Pianificare, ottimizzare ed accelerare la digital
transformation.
E' questa la ricetta di Bain & Company per gli
amministratore delegati dei vari settori economici e industriali in
questo contesto di emergenza sanitaria globale.
Dato il livello di incertezza, infatti, i normali scenari
economici sono insufficienti e la situazione richiede un nuovo
approccio alla pianificazione, specifico per ogni business. Per
questo motivo, gli esperti di Bain & Company hanno strutturato
alcune raccomandazioni pratiche che i Ceo dovrebbero seguire.
L'emergenza sanitaria e umanitaria globale, spiega una nota,
mette i decision-makers nella posizione di dover prendere decisioni
importanti, spesso difficili e dolorose, ma indispensabili.
L'atteggiamento 'wait & see' non solo non paga, ma può
rilevarsi estremamente dannoso.
È difficile ad oggi definire quale e di che portata sarà
l'impatto economico della pandemia, anche se è chiaro che
'l'effetto recessione globale' sarà strettamente legato alla sua
evoluzione in termini sia temporali che geografici: abbiamo
comunque cominciato a vederne l'effetto sui listini azionari, che
complessivamente hanno perso più del 30% nelle ultime settimane. Al
clima di estrema incertezza contribuiscono anche le reazioni non
sempre coordinate delle Banche Centrali (ad esempio approccio della
Fed rispetto a Bce) per fronteggiare le implicazioni economiche.
Quello che è certo, ad oggi, è un calo nel grado di fiducia dei
consumatori, già in flessione del 3-4% in Paesi quali USA, Francia
e UK, e dell'11% in Giappone.
È ormai chiaro che il Coronavirus avrà un impatto significativo
- seppur differenziato per settori - anche sull'economia
italiana.
Per il settore dei beni di consumo la priorità delle ultime
settimane è stata quella di mettere in sicurezza le strutture
produttive e logistiche per garantire la disponibilità dei
prodotti. Da un punto di vista delle vendite, l'impatto è molto
positivo solo per la GDO alimentare e per il commercio di generi di
prima necessità. Al contrario, i dati risultano critici per chi
opera nel mercato dei consumi fuori casa/Horeca (Bar, ristoranti) e
in generale in tutti i comparti del 'Non food', che prima della
'serrata' generale hanno sofferto di un calo tra il 40 e l'80%, per
poi chiudere tutti i punti vendita e operare, pochi e in via
residuale, attraverso il delivery e l'e-commerce.
'Il comportamento dei consumatori è cambiato significativamente
nelle ultime settimane. L'e-commerce sta vivendo un boom (+82%
nella prima settimana di marzo) in tutti i settori merceologici,
compreso l'alimentare, e questo fenomeno rimarrà nelle abitudini di
acquisto dei consumatori italiani, dando così la possibilità al
mercato italiano di recuperare il gap con gli altri Paesi europei',
puntualizza Duilio Matrullo, Partner della practice Consumer Goods
di Bain & Company. 'Inoltre, l'emergenza ha reso necessario un
ripensamento dei modelli di lavoro: smart working, collaboration e
virtual tools, e-learnings rappresentano oggi la nuova
normalità'.
In aggiunta, Andrea Petronio , Partner della practice Retail
evidenzia che 'per tutti i retailer del settore il cash flow, oggi
da difendere 'a oltranza', dovrà essere destinato non solo a
recuperare il gap sull'e-commerce, ma anche a sostenere un'offerta
e politica commerciale che potrebbe essere radicalmente diversa dal
passato, in un contesto economico e sociale di sicura tensione sul
potere di acquisto e di cambiamento delle priorità e modalità di
spesa dei consumatori'.
Nel mondo del lusso, l'impatto del rallentamento della Cina -
prima - e di Europa e Usa - adesso - è evidente. 'I dati
disponibili al 12 marzo' illustra Claudia D'Arpizio - Partner della
practice Moda&Lusso di Bain & Company - 'suggeriscono un
declino del mercato a livello mondiale per il primo trimestre
dell'anno nell'ordine del 20-25%; oltre ad essere impattati il 70%
dei mercati più importanti per il settore, sono totalmente
inficiati i consumi turistici, che da sempre sono uno dei pilastri
dell'industria'.
Diverso per l'healthcare, che sta vivendo situazioni molto
differenziate.
'Se è, infatti, evidente la forte crescita di domanda per tutto
ciò che è strettamente collegato alla gestione della pandemia (dai
macchinari e relativi materiali di consumo a farmaci specifici,
ossigeno ma anche igienizzanti e altri prodotti da banco)', spiega
Valerio Di Filippo, Partner della practice Healthcare di Bain &
Company, 'si osserva una sostanziale continuità per le componenti
essenziali quali farmaci salva vita e terapie croniche e una
correzione positiva del traffico in farmacia soprattutto nelle
regioni maggiormente colpite legato all"accaparramento' di
medicinali per automedicazione in vista dei provvedimenti. Aldilà
degli impatti immediati, ci sono alcuni trend pre-esistenti alla
pandemia che sono stati ora fortemente evidenziati e accelerati: la
necessità di ripensare i modelli di presa in carico al di fuori
degli ospedali, il ruolo crescente che dovrà assumere il TeleHealth
(decisivo in Cina e Corea per la gestione dell'epidemia), la
crescente attenzione alla sicurezza degli operatori sanitari, la
necessità di maggior centralità e coordinamento a livello europeo
(e globale) sui temi legati alla salute'.
