Aspi: Cda Atlantia dà indicazione di usare finanziamento da 900 mln
22 Maggio 2020 - 7:39PM
MF Dow Jones (Italiano)
Il Cda di Atlantia, riunitosi in seduta straordinaria, ha
analizzato la situazione complessiva della propria controllata
Autostrade per l'Italia (Aspi).
Il Board, spiega una nota, ha deliberato di dare indicazione ad
Aspi - ferma restando la sua facoltà di avvalersi di tutti gli
strumenti convenzionali a propria tutela nei tempi e con le
modalità previste - di utilizzare il finanziamento di Atlantia di
900 milioni di euro per garantire manutenzioni e investimenti per
la sicurezza della rete, nel rispetto di tutti gli obblighi
esistenti, rinviando di conseguenza la realizzazione di altri
investimenti una volta rinvenute le necessarie dotazioni
finanziarie.
Il Cda ha altresì deliberato di dare mandato ai propri legali di
valutare tutte le iniziative necessarie per la tutela della
società e del Gruppo, visti i gravi danni.
Questo in quanto la società ha preso atto che, ad oggi, non è
ancora pervenuta alcuna risposta alla proposta formale inviata da
Aspi al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti lo scorso 5
marzo, al fine di trovare una soluzione condivisa relativamente al
procedimento di contestazione in corso ormai da quasi due anni.
Mentre Aspi sta sostenendo tutti gli oneri per la costruzione del
nuovo ponte di Genova (ormai completato) e ha immediatamente
attivato i risarcimenti a persone e imprese, esternalizzando
inoltre il sistema di ispezione delle infrastrutture, la situazione
di incertezza continua purtroppo a protrarsi, pur avendo autorevoli
esponenti dell'Esecutivo manifestato pubblicamente, fin dallo
scorso febbraio, la propria disponibilità a valutare le proposte di
Aspi, e dichiarato inoltre, a fine aprile, l'avvenuta conclusione
dell'analisi del dossier.
Tale contesto ha determinato e continua a determinare gravi
danni all'intero gruppo e genera preoccupazione sul mercato e a
tutti gli stakeholder, in Italia e all'estero, dove il gruppo opera
in 23 Paesi.
"Le modifiche normative introdotte in modo unilaterale e
retroattivo con l'art. 35 del DL Milleproroghe - stravolgendo il
quadro di riferimento previsto nella Convenzione Unica, che è 2
stato un chiaro punto di riferimento per gli investitori e gli
istituti finanziatori - hanno determinato il downgrade del rating a
livello sub investment grade di Atlantia e Aspi, rendendo
particolarmente difficile l'accesso ai mercati finanziari. Per far
fronte alla situazione di grave tensione finanziaria determinatasi
per Aspi, aggravata anche dai pesanti effetti della pandemia,
Atlantia ha messo responsabilmente a disposizione una linea di
credito di 900 milioni di euro a favore della società".
Al tempo stesso, prosegue la nota, Cassa Depositi e Prestiti,
con la quale nel 2017 era stata definita una linea di finanziamento
di cui restano ad oggi inutilizzati 1,3 miliardi di euro, a fronte
della richiesta di Aspi di inizio aprile per un importo di 200
milioni di euro, non ha ritenuto di dar corso finora ad alcuna
erogazione, anche in ragione delle disposizioni introdotte
dall'art. 35 del DL Milleproroghe.
La società controllata ha inoltre avviato l'istruttoria con
alcuni istituti di credito per poter accedere a un prestito
garantito da Sace, così come previsto dall'art. 1 comma 7 del DL
Liquidità per supportare le imprese in difficoltà finanziaria a
causa dell'emergenza Coronavirus, tenendo in conto il ruolo svolto
anche in termini di "incidenza su infrastrutture critiche e
strategiche" e visto l'"impatto sui livelli occupazionali e mercato
del lavoro". Infatti il traffico sulla rete gestito da Aspi, nel
periodo di lockdown, ha subìto un tracollo con punte massime
dell'80%, generando una perdita di ricavi stimata in oltre 1
miliardo di euro per il solo 2020.
In questo contesto, il Cda di Atlantia ha espresso forte
preoccupazione per le dichiarazioni rilasciate mercoledì 20 maggio
da un esponente del Governo, secondo le quali alla controllata Aspi
dovrebbe essere precluso l'accesso alla garanzia pubblica.
Affermazioni peraltro contrastanti con lo spirito e il dettato del
decreto e basate piuttosto su valutazioni e criteri di natura
ampiamente discrezionale e soggettiva verso chi sta dando un
importante contributo allo sviluppo infrastrutturale del Paese,
mediante un piano di investimenti di 14,5 miliardi di euro, dai
rilevanti effetti sull'occupazione diretta e indiretta.
Tutto ciò causa danni per Atlantia e le sue controllate. Per cui
diventa impossibile per la società - che deve tutelare 31.000
dipendenti di cui 13.500 in Italia oltre all'indotto, rispondere ai
propri creditori, bondholders e alle proprie controparti
commerciali, oltre che a più di 40.000 azionisti nazionali e
internazionali - non valutare di intraprendere azioni a tutela dei
propri interessi.
com/cce
(END) Dow Jones Newswires
May 22, 2020 13:24 ET (17:24 GMT)
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