Coronavirus: Ferrari (Salini Impregilo), stop a mercati non serve (Corriere)
30 Marzo 2020 - 1:18PM
MF Dow Jones (Italiano)
"I programmi di politica monetaria e fiscale annunciati negli
ultimi giorni con modalitá non ancora sufficientemente coordinate
hanno scongiurato un grave rischio di avvitamento dei mercati,
soprattutto azionari, che sarebbe stato molto pericoloso per il
sistema economico in generale".
E' quanto sottolinea Massimo Ferrari, direttore generale di
Salini Impregilo, nonchè consigliere di amministrazione in Tim,
Cairo Communication ed Equita Group, in un intervento su L'Economia
del Corriere, nel quale sottolinea tuttavia che "il pericolo non è
scampato. Senza l'annuncio delle misure predisposte dalla Fed e
l'avanzamento del package di stimolo fiscale da due trilioni di
dollari i mercati erano avviati ad accelerare il financial
deleveraging con il rischio di arrivare agli estremi del 1930 e del
2008".
Ferrari evidenzia che "il livello della volatilitá dei mercati
azionari ha superato quelli giá alti raggiunti nel 2008 (il Vix
Index, che misura la volatilitá implicita delle opzioni dell'indice
S&P500 attesa a 30 giorni, è arrivato a quasi 80, un livello
che equivale all'apprezzamento di un elevato rischio sistemico). Di
fronte a situazioni di così profonda incertezza e gravitá lo
svolgimento delle contrattazioni giornaliere su tutti i mercati e
gli andamenti intra-giornalieri, sono così erratici che in molti
mercati giá sono intervenuti sistemi automatici di sospensione
delle contrattazioni, nonchè limitazioni posti all'operativitá allo
scoperto, ovvero alla trasparenza di livelli delle partecipazioni
abbassati all'1%.
"Livelli così alti di volatilitá", prosegue il manager,
"sinonimo di incertezza elevatissima sui futuri rendimenti delle
azioni e dei relativi indici, generano inoltre un'operativitá
tecnica automatica, fine a stessa che può ulteriormente aggravare
le condizioni tecniche dei mercati (spessore, liquiditá,
elasticitá), compromettendo il grado di rappresentativitá dei
prezzi in tutti i segmenti. Ci si domanda infatti se sia sempre
opportuno in presenza di dinamiche così incerte e discontinue
tenere aperti i mercati azionari. La risposta a questa domanda deve
essere messa in relazione alla straordinarietá del momento e alla
discontinuitá delle decisioni di politica fiscale ed economica da
assumere con urgenza per fronteggiare la crisi attuale e quella
prospettica".
Ferrari spiega però che "una obiezione allo shut down dei
mercati azionari risiede nella necessitá di garantire continua
liquiditá, per consentire agli investitori professionali e privati
di monetizzare i propri investimenti, ovvero di adottare strategie
di copertura. Il dibattito potrebbe assumere connotati ideologici.
C'è un dato di fatto che rende superabile l'obiezione. Di fronte a
situazioni di così profonda incertezza e gravitá lo svolgimento
delle contrattazioni giornaliere su tutti i mercati e gli andamenti
intra-giornalieri, sono così erratici che in molti mercati giá
intervengono sistemi automatici di sospensione delle
contrattazioni".
Purtroppo", ha continuato, "le strutture di gestione dei mercati
finanziari negli ultimi 10 anni sono cambiate radicalmente per
effetto degli interventi post crisi del 2008, ma anche per una
scelta di policy molto sostenuta da grandi player di affidare la
gestione delle Borse anche a soggetti privati, facendo leva sulla
rivoluzione digitale e sulle efficienze di scala. Oggi la
governance del sistema delle Borse mondiali è molto polverizzata,
occorrono dunque interventi dei governi a difesa del risparmio,
delle societá quotate che possono rischiare anche improvvisi e
destabilizzanti cambi di controllo e degli stessi mercati che
rischiano altrimenti una crisi di credibilitá profonda", ha
concluso.
fch
(END) Dow Jones Newswires
March 30, 2020 07:03 ET (11:03 GMT)
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