Immobiliare: calo del 28% nel 2019 per comparto commerciale
01 Aprile 2020 - 11:13AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il comparto immobiliare commerciale, dopo un lungo periodo
positivo, ha chiuso il 2019 con un calo del 28 per cento rispetto
all'anno precedente.
E' quanto emerge dal Rapporto 2020 sul mercato immobiliare
commerciale in Europa e in Italia, realizzato da Scenari
Immobiliari, secondo cui gli investimenti in Europa sono stati
infatti pari a 42,1 miliardi di euro.
Per il 2020, anche a causa della crisi sanitaria del
Coronavirus, si prevede un'ulteriore contrazione degli investimenti
del trenta percento in Europa e del venticinque per cento in
Italia. Una veloce ripresa potrebbe arrivare anche nella prima metà
del 2021. Il fatturato del mercato immobiliare italiano, in aumento
del 3,4 per cento nel 2019 a 9,2 miliardi di euro, è atteso in
diminuzione di circa 27 punti percentuali a 6,7 miliardi di euro
nel 2020 a causa della crisi sanitaria. Sono questi alcuni dei dati
del
Entrando nel dettaglio, il mercato immobiliare commerciale
europeo ha subito un progressivo calo negli ultimi cinque anni. I
primi a rallentare sono stati i mercati più importanti, come Gran
Bretagna e Germania. Successivamente si sono registrati andamenti
disomogenei tra i diversi Paesi che hanno favorito quelli dell'area
mediterranea quali Spagna, Portogallo e Italia e penalizzato invece
alcuni più a nord, con una disparità correlata principalmente alla
crescita delle vendite online. La contrazione degli investimenti è
dovuta a un eccesso di offerta che si è avuta negli anni precedenti
e da cambiamenti importanti nei gusti e nelle modalità di acquisto
dei consumatori. L'attività di sviluppo e adeguamento immobiliare
dei centri commerciali in Europa ha visto negli ultimi tre anni
interventi realizzati per una superficie complessiva di oltre 4,2
milioni di mq, suddivisi tra nuovi sviluppi (1,6 mln di mq),
riqualificazioni (0,925 mln di mq) e ristrutturazioni e/o
ampliamenti dell'esistente (1,68 mln di mq). In progetto ci sono
iniziative per oltre 5,27 milioni di mq di superficie che dovrebbe
essere interessata da proposte che prevedono il completamento tra
il 2020 e il 2023. La quota maggiore è quella dei nuovi sviluppi
che dovrebbe apportare allo stock oltre 2,56 milioni di mq. Tra i
Paesi a maggior sviluppo spicca l'Italia, con una quota complessiva
nettamente superiore a quella degli altri mercati e pari a 1,46
milioni di mq, composti in prevalenza da nuove realizzazioni, per
circa 790mila di mq.
"Questi interventi - commenta Mario Breglia, presidente di
Scenari Immobiliari - sono a rischio, visto che molti fondi e
investitori istituzionali cambieranno l'asset allocation degli
investimenti per i prossimi anni. Il commerciale non è più
considerato anticiclico".
In Italia le quotazioni della piccola distribuzione hanno avuto
andamenti molto differenziati da città a città. Milano e Roma hanno
mostrato una sostanziale tenuta dei prezzi medi di vendita e dei
canoni di locazione nelle zone centrali, mentre hanno sofferto di
più nelle aree semicentrali, rimaste nella capitale sotto i livelli
del 2010. Allo stesso modo le quotazioni della periferia si sono
mantenute nella curva decrescente, anche in questo caso con
maggiore pendenza negativa sul territorio romano. Venezia e Firenze
hanno mantenuto una crescita costante nelle vie centrali, mentre in
quelle semicentrali e periferiche la decrescita è stata più
incisiva. Torino ha recuperato i livelli del 2010 soltanto
nell'anno appena trascorso ed esclusivamente per le aree centrali,
il semicentro e la periferia sono rimaste in campo negativo. Per le
altre città, Bari, Bologna, Genova, Napoli e Verona la curva è
rimasta in discesa per tutto il periodo e in tutte le zone.
Secondo la ricerca, costituiscono in universo a sé le high
street delle principali città italiane, molto ambite dai retailer
nell'era dell'e-commerce e, particolarmente ricercate dagli
investitori specializzati, perché in grado di garantire un reddito
più sicuro. Delle 47 vie monitorate da Scenari Immobiliari nelle
sei principali città, si colloca al primo posto per livelli di
canoni raggiunti via Monte Napoleone, con 13.200 euro al mq annui,
seguita da via Condotti a Roma, con 11mila euro e successivamente
da Galleria Vittorio Emanuele II, nel capoluogo lombardo, con
diecimila euro, infine, da Piazza di Spagna nella Capitale, con
7.500 euro al mq annui. Le high street di Firenze e Venezia si
posizionano su livelli inferiori, con merceria II Aprile e campo
San Bartolomeo della città veneta che raggiungo i 5.200 mq, oppure
via dei Calzaiuoli nel capoluogo toscano con 4.500 euro mq annui.
L'andamento medio di canoni di locazione delle high street, mostra
come negli ultimi cinque anni ci sia stato un incremento medio
costante, con velocità sostenuta a Roma e Milano, rispettivamente
di oltre trentatré e ventidue punti percentuali registrati tra il
2015 e il 2019. Incrementi consistenti si sono registrati anche a
Firenze, venti punti percentuali, e Torino, dodici punti
percentuali. Per Bologna e Venezia l'incremento è stato più
calmierato, rispettivamente del dieci e sei per cento.
Sul fronte delle quotazioni per il 2020 si prevede una
diminuzione, sebbene moderata, con una forte propensione alla
polarizzazione tra immobili di qualità collocati nelle posizioni
prime e le restanti strutture di minore attrattività.
In Italia il calo previsto del fatturato del comparto
commerciale si può ricondurre, in primo luogo, ai minori
investimenti degli investitori esteri (che ormai pesano oltre il
cinquanta per cento del totale) dovuti alle incertezze finanziarie
e specifiche del settore. La piccola distribuzione, inoltre, già
messa a dura prova dell'e-commerce e dalle trasformazioni del
retail, risulterà ancora più penalizzata della crisi dell'emergenza
sanitaria con una ripresa che si prospetta lunga. Meglio, invece,
il comparto della Gdo, attualmente sollecitato dall'incremento dei
consumi dovuto alla crisi.
"Con molte probabilità - conclude Clara Garibello, direttore di
ricerca a Scenari Immobiliari - occorrerà attendere il 2021 per
tornare ai livelli di normalità del mercato, con il comparto retail
che potrebbe registrare un rimbalzo positivo, a patto che riesca a
cogliere da subito i cambiamenti nelle scelte del consumatore e
possa seguire un percorso sinergico con il sottostante mercato
immobiliare, sia in termini di quotazioni che di innovazione".
com/lab
MF-DJ NEWS
0110:56 apr 2020
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April 01, 2020 04:58 ET (08:58 GMT)
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