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Banca Mps (BMPS)

- Modificato il 26/8/2024 08:57
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014
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BANCA RISANATA!



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MODERATO regisII (Utente disabilitato) N° messaggi: 1225 - Iscritto da: 13/3/2024
862 di 887 - 29/11/2024 00:02
REGISIII N° messaggi: 651 - Iscritto da: 21/11/2024

Il blitz di Unicredit su Banco Bpm che blocca il cantiere del terzo polo



Almeno tre diverse gestioni in Unicredit avevano tentato l’affondo su Banco Bpm. Due anni fa l’ultimo tentativo naufragato in extremis

È come nei fumetti di pesci, quando ne arriva uno grande e mangia quello più piccolo, che ne aveva mangiati altri più piccoli. “L'Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi economici. Grazie al lavoro svolto negli ultimi tre anni, Unicredit è ora ben posizionata per rispondere anche a questa sfida", ha detto l’ad Andrea Orcel, mettendo la vignetta sul disegno.

Banco Bpm, tra l’altro, anche se si era appena affacciata sulla grande scena del “terzo polo bancario italiano” con l’acquisizione in corso di Anima Sgr e quella del 9% di Mps, è un boccone che il pesce Unicredit tenta di mangiarsi da vent’anni, da quando ancora aveva la sede in Piazza Cordusio, a pochi metri da quella della ex Popolare di Milano. Almeno tre diverse gestioni hanno cercato di fare l’operazione negli anni. E la gestione di Orcel era quella che ci era andata più vicino, due anni fa: con un’offerta pronta e già presentata alle autorità di vigilanza e al governo, ma poi naufragata per una fuga di notizie tra i palazzi romani, che fece salire l’azione Banco Bpm in Borsa, sballando i numeri del concambio.

Orcel e i suoi sodali ci rimasero malissimo, e più di una volta da allora, ai piani alti del grattacielo di Piazza Gae Aulenti, si sono ripromessi che avrebbero lavato l’onta. Stavolta il blitz nessuno lo ha anticipato, e nessuno se lo poteva aspettare: anche perché Unicredit da settembre è impegnata sul fronte tedesco, con l’acquisizione di un pacchetto virtualmente del 21% di Commerzbank. Operazione ben complessa di suo, perché il governo Scholz è contrario, i sindacati e il management locali ancor di più, e secondo le ultime dichiarazioni di Orcel bisognerà aspettare almeno sei mesi per dar tempo a un nuovo governo di formarsi a Berlino (elezioni il 23 febbraio 2025) e poi cercare di convincerlo che integrare la seconda banca tedesca nelle attività locali di Unicredit sia un progetto nel miglior interesse di tutti.

Il dossier tedesco, ha rassicurato Unicredit, “resta in piedi”. Chissà se si può dire lo stesso per quello del “terzo polo” con al centro Banco Bpm, e sotto Anima e Mps, di cui la banca guidata dall’ad Giuseppe Castagna ha appena comprato il pacchetto più grande dopo il Tesoro, insieme a un pugno di soci privati forti come Caltagirone e Delfin. Tra l’altro, e anche se si parla di società private e quotate, Orcel dovrà vedersela con il governo Meloni, che il terzo polo sponsorizza fin dal suo insediamento e si era, comprensibilmente, vantato a inizio novembre di vederne sorgere le fondamenta. Invece rischia di essere rubato nella culla, il neonato “terzo polo”, dal banchiere romano che non ha neppure offerto un premio agli azionisti, in base alle quotazioni di Borsa.

