Superbonus: Ance, sbloccare 19 miliardi per imprese e cittadini (Mi.Fi.)
27 Febbraio 2023 - 9:30AM
MF Dow Jones (Italiano)
Occorre una misura ponte, una risposta veloce per
tranquillizzare imprese, cittadini e professionisti, utile a
sbloccare i 19 miliardi di crediti fiscali incagliati, generati dal
Superbonus e dagli altri bonus edilizi. Una qualche forma di
intervento deve arrivare prima della conversione dell'ultimo
decreto, varato dal governo lo scorso 17 febbraio, che interviene
ancora sulla normativa del bonus 110% e prevede lo stop allo sconto
in fattura e alle cessioni dei crediti.
Questa la posizione dell'associazione nazionale dei costruttori
edili. "Serve dare un segnale", spiega a MF-Milano Finanza la
presidente dell'Ance, Federica Brancaccio. «Nelle more degli altri
interventi allo studio, potrebbe essere utile rassicurare il
mercato, magari con un intervento delle partecipate. Uno strumento
ponte in attesa che si concluda l'iter parlamentare del decreto e
si mettano in atto le possibili misure allo studio. Imprese,
professionisti, cittadini, condomini sono allo stremo con il
rischio che esploda una bomba socio-economica".
Domanda. Presidente, il tavolo tecnico convocato dal ministero
dell'Economia mercoledì 22 febbraio ha rinviato al primo marzo ogni
decisione, in attesa di dati Istat ed Eurostat sulla nuova
classificazione dei crediti e sul deficit. Come imprese avete
comunque avuto rassicurazioni?
Risposta. L'incontro è servito per affrontare più nello
specifico possibili correttivi al decreto. Sappiamo che saranno
recepite formalmente modifiche per i territori colpiti dal sisma e
sul sisma bonus-acquisti. Su questi temi c'è la disponibilità a
intervenire e se ne discuterà nei sessanta giorni di tempo
dell'iter di conversione del provvedimento. Resta tuttavia la
criticità dei crediti incagliati. Nel precedente tavolo politico di
lunedì 20 febbraio c'era stata un'apertura rispetto alla proposta
formula da noi di Ance e dall'Abi di utilizzare gli F24 dei
correntisti.
D. E poi?
R. Il governo ha precisato che si tratta di una misura
straordinaria. Si stanno facendo approfondimenti sulla residua
disponibilità fiscale delle banche. Nel caso non fosse sufficiente
ad assorbire i crediti ci potrebbe essere la possibilità di
utilizzare gli F24 dei correntisti.
Stiamo però parlando di un allarme precedente al decreto del 17
febbraio.
Serve quindi una misura ponte per agire velocemente.
D. Data l'urgenza il governo ha spiegato se una tale soluzione
richiederà un nuovo decreto o un qualche altro intervento, penso ad
esempio a una circolare dell'Agenzia delle Entrate?
R. Per adesso posso dire che occorre dare un segnale. In passato
abbiamo però visto come circolari dell'Agenzia siano in qualche
modo intervenute con valore normativo.
D. Quando chiamate in causa le partecipate a chi pensate?
R. Prendiamo Cassa Depositi e Prestiti. Secondo quanto emerge ha
comprato appena l'1% dei crediti. Cdp è intervenuta tante volte in
caso di situazioni di imprese in difficoltà. In questa fase
transitoria un suo intervento sarebbe un segnale. Lo stesso
ragionamento può valere per Eni e per Ferrovie. È la logica che ha
spinto l'intervento di alcune Regioni, poi bloccate. Se le
amministrazioni regionali si sono mosse è perché hanno il polso di
cosa sta succedendo sul territorio.
D. Avete già fatto una stima approssimativa di quanti cantieri
potrebbero fermarsi nei prossimi mesi?
R. Secondo le nostre valutazioni sono a rischio più di 25mila
aziende, il che potrebbe voler dire circa 90mila cantieri.
Ovviamente non tutti si fermeranno. C'è chi avrà adeguata capacità
fiscale, chi potrà ricorrere alle banche. La dimensione del
fenomeno è però preoccupante. Quanto costerà il fallimento delle
imprese, al di là comunque del costo di una misura che in media ha
subito modifiche ogni 45 giorni. In questo modo si mina la fiducia
tra Stato e cittadino. Adesso bisogna recuperare nelle more
dell'iter di conversione. E su questo punto abbiamo trovato
consapevolezza del problema.
D. Ci sono molte polemiche sulla direttiva Ue per la casa green.
Un altro punto su cui l'industria delle costruzioni sarà impegnata
in primo piano. Si è parlato anche di questo durante i tavoli di
discussione del governo?
R. Sarà importante ragionare su misure serie e stabili. Su
strumenti di lungo periodo e che tengano in conto anche i redditi
dei beneficiari. In questo modo sarà possibile anche andare in
Europa e chiedere risorse. In caso contrario non è possibile per le
imprese fare programmazione. Un riordino dei bonus edilizi sarà
comunque fatto. Anche se, come fatto emergere da Bankitalia,
guardando a tutti gli incentivi, quelli per l'edilizia sommano per
il 30% del totale.
D. Bankitalia ha evidenziato anche il ruolo svolto dal
Superbonus per li investimenti addizionali.
R. Incentivi fiscali c'erano anche prima del superbonus, con
percentuali più basse. Ma se allora generavano circa 2.900
interventi, con la possibilità di cedere il credito siamo passati a
200mila. È questo che ha fatto schizzare la misura. Chi non ha
liquidità o capienza fiscale, i lavori non li fa.
red
fine
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