Stellantis E Sacrosanti Grafici Usa-Italia🤩💫🧯🗽🏖️🥸 (STLA)
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Modificato il 14/2/2023 10:55
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Gianni Barba
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02/3/2023 09:25
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Gianni Barba
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Stellantis, Rolando D'Arco CEO nuova società leasing commenta altre news Finanza · 02 marzo 2023 - 08.59 (Teleborsa) - A seguito degli accordi vincolanti firmati nel primo semestre del 2022, Leasys e Free2move Lease consolideranno le loro attività per dare vita a una nuova società di mobilità specializzata nel leasing operativo multimarca, di cui Stellantis e Crédit Agricole Consumer Finance acquisiranno ciascuno il 50% delle quote azionarie. La nuova organizzazione societaria è stata annunciata da Philippe de Rovira, Chief Affiliates Officer di Stellantis, e Stéphane Priami, Vice Direttore Generale di Crédit Agricole responsabile dei Servizi Finanziari Specializzati e CEO di Crédit Agricole Consumer Finance.
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02/3/2023 09:25
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Gianni Barba
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A partire dalla data di chiusura prevista per la prima metà del 2023, Richard Bouligny sarà il nuovo Presidente della NewCo mentre Rolando D'Arco ne assumerà la guida, in qualità di CEO, a cui riporteranno Arnaud de Lamothe, Commercial Deputy CEO e Antoine Delautre Finance Deputy CEO.
Il nuovo player della mobilità, che partirà con una flotta di circa 828.000 veicoli, sarà operativo in 11 Paesi e lavorerà con tutti i brand Stellantis ed altresì con un approccio multimarca. La missione della nuova società - spiega una nota congiunta - è diventare leader europeo nei servizi di mobilità, con un obiettivo di un milione di veicoli in flotta entro il 2026.
Il completamento della transazione è soggetta alle consuete condizioni di chiusura, incluse le approvazioni normative.
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02/3/2023 15:55
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Gianni Barba
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Urka Panda Stellantis come fila 🤠
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03/3/2023 15:58
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Gianni Barba
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Stellantis va sù come unnel
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06/3/2023 09:59
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Gianni Barba
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06/03/2023 08:30 Auto: affari sull'autoscontro (M.Fi.)ROMA (MF-DJ)--Auto green si', no, forse. In Europa attorno al regolamento che prevede lo stop alle vendite di veicoli con motori a diesel o benzina dal 2035 si e' scatenata la solita babele. Molti Stati favorevoli, l'Italia fortemente contraria e la Germania in bilico tra il no e un via libera condizionato a una deroga ai carburanti sintetici, quelli a minimo impatto ambientale. E cosi' sul tema l'Europa e' andata in stallo, scegliendo la piu' classica delle soluzioni: il rinvio della decisione. Eppure la direzione indicata dalla Commissione Ue e' chiara: il futuro dell'auto in Europa deve essere elettrico. Un piano ambizioso, ma questo e' il programma di Bruxelles per combattere il cambiamento climatico e difficilmente verra' stravolto. Le conseguenze e gli impatti sul settore sono potenzialmente enormi e quella imposta dall'Unione Europea e' una rivoluzione epocale, che presuppone anche un cambiamento infrastrutturale e culturale profondo. Una sfida che coinvolge soprattutto i costruttori europei, che rischiano di essere fagocitati dalla concorrenza cinese e americana, ma che non