Usa: surplus commerciale Ue alza rischio tariffe Trump
14 Febbraio 2020 - 02:31PM
MF Dow Jones (Italiano)
Il surplus commerciale dell'Europa nei confronti degli Stati
Uniti ha raggiunto un livello record nel 2019. Questi numeri
rischiano di provocare l'ira del presidente americano, Donald
Trump, che ha recentemente rinnovato le minacce di introdurre
tariffe sulle merci provenienti dall'Unione Europea qualora il
blocco non dovesse essere favorevole alla sigla di un nuovo accordo
con gli Usa.
L'eccedenza della bilancia commerciale europea con gli Stati
Uniti si è attestata a 152,6 miliardi di euro (165,5 miliardi di
dollari) l'anno scorso, che equivale a un aumento dell'11% rispetto
al 2018.
Il surplus è stato di frequente il bersaglio della rabbia
dell'inquilino della Casa Bianca, il quale ha dichiarato questa
settimana che la sua amministrazione si concentrerà sui colloqui
commerciali con l'Ue. Il presidente Trump vuole raggiungere un
accordo con i gli Stati membri dell'Ue prima delle elezioni di
novembre e ha minacciato di imporre dei dazi sui prodotti europei
se i colloqui dovessero fallire.
"L'Europa ci sta trattando molto male", ha detto lunedì il
presidente statunitense, aggiungendo che "negli ultimi 10 anni
abbiamo registrato un enorme deficit con l'Europa, che ha eretto
delle barriere insormontabili".
I colloqui commerciali tra Stati Uniti e l'Ue sono progrediti
poco a causa dell'esistenza di alcune divergenze, in particolare
l'insistenza degli Stati Uniti sul fatto che l'Europa apra il suo
enorme mercato agricolo alle imprese americane.
L'agenzia statistica dell'Unione europea ha spiegato oggi che i
27 membri del blocco hanno importato 231,7 miliardi di euro di
merci statunitensi durante l'anno, con un aumento dell'8,6%
rispetto al 2018. Tuttavia, le esportazioni europee negli Stati
Uniti sono aumentate del 9,5%, raggiungendo i 384,4 miliardi di
euro.
Le automobili sono nella lista delle merci individuate da Trump
come potenziali bersaglio delle nuove tariffe. Secondo Rabobank, un
aumento dei dazi sulle automobili importate negli Usa colpirebbe
particolarmente la Germania, la cui industria automobilistica è la
più grande d'Europa e che subirebbe un calo del 5%, se Washington
dovesse introdurre una tariffa del 25%.
L'imposizione di una simile tariffa colpirebbe Berlino in un
momento difficile. I dati pubblicati anche oggi mostrano che la sua
economia si è fermata alla fine dello scorso anno e che la sua
potente industria volta all'esportazione ha faticato a causa delle
tensioni del commercio globale, delle turbolenze che si sono
registrate nella sua grande industria automobilistica e del
rallentamento cinese.
L'economia tedesca è cresciuta, durante il 2019, con il ritmo
più lento da sei anni, frenata dal calo delle esportazioni nel
Regno Unito e dal rallentamento delle vendite agli acquirenti
cinesi. L'incremento delle vendite negli Stati Uniti è stato un
punto positivo per la Germania, dove, tuttavia, le importazioni
sono cresciute ancora più rapidamente, portando a una riduzione del
surplus commerciale.
La Germania affronta la recessione da un anno e mezzo, senza mai
intravederne la fine. Il suo rallentamento ha avuto degli effetti
su tutto il continente, spingendo la Banca Centrale europea a
intraprendere una nuova serie di politiche di stimolo a
settembre.
Gli economisti prevedono che la crisi potrebbe aggravarsi se il
coronavirus in Cina dovesse colpire le catene di approvvigionamento
globali da cui dipendono i settori tedeschi della produzione
automobilistica e dei beni capitali orientati all'esportazione. La
crescita della Germania probabilmente rallenterà ulteriormente
dello 0,5% nel 2020, secondo gli economisti di Allianz.
Le esportazioni tedesche nel Paese asiatico potrebbero scendere
del 5% nel primo trimestre del 2020, tagliando di circa 0,2 punti
percentuali la crescita tedesca, soprattutto perché alcune aziende
tedesche potrebbero soffrire della mancanza di consegne dalla Cina,
ha affermato Joerg Kraemer, capo economista alla Commerzbank di
Francoforte.
Tuttavia, la Germania non è l'unico punto debole nell'Unione. Un
comunicato separato di Eurostat oggi ha mostrato che nessuna delle
tre maggiori economie del blocco è riuscita a registrare un aumento
dell'attività economica durante gli ultimi tre mesi del 2019, con
Francia e Italia in contrazione.
Secondo gli economisti, il rapido tasso di crescita statunitense
è una delle ragioni del suo crescente deficit commerciale con la
controparte europea, provocato dai recenti tagli fiscali che hanno,
a loro volta, incoraggiato i consumi delle imprese e delle
famiglie.
fux
(END) Dow Jones Newswires
February 14, 2020 08:16 ET (13:16 GMT)
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