FIC First Capital S.p.A.

Con l'ultimatum russo che incombe è partita la caccia all'ultimo metro cubo di gas. Tra rigassificatori galleggianti da acquistare e noleggiare, gnl americano da dividere con altri paesi e stoccaggi da riempire, la risposta più rapida potrebbe arrivare proprio dalla new entry sulla scena energetica italiana, ovvero il gasdotto Trans adriatic pipeline. Il Tap (partecipato per il 20% da Snam) è entrato in esercizio 14 mesi fa e il 17 marzo scorso ha tagliato il traguardo dei 10 miliardi di m trasportati, 8,5 miliardi dei quali consegnati proprio in Italia.

Adesso, scrive MF, il consorzio di gestione è pronto a far lavorare i tubi a piena capacità, arrivando al più presto a regime con 10 miliardi di metri cubi annui grazie a contratti a lungo termine (scadono nel 2046) sottoscritti per il trasporto con il consorzio di Shah Deniz, il giacimento super-giant dell'Azerbaijan che ha riserve stimate in circa mille miliardi di metri cubi. In aggiunta, con la disponibilità di gas dalla stessa fonte potrebbero essere disponibili fino a circa due miliardi di m d'extra-capacità, attraverso attività di trading sulla piattaforma Prisma. Si salirebbe così a 12 miliardi di metri cubi senza dover mettere mano all'infrastruttura. Il progetto a lungo termine, che ha già la benedizione del governo, è quello del raddoppio a 20 miliardi di m annui, ma il managing director Luca Schieppati ha già chiarito che ci vorranno oltre cinque anni (65 mesi) per raddoppiare la capacità del gasdotto, sempre che arrivino le offerte vincolanti degli operatori disposti ad acquistare l'ulteriore capacità. Il test di mercato dovrebbe chiudersi entro fine anno e Tap sta lavorando per accelerare i tempi.

red/lab

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3008:10 mar 2022

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