Sampdoria 🙆🏻‍♀️💪🏻 (LD)

Si è detto tante volte, per cui per scaramanzia l’attuale proprietà blucerchiata preferirebbe non dare nulla per scontato, ma quella di oggi dovrebbe essere davvero l’occasione giusta per la definitiva uscita dai radar blucerchiati dell’ex presidente e vecchio patron Massimo Ferrero.

Ieri gli uffici legali delle due parti, l’avvocato De Gennaro per Manfredi, l’avvocato Sammarco per la precedente proprietà, hanno lavorato tutto il giorno per limare gli ultimi dettagli e perfezionare un accordo con cui presentarsi oggi a Milano davanti alla giudice Daniele Marconi, che tanto si è adoperata per arrivare ad un’intesa tombale, che elimini per sempre qualsiasi contenzioso o qualsivoglia rigurgito giudiziario.

Con la formalizzazione dell’accordo oggi a Milano le due parti dovrebbero impegnarsi a decretare una pace duratura, ritirando i due ricorsi presentati a Milano da Vidal e quello portato avanti a Roma dall’attuale proprietà blucerchiata. La Sampdoria di oggi ha fiducia, si sente tranquilla, pensa che ci sia tutto per sancire la fine definitiva dell’era Ferrero. Ha assolto tutti gli impegni che chiedeva la giudice Marconi, ha accettato di alzare il prezzo e dare qualcosa in più a Ferrero (il presidente Manfredi lo ha riconosciuto nell’intervista concessa recentemente, ha parlato in maniera esplicita di extra budget), per cui ora non si aspetta sorprese. Però, fa notare qualcuno, con Ferrero spesso ci sono state, per cui la parola formalità (che dovrebbe riassumere l’incontro di oggi, a cui si arriva tra l’altro dopo vari rinvii, proprio per la volontà della giudice di arrivare ad un accordo, concedendo tutto il tempo possibile) risulta sempre difficile da pronunciare. E un po’ di fiato sospeso, a poche ore dall’epilogo, diventa inevitabile.

Intanto però, nell’attesa di positivi sviluppi provenienti da Milano, la Sampdoria a Bogliasco si concentra sul Sudtirol, mentre i tifosi continuano a comprare biglietti (da aggiungere ad abbonati e mini abbonati) e a manifestare il proprio entusiasmo. L’impressione è che ben difficilmente Pirlo potrà recuperare qualche giocatore per la sfida di sabato. Ieri non hanno partecipato alle partitelle a campo ridotto Barreca, Yepes (botta ad un piede) e Murru, ancora non al meglio per i postumi del problema alla caviglia accusato contro la Ternana, ma non viene messa in dubbio la loro presenza per sabato.

Ben diversa la situazione per gli altri. Piccini è sempre a parte e pare si preferisca non forzare dopo il cammeo contro la Ternana che gli è costato un ulteriore stop. Tutto sommato non c’è emergenza in questo momento in difesa e quindi si può procedere con una certa prudenza. Domani visita di controllo a Milano dal dottor Combi dello staff Mapei per Esposito e Ricci. In caso di esito positivo, c’è la possibilità che il primo possa anche essere convocato già contro il Sudtirol, ma un utilizzo resta altamente improbabile. Tempi più lunghi per il centrocampista, che sta comunque recuperando più rapidamente del previsto dal problema muscolare e si sta allenando già a buoni ritmi da qualche tempo.

Intanto Ronaldo Vieira è tornato a Bogliasco. Il centrocampista è reduce dall’operazione di stabilizzazione del tendine dell’adduttore destro, che aveva subito lo scorso 19 febbraio, ma la sua ultima presenza, a Brescia, risale addirittura al 3 dicembre. Dopo i primi giorni di allenamento si potranno fare ipotesi precise sui tempi di recupero, peraltro non brevi.

Cominciano ad infittirsi anche le prime voci di mercato. La posizione di Andrea Mancini (benchè il contratto sia in scadenza a giugno) appare quanto mai solida e non paiono trovare conferme le indiscrezioni che nel ruolo di diesse accostano i nomi di Vagnati, Petrachi e Accardi alla Sampdoria. Piuttosto ieri qualcuno parlava di Mancini appetito da altri club. Stefano Stefanelli del Pisa è destinato alla Juventus, voluto da Giuntoli. I toscani avrebbero pensato al blucerchiato (figlio della bandiera Roberto) come possibile sostituto.

