Fincantieri: Bono, riprenderemo il largo (Mi.Fi.)
11 Maggio 2020 - 9:10AM
MF Dow Jones (Italiano)
Dieci giorni fa il Ponte di Genova si illuminava dei colori
della bandiera italiana, a celebrare il completamento in tempo
record dei lavori, a dieci mesi dall'inaugurazione del cantiere e a
20 dalla tragedia di agosto 2018, costata la vita a 43 persone.
Artefici del miracolo i partner della jv PerGenova, Salini
Impregilo e Fincantieri. Ma per il colosso della cantieristica,
messo davanti allo shock Covid al pari dei competitor e delle altre
grandi quotate di Stato, quel ponte a carena di nave rappresenta
anche qualcosa di più: l'occasione per attrarre altre commesse nel
settore delle infrastrutture, nel momento in cui il core business
delle grandi navi da crociera è rallentato dalla pandemia. Come si
riparte dal Ponte di Genova e quali contromisure sta mettendo in
campo Fincantieri per superare l'emergenza Covid, lo spiega in
questa intervista con MF-Milano Finanza l'amministratore delegato,
Giuseppe Bono.
Domanda. Quindi anche in Italia si possono completare le grandi
opere nei tempi previsti?
Risposta. Sì, è possibile, e noi italiani abbiamo dimostrato per
l'ennesima volta davanti al mondo intero che sappiamo rimboccarci
le maniche e fare grandi cose. Ma è possibile a patto di capire che
le regole vanno rispettate, devono essere semplici e ugualmente
applicabili, dalle Alpi alla Sicilia, per incentivare e non
ostacolare la realizzazione di un'opera in tempi ragionevoli e
certi: bisogna accorciare i processi decisionali. E a patto di
poter contare su aziende solide e strutturate. Per il modello
produttivo di Fincantieri, infatti, consegnare le proprie navi
entro i tempi e i costi previsti è la regola, non l'eccezione.
Addirittura comunichiamo la data di consegna prima ancora di
acquisire la commessa. Se per quello che attiene le regole e la
gestione dell'appalto si è parlato di modello-Genova, possiamo
affermare che esso ha potuto avere successo grazie al modello-
Fincantieri, frutto di investimenti e visione di lungo periodo,
nonché di un metodo organizzativo che è divenuto standard. Possiamo
affermare che il modello- Fincantieri precede e rende possibile
quanto fatto a Genova, dove anche la cittadinanza, va detto, ha
remato a favore.
D. Questo successo apre la strada a una maggiore
diversificazione delle attività?
R. Sono orgoglioso di poter ricordare che, essendo leader
mondiali nel nostro comparto, la diversificazione è sempre stato un
nostro punto di forza, dal civile al militare, all'offshore, e ora
alle infrastrutture, valorizzando la nostra eccellenza nella
carpenteria metallica. Le navi sono fatte d'acciaio, come d'acciaio
è il nuovo Ponte di Genova, disegnato da Renzo Piano proprio come
lo scafo di una nostra nave. Fincantieri è un'azienda che investe
per migliorare costantemente, e la sua capacità di fare sistema e
sviluppare tecnologie raffinatissime, come quelle per le grandi
navi e per la difesa, rende possibile poi portare le competenze
sviluppate nella navalmeccanica anche in altri settori. Il ponte di
Genova è in dirittura d'arrivo e sarà il primo ponte «smart»
d'Italia, tra i più avanzati e sicuri al mondo, con sensori e robot
progettati e prodotti dalle nostre società Seastema e Cetena.
D. Avete ottenuto altre commesse?
R. Sì. A breve inizieremo a lavorare in Romania per il nuovo
ponte sospeso sul Danubio, vicino a Braila. Anche qui realizzeremo
l'impalcato in acciaio di quello che sarà il terzo ponte più lungo
in Europa. Inoltre in Qatar faremo procedere di pari passo le
nostre competenze nel settore navale, della difesa e delle
infrastrutture. Ovviamente per noi le infrastrutture non possono
supplire alle navi, che restano insostituibili. Per dare un'idea,
250 mila sono le tonnellate di acciaio che impieghiamo ogni anno
per le costruzioni navali, contro le 17 mila del ponte, che pure è
lungo oltre un chilometro.
D. Però l'emergenza Covid imporrà modifiche al piano
industriale.
R. Non sappiamo quando ripartiranno le crociere, pensiamo di
poter completare l'aggiornamento del piano con i conti della
semestrale. Intanto stiamo cercando di rendere sterili gli impianti
di condizionamento delle navi, che è un aspetto di enorme
importanza per quando si ripartirà. Sono possibili anche nuove
commesse militari, dopo quella appena aggiudicata dalla Marina Usa,
valore potenziale fino a 5,5 miliardi. Il nostro obiettivo in
questa fase è non veder scendere il portafoglio ordini (oltre 37
miliardi di euro a fine 2019, ndr).
D. Intanto, come vi siete organizzati per far ripartire i siti
produttivi?
R. Nei nostri stabilimenti sono state installate tecnologie ad
hoc per il contenimento del Covid-19, sviluppate e prodotte
all'interno del gruppo. Peraltro anche in questo abbiamo
rappresentato un modello, essendo stati tra i primi in assoluto a
chiudere e a riaprire, nonché a stabilire un protocollo sindacale e
sanitario a tutto tondo per la gestione dell'emergenza, applicato
poi anche da altri.
red
(END) Dow Jones Newswires
May 11, 2020 02:55 ET (06:55 GMT)
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