È come se Orcel stesse dicendo: “Siamo i più bravi in Europa a gestire banche e a farle fruttare pagando le remunerazioni più alte agli azionisti: per questo gli azionisti che hanno a cuore i profitti devono venire sotto il nostro ombrello”. E dire che il banchiere in sella da tre anni, e regista delle maggiori fusioni bancarie della fase precedente alle crisi, inizialmente era parso titubante sulle acquisizioni da fare per il rilancio di Unicredit. Ma dopo avere rafforzato i muri portanti interni alla banca, di cui Orcel ha rilanciato la redditività facendone un gruppo da quasi 10 miliardi l’anno di utili, e quasi il 20% annuo di rendimenti, in questi mesi Orcel si sta portando in pari: incarnando una filosofia che, in parte, ricorda quella di Alessandro Profumo, suo grande cliente 20 anni fa e fondatore della “prima banca paneuropea”, con una ventina di acquisizioni realizzate in pochi anni. Anche lui aveva il mercato dalla sua parte: ma trascurò i rischi finanziari e sistemici. Orcel, del mercato bancario europeo, è da tempo un beniamino: l’azione Unicredit con lui è quadruplicata. Tuttavia, oltre agli azionisti, dovrà convincere i governanti d’Europa. Roma compresa, perché l’Ops appena lanciata ha tutti i contorni dell’operazione ostile.
863 di 887 - 30/11/2024 10:01
REGISIII N° messaggi: 651 - Iscritto da: 21/11/2024

Unicredit, Orcel non chiude al rilancio: aspetta i conti Bpm e l’Opa su Anima



È almeno da un paio di mesi, da quando è partita l’operazione che porta Unicredit potenzialmente vicino al 20% di Commerzbank, che dal governo si guarda alla seconda banca nel Paese con sentimenti contrastanti. È probabile che a Roma a qualcuno piaccia l’idea che un istituto di Milano, con un management in stragrande maggioranza italiano, possa controllare un sesto del credito al tessuto delle medie imprese tedesche: il peso dell’Italia in Europa ne sarebbe oggettivamente consolidato. E’ certo però che nel ministero dell’Economia si siano condensate altre preoccupazioni, poco importa se fondate o no: qualcuno teme che Unicredit, con la sua struttura di capitale aperta e imperniata sui grandi investitori internazionali, assuma con il tempo un’identità più tedesca che italiana. Che magari sposti la sua sede principale a Monaco di Baviera per intercettare il rating più alto della Germania e abbattere i suoi costi di finanziamento. Che diventi, in sostanza, una banca globale. L’offerta pubblica di scambio annunciata lunedì su Banco Bpm è un segnale in senso opposto. Unicredit non rinuncia al suo profilo italiano e vuole allargare la sua impronta sul mercato nazionale: dal credito, alla gestione del risparmio, fino ai servizi per un tessuto industriale nel pieno di un ricambio generazionale.

Il golden power

I sentimenti diversi diffusi a Roma già prima di lunedì scorso – Palazzo Chigi interessato a un’operazione in Germania, il ministero dell’Economia percorso dai dubbi – sono riemersi con l’annuncio dell’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm. Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia, ha evocato i poteri speciali del «golden power» e, secondo il «Ft», studierebbe persino di sospendere la «passivity rule» (ipotesi però smentita). Non è la prima incomprensione fra lui e la banca guidata da Andrea Orcel: già nelle ultime settimane del 2022 Unicredit avrebbe manifestato interesse per partecipare a una sistemazione di Mps – si osserva sia da Milano che da Roma – ma il governo avrebbe lasciato cadere.

La partita Mps

Ora però la questione diventa concreta. Andasse avanti l’operazione su Banco Bpm, Unicredit sarebbe disponibile a cooperare per garantire una sistemazione del gruppo toscano in cui la banca di Piazza Meda a Milano ha il 10%. Ma perché quell’offerta vada avanti, restano alcuni aspetti da verificare. Quando Unicredit ha presentato la sua offerta non vincolante di scambio lunedì, valutava il titolo Banco Bpm 6,65 euro: il 14,8% sopra la sua quotazione del primo ottobre. La corsa del titolo si deve, oltre che all’ottima gestione dell’amministratore delegato Giuseppe Castagna, a una serie di fattori: le aspettative per l’offerta pubblica di acquisto su Anima, quelle per una progressione della redditività, oltre che all’operazione su Mps. Per capire se Orcel deciderà di rafforzare la sua offerta bisogna dunque arrivare a marzo quando sarà chiaro se la redditività di Banco Bpm continuerà a crescere malgrado i tassi e la qualità del credito in calo in Italia; e se l’Opa su Anima sarà andata a segno.