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Sampdoria, trent’anni fa l’ultimo magico trionfo. Notte di festa con l’Ancona a Marassi

B_Sampdoria Ancona 20-4-1994© fornito da La Repubblica

C’è chi sostiene che sia la Sampdoria più forte di tutti i tempi, meglio ancora di quella capace di vincere uno storico scudetto nel 1991, perchè è vero non c’era più Vialli, ceduto alla Juve, ma Paolo Mantovani, qualche mese prima di morire, aveva regalato al pubblico blucerchiato fenomeni come Gullit e Platt, ottimi giocatori come Evani (una vita passata al Milan prima di sposare il blucerchiato) e affidabili gregari come Marco Rossi.

Si può discutere, i tifosi si possono dividere, votare per quella squadra che ha consegnato alla Genova sampdoriana una conquista immortale come lo scudetto, Paolo Mantovani presidente, Vujadin Boskov allenatore, oppure per questa del 1994, nata con Paolo ed ereditata dal figlio Enrico, capace il 20 aprile (domani saranno 30 anni) di conquistare la quarta Coppa Italia della storia blucerchiata,un trofeo che a distanza di tanto tempo diventa ancora più importante perchè l’ultimo di una fantastica epopea, il settimo sigillo di un’era, legata a filo doppio al cognome Mantovani, purtroppo irripetibile, un’epoca che fa venire gli occhi lucidi a chi l’ha vissuta, ma anche a tutto quel pubblico giovane che se l’è fatta raccontare.

La Sampdoria del 1994 come la più forte di tutti i tempi? Chissà, forse si, forse no. Aveva Eriksson in panchina, vinse la Coppa Italia, finì terza in campionato a pari merito con la Lazio, dietro a Milan e Juve. Di sicuro una squadra che aveva un simile quintetto in attacco, Lombardo a destra, Jugovic e Platt a centrocampo, Mancini seconda punta e Gullit terminale offensivo scarsa non era. E non è finita: perchè gli altri, se non fossero citati, si offenderebbero a morte, Pagliuca in porta, Mannini e Vierchowod marcatori in quella che ormai non era più uno schieramento a uomo (Boskov), ma una linea di retroguardia a zona (Eriksson), Sacchetti o Marco Rossi a sinistra e il geometra Evani a tracciare traiettorie e disegnare manovre davanti alla difesa.

Diciamola tutta, migliore di tutti i tempi o no, una Sampdoria stratosferica, che per diversi motivi, più legati al destino e a fattori esterni che non a proprie colpe, non vinse il secondo scudetto.

Era partita alla grande, in trasferta vinceva sempre, ma il 14 ottobre del 1993 perse il suo creatore, Paolo Mantovani, e il colpo fu durissimo, anche se va dato grande merito al figlio Enrico di aver tenuto la barra dritta e portato a termine con brillantezza la stagione.

Alcune battute d’arresto furono fatali, a Piacenza e Parma, condite anche da sviste arbitrali. Non arrivò la seconda storica conquista, lo scudetto rimase un fatto isolato.

Con quei giocatori però era impossibile non vincere qualcosa e con grande gioia arrivò la Coppa Italia, battendo in finale una squadra di B, l’Ancona.
All’andata, incredibilmente, la sfida finì zero a zero. Evani parla addirittura di impreviste difficoltà. Il ritorno però fu un entusiasmante monologo.

Gli avversari, Vincenzo Guerini in panchina, tennero botta sino al 5’ della ripresa, quando Gullit decise che era venuto il momento di dire basta. Sassata su punizione, deviazione di Vecchiola, uno a zero. Da lì apoteosi: due a zero firmato da Lombardo (capocannoniere della manifestazione), tre a zero da Vierchowod.L’Ancona accorciò le distanze con Lupo, ma la pratica fu chiusa con un altro gol di Lombardo e due rigori realizzati da Bertarelli ed Evani. Fischio finale, coppa alzata al cielo, sacrosanta dedica a Paolo Mantovani.

Un giocatore (nella foto è con Lombardo) festeggia più di tutti: è Pagliuca. Sa già che è all’epilogo e che a fine anno andrà all’Inter.

Chissà se l’attuale Sampdoria è in grado di farsi ispirare da quella. Domani c’è il derby con lo Spezia (Manfredi e Fiorella in tribuna), Pirlo potrebbe confermare la difesa a 3. Piccini ed Esposito migliorano, ma andranno in panchina. Ieri Darboe ha saltato la partitella. In attacco favoriti Alvarez e Borini.