risparmia anche tutta la supply chain. MF-Milano Finanza ha provato a capire chi puo' vincere la partita dell'elettrico. Lo stato attuale. "Sebbene si sia assistito a una crescita delle vendite di nuove auto a batteria elettrica (Bev) sul totale, passate dal 9,1% del 2021 al 12,1% del 2022, le auto a benzina, diesel e ibrido (Phev e Hev) rappresentano ancora quote importanti nel mercato europeo, con l'88% delle immatricolazioni di nuove auto nel 2021 e l'85% nel 2022", spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro. "Segno che l'Europa e' ancora decisamente indietro rispetto ad esempio al mercato cinese quando si parla di auto elettrica". Una panoramica a livello mondiale (si veda la tabella) mostra che a oggi Tesla rimane leader del mercato globale, "ma la casa di Elon Musk ha perso quote di mercato globali nel 2022 (dal 19,5% al 17,1%) a causa dell'intensificarsi della concorrenza", evidenzia un report di Bank of America. Soprattutto da parte della cinese Byd che "e' stata la vincitrice globale nel 2022, aumentando la quota di mercato dal 6,8% all'11,9%, nonostante sia stata influenzata negativamente dai blocchi in Cina a dicembre". Insegue al terzo posto Volkswagen. In vantaggio. "Tesla beneficia senza ombra di dubbio del maggiore vantaggio competitivo, grazie a un margine lordo del 26% e operativo del 16,8%", prosegue Debach, "anche se in borsa potrebbe rischiaredi soffrire tali pressioni con multipli decisamente elevati rispetto ai competitor e per le necessita' di raggiungere i suoi target". Elon Musk aspira a vendere nel mondo 20 milioni di veicoli all'anno entro il 2030, rispetto ai circa 1,3 milioni del 2022, ma l'investor day di mercoledi' 1 marzo ha deluso le attese del mercato per gli scarsi dettagli e il silenzio sulla tanto attesa "Tesla di massa" da 25.000 dollari. Le vendite a dicembre 2022 sono rimaste al di sotto del record di settembre (174.000 contro 190.000) e quelle in Cina sono crollate. Questo forse spiega anche perche' Tesla a gennaio ha annunciato drastici tagli dei suoi prezzi di listino per le Model 3 e Y negli Stati Uniti e in Europa, con riduzioni che vanno dall'1% al 20% che potrebbero scatenare una nuova guerra dei prezzi tra produttori. L'avanzata cinese. I produttori in Cina hanno potuto beneficiare di un maggiore supporto statale sull'elettrico e di una maggiore presenza di materie prime in loco. "Con il venir meno delle barriere del marchio, la Cina potrebbe presto trovarsi a invadere i mercati europei, beneficiando di un costo del veicolo decisamente piu' economico", sottolinea ancora Debach. Sostenere che il regolamento Ue sul motore termico sia un vantaggio per la Cina e' quindi sensato, ma forse lo e' anche interpretarlo in quest'ottica: l'ultimo tentativo di spingere i produttori europei e i loro fornitori a cambiare, accelerando la transizione, per evitare che vengano spazzati via. Secondo Debach sono Byd e Geely le principali case cinesi da monitorare. "La prima e' in grado di saper offrire la sua versione piu' economica in Cina a soli 14.500 dollari e il modello piu' costoso a 30.500 dollari, rispetto ai 33.500 del modello piu' economico di Tesla, la Model 3". Inoltre, nota ancora l'analista, "con Warren Buffett quale investitore a garanzia della societa' il biglietto da visita di Byd e' certamente di primo piano". Geely invece, grazie al suo fondatore Li Shufu, "e' gia' in grado di assumere un controllo sul mercato europeo. La tela di rapporti con Volvo, Mercedes e Renault, con ottimi risultati, e' senza alcun dubbio qualcosa di importante per un marchio in decisa crescita (+8% nelle vendite dello scorso anno, con il Bev in rally del 328%)". Sfida americana. Oltreoceano Tesla domina il mercato anche grazie alla rete di ricarica ampia e affidabile come nessun'altra, fattore che gli conferisce un vantaggio competitivo. Anche li' pero' il