L’accordo di distribuzione con Crédit Agricole

Certo con il controllo di Anima, Unicredit avrebbe una leva per rinegoziare con Crédit Agricole, quando nel 2027 scadrà l’accordo di distribuzione con Amundi per la gestione del risparmio. Crédit Agricole del resto potrebbe interessarsi a una parte degli sportelli che Unicredit dovesse cedere aggregando Banco Bpm. Sembra invece molto improbabile che si vada verso seimila licenziamenti. Alcune economie si potrebbero realizzare sulle consulenze. Quanto al resto, Unicredit in questi anni ha preso la strada degli scivoli volontari verso la pensione: non seimila e sulla base del nuovo gruppo che prenderebbe forma, non del solo Banco Bpm.
864 di 887 - 03/12/2024 19:20
REGISIII N° messaggi: 651 - Iscritto da: 21/11/2024

B.Mps: Caltagirone sale oltre 5% capitale



Francesco Gaetano Caltagirone è salito al 5,026% del capitale di B.Mps, dalla precedente quota del 3,644%. E' quanto si legge negli aggiornamenti della Consob sulle partecipazioni rilevanti. L'aumento della quota è avvenuto in data 26 novembre. L'imprenditore aveva comprato quote di Mps lo scorso 13 novembre nell'ambito della vendita del 15% della banca da parte del Mef.

La partecipazione è distribuita sui seguenti veicoli: Finanziaria Italia 2005 (0,159%), Calt 2024 (0,127%), Mantegna 87 (0,103%), Vm 2006 (1,746%), Azufin (1,191%), Gamma (0,992%), Istituto Finanziario 2012 (0,056%), Mk 87 (0,040%), Esperia 15 (0,056%) e Ausonia (0,056%).
865 di 887 - 04/12/2024 07:48
REGISIII N° messaggi: 651 - Iscritto da: 21/11/2024

Unicredit cerca sponda tra i grandi azionisti di Banco Bpm. Sottotraccia una possibile contromossa


Il prezzo

Dopo la settimana calda degli annunci, il mercato ieri si è stabilizzato. Il titolo di Unicredit — che lunedì scorso ha annunciato un’offerta di scambio sul Banco Bpm— ha chiuso a 36,8 euro (+1,15%) mentre l’istituto di Piazza Meda ha terminato la giornata a 7, 1 euro (-0,56%). In pratica, il mercato ha stabilito che c’è un disallineamento attorno al 10% tra l’offerta di Unicredit e il valore in Borsa dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna. L’ops esprime una valutazione di Banco Bpm pari a 6,657 euro per azione. Troppo bassa per il mercato che vorrebbe un rialzo tra 1 e 1,3 miliardi.

L’annuncio alla fine dell’anno, al piuù tardi a metà gennaio

La partita è aperta e si aspetta la contromossa di Banco Bpm che, se arriverà, sarà annunciata entro fine anno, al più tardi a metà gennaio. Secondo il mercato, avrebbe come fulcro il Monte dei Paschi di cui la banca milanese ha il 5%. Banco Bpm, una volta annunciata l’operazione, avrà 15 giorni di tempo per convocare un’assemblea straordinaria. E per portarla avanti dovrà incassare due terzi dei voti dei partecipanti proponendo un’operazione che crei più valore di quella avanzata da Piazza Gae Aulenti. Ma anche del Banco in versione standalone. Per realizzare questo ipotetico disegno su Mps bisognerà comunque attendere l’opinione del Mef (11,7% di Siena).

