Energia: case verdi, costi d'oro (Mi.Fi)
16 Gennaio 2023 - 10:18AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il calcolo è ovviamente complesso da fare e soggetto a
molteplici variabili, ma la nuova normativa Ue sull'efficientamento
energetico degli edifici residenziali potrebbe comportare costi di
riammodernamento per quasi 1.400 miliardi da affrontare nell'arco
di 7-10 anni. Una cifra notevole che quasi pareggia la ricchezza
finanziaria delle famiglie italiane o la quota di denaro che oggi
si trova sui conti correnti delle famiglie.
La direttiva Ue, scrive Milano Finanza, prevede che tutte le
case e gli appartamenti europei dovranno raggiungere la classe
energetica E (con consumi di 91-120 chilowattora al metro quadro)
entro il 2030 e poi progredire entro il 2033 alla classe D (ossia
71-90 kWh per mq). Secondo le stime, il mercato delle costruzioni e
del real estate in Italia dovrebbero essere quelli più colpiti da
queste nuove regole, anche se chiaramente queste vanno nella
direzione del necessario efficientamento energetico, che significa
anche riduzione di consumo di gas. La normativa, va detto, non è
ancora definitiva al 100% e le trattative dietro le quinte sono
ancora in corso. La votazione in Commissione ambiente del
Parlamento europeo è stata fatta slittare dal 24 gennaio al 9
febbraio e l'ultima bozza prevede alcuni compromessi e alcune
esenzioni. La prima e più importante riguarda gli immobili
qualificati «ufficialmente» come di interesse storico che nel caso
dell'Italia implica che questi edifici non richiederanno la
riqualificazione energetica, un sospiro di sollievo visto il grande
patrimonio immobiliare tutelato dai beni culturali. Altre esenzioni
che interesseranno i proprietari sono quelle per gli edifici di
culto, per le abitazioni indipendenti inferiori a 50 metri quadrati
di superficie e soprattutto per le seconde case, a patto che siano
abitate per meno di quattro mesi l'anno.
Queste sono le eccezioni, ma resta il problema che la gran parte
del patrimonio residenziale italiano è vetusto e quindi richiederà
una riqualificazione. Insomma, chi pensava che il bonus 110% fosse
destinato a finire, probabilmente se lo vedrà tornare sotto qualche
altra forma e sotto qualche altro nome, possibilmente con maggior
chiarezza sulle modalità di utilizzo, perché una ristrutturazione
così imponente sarà impensabile senza un aiuto dello Stato.
«L'aggiornamento della direttiva Ue per l'efficientamento
energetico avrà un impatto significativo sul settore immobiliare,
comportando sfide per i proprietari e gli investitori immobiliari
ma anche opportunità per lavoro e sviluppo sostenibile», spiega
Piercarlo Rolando, amministratore delegato di Rina Prime Value
Services. Secondo i numeri forniti da Siape Enea, «le unità
residenziali italiane sono 35,3 milioni, e si stima che 26,8
milioni di queste abbiano pessime performance energetiche, il 60% è
di classe F e G e il 16% delle unità è classe E». Ciò significa che
«entro il 2030 dovranno essere ristrutturate 21,2 milioni di
abitazioni ed entro il 2033 ulteriori 5,6 milioni». Assumendo un
importo medio di una ristrutturazione per elevare l'appartamento da
classi G e F ed E almeno alla classe D «intorno a 50mila euro, si
può stimare un giro d'affari per la ristrutturazione immobiliare di
1.341 miliardi di euro entro il 2033».
Il regolamento era atteso, spiega Enzo Albanese, fondatore di
Idee Urbane, «ancora di più dopo l'approvazione della normativa
zero emissioni al 2035 del settore automotive. I due settori vanno
in parallelo e sono considerati tra i più energivori, anzi il
settore immobiliare è decisamente più pesante in termini di consumi
e emissioni». Tutto dipenderà «da come verrà approvata la norma»,
spiega Albanese. La speranza è un atterraggio morbido al 2030 come
primo step e più stringente al 2050. «Sicuramente bisogna che i
nostri rappresentanti Italia si battano in commissione al fine di
difendere il patrimonio economico e il risparmio degli italiani,
visto che il 50% dei risparmi del Paese sono investiti
nell'immobiliare». Un appello che qualche politico ha già fatto
suo, tanto che si segnalano pressioni al Parlamento italiano
affinché il governo intervenga in Europa. Non è poi detto che in
Italia la normativa verrà applicata come nel resto d'Europa, è
possibile che venga attuata con tempistiche diverse o con parametri
meno rigidi, al momento del resto è ancora tutto da stabilire, come
detto. Le sanzioni per chi non dovesse aggiornare la classe
energetica, ad esempio, saranno decise dai singoli governi. «Il
grosso impatto potrebbe avvenire sulle ristrutturazioni», spiega
Diego Vitello, analista dell'ufficio studi Gabetti, che ha
analizzato un campione di oltre 140 mila dati immobiliari
riguardanti unità residenziali, raccolti prevalentemente dal 2017
al 2020 da parte controllata Abaco Team. «Nell'ambito del campione
di analisi, il 50% degli immobili si riferisce a unità immobiliari
all'interno di edifici costruiti prima del 1975, antecedenti quindi
la Legge 373/1976, prima normativa vincolante sulle caratteristiche
costruttive degli edifici in termini di risparmio del fabbisogno
energetico. Di questi, circa il 30% è la quota comunemente
identificata come ante-1967».
Ciò nonostante, «solo il 3% del campione totale è stato
interessato da interventi di ristrutturazione significativi».
A fronte di ingenti costi, la nuova norma comporterebbe però
anche grandi risparmi. «La normativa dovrà essere accompagnata da
un'adeguata politica di incentivazione per garantire la
sostenibilità economica», sottolinea anche Mattia Mariani,
Operations Director Building Performance della società di
consulenza Deerns Italia, ma grazie alla direttiva Ue, «si potrà
avere a livello italiano una spinta significativa alla riduzione
dei consumi di energia elettrica e della domanda di gas, anche del
40% considerando che un edificio in classe G consuma circa il
doppio di uno in classe D. L'obiettivo è sicuramente ambizioso, ma
porterà a risultati significativi in termini di efficienza
energetica». Per il consumo di gas naturale, «si può stimare una
riduzione di 24,9 miliardi di metri cubi all'anno (circa l'80%
rispetto al consumo attuale) e 54 miliardi di chilowattora all'anno
di energia elettrica, che, agli attuali costi dell'energia,
consentirebbero un risparmio annuo di 60 miliardi di euro», spiega
il numero uno Rina Prime Value Services Rolando.
alu
fine
MF-DJ NEWS
1610:02 gen 2023
(END) Dow Jones Newswires
January 16, 2023 04:03 ET (09:03 GMT)
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