Ennesimo rialzo dei tassi annunciato dalla presidentessa della Bce Christine Lagarde: altri 50 bps effettivi al 21 dicembre. Si tratta del quarto e ultimo aumento dell'anno, che è stato inferiore di 25 bps rispetto agi ultimi aumenti forse grazie alla stabilizzazione dell'inflazione che nel mese di novembre in Area Euro è calata per la prima volta da 17 mesi (10% rispetto al 10,6% di ottobre). Ieri la Fed ha fatto una scelta analoga alzando i tassi di 50 punti base a un target tra il 4,25 e il 4,5%, dopo mesi di rialzi di 75 punti base. Anche la Bank of England oggi ha deciso di alzare i tassi di solo 0,5% portandoli a 3,5%.

Questi aumenti del costo del denaro fanno crescere l'Euribor a 3 mesi, il tasso interbancario di riferimento europeo da cui dipendono i costi dei mutui variabili, che ieri ha toccato il 2,08% superando l'Eurirs a 30 anni, il tasso di riferimento per i mutui fissi, fermo all'1,99%. Questa situazione unica, che non si presentava dal 2008, ha un significato semplice per chi sta cercando un mutuo: il costo dei mutui a tasso variabile continuerà a salire, mentre quello dei mutui a tasso fisso sta già calando da un mese.

Capiamo gli impatti fino ad ora sulle rate del finanziamento per un giovane che desidera sottoscrivere un mutuo prima casa a dicembre, mese in cui è stata riaperta la possibilità di accedere alla normativa agevolata per gli under 36. A luglio 2022, per un mutuo da 160 mila euro a 20 anni per un immobile di 200 mila euro il miglior Tan variabile a tassi agevolati era 0,70%, con rata mensile di 715 EUR. Oggi il miglior mutuo giovani ha Tan 1,15% e rata 747 EUR, pari ad un aumento mensile del 5% e a 7.700 euro in più in 20 anni. La seconda offerta più vantaggiosa a tasso variabile ha un Tan del 2,60% e una rata mensile di 856EUR: senza comparare le offerte si spenderebbe il 20% in più rispetto a luglio!

Interessante come ci sia ormai poca differenza con i costi delle offerte a tasso fisso - 870 euro al mese per gli under 36 - che costa solo il 2% in più rispetto alla seconda miglior offerta a tasso variabile.

Questo ulteriore aumento deciso oggi dalla Bce, se si trasferisse direttamente sui tassi dei mutui variabili, potrebbe ad un ulteriore aumento del 0,5%, rendendoli di fatto paragonabili ai tassi fissi.

Alessio Santarelli, dg della Divisione Broking di Gruppo MutuiOnline e a di MutuiOnline, dichiara: "L'attuale quadro di incertezza geopolitica ed economica rende molto complesso fare previsioni per il 2023, ma si auspica che questa situazione di tassi alti non duri a lungo. Gli analisti sono concordi nell'ipotizzare che i tassi di riferimento in USA, UK e Europa inizino a scendere già dalla seconda metà del prossimo anno. In particolare la natura dell'inflazione europea, causata principalmente dalla guerra e dall'aumento dei costi dell'energia, non può essere facilmente combattuta con l'aumento dei tassi, quindi molti analisti auspicano che la Banca Centrale non continui a perseguire una politica aggressiva, che sicuramente porterebbe a una contrazione del mercato dei mutui acquisto nel corso del 2023".

Nei primi quindici giorni di dicembre la differenza tra il costo medio dei mutui fissi (3,35%) e variabili (2,90%) si riduce molto rispetto ai 150 punti base di settembre. Se gli indici di riferimento continueranno a evolvere con i trend attuali e il mutuo a tasso variabile assorbirà questo ulteriore aumento di 50 punti base, è possibile che a gennaio i mutui a tasso fisso siano addirittura meno costosi dei variabili. In questo caso, ovviamente, non avrebbe senso per un nuovo sottoscrittore scegliere il mutuo a tasso variabile (o variabile con cap, che è addirittura più costoso): converrà scegliere il tasso fisso e valutare la surroga quando scenderanno nuovamente i tassi.

A novembre sono comunque ancora il 42% i consumatori che puntano sul variabile o sul variabile con cap, in leggero calo rispetto al mese precedente in cui erano quasi il 49%, ma in netto aumento rispetto ai primi mesi dell'anno.

L'ultima rilevazione dell'Osservatorio di MutuiOnline.it evidenzia un significativo cambio di trend nelle surroghe. Nei primi 10 mesi dell'anno, come testimoniano anche i dati di Assofin, il flusso lordo di erogazioni di surroghe era calato dell'81% su base annuale, ma nell'ultimo trimestre dell'anno le richieste di surroga hanno superato il 30% del mix. Si tratta nella maggior parte dei casi di sottoscrittori di mutui a tasso variabile che data la situazione di grande incertezza preferiscono mettersi subito al riparo dal continuo aumento dell'Euribor surrogando verso un tasso fisso. Ci si aspetta un trend di continuità anche nel primo trimestre del 2023.

In questo contesto di preoccupazione per le prospettive dell'economia e di aumento dei tassi gli italiani dimostrano una certa prudenza, secondo i dati di MutuiOnline.it: gli importi medi richiesti sono calati da oltre 140 mila euro del primo trimestre a poco più d 133 mila euro nel trimestre corrente.

Un emendamento al decreto Aiuti Ter sta consentendo ai giovani under 36, per tutto il mese di dicembre, di tornare ad usufruire della garanzia statale fino all'80% del valore dell'immobile, della defiscalizzazione totale nonché dei tassi agevolati per acquistare la prima casa. In pratica questo emendamento ha permesso di superare i limiti definiti a maggio 2021 dal governo Draghi per la costruzione delle offerte per i giovani che, a causa dell'aumento dei tassi, erano state bloccate nel mese di giugno di quest'anno. Si auspica che questa norma venga confermata in questi giorni nella Legge di Bilancio 2023, nella cui bozza è stato inserito un prolungamento dell'agevolazione per alcuni mesi del prossimo anno, in modo da dare linfa al mercato dei mutui e supportare i giovani in un momento così complesso da un punto di vista economico.

com/cce

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