Il percorso e il tempo che stringe

Il tempo stringe: il cda del Banco, nel caso scegliesse Siena, dovrebbe firmare un memorandum d’intesa con il cda del Monte e poi convincere i suoi stessi azionisti. Il percorso non è scontato. Nel frattempo, Unicredit (ieri ha ricevuto la conferma del rating di Fitch anche post offerta sul Banco) depositerà alla Consob il documento d’offerta entro il 13 dicembre. E avrà tempo di decidere aggiustamenti fino all’assemblea del 12 aprile, anche per valutare i risultati del quarto trimestre 2024 di Piazza Meda. Intanto avvierà le consultazioni con i soci di Banco Bpm, a partire dal Crédit Agricole (9,2%) al patto di Consultazione (6,5%) fino al gruppo Caltagirone (2%) e gli istituzionali.

866 di 887 - 04/12/2024 20:05
REGISIII N° messaggi: 651 - Iscritto da: 21/11/2024

Banca MPS, nuove partecipazioni aggregate per Barclays e Francesco Gaetano Caltagirone

Dalle comunicazioni diffuse dalla Consob il 3 dicembre 2024 si apprende che dal 25 novembre Barclays detiene una partecipazione aggregata nel capitale di Banca MPS, pari al 5,401%. La partecipazione è detenuta tramite tre società controllate.

Nel dettaglio, l'1,102% è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni dell'istituto bancario, il 4,257% è relativo ad altre posizioni lunghe con regolamento fisico ("right to recall" senza data di scadenza), mentre il restante 0,042% fa riferimento ad altre posizioni lunghe con regolamento in contanti (Portfolio Swap" con scadenza 29 aprile 2025).

Inoltre, sempre dal 25 novembre Francesco Gaetano Caltagirone detiene una partecipazione aggregata nel capitale dell'istituto senese, pari al 5,057%. La partecipazione è detenuta tramite dieci società controllate.

Nel dettaglio, il 4,509% è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni di Banca MPS, mentre il restante 0,548% è relativo ad altre posizioni lunghe con regolamento fisico (opzioni "put" con scadenza 21 marzo 2025).

867 di 887 - 12/12/2024 07:59
REGISIII N° messaggi: 651 - Iscritto da: 21/11/2024

Mps, dopo la privatizzazione Bce lascia a Siena mani libere sui dividendi.

868 di 887 - 12/12/2024 08:12
sandocan1 N° messaggi: 6319 - Iscritto da: 19/11/2016
È meglio che risarcisca i vecchi azionisti truffati prima….
869 di 887 - 12/12/2024 14:34
1magenpier N° messaggi: 414 - Iscritto da: 15/10/2019
Stiamo viaggiando verso i 7,20 Euri finalmente si intravvedere la stazione di arrivo e vaiiiiii
870 di 887 - 31/12/2024 07:51
REGISIII N° messaggi: 651 - Iscritto da: 21/11/2024

Mps, tutte le opzioni per la banca senese a trazione Caltagirone-Delfin. Nell’agenda indipendenza, terzo polo e la carta Anima

I nuovi soci Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin vogliono l’autonomia dell’istituto, la nascita del terzo polo, rafforzando il legame con l’asset manager milanese

La borsa ha apprezzato il rimpasto-lampo avvenuto la scorsa settimana al vertice di Montepaschi. Dopo il passo indietro dei cinque rappresentanti del Tesoro, nel cda della banca senese sono stati cooptati Alessandro Caltagirone, Elena De Simone (entrambi in quota Francesco Gaetano Caltagirone, primo socio privato al 5,026%), Marcella Panucci, Francesca Renzulli (entrambi in quota Anima, che ha il 4% di Siena) e Barbara Tadolini (espressione di Delfin, oggi al 3,5%).

La reazione del mercato

La notizia è stata apprezzata dal mercato come dimostra l’andamento del titolo Mps che ieri ha guadagnato oltre il 2% a 6,81 euro, trascinando al rialzo il settore e l’intero listino milanese. Gli analisti hanno visto nel rimpasto deciso dal Mef un ulteriore acceleratore del processo di consolidamento in atto da qualche mese nel comparto bancario. Soprattutto perché, con la fine del regime di ricapitalizzazione precauzionale e quindi dei vincoli sugli aiuti di stato, il Monte avrà le mani libere non solo sulle politiche di dividendo e sulle retribuzioni ma anche sulle operazioni straordinarie.

