Lo stop al calcio giocato ha creato seri problemi alle televisioni generaliste e satellitari e ai network che ne facevano il loro core business. Ma anche agli over-the-top verticali come Dazn, società che, come aveva già riferito nei mesi scorsi l'agenzia Bloomberg, nel 2018 aveva registrato perdite per 627 milioni di dollari.

Del resto la piattaforma in streaming, altrimenti detta la Netflix del pallone, scrive MF, negli ultimi tre anni aveva definito un'aggressiva campagna di acquisizioni di diritti televisivi sportivi, concentrandosi in particolare sul calcio. Una politica onerosa finalizzata all'acquisizione di un gran numero di clienti che però da mesi si sono in larga parte volatilizzati, visto che di eventi sportivi live non ce ne sono a causa del Covid-19 e che gli abbonamenti sono su base mensile. E così Dazn, che nel frattempo era arrivata a espandersi in Spagna, Germania, Stati Uniti, Canada, Svizzera, Australia, Italia, Brasile e Giappone e che aveva rilevato le immagini, tra gli altri, di Bundesliga, Nba, Champions League, Serie A e MotoGP, oltre che di sport cosiddetti minori, adesso è in crisi profonda. Al punto che, come rivelato dal Financial Times, il suo proprietario, il magnate di origini ucraine, ma cittadino britannico, Len Blavatnik (accreditato di un patrimonio di 25 miliardi di dollari) è pronto a disfarsene. Dazn, infatti, è finita sul mercato. Resta da capire se sia in vendita l'intero capitale o solo una parte. Anche se al momento è difficile trovare un reale interessato, soprattutto se la valutazione dell'Ott si aggira sui 3 miliardi di sterline.

red

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MF-DJ NEWS

2708:26 mag 2020

 

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