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Sampdoria, i due jolly di Pirlo per la volata play off. Il tecnico si aggrappa a Esposito e Pedrola

PEDROLA© Gabriele Siri
Senza i centimetri del bomber De Luca, la Sampdoria ha due jolly da giocarsi nella volata finale verso i play off. La nota lieta del sabato del “Picco” è il ritorno nel finale di Sebastiano Esposito. È bastato il suo ingresso in campo al 26’ della ripresa e il baricentro della squadra si è alzato automaticamente. Come era già capitato contro l’Ascoli ha regalato una carica di positività e la giusta grinta.

Non si scopre certo adesso il ruolo che “il dieci prestato nove”, secondo la sua azzeccata auto definizione, può avere in questo finale di campionato. Come prima punta ha conquistato quattro calci di punizione, ma poi ha cambiato abito, si è trasformato in un raffinato trequartista e ha inventato un filtrante di esterno per Girelli, leggermente compromesso da un errore di esecuzione, che è stato l’unico lampo di vera qualità calcistica di un pomeriggio di sofferenza per l’aggressività dell’avversario e per i postumi del problema di forte dissenteria che ha finito per condizionare più di mezza squadra.
Al fianco di Esposito, che ha giocato insieme ai fratelli Salvatore e Pio per nove minuti, prima dell’uscita dal campo del più giovane Pio, si è visto anche un altro Pedrola. Lo spagnolo e il ragazzo di Castellammare di Stabia parlano un linguaggio calcistico simile, in coppia possono essere causa di parecchi mal di testa per gli avversari. Hanno adesso un mese di tempo per trovare una condizione migliore e soprattutto la giusta convinzione, il maggior deficit in questo momento dello spagnolo. Con il caldo vengono fuori le idee e la tecnica e, soprattutto quando il pallone comincerà a pesare, la spregiudicatezza di due ragazzi di questo talento potrebbe essere una carta importante, due autentici jolly da giocare sul tavolo del campionato. Non bisogna però avere fretta. Queste ultime quattro partite saranno fondamentali per centrare l’obiettivo dei play off e far crescere la condizione di entrambi.

Già sabato contro il Como potrebbe aumentare il minutaggio di entrambi. Sarà importante vedere come andrà la settimana. Borini, Verre e Alvarez hanno certamente una condizione migliore, ma Pirlo si ritrova improvvisamente a godere di un reale ed improvviso benessere, aspettando De Luca e un suo difficile recupero di condizione per l’eventuale spareggio in gara secca.
Intanto la Sampdoria ha preso posizione con un comunicato ufficiale, per certi versi dovuto, sui presunti cori razzisti di sabato pomeriggio, ad inizio gara, contro Kouda “da un esiguo gruppo di tifosi del settore ospiti del Picco” e ha preannunciato che si mette “fin da subito a disposizione delle Autorità al fine di accertare la veridicità dell’accaduto”. L’episodio è sfuggito a molti presenti, non si è più ripetuto durante la gara, sembrava del tutto insignificante e legato a uno specifico episodio di gioco, che ha semplicemente coinvolto un giocatore di colore.

Sui social sta invece partendo un tam tam spontaneo per portare Sven Goran Eriksson a Marassi per un saluto di tutto lo stadio al grande tecnico svedese, che è purtroppo gravemente ammalato. Il commovente omaggio dell’IFK Goteborg, la formazione che l’allenatore aveva portato alla conquista addirittura della Coppa UEFA e da cui aveva cominciato la sua esaltante cavalcata in panchina, ha scatenato il desiderio di porgere l’analogo tributo a Eriksson, che, a distanza di anni, viene considerato uno dei massimi interpreti di un certo “stile Sampdoria”, voluto da Paolo Mantovani, e soprattutto l’ultimo a vincere un trofeo sulla panchina blucerchiata, la Coppa Italia del 1994.
Non può passare sotto silenzio l’impresa straordinaria della Sampdoria Women, che ha centrato la salvezza con tre turni di anticipo, malgrado l’1-3 subito alla “Sciorba” contro il Milan, grazie al pareggio tra Napoli e Pomigliano. La sconfitta è parsa troppo pesante, con un palo subito firmato De Rita che poteva cambiare l’andamento della gara. Alla lunga la qualità delle rossonere e qualche episodio sfortunato ha fatto la differenza. Non è bastata la prima rete di Talia Della Peruta. Resta un risultato storico, la terza salvezza di fila per una squadra che ha saputo tenere fuori dal campo tutti i problemi.

