Dowjones
La Fiat ha un grosso problema nello sviluppo di una strategia
globale: sul fronte orientale, che comprende mercati in forte
crescita come Cina, India e Russia, le cose non funzionano a
dovere.
E cio', si legge in un articolo di Milano Finanza, rischia di
compromettere la corsa del Lingotto verso quella posizione di
leadership cui aspira il suo a.d. Sergio Marchionne. L'ultimo
scricchiolio e' arrivato nella mattina di venerdi' 18 febbraio,
quando la casa torinese ha infatti annunciato di aver interrotto le
trattative con i russi di Sollers per la creazione di una joint
venture da 500mila veicoli l'anno a partire dal 2016. A Torino
fonti vicine alla societa' hanno fatto sapere che non ci sono molti
rimpianti al riguardo, visto che durante le trattative era emerso
uno scarso feeling tra i due gruppi (che hanno gia' in essere
un'intesa, di scala inferiore, da circa 25mila vetture l'anno).
Tuttavia non c'e' dubbio che lo smacco per la casa torinese e'
pesante, non foss'altro perche' tre ore dopo la Ford ha
beffardamente annunciato di avere soppiantato la casa torinese,
stringendo un accordo con la stessa Sollers per la produzione di
veicoli con l'ellisse blu nel Paese ex-sovietico.
A conti fatti a est di Tychy (lo stabilimento polacco piu' volte
lodato da Marchionne per la sua produttivita') poco sembra
funzionare nella strategia del gruppo torinese Lingotto. E la cosa
piu' preoccupante e' che a est di Tychy si trovano ben tre dei
quattro mercati piu' promettenti, India, Cina e Russia. Per questo
a Torino ci si chiede se sia il caso di creare una figura ad hoc
che assista Marchionne nello sviluppo dei mercati asiatici.
L'ipotesi in fondo sarebbe totalmente in linea con le recenti
affermazioni di John Elkann, presidente di Fiat, il quale
recentemente ha dichiarato che a prescindere da dove la Casa
automobilistica avra' la sua testa (Torino o Detroit e' ancora da
decidere), la futura struttura del Lingotto si articolera' su
quattro sedi operative: Torino, Detroit (nelle quali dovrebbe
operare Marchionne in prima persona); San Paolo del Brasile, dove
Cledorvino Belini, responsabile delle attivita' sudamericane sta
facendo piu' che bene; e infine una sede in Asia, per la quale il
responsabile e' ancora da trovare. red/lab