La strategia di Mps

Secondo quanto si apprende, punto fermo per il ceo Luigi Lovaglio, per il presidente Nicola Maione, per il Mef e soprattutto per i nuovi soci forti entrati con il completamento della privatizzazione sarà l’autonomia della banca. A breve insomma non si prevedono operazioni con altri istituti. L’ipotesi di una fusione difensiva con Banco Bpm in funzione anti-Unicredit sarebbe stata accolta con una certa cautela a Siena. Agli attuali stakeholder infatti non piacerebbe l’idea di diluirsi in un gruppo più grande dove la maggioranza relativa sarebbe in mano ai francesi del Crédit Agricole.

Le opzioni sul tavolo

Anche l’opzione Bper-Unipol, pur vagliata da Roma nei mesi scorsi, farebbe fatica a decollare. Forte della ritrovata redditività e di un cospicuo cuscinetto di capitale, il Montepaschi privato a trazione Caltagirone e Delfin sembra insomma intenzionato a ballare da solo per costruire il terzo polo del credito italiano. Nel radar potrebbe finire anche qualche operazione straordinaria. Agli analisti non è sfuggito il rafforzamento del legame tra la banca e Anima. La sgr milanese, alleato storico del Monte nel risparmio gestito, è entrata nell’azionariato dell’istituto con l’aumento di capitale del 2022 e ha rafforzato la quota con l’ultimo collocamento. Non solo.

La carta Anima

Con il rimpasto della scorsa settimana Anima (che ha in Caltagirone un socio forte al 5,29%) ha ottenuto anche due rappresentanti nel board della banca. Mosse segnaletiche di un rapido e progressivo avvicinamento della sgr a Siena. Le tappe successive dipenderanno dall’esito dell’opa lanciata dal Banco su Anima. Con l’attuale livello del premio (appena l’8,5%) è plausibile che molti azionisti non consegnino i titoli e che l’offerente non raggiunga la soglia minima del 66,67%. Uno scenario alternativo è che, dopo la probabile integrazione tra Unicredit e Banco, il ceo Andrea Orcel decida di rinunciare ad Anima e di concentrarsi sull’alleaza nel gestito con Amundi.

In entrambi i casi la società presieduta da Patrizia Grieco esterebbe autonoma e potrebbe a quel punto essere traghettata da Caltagirone e da altri soci nella sfera di influenza di Mps. A quel punto il terzo polo potrebbe contare su una fabbrica prodotto con oltre 200 miliardi di masse e profitti da oltre 170 milioni da affiancare a una rete di filiali e alla banca digitale Widiba.

871 di 887 - 10/1/2025 09:39
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014
B.Mps: dal 27 dicembre Delfin al 9,78% del capitale (Consob)

Dallo scorso 27 dicembre Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, risulta in possesso del 9,78% del Montepaschi, in diretta proprietà. Lo si legge nell'ultimo bollettino Consob sulle partecipazioni rilevanti. L'Autorità rende noto che la scalata nel capitale di B.Mps è avvenuta a seguito dell'acquisto, da parte di Delfin, di azioni nell'ambito di una complessiva operazione di share forward e collar share forward.

Prima del 27 dicembre, Delfin risultava in possesso del 3,509% del Monte. L'ultima comunicazione delle partecipazioni rilevanti era del 13 novembre 2024.
872 di 887 - 24/1/2025 09:36
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

Banca Mps lancia ops da 13,3 miliardi su Mediobanca per creare terzo polo bancario

Banca Monte dei Paschi di Siena ha lanciato un’offerta pubblica di scambio totalitaria volontaria da 13,3 miliardi di euro sul 100% del capitale sociale di Mediobanca .

Mps vuole creare un nuovo campione bancario italiano

L’obiettivo, spiega Mps in una nota, è quello di creare "un nuovo campione bancario italiano attraverso l’unione di due tra i marchi più distintivi del mercato dei servizi finanziari: MPS per il Retail e Commercial Banking e Mediobanca per il Wealth Management, Corporate & Investment Banking e Consumer Finance".

