delle spese di manutenzione. Con questa tipologia di
accordo politico, da una
parte si otterrebbe l'integrità della società Aspi con la tutela
dei dipendenti e dei creditori e obbligazionisti. Dall'altra parte,
la maggioranza di governo avrebbe la garanzia che la nuova Aspi non
farà più capo ad AtlantiaEdizione-Benetton e che da subito si
metterebbe in moto (con immediate delibere di approvazione dei cda)
l'operazione per l'ingresso di un nuovo azionista di
riferimento.
Due le soluzioni fin qui ipotizzate e oggetto di studio da parte
degli
advisor. La prima prevede l'ingresso in Aspi di Cdp, che
rileverebbe una
quota rilevante di Atlantia. Il nuovo polo delle infrastrutture
pubblico, in cui in prospettiva potrebbe confluire anche WeBuild
(ex Salini Impregilo+Astaldi), è supportato dai sostenitori della
nazionalizzazione delle Autostrade (a partire da M5S). L'ingresso
di Cdp in Aspi avrebbe il vantaggio di essere finanziariamente
semplice da realizzare, a differenza delle complessità
dell'operazione al vaglio di F2i che però sarebbe di mercato e
privata. In quest'ultimo caso, stando alle indiscrezioni di fonti
finanziarie, Atlantia conferirebbe gran parte della sua
partecipazione in Aspi (oggi all'88%) al fondo infrastrutturale di
F2i che già controlla, tra gli altri, numerosi asset nel settore
aeroportuale e nelle torri tlc. Lo sbilancio finanziario del
conferimento che conseguirebbe a favore di Atlantia verrebbe
coperto da F2i con le risorse iniettate nel fondo da una serie di
investitori istituzionali (da cercare tra i grandi player globali
dei fondi infrastrutturali).
L'interesse c'è, evidenziano gli advisor, ma servirà tempo per
trovare la quadra. Da verificare anche il gradimento a questo tipo
di soluzione dei due maggiori soci di minoranza di Aspi: Allianz e
Silkroad. In entrambi i casi il nodo finanziario da sciogliere dopo
l'accordo politico sarà la stima del valore della nuova Aspi, che
dovrà inevitabilmente tenere conto del nuovo contesto
regolatorio-tariffario conseguente all'emendamento al decreto
milleproroghe.
Quanto al ruolo delle Fondazioni, chi nel mondo delle Fondazioni
si è consultato nei giorni scorsi con Giuseppe Guzzetti, che per
venti anni è stato al vertice di Acri e Fondazione Cariplo, avrebbe
ricevuto il suggerimento di preferire la soluzione privata e di
mercato di F2i. Guzzetti ormai non ha più incarichi ufficiali ma il
suo orientamento per la soluzione privata, se fattibile
tecnicamente, ha tuttora un elevato grado di condizionare le scelte
degli enti. L'operazione Aspi è tuttavia
nelle mani del governo e, nel caso di una maggioranza coesa a
favore della soluzione pubblica tramite Cdp, difficilmente le
Fondazioni si metteranno di traverso. Anche perché la nuova Aspi,
pur ridimensionata nelle prospettive reddituali, non è
Alitalia.
vs
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February 11, 2020 02:36 ET (07:36 GMT)
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