Per il settore energetico, Alessandro Cadei, Partner della
practice Energy & Utilities di Bain & Company sottolinea
che 'le ripercussioni dell'emergenza Covid19 nel settore Energy
riguarderanno soprattutto il decremento della domanda e i ritardi
sull'implementazione dei piani investimenti programmati. Oggi
tuttavia sono evidenti soprattutto le urgenze relative al settore,
ovvero la necessità di garantire continuità ai servizi e la
tempestiva messa in sicurezza della supply chain allargata. Nel
medio termine, le priorità degli operatori evolveranno verso
massimizzazione dei cashflow, rafforzamento della business
resiliency e, in ultima istanza, una revisione delle scelte
strategiche di asset allocation'.
'Per le banche - commenta invece Roberto Frazzitta, Partner
della practice Financial Services di Bain in Italia - nelle ultime
3 settimane la sfida è stata duplice. Da un lato, il totale
ribaltamento del modello operativo delle strutture centrali che ha
portato a livelli di 'work from home' sostanzialmente del 90-100%,
dall'altra il mantenimento dei servizi ai clienti sul territorio.
Con farmacie, alimentari e poche altre fattispecie, infatti, le
filiali sono state gli unici punti vendita autorizzati a rimanere
aperti in risposta ai bisogni finanziari primari dei cittadini e
delle aziende, per i quali sono state anche pensate importantissime
soluzioni finanziarie'.
'Anche le assicurazioni' - continua il manager - 'si sono
trovate da subito a dover dare una risposta veloce all'improvvisa
nuova realtà: ci sono stati interventi quali estensione delle
coperture, dilazione di pagamento, prodotti dedicati finalizzati a
mostrare concreta vicinanza alla clientela e alle reti agenziali.
Per tutte le istituzioni finanziarie, il ritorno al 'new normal'
implicherà modifiche di paradigma operativo e di vicinanza con i
clienti'.
'Nonostante non si possa prevedere precisamente l'entità degli
impatti a livello sanitario ed economico del Coronavirus in Italia
e nel mondo - spiega Roberto Prioreschi, Managing Director di Bain
& Company per Italia, Grecia e Turchia - l'esperienza di Bain
dimostra che per le aziende un approccio 'wait-and-see' è spesso la
scelta peggiore in tempi incerti. Dato il livello di incertezza, i
normali scenari economici sono insufficienti e la situazione
richiede un nuovo approccio alla pianificazione, specifico per ogni
business. C'è un elemento in comune, però: attendere non è
un'opzione e le aziende con una miglior capacità di recovery e
mitigazione degli effetti negativi della crisi saranno quelle che
agiranno immediatamente, adottando in anticipo misure preventive e
seguendo una serie di best practices nel breve e nel medio-lungo
termine'.
Secondo gli esperti di Bain & Company, dal momento che
questa è una crisi diversa da qualsiasi altra vissuta in passato,
non esistono approcci di crisis management da possano essere usati
come benchmark.
In questo contesto, infatti, diversi sono i fattori che
impongono alle aziende di reagire molto velocemente: estrema
difficoltà di previsione, impatto sui ricavi che probabilmente
influenzerà la liquidità, ripresa lenta con una successione di
diversi trimestri di bassi ricavi, dipendenti e consumatori cauti e
timorosi, ma per cui comunque molte abitudini di consumo
cambieranno. Il primo passo è quindi individuare un senior team
dedicato alla gestione dell'emergenza da Covid su base quotidiana,
con un approccio da sala operativa ('war room').
La raccomandazione di Bain & Company per i Ceo è quindi di
concentrarsi su sei priorità: Proteggere gli stakeholder,
dipendenti e clienti, con guidelines e procedure chiare ed
efficienti e indirizzarli con controllo e un'altrettanto chiara e
diretta comunicazione; Lavorare sulla propria esposizione e fare
stress test su conto ecomomico e liquidità; Attuare azioni
difensive sul fronte del calo dei ricavi, concentrandosi su loyalty
e retention dei clienti e preparandosi a compensare le mancate
entrate dei segmenti di business più esposti; Stabilizzare la
supply chain, per rispondere ad eventuali interruzioni legate ad
aspetti geografici o alla forza lavoro; Pianificare azioni di
riduzione di costi per salvaguardare la liquidità; Giocare
d'attacco per battere la concorrenza, essendo pronti alla ripresa e
al mutato comportamento d'acquisto dei consumatori.
Tre nello specifico le azioni da intraprendere nell'immediato:
Lanciare una Wake up call, affinché il management sia allineato e
al corrente dello scenario che si prospetta; Individuazione del
senior team da war room per gestire da subito gli effetti della
crisi; Tradurre i macro-scenari in piani operativi che siano
attuabili in breve tempo.
'Oltre alla protezione delle persone, che è in assoluto e per
tutte le aziende l'obiettivo prioritario - conclude Roberto
Prioreschi - la nostra raccomandazione si può sintetizzare in tre
concetti: adottare un approccio da war room, analizzare e
ottimizzare production & supply chain e intraprendere o
accelerare la digital transformation, nella forma più consona al
proprio business'.
com/fus
marco.fusi@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
March 19, 2020 12:45 ET (16:45 GMT)
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