Premio del 5% sulle azioni Mediobanca

Per ciascuna azione Mediobanca portata in adesione all’offerta, Mps offrirà un corrispettivo unitario di 2,3 azioni ordinarie. Pertanto, per ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione all’offerta saranno corrisposte 23 azioni ordinarie del Monte dei Paschi. Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni dell’istituto senese rilevato alla chiusura del 23 gennaio 2025 (6,9531 euro), il corrispettivo esprime una valorizzazione pari a 15,992 euro per ciascuna azione Mediobanca e, pertanto, incorpora un premio pari al 5,03% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Mediobanca prima dell’offerta.

Il terzo polo bancario dopo Intesa e Unicredit

Tra le altre cose, secondo l’istituto guidato da Luigi Lovaglio, l'offerta rappresenta “l’opportunità di ulteriore sviluppo e crescita ideale per entrambe le istituzioni e presenti una significativa creazione di valore per gli azionisti di entrambe le società e per tutti gli stakeholders”.

L’unione delle due banche consentirà di creare il terzo operatore bancario nazionale dopo Intesa e Unicredit, “con un modello di business distintivo, diversificato e resiliente, che farà leva sulla combinazione di due dei più prestigiosi marchi del settore finanziario italiano, con capacità distintive e complementari”, si legge nel comunicato.

Il piano di Mps

Secondo Mps, l’operazione permetterà anche di espandere l’offerta di prodotti, sfruttando una serie completa di fabbriche di prodotti e partnership e la posizione di leadership in mercati chiave della nuova entità.

Inoltre, sottolinea la banca toscana, l’unione con Mediobanca consentirà di sbloccare imposte anticipate (Dta) detenute da Mps, con un effetto stimato per gli azionisti di Mediobanca aderenti all'offerta di 1,2 miliardi di valore attuale netto, pari a circa il 10% dell'attuale valore di mercato di Piazzetta Cuccia.

Sono attese sinergie ante imposte a regime per circa 700 milioni di euro l'anno, di cui 300 milioni di ricavo, 300 milioni di costo e 100 milioni nel funding.

I costi di integrazione sono attesi pari a circa 600 milioni nel primo anno di attività.

Previsto anche un incremento a doppia cifra dell'Eps adjusted e un crescente dividendo per azione con un payout fino al 100%.

Mps condivide in parte l'azionariato di Mediobanca

La mossa di Mps arriva dopo che lo scorso novembre il Mef è sceso all’11,7% del capitale sociale, aprendo la porta a Banco Bpm e Anima Holding. Ma anche a Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin che, con acquisti successivi, sono saliti fino quasi al 20% di Siena.

Gli stessi Delfin e Caltagirone sono allo stesso tempo azionisti di Mediobanca rispettivamente con il 19,8% e il 7,8% delle quote, oltre a possedere anche una fetta di Generali (BIT:GASI), attualmente impegnata nell’operazione con Natixis.

Il commento dell’ad Lovaglio

“Con questa operazione di natura industriale vogliamo segnare un nuovo approccio nel percorso di consolidamento del settore bancario che in maniera innovativa crea valore da subito sia per gli azionisti di MPS che di Mediobanca, e ritengo anche per l’intero sistema Paese”, commenta Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena.

“Puntiamo – aggiunge - a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare. Un nuovo e moderno gruppo bancario altamente competitivo, leader in business specialistici chiave e con una forte solidità patrimoniale, che si pone l’obiettivo di svolgere in modo sempre più virtuoso il ruolo di sostegno a famiglie, imprese e comunità locali. Insieme e a beneficio di tutti gli azionisti, abbiamo l’opportunità di creare un player con un modello di banca globale bestin-class e resiliente, facendo leva su competenze distintive e complementari, capillari reti distributive e agili piattaforme digitali. Una combinazione di business unica di talenti, know-how, brand e valori. La giusta sintesi per un’eccellenza italiana su cui costruire un futuro di crescita e innovazione a beneficio di clienti, dipendenti, azionisti e tutti gli altri stakeholder”.

