La Banca centrale del Brasile ha lasciato invariato il

Selic rate al 14,25%, sui massimi da nove anni.

Nonostante l'inflazione galoppante, la decisione e' in linea alle

attese, dal momento che l'economia brasiliana sta sprofondando in una

grave recessione.

Tuttavia, il voto favorevole ad un aumento del tasso da parte di due

membri del comitato esecutivo, Sidnei Correa Marques e Tony Volpon, lascia

intendere che un'azione al rialzo potrebbe essere piu' probabile. "La

gente si aspettava che la Banca non avrebbe lanciato alcun segnale

sull'aumento dei tassi e che la recessione sarebbe bastata a contenere

l'inflazione, ma ora l'Istituto lascia intendere che potrebbe agire se

sara' necessario" chiarisce Jankiel Santos, capo economista di Haitong

Banco de Investimentos.

La dichiarazione della Banca, che fa luce sulle ragioni della decisione,

e' stata insolitamente breve, indicando nella "situazione macroeconomica"

e nelle "prospettive sull'inflazione" le ragioni che hanno spinto ad

optare per un mantenimento dei tassi. A meta' novembre, infatti, l'indice

dei prezzi al consumo e' salito al 10,3%, sui massimi dal 2003 e

nettamente al di sopra del target del 4,5%.

Tuttavia, i problemi economici del Paese hanno ostacolato il tentativo

della Banca centrale di rallentare la crescita dei prezzi. Con il declino

dei prezzi delle commodity a livello globale, l'eccessiva spesa pubblica e

l'impasse politica, quest'anno la principale economia dell'America Latina

subira' una contrazione superiore al 3%.

Inoltre, la Banca centrale ha escluso la possibilita' che il target di

inflazione venga raggiunto prima del 2017. Anche la crescita del credito

si sta contraendo, dopo un decennio di rapida espansione: a settembre

l'ammontare complessivo del finanziamento di imprese e privati brasiliani

era di 305,4 mld reais (82 mld usd), in ribasso rispetto ai 365,5 mld

reais del mese di dicembre 2014. A soffrire sono anche le vendite al

dettaglio, che a settembre sono scese del 6,2% a/a in termini di volumi.

Inoltre i tassi di interesse elevati pesano sul bilancio del Governo. A

settembre il pagamento degli interessi ha raggiunto il 9% del Pil,

rendendo sempre piu' difficile contenere il deficit di bilancio. Come se

non bastasse, l'economia brasiliana e' rimasta vittima di un'impasse

politica. Il recente episodio di corruzione che ha colpito la compagnia

petrolifera a controllo statale, Petrobras, ha scosso i mercati e ha

accresciuto l'incertezza politica.

Secondo Ignacio Crespo, economista di Guide Investimentos, la pessima

performance economica del Brasile portera' la Banca centrale ad aspettare

ancora prima di agire, nella speranza che l'inflazione diminuisca.

Comunque, aggiunge l'esperto, la diversita' di vedute all'interno del

comitato esecutivo ha sorpreso i mercati, indicando che "un inasprimento

monetario non e' affatto escluso".

eln

eleonora.ermacora@mfdowjones.it

 

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November 26, 2015 02:41 ET (07:41 GMT)

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