L'amministrazione del presidente americano, Donald Trump, ieri ha intensificato le sanzioni nei confronti del regime venezuelano guidato da Nicolas Maduro, inserendo nella 'black list' quattro società dell'industria petrolifera del Paese.

Sanzionando le società e le loro petroliere, registrate nelle Isole Marshall e in Grecia, il dipartimento del Tesoro americano sta cercando di interrompere il flusso di entrate di cui il presidente Maduro ha bisogno per preservare il suo potere. Colpire il settore privato con sanzioni finanziarie aiuta anche l'amministrazione Usa a evitare uno scontro militare, sostengono i funzionari statunitensi.

Mentre la Russia, uno degli ultimi alleati di Maduro al mondo, fornisce supporto logistico al settore energetico venezuelano contro la costosa campagna di sanzioni statunitensi, Caracas conta sempre più sulle relazioni con l'Iran, sul sostegno dei narcotrafficanti e su altre reti illecite, per il commercio di petrolio e oro in cambio di carburante e contanti, affermano gli attuali e gli ex funzionari statunitensi.

Le sanzioni, che hanno un effetto paralizzante per l'economia, hanno accelerato un deterioramento già in corso nel Paese, che deriva dalla corruzione sistemica e dalla cattiva gestione del regime di Maduro. Nonostante una profonda depressione dell'attività economica, che dura da sei anni e che rafforza l'opposizione politica al regime, il presidente è stato in grado di rimanere ancorato al potere grazie all'aiuto dei suoi alleati.

L'Iran, un altro grande nemico degli Stati Uniti, ha recentemente iniziato a mandare in Venezuela benzina e altri prodotti petroliferi raffinati, necessari a mantenere a galla l'economia e alimentare l'esercito nazionale. Il Venezuela ha fatto ricorso a dei broker internazionali per vendere il suo greggio, dicono funzionari statunitensi e occidentali, e rimborsare l'Iran.

Il Governo Maduro ha respinto le accuse e ed etichettato le sanzioni come propaganda e guerra economica degli Stati Uniti, incolpando Washington per i suoi problemi economici.

Tra le compagnie inserite ieri nella lista nera, vi sono Afranav Maritime, con sede nelle Isole Marshall, e la sua petroliera panamense, la Athens Voyager. Un altro obiettivo è la Seacomber, con sede in Grecia, e la petroliera Chios I.

Le sanzioni congelano i beni che le società nella lista nera potrebbero detenere negli Stati Uniti. Soprattutto, sono progettate per generare paure nell'infrastruttura economica globale di cui le aziende hanno bisogno, come gli assicuratori internazionali, gli operatori portuali, i finanziatori e i commercianti. Chiunque venga colto ad aiutare le compagnie oggetto delle sanzioni subirà le stesse azioni punitive, come la perdita di accesso al mercato finanziario e commerciale più importante al mondo, quello statunitense.

"Gli Stati Uniti continueranno a prendere di mira coloro che sostengono questo regime corrotto e contribuiscono alla sofferenza del popolo venezuelano", ha dichiarato il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin.

I dipartimenti del Tesoro e dello Stato Usa stanno conducendo ampie campagne diplomatiche per mettere in guardia Paesi, banche e compagnie di navigazione per scoraggiarli ad aiutare il regime di Maduro, convincere le Nazioni a cancellare le rotte delle navi e tagliare le linee di credito, elementi necessari per il commercio marittimo internazionale.

"La comunità internazionale dovrebbe aumentare la pressione contro il regime di Maduro fino a quando il leader venezuelano non rinuncerà al suo potere illegittimo", ha dichiarato il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo.

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June 03, 2020 04:56 ET (08:56 GMT)

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