La crisi scaturita dalla pandemia Covid-19 ha impattato su
A.Bologna, gestore dell'aeroporto Guglielmo Marconi. Dopo un crollo
del traffico passeggeri quasi vicino al 100% nei mesi scorsi, lo
scalo emiliano intravede spiragli di crescita e punta a chiudere
l'anno in corso con un -60% sul fronte traffico passeggeri.
In una intervista rilasciata a Mf-Dowjones, l'a.d. Nazareno
Ventola ritiene che la strada e' lunga ma un ritorno ai livelli
pre-crisi avverra' tra 2022 e il 2023. Quando la tempesta sara'
passata, il gestore aeroportuale e' pronto a cogliere le eventuali
opportunita' che si paleseranno anche sul fronte territoriale.
D.: I dati di giugno evidenziano una ripresa seppur lenta dei
passeggeri sullo scalo bolognese. E' effettivamente cosi'?
R.: Si, a giugno registriamo dei segnali di ripresa per quanto
riguarda il traffico. Si tratta di una ripresa timida e graduale
che fa riferimento ad alcuni segmenti. Siamo ancora lontano dai 200
voli al giorno che venivano operati sul nostro scalo prima
dell'emergenza Covid-19 e del conseguente lockdown. Ma una ripresa
c'e'.
D.: Cosa intende quando parla di una ripresa per segmenti?
R.: Sul fronte dei voli nazionali e quindi del mercato domestico
la ripresa e' piu' evidente. Non solo Alitalia ma anche le low cost
che operano voli verso il Sud d'Italia viaggiano pieni. Credo che
la rimozione del distanziamento a bordo sia stata una cosa
importante e giusta perche' era una norma che discriminava l'Italia
rispetto al resto dell'Europa. Era una norma prevista solo nel
nostro Paese. Ritengo che un allineamento delle regole abbia
contribuito e contribuira' in futuro ad una ripresa del settore
aereo. La componente low cost domestica sta registrando una buona
crescita.
D.: E sul fronte estero?
R.: La questione e' soggetta al singolo Paese. Diciamo che e'
una crescita a macchia di leopardo. I network carrer- quelli cioe'
che consentono di raggiungere gli hub internazionali aeroportuali -
hanno ripreso i collegamenti ma non sono ancora a pieno regime.
Questo dipende dalle situazioni sanitarie che ogni singolo Paese
ancora ha. Tutte le compagnie aeree sono progressivamente tornate a
partire da inizio giugno ad oggi e il 17 luglio a Bologna tornera'
Iberia con il volo su Madrid e anche questo indica che una ripresa
inizia a intravedersi. Ma la frequenza dei collegamenti verso gli
hub e' ancora limitata. A Bologna prima dell'emergenza Covid
avevamo 3-4 collegamenti al giorno verso Francoforte, Londra,
Vienna, solo per fare degli esempi. Oggi questo scenario non e'
ancora sostenibile perche' in molti Paesi extra Ue la crisi
sanitaria non e' ancora risolta. Penso all'Asia, gli Stati Uniti e
l'America Latina. Ci manca un pezzo di mercato.
D.: Esiste un piano di rilancio per far tornare a crescere il
Marconi?
R.: Il primo intervento che abbiamo messo in campo e che
continuiamo a perseguire e' il presidio della sicurezza dei nostri
lavoratori e dei passeggeri. L'elemento fondamentale in questo
momento per arrivare ad una crescita sostenibile, non solo del
Marconi ma di tutto il settore aeroportuale, e' quello di dare al
cliente la percezione che il viaggio in aereo sia ancora sicuro. Le
persone hanno bisogno di sentirsi sicure quando entrano in un
aeroporto e quando salgono a bordo di un aereo.
D.: Cosa avete fatto nel concreto?
R.: Abbiamo messo in campo tutta una serie di iniziative di
sanificazione dello scalo, rispettando tutte le norme contenuti nei
protocolli sanitari forniti dal governo. Lanceremo a breve una
nuova tecnologia per quanto riguarda la pulizia e la sanificazione
delle toilette all'interno dell'infrastruttura. Mi rendo conto che
possono sembrare delle operazioni banali ma sono convinto che la
ripresa passi necessariamente dalla percezione che l'utente ha del
viaggio e dell'aeroporto.
D.: Oltre al livello sanitario avete messo in campo altre
iniziative?
R.: Da un punto di vista generale stiamo lavorando con le
compagnie aeree per consentire una ripartenza del sistema; in una
logica di sostenibilita' e allo stesso tempo cercando di mantenere
dei rapporti commerciali corretti. Questo e' il punto chiave per
evitare che il settore, nel suo complesso, amplifichi questa crisi.
Stiamo lavorando con le compagnie in modo coordinato, perche' solo
insieme possiamo uscire fuori da questa situazione che non ha
precedenti al mondo. Un lavoro di squadra che coinvolge anche il
settore retail che e' presente in aeroporto.
D.: Quanto durera' secondo lei la crisi? Riesce a fare una
previsione?
R.: Fare previsioni e' davvero molto difficile perche' la
situazione che stiamo vivendo oggi non ha precedenti; non ha metri
di paragone. Al momento ci sono solo previsioni ma non evidenze.
L'impegno di A.Bologna e' quello di lavorare oggi per costruire una
ripartenza sostenibile sostanziale gia' dal prossimo anno. Credo
che una delle eredita' che ci lascerà questa pandemia saranno un
nuovo modo di concepire il business e un nuovo modo di lavorare.