Banca Monte dei Paschi è stata assistito da J.P. Morgan Securities plc e UBS Europe SE quali advisor finanziari e Gianni & Origoni e White & Case in qualità di consulenti legali.

873 di 887 - 24/1/2025 09:50
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

B.Mps: Lovaglio (ad), proposta finanziaria forte e unica per Mediobanca

La proposta finanziaria" di Mps per Mediobanca "è forte e unica". Con l'operazione "saremo il numero 3 nel settore bancario italiano per quanto riguarda i prodotti finanziari", con una "base dei clienti a 6 milioni", dall'unione dei due marchi più forti del settore finanziario italiano. Lo ha detto l'amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena, Luigi Lovaglio, durante la conference call dopo il lancio dell'Ops totalitaria su Mediobanca del valore di circa 13,3 miliardi. Tra Mps e Mediobanca "c'è la migliore business combination industriale" possibile" che creerà "valore per tutti gli azionisti", e "700 mln di sinergie pretasse ogni anno", ha concluso.

874 di 887 - 24/1/2025 10:02
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

B.Mps: Lovaglio (ad), operazione Mediobanca prospettata al Mef a fine 2022

"A dicembre 2022 dopo che avevamo completato l'aumento di capitale da 2 miliardi e mezzo, esattamente il 16 dicembre, quando ho incontrato il ministro dell'Economia e delle Finanze per presentare un aggiornamento sulle strategie per il futuro avevo presentato 3 opzioni: continuare da soli, fare un'operazione fra pari e un'operazione con Mediobanca. Ora è giunto il momento".

Lo ha detto Luigi Lovaglio, ad di B.Mps, nella conference call dopo l'Ops lanciata su Mediobanca aggiungendo che "il processo di aggregazione è nato sul mercato e noi vogliamo svolgere un ruolo attivo per rafforzare la nostra posizione competitiva".

875 di 887 - 24/1/2025 10:05
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

FOCUS: quella mossa del Monte su Mediobanca che blocca Generali

Nuovo colpo di scena nel risico bancario che coinvolge i principali attori del settore finanziario nazionale: il Monte Paschi muove su Mediobanca lanciando un'Ops totalitaria di circa 13,3 mld con l'obiettivo di delisting. L'operazione porterebbe alla nascita del terzo polo su cui puntava il governo Meloni, sempre con al centro Siena ma con perno Banco Bpm.

I piani originari di Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti sono stati scompaginati dal blitz di Unicredit su Bpm. Ora una nuova mossa, secondo diversi osservatori supportata da Palazzo Chigi e dal Tesoro che di Mps ha ancora l'11,7% circa, per comprare Mediobanca con l'intento di conquistare Generali, dove i grandi soci Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin sono in conflitto con il management guidato da Philippe Donnet. Una strategia volta anche a proteggere il risparmio italiano che, secondo palazzo Chigi, potrebbe essere messo a rischio dalla joint venture siglata qualche giorno fa dal Leone con la francese Natixis.

876 di 887 - 27/1/2025 15:27
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

B.Mps: non deve più sottostare a vincoli Ue su aiuti stato

Mps non deve più sottostare ai vincoli europei sugli aiuti di Stato e quindi avrà le mani libere l'ops appena lanciata su Mediobanca.

Ad annunciarlo lunedì 27 gennaio, si legge su milanofinanza.it, è stato un portavoce della Commissione Europea: "Dal punto di vista del controllo delle concentrazioni, l'offerta di Mps di acquisire Mediobanca non è stata notificata alla Commissione. Come sempre, spetta alle parti valutare se un'operazione debba essere notificata alla Commissione ai sensi delle norme Ue sulle concentrazioni".

La portavoce ha anche aggiunto che "a seguito della cessione della maggior parte della partecipazione pubblica in Mps, che ha portato alla perdita del controllo sulla banca, Mps non è più vincolata al suo impegno ai sensi della decisione sugli aiuti di Stato di astenersi dalle acquisizioni e ciò le consente di intraprendere le azioni aziendali che riterrà appropriate per perseguire i propri interessi commerciali", ha concluso il portavoce.

