(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 05 lug - Per la partita dell'idrogeno in pista 54 progetti per 724 milioni

Il Mase ha individuato le proposte che accederanno ai fondi del Pnrr. Osservatorio H2IT: investimenti privati in crescita

"La filiera è pronta a fare la sua parte", aveva detto ieri Alberto Dossi, presidente di H2IT (l'Associazione italiana idrogeno), nell'intervista rilasciata al Sole 24 Ore, dopo aver rivendicato la necessità "di un piano nazionale per l'idrogeno". E, in effetti, la fotografia presentata ieri durante l'Italian?Hydrogen Summit, che ha riunito istituzioni nazionali ed europee, aziende, esperti e operatori del settore, restituisce l'immagine di una filiera particolarmente attiva, con il settore privato chiamato a svolgere un ruolo trainante per la crescita. Tanto che, come documenta la seconda edizione dell'Osservatorio H2IT, il 65% delle aziende del comparto ha registrato un aumento negli investimenti sull'idrogeno nel 2022 e la stragrande maggioranza di essi (70%) proviene da risorse interne delle stesse aziende.

I progetti principali

A queste risorse, si è poi affiancato l'assist fornito dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha messo sul piatto 3,64 miliardi per il pieno decollo del settore. Tra i quali figurano anche, come ha ricordato ieri il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, i fondi per lo sviluppo dei distretti locali di produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse. Uno snodo cruciale per favorire l'incontro tra domanda e offerta, ha evidenziato anche il sottosegretario al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Claudio Barbaro. E che, stando all'ultima fotografia scattata proprio dal Mase (titolare del relativo investimento nel Recovery) e che il Sole 24 Ore ha potuto consultare, ha portato alla selezione di 54 progetti per altrettante hydrogen valleys, presentati da 19 Regioni e 2 Province Autonome per un investimento complessivo di oltre 724 milioni. Un livello superiore alle risorse messe a disposizione (450 milioni) e che ha spinto il ministero a proporre alla Commissione Europea la richiesta di un finanziamento aggiuntivo (90 milioni) nell'ambito dell'iniziativa RepowerEu, il piano con cui l'Europa punta a conquistare l'indipendenza energetica dalla Russia.I progetti selezionati dal Mase prevedono l'installazione di elettrolizzatori per complessivi 124,5 megawatt che saranno alimentati con energia rinnovabile prelevata dalla rete o fornita da impianti asserviti (o da un mix di entrambe le opzioni). La potenza di questi ultimi, per lo più fotovoltaici, è di 264,5 MW. I progetti ammessi permetteranno la produzione di circa 7mila tonnellate annue di idrogeno rinnovabile.

Le imprese

Fin qui, dunque, lo stato di avanzamento dei fondi. Che, ha detto ieri Urso, "sono ingenti e serviranno a sostenere la creazione di una filiera italiana dell'idrogeno", mentre il governo sarà impegnato "a creare un quadro normativo e regolatorio di riferimento certo e stabile, in grado di favorire gli investimenti del settore". Un aspetto, quello della certezza delle regole, particolarmente caro alle aziende interpellate dall'Osservatorio, le quali nel 78% dei casi indicano proprio nella mancanza di norme stabili un elemento di criticità. Come pure nel prezzo dell'energia che, ha ricordato ieri Aurelio?Regina, presidente del gruppo tecnico Energia di Confindustria, "essendo molto più in Italia di quello degli altri Stati Ue, mette ulteriormente in evidenza il gap di competitività tra Paesi come l'Italia e altri Paesi Europei (in particolare del Nord Europa)". Richieste assai puntuali, dunque, arrivate dalle tante realtà presenti perché il parterre delle società e delle istituzioni era particolarmente nutrito: tra queste, Alstom Ferroviaria, Edison Next, Enea, Fbk, Fnm, Gse, Industrie De Nora, Iveco Group, NextChem, Pietro Fiorentini, Rina, Tenaris, Toyota Italia.

E naturalmente le big come Eni e Snam. Giuseppe Ricci, dg Energy Evolution della prima, ha posto l'accento sulla necessità di accettare "soluzioni ibride di idrogeno green e blue (da gas con la cattura e lo stoccaggio del carbonio) o da rifiuti" per rendere l'idrogeno fruibile e competitivo per gli hard to abate. Quanto a Snam, il vicepresidente Decarbonization Projects Piero Ercoli ha ricordato le tante direttrici, a cominciare dal South2Corridor, su cui il gruppo sta lavorando per spingere, come peraltro chiede l'Europa, l'idrogeno sia per la parte trasporto che come produzione. Un tassello, quest'ultimo, su cui ha speso parole chiare l'ad di Sapio, Mario Paterlini, che, dopo aver ricordato le difficoltà di reperimento della Tachipirina durante il Covid a causa della scelta dell'Europa di rinunciare alla sua produzione, ha messo in guardia sul rischio di commettere un errore analogo anche con l'idrogeno. "Se l'Europa decide che è un vettore strategico, bisogna fare ora scelte coerenti. E investire in incentivi che aiutino una produzione stabile anche in Italia, oltre allo sviluppo delle infrastrutture".

(RADIOCOR) 08-07-23 17:00:06 (0047) 5 NNNN

 

(END) Dow Jones Newswires

July 08, 2023 11:01 ET (15:01 GMT)

Copyright (c) 2023 Dow Jones-Radiocor
Grafico Azioni Eni (BIT:ENI)
Storico
Da Giu 2024 a Lug 2024 Clicca qui per i Grafici di Eni
Grafico Azioni Eni (BIT:ENI)
Storico
Da Lug 2023 a Lug 2024 Clicca qui per i Grafici di Eni