Come in una partita di poker: nessun giocatore per il momento vuole svelare le proprie intenzioni. Si può leggere in questo modo la linea che i grandi soci di Ubi hanno scelto di mantenere proprio mentre in Piazza Affari parte l'ops di Intesa.

A mantenere ben coperte le carte, scrive MF, sono soprattutto le due fondazioni, la Cr Cuneo e la Monte di Lombardia, che insieme custodiscono oltre il 10% del capitale e che fanno da architrave al principale patto parasociale del gruppo, il Car. A pochi giorni dal responso del consiglio di amministrazione di Ubi, ieri la Cr Cuneo ha riunito di nuovo il board e il consiglio generale per fare il punto della situazione. I vertici però si sono rivelati tutt'altro che risolutivi, come ha sintetizzato una nota diffusa in serata: "Le riunioni, partecipate con interesse da tutti i consiglieri, hanno avuto l'obiettivo di supportare gli organi nell'esame delle condizioni economiche e dei termini dell'offerta, anche alla luce del piano industriale aggiornato di Ubi, presentato venerdì 3 luglio, che evidenzia nuove prospettive e scenari meritevoli di approfondimento". Il vertice della fondazione presieduta da Giandomenico Genta dovrebbe tornare a riunirsi con l'advisor Société Générale già nei prossimi giorni per arrivare alla delibera decisiva. Così come giovedì la materia sarà esaminata dal board di Monte di Lombardia che, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, potrebbe conferire mandato al presidente Aldo Poli per condurre personalmente la partita. Proprio le dichiarazioni di Poli peraltro la scorsa settimana sono state interpretate come una prima apertura dei grandi soci di Ubi a Intesa.

red/lab

 

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July 07, 2020 02:44 ET (06:44 GMT)

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