mercato delle auto elettriche evolve continuamente. Il mese scorso Ford ha raggiunto un accordo con la cinese Contemporary Amperex Technology, meglio nota come Catl, per la produzione di batterie al litio-ferro-fosfato (Lfp) con cui dotare le proprie auto elettriche e la societa' sta gia' rispondendo al taglio dei prezzi di Tesla. Ma non vuole restare a guardare nemmeno General Motors: il ceo Mary Barra ha deciso di affrontare direttamente Tesla e il mese scorso ha dichiarato a Wall Street che il 2023 sara' un anno di svolta per Gm per dimostrare che la societa' puo' lanciare una serie di nuovi veicoli elettrici e ottenere margini di profitto da leader del settore su di essi. L'obiettivo a 10 anni e' addirittura quello di superare proprio l'attuale leader nelle vendite di veicoli elettrici negli Stati Uniti, Tesla. Rincorsa europea. La piu' avanti a oggi e' Volkswagen. Le sue consegne di veicoli elettrici a batteria (Bev) sono aumentate del 26% a oltre 570.000 unita' nel 2022, per una quota di circa il 7% rispetto al totale delle auto consegnate. "Siamo sulla buona strada per una quota del 20% di Bev sul totale delle consegne nel 2025 e del 50% nel 2030", ha spiegato la societa' presentando i conti del 2022. Tra i marchi europei, pero', Debach vede bene anche Stellantis, "che si posiziona in prima posizione in Europa nella vendita di veicolicommerciali Bev e con una gamma di 23 modelli disponibili sul mercato e altri nove attesi nell'anno". Inoltre il gruppo guidato da Carlos Tavares, spiega ancora l'esperto, "beneficia delle strette collaborazioni con Automotive Cells Company, Samsung Sdi e Lg Energy Solution ma soprattutto con Vulcan Energy, Controlled Thermal Resources, Alliance Nickel Limited (ex GME Resources Limited), Element 25 e Terrafame nella fornitura di materie prime". Stellantis gode anche "di solidi bilanci e di un free cash flow quasi doppio rispetto a quello di Tesla". Ma nel passaggio all'elettrico, e quindi ad auto piu' costose, case come Stellantis e Renault, meno focalizzate sul premium, rischiano di faticare di piu'? "Non credo che sara' decisivo", puntualizza Debach. "Partnership e investimenti saranno fondamentali per ridurre il gap tecnologico. Basti pensare ai recenti rumors su Elon Musk e un imminente piano di Tesla per offrire veicoli piu' economici". Startup in pista. Solo a febbraio e' stato investito da private equity e venture capital oltre mezzo miliardo di dollari in startup legate al settore dell'automotive. Di questi, oltre il 70% e' andato a societa' che lavorano sulla tecnologia delle batterie, centrali per il futuro dei veicoli elettrici. Spesso sono proprio le stesse case auto o le loro holding a partecipare ai finanziamenti alle startup. Con le batterie dei veicoli elettrici che rappresentano il 25-40% del costo totale di un veicolo elettrico, le aziende automobilistiche si stanno affrettando, nel tentativo di creare strutture di produzione integrate verticalmente e impianti di joint venture. Il rischio pero' e' che molte di queste startup possano andare incontro a un destino simile a quello visto con la bolla delle Dot-com: e' probabile che soltanto qualcuna riuscira' effettivamente a imporsi. Una storia italiana. La corsa all'auto elettrica non e' un gioco per soli costruttori. Loscorso 10 febbraio Eurogroup, azienda di Baranzate che produce rotori e statori per veicoli elettrici, ha debuttato a Piazza Affari con una capitalizzazione di circa 920 milioni di euro. La prima matricola del 2023 sul mercato principale milanese e' anche la (finora) unica societa' di Borsa Italiana il cui business primario (nel 2021 un terzo dei ricavi, 186 milioni) e' legato alla mobilita' elettrica. Il fondatore, Sergio Iori, ha aperto l'azienda nel lontano 1967, specializzandosi in tranciatura. E poi e' arrivata l'auto elettrica: nel 2021, ha detto l'amministratore