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"E' ancora troppo presto per fornire numeri attendibili sull'impatto che la diffusione del Coronavirus potrebbe avere a livello globale sul settore della moda, ma è innegabile che lo scenario è profondamente diverso rispetto a quando si manifestò la Sars: la Cina pesava allora per il 9% dell'interscambio mondiale, mentre oggi vale circa il 23%".

E' quanto ha spiegato Alessandra Lanza, senior partner di Prometeia, nel corso della seconda edizione del Fashion Annual Talk organizzato da Mediobanca. L'esperta ha inoltre notato come le misure di reazione al fenomeno approntate dai Governi a livello mondiale siano state fin qui "tali da portare a credere che la situazione non sia destinata ad esaurirsi nel breve termine".

"Anche quando le condizioni andranno normalizzandosi", ha inoltre osservato Lanza, "ci sarà una coda lunga, legata al fatto che i porti" di approdo delle merci nel frattempo stoccate "saranno congestionati". Il che porterà con ogni probabilità a "un primo trimestre di grande fatica" per il comparto.

L'esperta è invece piuttosto scettica sulla possibilità che gli impatti del Coronavirus possano avere un peso sostanziale sui numeri del settore nel medio termine. "Ragionando al 2021, non pensiamo che i risultati del campione di imprese analizzato da Mediobanca (173 aziende del sistema Moda Italia con un fatturato superiore a 100 mln nel 2018 e i principali gruppi europei di settore, ndr) possa essere influenzato in misura tale da modificare la traiettoria di una crescita che sarà ancora sostenuta". Prometeia si aspetta infatti che il fatturato della moda italiana continuerà a crescere fino a raggiungere a fine 2021 gli 80 miliardi di euro, pari dunque a una crescita dell'8% in due anni.

ofb

MF-DJ NEWS

1313:38 feb 2020

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