MILANO (MF-NW)--Potrebbe valere circa 5 miliardi di euro una Giorgio Armani a Piazza Affari. Dopo le recenti notizie relative alle modifiche dello statuto con l'apertura a uno scenario di quotazione, MF Fashion ha interrogato alcuni analisti e investment banker per fornire la valutazione di quello che resta uno degli ultimi gruppi del lusso italiano ancora saldamente in mano al suo fondatore. Nel futuro della società la finanza arriva dunque per la prima volta a giocare un ruolo da potenziale player. E secondo gli esperti un'Ipo del gruppo avrebbe tutte le carte in regola per replicare un successo come quello del connazionale Moncler.

Secondo quanto stabilito dai documenti societari, tuttavia, cinque anni dovranno trascorrere dall'entrata in vigore dello statuto che regolerà la successione prima di poter pensare "alla quotazione delle azioni su un mercato regolamentato". Un analista di un'importante banca d'investimento globale ritiene che, se si quotasse oggi, la capitalizzazione della Giorgio Armani spa potrebbe aggirarsi tra i 5 e i 7 miliardi di euro. "Nel 2022 i ricavi consolidati della società sono ammontati a 2,35 miliardi di euro, ma il valore è probabilmente anche più elevato perché gran parte del business di Armani è in licenza e di quello al gruppo entrano solo le royalties", sostiene l'esperto, che preferisce rimanere anonimo. Se un potenziale acquirente dovesse invece bussare oggi alla porta dell'azienda milanese, le cifre sarebbero ancora più elevate. "Se dovesse vendere in questo momento, ipotesi remota se non addirittura impossibile, il valore spazierebbe invece dai 7 fino ai 10 miliardi. Perché è un'azienda unica", precisa. "È un brand unico che ha un successo irripetibile, l'unico del lusso veramente orizzontale perché spazia dal prêt-à-porter all'alta moda, dai progetti hospitality all'arredamento per la casa, fino alle fragranze e agli occhiali".

La valutazione è sostanzialmente in linea con quella di un altro esperto, che ha spiegato off the record come i multipli delle società comparabili per dimensione al gruppo Armani viaggino in questo momento su 25 volte gli utili. Dunque, con i profitti netti pari a 162 milioni nell'ultimo esercizio, la valutazione oscillerebbe "tra i 4 e i 5 miliardi di euro, a cui andrebbe sottratto un eventuale debito". Parametri che con la crisi geopolitica in corso potrebbero essere cambiati, sebbene la casa di moda si sia dimostrata anelastica rispetto al ciclo economico, mettendo a segno lo scorso anno un incremento del 16,5% dei ricavi e un aumento del 30% dell'ebit, salito a 202 milioni di euro. "Se al momento dell'eventuale quotazione sarà ancora percepito come lusso vero, questa potrebbe essere la capitalizzazione di mercato", afferma l'investment banker. Diverso il discorso se per allora il marchio sarà stato declassato ad affordable. In quel caso, il valore andrà dimezzato. "Difficile che questo si verifichi, ma considerato il ruolo di primo piano del fondatore bisogna mettere in conto che i successori dovranno continuare a vendere Armani senza di lui e, per farlo, dovranno convincere i clienti che si tratti ancora di vero lusso", aggiunge l'esperto.

A queste condizioni, scrive MF Fashion, gli analisti non nutrono dubbi sul fatto che la quotazione farebbe entrare di diritto il gruppo Armani nel Ftse Mib. "Finendo in quel paniere, tutti i fondi che replicano l'indice dovrebbero comprarlo per avere nel loro portfolio tutte le 40 società. Il successo dell'Ipo sarebbe quasi scontato", conclude l'esperto. "La valutazione sarebbe la stessa di Moncler, attualmente l'unica società della moda e del lusso inclusa nel Ftse Mib, che ora quota 22 volte il suo ebitda".

red

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1008:28 nov 2023

 

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