delegato Marco Arduini in un'intervista, la societa' ha equipaggiato 2,5 milioni di veicoli, con l'obiettivo di arrivare a 10 milioni nel 2028. Una riconversione industriale che ha portato l'azienda a settorializzarsi in una specifica nicchia del trend: rotori e statori, due componenti dei motori elettrici. Ci sono poi societa' che alla conversione all'auto elettrica dedicanouna parte consistente degli sforzi di ricerca e sviluppo. Pirelli, ad esempio, ha lanciato la linea di pneumatici Elect, pensati per aumentare l'autonomia della batteria, che hanno superato di 2,5 volte la media di omologazioni nei veicoli rispetto ai concorrenti. Cosi' come Brembo, che gia' dal 2019 si concentra su una linea di sistemi frenanti di ultima generazione, che si attivino autonomamente e siano piu' silenziosi. Il patto di consultazione tra le due societa' per blindare il controllo di Pirelli e tenere Marco Tronchetti Provera al vertice ha lanciato la suggestione di una fusione tra i due gruppi: che si voglia creare un colosso della componentistica tenendo a bada la concorrenza (esterna e potenzialmente sulla societa' stessa) dei cinesi? L'incognita chip. C'e' un'altra azienda italiana i cui destini sono intrecciati all'auto elettrica. Stm, gigante mondiale dei semiconduttori, giovedi' 2 marzo ha perso il 3,2% a Piazza Affari dopo che Tesla, nel corso dell'investor day, ha annunciato l'intenzione di ridurre del 75% il consumo di carburo di silicio. Un materiale chiave per i chip di Stm, che di Tesla e' fornitore. "La componentistica ad alta tecnologia", spiega Matteo Solfanelli, ceo della societa' di Etf a gestione attiva Investlinx (di cui Exor e' azionista di minoranza), "e' una delle parti a maggior valore aggiunto della supply chain, perche' l'auto elettrica richiede una maggiore presenza di componenti elettronici rispetto all'auto a combustione". Attenzione quindi alle aziende di semiconduttori: Solfanelli guarda alla olandese Asml, produttrice di macchinari per la costruzione di chip (+16% ad Amsterdam da gennaio), "che permette di esporsi al trend di crescita del mercato dell'auto elettrica limitando la pressione competitiva a cui invece sono soggetti i produttori di auto". Dalla Groenlandia a Tokyo. La filiera dell'auto elettrica comprende un universo di aziendemolto diversificato, a livello geografico e settoriale. La tabella in pagina mostra l'ecosistema di investimento del fondo Pharus Electric Mobility Value Niche, che da inizio anno rende il 6,6% e dal lancio, avvenuto nel 2019, piu' del 51%. Diviso in tre temi principali, batterie, gruppo motore e titoli satelliti, il fondo si dipana in oltre 20 sotto-settori, che vanno dalla produzione e assemblaggio delle batterie ai rotori-statori, alle celle al litio, alla grafite. Al 31 dicembre 2022 il fondo aveva un'esposizione dell'80% all'area Asia-Pacifico (50% Giappone, 23% Corea del Sud), e solo marginale ai mercati occidentali. Segnale del fatto che la corsa all'auto elettrica potrebbe spostare il baricentro degli investimenti dal tradizionale duopolio Stati Uniti-Europa alle borse, ancora sottopesate nei portafogli globali, dell'Estremo Oriente. Non finisce qui: questo giornale ha gia' parlato di quanto la transizione all'elettrico dipenda dai giacimenti di terre rare. Elementi chimici come disprosio, neodimio o praseodimio sono tutti indispensabili alla costruzione dei veicoli elettrici. Ragione che ha spinto e sta spingendo governi e privati, negli Stati Uniti e in Cina, a un risiko tra i ghiacciai della Groenlandia, ottavo detentore al mondo di terre rare con 1,5 milioni di tonnellate. A tutta ricarica. E poi c'e' l'infrastruttura. La Casa Bianca ha stimato che entro il 2030 dovranno essere installati nel territorio degli Stati Uniti oltre 2 milioni di impianti pubblici di ricarica rapida (le colonnine), per soddisfare la necessita' crescente