Il surplus commerciale dell'Europa nei confronti degli Stati Uniti ha raggiunto un livello record nel 2019. Questi numeri rischiano di provocare l'ira del presidente americano, Donald Trump, che ha recentemente rinnovato le minacce di introdurre tariffe sulle merci provenienti dall'Unione Europea qualora il blocco non dovesse essere favorevole alla sigla di un nuovo accordo con gli Usa.

L'eccedenza della bilancia commerciale europea con gli Stati Uniti si è attestata a 152,6 miliardi di euro (165,5 miliardi di dollari) l'anno scorso, che equivale a un aumento dell'11% rispetto al 2018.

Il surplus è stato di frequente il bersaglio della rabbia dell'inquilino della Casa Bianca, il quale ha dichiarato questa settimana che la sua amministrazione si concentrerà sui colloqui commerciali con l'Ue. Il presidente Trump vuole raggiungere un accordo con i gli Stati membri dell'Ue prima delle elezioni di novembre e ha minacciato di imporre dei dazi sui prodotti europei se i colloqui dovessero fallire.

"L'Europa ci sta trattando molto male", ha detto lunedì il presidente statunitense, aggiungendo che "negli ultimi 10 anni abbiamo registrato un enorme deficit con l'Europa, che ha eretto delle barriere insormontabili".

I colloqui commerciali tra Stati Uniti e l'Ue sono progrediti poco a causa dell'esistenza di alcune divergenze, in particolare l'insistenza degli Stati Uniti sul fatto che l'Europa apra il suo enorme mercato agricolo alle imprese americane.

L'agenzia statistica dell'Unione europea ha spiegato oggi che i 27 membri del blocco hanno importato 231,7 miliardi di euro di merci statunitensi durante l'anno, con un aumento dell'8,6% rispetto al 2018. Tuttavia, le esportazioni europee negli Stati Uniti sono aumentate del 9,5%, raggiungendo i 384,4 miliardi di euro.

Le automobili sono nella lista delle merci individuate da Trump come potenziali bersaglio delle nuove tariffe. Secondo Rabobank, un aumento dei dazi sulle automobili importate negli Usa colpirebbe particolarmente la Germania, la cui industria automobilistica è la più grande d'Europa e che subirebbe un calo del 5%, se Washington dovesse introdurre una tariffa del 25%.

L'imposizione di una simile tariffa colpirebbe Berlino in un momento difficile. I dati pubblicati anche oggi mostrano che la sua economia si è fermata alla fine dello scorso anno e che la sua potente industria volta all'esportazione ha faticato a causa delle tensioni del commercio globale, delle turbolenze che si sono registrate nella sua grande industria automobilistica e del rallentamento cinese.

L'economia tedesca è cresciuta, durante il 2019, con il ritmo più lento da sei anni, frenata dal calo delle esportazioni nel Regno Unito e dal rallentamento delle vendite agli acquirenti cinesi. L'incremento delle vendite negli Stati Uniti è stato un punto positivo per la Germania, dove, tuttavia, le importazioni sono cresciute ancora più rapidamente, portando a una riduzione del surplus commerciale.

La Germania affronta la recessione da un anno e mezzo, senza mai intravederne la fine. Il suo rallentamento ha avuto degli effetti su tutto il continente, spingendo la Banca Centrale europea a intraprendere una nuova serie di politiche di stimolo a settembre.

Gli economisti prevedono che la crisi potrebbe aggravarsi se il coronavirus in Cina dovesse colpire le catene di approvvigionamento globali da cui dipendono i settori tedeschi della produzione automobilistica e dei beni capitali orientati all'esportazione. La crescita della Germania probabilmente rallenterà ulteriormente dello 0,5% nel 2020, secondo gli economisti di Allianz.

Le esportazioni tedesche nel Paese asiatico potrebbero scendere del 5% nel primo trimestre del 2020, tagliando di circa 0,2 punti percentuali la crescita tedesca, soprattutto perché alcune aziende tedesche potrebbero soffrire della mancanza di consegne dalla Cina, ha affermato Joerg Kraemer, capo economista alla Commerzbank di Francoforte.

Tuttavia, la Germania non è l'unico punto debole nell'Unione. Un comunicato separato di Eurostat oggi ha mostrato che nessuna delle tre maggiori economie del blocco è riuscita a registrare un aumento dell'attività economica durante gli ultimi tre mesi del 2019, con Francia e Italia in contrazione.

Secondo gli economisti, il rapido tasso di crescita statunitense è una delle ragioni del suo crescente deficit commerciale con la controparte europea, provocato dai recenti tagli fiscali che hanno, a loro volta, incoraggiato i consumi delle imprese e delle famiglie.

fux

 

(END) Dow Jones Newswires

February 14, 2020 08:16 ET (13:16 GMT)

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