Aspi: Conte irritato per rinvii, De Micheli rischia (Stampa)
10 Luglio 2020 - 09:01AM
MF Dow Jones (Italiano)
Da come si concluderà l'infinita trattativa su Autostrade,
dipenderà il futuro del governo e dei suoi protagonisti. Dei 5
Stelle che, ingagliarditi dalla sentenza della Corte Costituzionale
sfavorevole ai Benetton, sulla ricostruzione del ponte di Genova,
rilanciano e chiedono che Atlantia, la holding che ha la
maggioranza di Autostrade per l'Italia all'88%, venda tutte le
quote e abbandoni la società autostradale. I grillini - Alessandro
Di Battista a parte - sanno che la revoca comporterebbe conseguenze
insondabili, politicamente ed economicamente. E' l'arma finale, se
ogni altra strada dovesse fallire.
Ma adesso, scrive La Stampa, al M5S sembra comunque non bastare
più quanto proposto mesi fa dal viceministro Stefano Buffagni:
obbligare Aspi a tagliare le tariffe e ai risarcimenti, infine
ridurne l'azionariato sotto il 50%. La tesi è semplice: in caso di
acquisto pubblico lo Stato si troverebbe a essere comunque socio
dei Benetton, cioè di coloro che il M5S accusa dei crimini
peggiori. Questo irrigidimento, però, potrebbe anche essere, come
appare al Pd, una tattica negoziale per piegare le ultime
resistenze della controllante. Ieri i 5 Stelle ne avrebbero dovuto
parlare in serata a Palazzo Chigi, in una riunione, poi rinviata,
con il capo politico Vito Crimi e il capo delegazione Alfonso
Bonafede.
Ma a giocarsi il futuro è anche Paola De Micheli. Mercoledì
pomeriggio, a Madrid, Giuseppe Conte aveva consegnato una data ai
cronisti: entro domenica l'incubo della concessione ad Aspi deve
avere termine. Il giorno dopo, l'ultimatum è stato trasmesso a De
Micheli e al ministro dell'economia Roberto Gualtieri. Con tutta
l'irritazione del premier per quello che considera una perdita di
tempo provocata dai due titolari del dossier. In più passaggi,
durante la sua visita lampo in Spagna, Conte fa cenno ai negoziati
condotti dai ministri dei Trasporti e del Tesoro. Fa intendere di
non aver partecipato in prima persona ai confronti con Atlantia e
di essersi affidato alle interlocuzioni di De Micheli che più
volte, per scongiurare la revoca, gli aveva assicurato l'imminenza
di una contro-proposta dei Benetton, favorevole anche per lo
Stato.
Contro-proposta che Conte sostiene di aver atteso invano. Perché
quelle arrivate sul tavolo del governo "sono considerate
irricevibili". E così il premier chiama De Micheli e l'avverte che
non accetterà altri rinvii: "Ora basta, ho detto a tv e giornali
che al massimo aspettiamo fino a domenica". Per dimostrare che
questa volta fa sul serio, al vertice con i manager dei Benetton,
manda l'uomo di cui si fida di più, il segretario generale di
Palazzo Chigi Roberto Chieppa. Il premier vuole vigilare e
assicurarsi che non ci siano altri tentennamenti.
De Micheli da parte sua gli chiede il coinvolgimento di tutto il
governo e ottiene l'ipotesi di un Consiglio dei ministri già
lunedì. "Una decisione di questa portata ha bisogno del massimo
della collegialità". Non vuole avere solo lei la responsabilità di
arrivare alla revoca. Nel Pd c'è chi la racconta con più malizia e
dice che la ministra sta indugiando perché, consapevole ormai di
essere in cima alla lista di chi lascerà il governo nel probabile
rimpasto d'autunno, trova insensato firmare di suo pugno un decreto
inter-ministeriale che potrebbe costare cause per anni.
Di certo, per i 5 Stelle molto dipenderà dall'esito della
trattativa con Autostrade. Nel Movimento c'è anche chi sarebbe
disposto a rinunciare alla Giustizia per avere i Trasporti e le
Infrastrutture, il ministero dove passerà la gran parte di quella
montagna di miliardi che dall'Europa finiranno in cantieri,
ferrovie, porte e strade. Un tesoretto di consenso al quale però il
Pd, l'ex ministro Graziano Delrio in testa, non intende
rinunciare.
vs
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July 10, 2020 02:46 ET (06:46 GMT)
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