degli automobilisti. Un'occasione per investire. L'Etf Electric Vehicle Charging Infrastructure ha reso piu' del 13% da inizio anno a Milano, dove e' stato quotato grazie a HanEtf. "Sembra sensato che Tesla, cosi' come gli altri costruttori, investa in un'infrastruttura di ricarica unica e uniforme che verra' realizzata dagli operatori del settore", ipotizza Konrad Sippel, head of research dell'index provider Solactive. Un esempio? "La recente partnership tra la piu' grande rete di stazioni di ricarica in Nord America ed Europa, ChargePoint, e Mercedes per la realizzazione di 10 mila stazioni in tutti gli Usa". Sul tema sono esposte anche alcune delle piu' grandi utility italiane: da Enel con Enel X ad A2a. Il fronte degli sconfitti. A fianco alla schiera dei beneficiari sono tanti i settori della filiera a rischio. Uno studio di PwC commissionato dalla Clepa, associazione europea dei fornitori, ha calcolato che entro il 2040 i posti di lavoro che potrebbero venire a mancare sono 500mila solo per il settore dei motori termici. A fronte dei 226 mila impieghi aggiuntivi legati alla produzione di componenti per l'auto elettrica il saldo resta comunque negativo di 275 mila unita'. Potrebbero perdere il lavoro o essere costretti a reinventarsi i meccanici (a favore degli elettrauto), i fabbri e i saldatori, ma anche i produttori di cambi manuali e frizioni e le concessionarie (l'auto elettrica e' meno soggetta a usura di quella tradizionale). Tra i colossi in fase di riconversione del business figurano le tedesche Bosch e Zf, multinazionale dei cambi e delle frizioni. Nel report finanziario di fine 2021 di Zf la stringa "mobilita' elettrica" compare 39 volte, contro le appena due del 2020. Le spese in ricerca e sviluppo del gruppo sono aumentate di quasi il 22%, superando i 3 miliardi. alu fine MF-DJ NEWS 0608:30 mar 2023
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06/3/2023 10:46
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Gianni Barba
N° messaggi: 33608 -
Iscritto da: 26/4/2020
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06/3/2023 17:00
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Gianni Barba
N° messaggi: 33608 -
Iscritto da: 26/4/2020
L'esame di breve periodo di Stellantis classifica un rafforzamento della fase rialzista con immediata resistenza vista a 17,77 e primo supporto individuato a 16,66.
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07/3/2023 14:20
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Gianni Barba
N° messaggi: 33608 -
Iscritto da: 26/4/2020
Tecnicamente, Stellantis è in una fase di rafforzamento con area di resistenza vista a 17,98, mentre il supporto più immediato si intravede a 16,86. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all'insegna del toro con resistenza vista a quota 19,09.
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Modificato il 07/3/2023 14:31
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Gianni Barba
N° messaggi: 33608 -
Iscritto da: 26/4/2020
ESG - BONDLeggi dopo Stellantis, il primo green bond a 7 anni va a ruba: gli ordini sfiorano i 5 miliardi di Francesca Gerosa tempo di lettura 1 min Il gruppo automobilistico ha lanciato un green bond a 7 anni da 1,25 miliardi di euro con ordini che hanno superato 4,7 miliardi. Baa2 da parte di Moody’s, BBB da parte di S&P e BBB da parte di Fitch i rating attesi | Bond, i fondi per investire nelle emissioni di Eni e Intesa Sanpaolo che rendono fino al 9% - Va a ruba il primo green bond a 7 anni di Stellantis. Il gruppo automobilistico ha lanciato oggi, 7 marzo, un green bond, con scadenza 14 marzo 2030, da 1,25 miliardi di euro a fronte di ordini pari a oltre 4,7 miliardi. Il rendimento è stato abbassato a 115 punti base sul tasso midswap, da prime indicazioni in area +150 punti base poi riviste in area +125. Il pricing è atteso oggi.