877 di 887 - 28/1/2025 09:05
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

Mediobanca: Aurelia (Gavio) vende 200 mila azioni fuori patto

Aurelia Srl, società del gruppo Gavio, che aderisce all'accordo di consultazione tra i soci di Mediobanca con 4.300.000 azioni, tra il 24 e il 27 gennaio, scorso ha venduto in totale 200 mila azioni Mediobanca fuori patto. In dettaglio, ricorda una nota, il 24 gennaio, Aurelia ha venduto 175 mila azioni ad un prezzo medio ponderato di 15,9832 euro, mentre ieri ha venduto 25 mila azioni ad un prezzo medio ponderato di 16,55 euro.

Aurelia, inoltre, il 24 gennaio ha venduto un'opzione put (scadenza 13 dicembre 2025, strike 13) con sottostante 250 mila azioni Mediobanca. Da segnalare anche un'opzione put (scadenza 12 dicembre 2025, strike 12) con sottostante 250 mila azioni Mediobanca il 24 gennaio e un'opzione put (scadenza 12 dicembre 2025, strike 12) con sottostante 250 mila azioni Mediobanca il 27 gennaio.

878 di 887 - 03/2/2025 09:14
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

MPS – Moody’s migliora outlook sui rating dei depositi e del debito senior unsecured dopo OPS Mediobanca

Banca Monte dei Paschi di Siena ha reso noto che l' agenzia di rating Moody' s Ratings ha migliorato a ' positivo' , da stabile, l' outlook di lungo termine sui rating dei depositi e del debito senior unsecured, confermando tutti i rating della Banca.

La decisione fa seguito all' annuncio di MPS di lanciare un' Offerta Pubblica di
Scambio totalitaria volontaria sulle azioni di Mediobanca, e riflette anche la valutazione da parte dell' agenzia di rating dei benefici di scala derivanti dalla creazione del terzo gruppo bancario a livello nazionale, che comprenderebbe attivita' complementari con franchising consolidati nei settori dei servizi bancari retail, del credito al consumo, del wealth managment, dei prestiti alle piccole, medie e grandi imprese, nonche' dei servizi di corporate e investment banking.

Inoltre, secondo Moody' s, la redditivita' ricorrente di MPS, escludendo gli effetti delle DTA e i costi di integrazione, beneficerebbe della maggiore diversificazione dei prodotti e servizi derivante da una business combination con Mediobanca.

L' outlook positivo sui rating di lungo termine dei depositi e del debito senior unsecured di MPS riflette il potenziale beneficio derivante dall' operazione sul profilo finanziario della combined entity.

Moody’s ha inoltre indicato la possibilita' di un upgrade multi-notch, subordinato al completamento con successo della transazione e al miglioramento del merito di credito.

La conferma dei rating riflette anche i progressi evidenziati negli ultimi anni dalla Banca nella redditivita' ricorrente e nel profilo di rischio di credito, e nel ripristino di un modello di business piu' sostenibile.

879 di 887 - 10/2/2025 09:27
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

B.Mps: rimborsa in anticipo di 1 anno bond da 750 mln

Il Monte dei Paschi comunica che, in linea col funding plan e avendo ricevuto l'autorizzazione del Single resolution board, il prossimo 2 marzo eserciterà l'opzione di rimborso integrale in via anticipata dell'obbligazione di tipo Senior denominata " 750,000,000 000 Fixed to Floating Rate Callable Senior Notes due 2 March 2026" e avente Codice ISIN XS2593107258.

I titoli, interamente sottoscritti da investitori istituzionali, saranno rimborsati integralmente alla pari, insieme agli eventuali interessi maturati e non corrisposti alla data di rimborso opzionale.

880 di 887 - 10/2/2025 09:30
GIOLA N° messaggi: 36637 - Iscritto da: 03/9/2014

BANCA MPS H4




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