Ubi B.: Moratti, Ops Isp potrebbe eliminare concorrente solido (CorSera)
10 Luglio 2020 - 09:41AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Caro direttore, grazie per l'ospitalità che mi offre e che
segue la lettera del Presidente di Intesa, Gros-Pietro. I toni
distensivi del Presidente non attenuano l'effetto dirompente
dell'Offerta pubblica di scambio, annunciata da Intesa su Ubi nel
giorno di presentazione del nostro piano industriale, peraltro
apprezzato dalla Borsa. L'Ops potrebbe determinare l'eliminazione
di un concorrente solido e potenziale creatore di un terzo
polo".
E' quanto scrive il presidente di Ubi B., Letizia Moratti, in
una lettera pubblicata dal Corriere della sera, in risposta a
quella del
presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, in merito
all'Ops che la Ca' de Sass ha lanciato sulla stessa Ubi.
Moratti ritiene che "il Presidente Gros-Pietro prospetta
vantaggi alla clientela, ma è inevitabile che le concentrazioni
comportino la riduzione dei fidi a chi fosse cliente di entrambi.
Intesa nega effetti negativi sulla concorrenza, perché la banca
avrebbe una quota di mercato paragonabile a quella delle prime
banche in Francia e Spagna. Ma ai fini della competizione sui
mercati nazionali rileva anche la distanza tra il primo operatore e
gli altri attori di mercato. E in Italia il secondo operatore è
circa la metà di Intesa".
"E' quindi auspicabile che in Italia i processi di
concentrazione portino a una pluralità di banche di dimensioni tali
da poter competere tra loro. Un pluralismo che tutelerebbe il
risparmio come vuole l'articolo 47 della Costituzione. Servono poli
bancari alternativi, possibilmente non scelti dal più grande, ma
formati liberamente sul mercato considerando i mezzi propri, la
raccolta, gli impieghi e le fabbriche prodotto, considerando la
massa critica quantitativa e qualitativa che senza UBI sarebbe
insufficiente. L'Ops non concordata, avrebbe solo l'effetto di
elidere il concorrente cruciale a un prezzo assai inferiore al suo
reale valore che, come ogni imprenditore sa, non si misura sulla
quotazione finanziaria di un giorno ma sulla consistenza reale e
prospettica dell'azienda", ha detto ancora.
"D'altronde le operazioni di aggregazione bancaria realizzate in
Italia e in Europa negli ultimi decenni, sono sempre state il
risultato di azioni concordate. E' questo il caso della storia che
ha portato alla costituzione di UBI nel 2007 e anni prima della
stessa Intesa. Un modus operandi di successo che comporta vantaggi,
primo fra tutti, la possibilità di proseguire serenamente la
propria mission nel servire i clienti e i territori di riferimento.
UBI ha una lunga storia di aggregazioni che ha portato a riunire in
un unico gruppo una pluralità di culture aziendali e territoriali:
Bergamo e Brescia, Varese, Cuneo, Pavia e il Centro Sud dimostrando
di saper coniugare la cultura imprenditoriale e del libero mercato,
con i valori della sostenibilità e dell'inclusività. A questo
proposito vorrei sottolineare che UBI può contare nel proprio
consiglio e tra gli azionisti alcuni tra gli imprenditori italiani
di maggiore successo internazionale. Al contempo abbiamo una quota
di mercato nell'attività economica a sostegno del terzo settore e
del mondo del volontariato più che proporzionale rispetto alla
nostra naturale quota di mercato", sottolinea il presidente.
"In quanto Donna Presidente mi fa piacere sottolineare
l'importanza che il nostro istituto attribuisce alla diversità di
genere come fattore di arricchimento della cultura d'impresa. Il
50% della prima linea di UBI è costituita da donne di successo,
arrivate a queste posizioni attraverso una dura selezione
meritocratica. L'OPS è arrivata in contemporanea con la pandemia
che ha colpito in misura maggiore le aree di Bergamo e Brescia dove
la banca ha radici forti. Un'emergenza che ci ha portato a vivere
con determinazione il ruolo di sostegno a famiglie e imprese
attivando iniziative del valore di circa 10 miliardi di euro.
Successivamente, con l'attivazione degli schemi con garanzia dello
Stato, UBI ha raggiunto quote di mercato, in termini di concessioni
pari al 50% del totale italiano", prosegue Moratti.
Il presidente di Ubi ritiene che "e' importante preservare
l'agilità di UBI nel servire i territori e continuare a tutelare la
concorrenza. E questa tutela verrebbe meno nell'ipotesi di
eliminazione di UBI e la disaggregazione in parti della nostra
banca. Una situazione aggravata dal dilapidare il patrimonio di
conoscenza e cultura economica che UBI condivide, in alcuni casi da
oltre un secolo, con famiglie e imprese nelle aree in cui è
presente. Questo valore non è rapidamente ricostituibile ed è il
frutto di una disciplina oggi chiamata KYC (Know Your Customer) che
ha permesso a UBI di avere una qualità del credito tra le migliori,
se non la migliore, in Italia, nel corso della crisi negli anni tra
il 2011 e il 2016. Il lettore che confrontasse questa lettera con
la precedente, avrà colto la diversità negli approcci e nelle
culture manifestate. Fortunata quella comunità che può continuare a
godere del pluralismo culturale in ogni campo. Ed è proprio per
questo che è amaro osservare come questa vicenda sin dalle prime
battute si sia svolta con metodi e toni che con il rispetto di
opinioni e culture diverse male si conciliano. Chi invoca la
trasparenza del mercato deve adottare metodi coerenti, rispettosi
del diritto di voce, riottosi al fascino della censura".
red/lab
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July 10, 2020 03:26 ET (07:26 GMT)
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