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07/3/2023 14:32
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Gianni Barba
N° messaggi: 33608 -
Iscritto da: 26/4/2020
I rating attesi L’obbligazione sarà quotata alla Borsa di Dublino e garantirà una cedola fissa annuale. I rating attesi sono Baa2 da parte di Moody’s, BBB da parte di S&P e BBB da parte di Fitch. Gli ultimi bond di Stellantis L’ultimo collocamento di un bond da parte di Stellantis risale a giugno 2021 quando ha piazzato sul mercato un’emissione obbligazionaria suddivisa in due tranche con scadenze, rispettivamente, 18 gennaio 2029 e 20 giugno 2033 per un importo complessivo pari a 2,5 miliardi che rendono, attualmente, il 4,3% lordo annuo e il 4,7% lordo annuo. Invece, il primo bond in assoluto dopo la nascita del quarto gruppo automobilistico europeo, con la fusione tra Fca e Psa, era stato lanciato a fine marzo dello stesso anno: un'obbligazione a 6 anni da 1,25 miliardi di euro. In questo caso il rendimento era stato fissato a 98 punti base sul tasso midswap. Le banche incaricate del collocamento
Le banche incaricate del collocamento odierno sono Bnp Paribas e Bank of America in qualità di sustainability structuring coordinator assieme a Bbva, Commerzbank, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Mediobanca, Santander e Unicredit come joint bookrunner. A Piazza Affari il titolo Stellantis segna un +0,38% a 17,64 euro. (riproduzione riservata) Ultimo aggiornamento: 07/03/2023 14:11
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09/3/2023 12:28
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Gianni Barba
N° messaggi: 33608 -
Iscritto da: 26/4/2020
Stellantis, stabilimento Cassino produrrà veicoli su piattaforma BEV STLA Large commenta altre news Finanza · 09 marzo 2023 -
(Teleborsa) - Lo stabilimento Stellantis Italia di Cassino, dove attualmente vengono prodotti veicoli dei marchi premium e di lusso, quali Alfa Romeo e Maserati, estenderà la propria attività alla produzione di veicoli basati sulla piattaforma BEV flessibile STLA Large. Il dettaglio dei modelli sarà condiviso in una fase successiva. È quanto ha annunciato il CEO di Stellantis Carlos Tavares nel corso di una visita allo stabilimento ad alta tecnologia dove vengono prodotti i modelli Alfa Romeo Giulia e Stelvio e Maserati Grecale. "Lo stabilimento di Cassino vanta una lunga tradizione di innovazione e tecnologia" - ha dichiarato Tavares -. "I veicoli basati sulla piattaforma STLA Large che stiamo progettando rivoluzioneranno l’esperienza di guida grazie a funzionalità e caratteristiche all’avanguardia e per questo, confidiamo nella grande competenza dei nostri dipendenti e nel team manageriale di Stellantis per riuscire a raggiungere i nostri audaci obiettivi legati al costo e alla qualità. Il supporto dei dipendenti di Cassino e la lungimiranza delle autorità locali e nazionali sono per noi un grande stimolo per sviluppare veicoli in grado di conquistare i clienti con una mobilità pulita, sicura e accessibile". Stellantis prevede di investire, entro il 2025, più di 30 miliardi di euro nell’elettrificazione e nella realizzazione del software necessario alla produzione di veicoli BEV in grado di soddisfare le esigenze dei clienti, non ultima una capacità di ricarica rapida ai vertici della categoria.
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13/3/2023 14:55
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Gianni Barba
N° messaggi: 33608 -
Iscritto da: 26/4/2020
Se sbanda a 16,10 allora poi si schianta in curva a 15,50 / 15,00🥸
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57 di 187
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20/4/2023 12:13
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micio79
N° messaggi: 3929 -
Iscritto da: 05/10/2014
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20/4/2023 12:29
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sandocan1
N° messaggi: 5888 -
Iscritto da: 19/11/2016
Che succede? C’è lo stacco del dividendo?
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59 di 187
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20/4/2023 16:14
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Gianni Barba
N° messaggi: 33608 -
Iscritto da: 26/4/2020
Piazza Affari: i venditori si accaniscono su Stellantis 🥸 Pressione sulla casa automobilistica italo-francese-statunitense, che perde terreno, mostrando una buona discesa. La struttura di medio periodo resta connotata positivamente, mentre segnali di contrazione emergono per l'impostazione di breve periodo costretta a confrontarsi con la resistenza individuata a quota 17,15.
Ottimale ancora il ruolo funzionale di supporto offerto da 16,50. Complessivamente il contesto generale potrebbe giustificare una continuazione della fase di consolidamento verso quota 16,00.
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20/4/2023 17:23
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pier angelo
N° messaggi: 496 -
Iscritto da: 22/1/2009
Comperare, non commperare, comperare, non comperare.... cosa fare ... aspettare.
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187 Commenti ...
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Ultimo messaggio: 17/Mag/2024 19:36
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