Sampdoria, come è dura con le big. Il Como diventa l’esame verità

ESPOSITO© Gabriele Siri
Alla ricerca dell’impresa per la classifica e per il morale in vista dei play off. La sfida di sabato contro il Como vale più dei tre punti in palio. A quattro giornate dal termine diventa un test per capire come la Sampdoria possa affrontare i play off. Con le sette squadre che la precedono, la Sampdoria ha ottenuto solo una vittoria, a Marassi, il 4 novembre 2023 contro il Palermo, un sofferto 1-0 grazie ad un miracolo di Stankovic nel finale di gara. Pirlo puntò su un solido 4-3-2-1, con Verre e Borini alle spalle di Esposito, che concesse poco al 4-3-3 dei siciliani. Rispetto ad allora, manca la solidità in mezzo di Vieira sostituito dal dinamismo di Darboe. Il bilancio a Marassi è completato da quattro sconfitte (Parma 0-3, Cremonese 1-2, Venezia 1-2, Catanzaro 1-2) e una sola divisione della posta, 1-1 con il Brescia, con un pareggio subito a tempo scaduto, ma i lombardi sono formazione inferiore come organico rispetto al lotto delle prime sei.

La musica non è cambiata lontano da Genova. I pareggi sono diventati tre (Parma 1-1, Cremonese 1-1, Palermo 2-2), uno in più delle sconfitte (Venezia 3-5, Brescia 1-3), in attesa della chiusura di Catanzaro. In un eventuale play off come settima oppure ottava, nessuno di questi risultati fuori casa avrebbe assicurato il passaggio del turno alla Sampdoria. Anche il definitivo cambio di modulo, con la difesa a tre, non ha invertito la tendenza, la rimonta in classifica è dovuta al calendario favorevole.
Le cinque vittorie in dieci partite sono arrivate con avversarie collocate nelle ultime sette posizioni della graduatoria e sono in piena lotta per non retrocedere (Cosenza 2-1, Feralpisalò 3-1, Ascoli 2-1, Bari 1-0, Ternana 4-1). Il bilancio è completato da tre divisioni della posta (Brescia 1-1, Palermo 2-2, Spezia 0-0) e due sconfitte, entrambe a Marassi, contro Cremonese (1-2) e Sudtirol (0-1), entrambe caratterizzate da evidenti difficoltà tattiche e una condizione fisica precaria. Considerando il diverso coefficiente di difficoltà del calendario, non c’è stato quindi un reale cambio di marcia rispetto alle quindici con la difesa a quattro.
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Diventa importante per questo motivo la prossima sfida contro il Como. Ieri è iniziata la settimana di avvicinamento. Soprattutto si attende una risposta diversa sul piano fisico dopo i riscontri molto negativi contro Sudtirol e Spezia. Il caldo sembra aver fiaccato improvvisamente le energie e senza far girare le gambe non si può competere.
Assente il febbricitante Leoni, le prossime sedute saranno fondamentali per capire le possibilità di Esposito di partire dall’inizio. Con l’infortunio a De Luca, è l’unico, pur con caratteristiche diverse, a poter ricoprire il ruolo di prima punta e a creare seri grattacapi alla difesa avversaria. Il suo ingresso al “Picco” ha cambiato la gara, la Sampdoria ha alzato il baricentro in campo e la gara è diventata più equilibrata. Fondamentale fu anche la scarica di adrenalina dopo il suo ingresso contro l’Ascoli, che coincise, non a caso, con la rimonta, firmata anche da un suo assist. Serve però cautela. L’attaccante campano ha subito tre stop per guai muscolari in questo 2024 e muore dalla voglia di giocare, sottovalutando anche qualche campanello d’allarme, come è successo proprio nei giorni precedenti alla sfida contro i marchigiani. Non si sono visti sul campo Barreca, Murru e Stojanovic, ancora terapie per De Luca.

Seconda sconfitta consecutiva per la Primavera, superata 1-0 in Puglia dal Lecce. Sono quattro i punti sul Frosinone, ultimo in graduatoria, ma il calendario non concede distrazioni. La Sampdoria sta cercando, da settimane, di organizzare un saluto a Marassi con Eriksson, ma pare difficile riuscire in questo finale di stagione, considerando gli impegni e le condizioni di salute del “maestro” svedese.

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