"Noi questa indicazione di mobilitazione e, dove necessario, di sciopero non l'abbiamo mica decisa a cuor leggero. È stata una scelta faticosa, per nulla facile. Siamo di fronte a una situazione straordinaria per tutti, non solo per noi. Nello stesso tempo sono certo che difendere oggi la salute e la sicurezza di chi lavora sia l'unico modo perché domani le fabbriche possano riaprire".

Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a Repubblica spiegando che "la nostra non è una protesta contro qualcuno, né per un interesse dei lavoratori come quando si lotta per avere un aumento del salario o una riduzione dell'orario. Questa volta scioperiamo "per": per la difesa della salute e della sicurezza di chi lavora, di tutti i cittadini italiani e anche degli imprenditori. E se non ho altri mezzi per affermare questi valori io - sindacalista - ricorro anche alle agitazioni. Noi vogliamo che si lavori in tutte le attività oggi essenziali, applicando il protocollo sulla sicurezza firmato a Palazzo Chigi".

"Noi vogliamo trovare la migliore soluzione possibile per la sicurezza dei lavoratori, la salute dei cittadini e l'economia del Paese", ha continuato il sindacalista ricordando che oggi ci sarà una videoconferenza con i ministri dell'Economia Gualtieri e dello Sviluppo Patuanelli proprio per questo". Per togliere dal tavolo lo sciopero "bisogna tornare al senso della discussione fatta tra il governo e le parti sociali sabato scorso: tutte le produzioni che non sono essenziali in questo momento devono essere interrotte nell'intero Paese. Sono esattamente le cose che il presidente del Consiglio Conte ha detto agli italiani sabato notte".

"Il metodo seguito da Confindustria domenica scorsa è stato un errore. Ha scritto una lettera al premier chiedendo correzioni al testo proposto dal governo il giorno prima senza rendere partecipi tutti gli altri interlocutori, non solo noi ma anche le altre organizzazioni delle imprese. E poi - aggiungo - non è estendendo l'apertura delle produzioni che si protegge la nostra economia perché così si butta via la risorsa più importante: la fiducia delle persone che lavorano. E sarà il lavoro a sconfiggere il virus. È dal lavoro che passa la ripresa".

Dalla crisi economica si uscirà "con gli investimenti pubblici, ma anche privati. E con al centro il lavoro. Sì, certo, si prospetta uno scenario da economia di guerra. Deve essere l'occasione per ripensare il nostro modello di sviluppo, vale per l'Italia come per l'Europa. Va cambiato il modello economico europeo che affidava tutto al mercato".

Alla domanda se stia pensando a una nuova stagione dello Stato nell'economia, "il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, ha detto proprio a Repubblica che non vuole una nuova Iri. Ecco, io credo, al contrario, che ci sia proprio bisogno di qualcosa di simile -ha spiegato Landini- Penso ad un'Agenzia nazionale per lo sviluppo che indirizzi gli investimenti strategici, prevedendo anche che abbia un ruolo all'interno delle imprese. Dobbiamo difendere le nostre filiere strategiche. Il mercato da solo non va da nessuno parte".

"Tutti i grandi gruppi italiani, Eni, Enel, Poste, Leonardo, Fincantieri, per citarne solo alcune, hanno una quota importante di partecipazione pubblica. Abbiamo bisogno di investimenti massicci e di qualità per gestire la trasformazione tecnologica. E va cambiata anche la cultura imprenditoriale", ha continuato il sindacalista mettendo in evidenza che il concetto "piccolo è bello e ciascuno fa da sé non funziona più. Non è più sufficiente essere creativi, oggi servono operazioni di sistema".

Sull'ipotesi di tornare alle partecipazioni statali, "se l'Italia è diventata una potenza industriale è anche grazie alle grandi aziende pubbliche. Poi ci sono state molte degenerazioni, ma la corruzione non ha riguardato solo la politica. In Tangentopoli c'erano anche gli imprenditori privati. Bisogna archiviare la stagione dell'assolutismo del mercato. Ma non basta: va combattuta senza esclusione di colpi l'evasione fiscale per contribuire a costruire un modello di sviluppo dove i valori sono il merito, l'innovazione, la cultura, le competenze. E al centro di tutti deve esserci il lavoro, i diritti e le tutele di chi lavora", ha concluso.

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March 24, 2020 03:36 ET (07:36 GMT)

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