Sono profondamente convinto che la flessibilita' sia la chiave per
uscire da questa emergenza. Dobbiamo essere piu' flessibili e piu'
fantasiosi di prima.
D.: Sul fronte finanziario quale e' lo stato di salute della
societa'? cosa dovremo aspettarci nella semestrale di
settembre?
R.: E' in dubbio che i conti risentiranno di questa crisi. Ci
aspettiamo che il secondo semestre sara' il peggiore di tutti ed e'
la risultanza di un traffico pressoche' azzerato tra marzo e
maggio. Abbiamo lavorato a livello gestionale sull'efficientamento
dei costi, usando anche la leva della cassa integrazione a cui
abbiamo fatto ricorso da fine marzo. Abbiamo lavorato per contenere
i costi della "macchina aeroportuale" che per una infrastruttura
come la nostra sono di per se' alti. Abbiamo anche fatto ricorso al
mercato delle banche per accedere a dei finanziamenti per
consentire di superare questo momento in cui il cash flow era quasi
nullo. Questo ci ha consentito di essere piu' sereni anche perche'
provenivamo da una situazione di cassa molto positiva. Diciamo che
abbiamo voluto mettere piu'ossigeno nelle nostre bombole. Ma la
chiave di volta deve essere la ripresa del business. Senza questo
nessun finanziamento sara' risolutivo. Il 2019 e' stato il miglior
anno della nostra storia. Il 2020 sara' purtroppo il peggiore degli
ultimi anni. L'intero settore brucera' risorse.
D.: Farete un aumento di capitale?
R.: No, non abbiamo bisogno di un rafforzamento. Anche perche'
l'assemblea ha deciso di non distribuire cedole per quest'anno
proprio per rafforzare la nostra Posizione Finanziaria Netta.
D.: Come pensate di chiudere l'anno sul fronte dei
passeggeri?
R.: Se non ci sara' una seconda ondata,credo che il calo si
attestera' intorno al 60%. E' un dato che e' in linea con il
settore e che se confrontato con il -99% di aprile e di maggio, ci
incoraggia. Si tratta comunque di un recupero rispetto al primo
semestre. Nel lungo periodo sono comunque ottimista perche' il
settore aeroportuale continua ad avere delle grandi
potenzialita'.
D: A fronte della crisi causata dal Covid, rivedrete il
masterplan 2009-2023 per gli investimenti?
R.: Abbiamo rallentato gli investimenti per preservare la cassa.
Abbiamo portato avanti solo quelli che erano gia' stati programmati
come gli interventi sulla pista. E abbiamo anticipato dei lavori
previsti per il 2022 per evitare ulteriori chiusure dello scalo. In
linea di principio il nostro master plan non ha subito modifiche;
il vero tema oggi e' ridefinire le tempistiche degli interventi
sulla base della domanda del traffico.
D.: Una ripresa ci sara'?
R.: Si, assolutamente. Ci vorra' del tempo. Vedo un ritorno ai
livelli pre crisi tra il 2022 e il 2023, non prima. Qualcuno dice
che sara' ancora piu' lunga ma io voglio essere ottimista. E'
inutile negarlo, siamo in una fase di turbolenza ma ci sono degli
spiragli che ci fanno ben sperare.
D.: Il settore aeroportuale e' sempre stato in fermento sul
fronte M&A e l'Emilia Romagna, in quest'ultimo periodo, lo e'
particolarmente. In un'ottima di lungo termine vede spazi per
acquisizioni o aggregazioni con gli scali di Rimini e Forli'?
R.: Mi piacerebbe poter dire che c'e' spazio per tutti ma
purtroppo oggi non e' cosi'. Se dovessi guardare al lunghissimo
termine, probabilmente si. Nel breve e medio periodo faccio fatica
a immaginare che ci possa essere una domanda cosi' grande per tutte
queste realta'. I soci dello scalo di Forli' hanno fatto
investimenti importanti e da poco l'Enac ha rilasciato il
certificato di 'aeroporto'. E questo e' una cosa che merita
rispetto. Per quanto riguarda Bologna, oggi l'obiettivo e' far
ripartire lo scalo e tornare il piu' velocemente possibile ai
livelli pre -crisi.
D.: Come giudica l'intervento del governo nei confronti di
Alitalia? E cosa dovrebbe fare l'esecutivo per velocizzare la
ripresa del settore aereo?
R.: Su entrambi i fronti sposo la linea adottata da Assaeropoti.
Gli aiuti che sono stati dati agli aeroporti sono stati quasi zero
rispetto a quanto dato alle compagnie aeree. E' un tema europeo che
in Italia vale di piu' se si considera che a fronte dei 3,5 mld
euro dati ad Alitalia se si considera che all'intero settore sono
arrivate briciole. Ritengo anche che la richiesta di allungamento
delle concessioni, avere sgravi fiscali e la sospensione
dell'addizionale comunale siano degli elementi che possono
facilitare la ripresa. Da italiano tifo perche' per Alitalia inizi
finalmente il cammino della ripresa anche se sappiamo che non sara'
facile. Rappresenta una fetta importante di mercato ma non si puo'
pensare che da sola possa soddisfare l'intera domanda. Dovremo
monitorare che le condizioni di mercato siano trasparenti e
gestibili per tutti gli attori in modo che si possa operare senza
sbilanciamenti. La ripresa passa anche da qui.
lab
laura.bonadies@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
July 09, 2020 08:19 ET (12:19 GMT)
Copyright (c) 2020 MF-Dow Jones News Srl.
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