1 di 395
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05/11/2014 16:03
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GIOLA
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Iscritto da: 03/9/2014
L'oro è in forte calo anche oggi ( -2,2% a 1.142 usd) segnando i nuovi minimi dall'aprile 2010.
Con il crollo delle ultime settimane la performance da inizio anno è ad oggi un -6% circa, cambiando bruscamente segno dopo il picco a +15,5% segnato lo scorso marzo.
Il 2013 si era chiuso con un calo del 28% che aveva interrotto una sequenza di 12 anni consecutivi di rialzo.
EFFETTO
Graficamente, oggi ha ceduto anche l'importante sostegno in area 1.150 usd dove transitano numerosi supporti, tra i quali la trendline "secolare" rialzista ed il 50% di ritracciamento di tutto l'uptrend in corso dall'inizio del millennio, oltre ad altri supporti minori.
A questo punto è probabile che il calo prosegua almeno fino a 1.080/1.000 usd. Prima di allora è prematuro scommettere su un rimbalzo.
Al rialzo l'area 1.170/1.200 usd è diventata ora la prima robusta fascia resistenziale, dove eventualmente attivare degli short in caso di rimbalzo.
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2 di 395
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06/11/2014 11:58
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GIOLA
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Iscritto da: 03/9/2014
E’ ufficiale,il 30 Novembre 2014 ,si terrà il referendum sull'oro in Svizzera. E a mio parere sarà un evento di assoluta rilevanza geopolitica.
Attualmente la percentuale degli attivi in Oro Fisico della Banca Centrale Svizzera (BNS), è di circa il 7,43%. L’iniziativa popolare mira a elevare tale attivo al 20%, per una “spesa” di circa 63 miliardi di franchi svizzeri. Ovvero al cambio attuale: 1710 tonnellate di oro in più da mettere a riserva, attualmente la BNS possiede 1040 tonnellate di oro fisico, e dunque andrebbe a 2740 tonnellate.
C’è anche da fare notare che gli Svizzeri hanno fatto un gigantesco errore vendendo tra il 2000 e il 2005 (tempismo non esattamente perfetto) 1400 tonnellate di Oro Fisico, “non più necessarie” alla politica monetaria Svizzera.
C’è anche il fatto che sorprendentemente non tutto l’Oro della BNS è detenuto in Svizzera, ma in parte è detenuto “fuori confederazione”.
I tempi:
ove il referendum dovesse passare, la Confederazione sarebbe costretta entro 2 ANNI a far rientrare il proprio oro entro i confini nazionali e entro 5 anni a dotarsi del 20% sull'attivo della BNS di oro fisico. Cioè a comprare 1740 tonnellate di oro circa.
Implicazioni geopolitiche (e sul prezzo del metallo):
se gli Svizzeri dovessero fare passare questo referendum nel mondo ci sarebbero reazioni a catena anche da parte di nazioni occidentali (tipo la Germania), ovviamente ci sarebbe qualche leggerissimo problema a far rientrare l’Oro Svizzero in Svizzera e il castello di carta rischierebbe di saltare.
Qui non si tratta di una possibilità, se il referendum passa, la Svizzera DEVE attuarlo
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8 di 395
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24/11/2014 13:05
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GIOLA
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Iscritto da: 03/9/2014
Il referendum sulle riserve, in Svizzera, potrebbe far salire il prezzo dell'oro. Nel caso in cui vincano i sì, le conseguenze sul prezzo dell'oro saranno inevitabili: la Banca Nazionale Svizzera (BNS), guidata dal Presidente Thomas Jordan, sarà obbligata a detenere in oro, tassativamente entro i confini nazionali, almeno il 20% delle proprie riserve, con il divieto di vendere qualsiasi quantità in futuro. Dato che la BNS possiede 1.040 tonnellate d'oro, pari al 7,5% delle riserve totali, > calcola Carlo Alberto De Casa, analista dei mercati valutari per ActiveTrades. Uno sforzo enorme se si calcola che la produzione annua di oro si aggira attorno a 3.000 di tonnellata su scala globale.
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9 di 395
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28/11/2014 16:17
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GIOLA
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Iscritto da: 03/9/2014
Il prossimo referendum svizzero che chiamerà l'elettorato elvetico ad esprimersi sulla quota di riserve auree che devono essere detenute dalla Banca Centrale va inquadrato all'interno di una più complessiva tendenza nazionalistica che sta attraversando molte aree dell'Europa. L'analisi è degli analisti di MC Capital, che paragonano la consultazione diretta elvetica ai referendum per l'indipendenza della Catalogna o a quello scozzese. In questo senso va letta anche l'affermazione di alcuni partiti come la destra francese o l'Ukip inglese. Nei periodi di difficoltà, secondo gli analisti della casa d'affari, è più facile cavalcare chiusure e senso nazionale. Come è noto in Svizzera, il 30 novembre si conoscerà l’esito del referendum sulle riserve auree della Banca Nazionale Svizzera. L’Unione Democratica di Centro, partito di maggioranza relativa in Svizzera, guidato da Toni Brunner, ha promosso un referendum per il quale, in caso di vittoria dei sì, la Banca Nazionale Svizzera (Bns) dovrebbe portare le riserve auree dall’attuale 8% al 20% in cinque anni, rimpatriare l’oro che la Svizzera ha in parte depositato in Inghilterra e negli Stati Uniti. L'operazione di consolidamento verrebbe completata vincolando il 20% dell'oro alla Banca Centrale, dichiarandolo invendibile.
La manovra ha chiaramente una valenza politica, appellandosi al senso nazionalistico di centro destra dell’elettorato dell’Udc.
“È molto probabile che vincerà il no e la Bns ha dichiarato che il referendum si basa sul concetto molto discutibile che più c’è oro, più c’è stabilità”, hanno evidenziato gli operatori di Mc Capital. Solo Deutsche Bank ha giudicato nei giorni passati probabile la vittoria del “si”.
L’eventuale successo dei “nazionalisti” elevetici comporterebbe vendite di franchi svizzeri per acquistare l’oro, quotato in dollari Usa. La maggiore solidità del franco svizzero, sostenuto da maggiori riserve auree, renderebbero il franco più attraente, rafforzandolo. Per la Bns sarebbe più difficile sostenere il “peg” a 1.20 contro l’Euro, livello sotto il quale, dalla fine del 2011, la Banca Centrale Svizzera ha deciso di non far scendere il cambio Euro/Franco Svizzero. Un franco troppo forte danneggia le esportazioni. (MF)
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10 di 395
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01/12/2014 11:29
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GIOLA
N° messaggi: 34859 -
Iscritto da: 03/9/2014
Svizzera salva, non passa il referendum.
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11 di 395
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01/12/2014 16:31
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GIOLA
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Iscritto da: 03/9/2014
L'oro rimbalza del 2,5% a 1.195 usd, recuperando le perdite delle ultime due sedute.
Il prezzo oscilla comunque non lontano dai minimi dell'anno a 1.130 usd, segnati all'inizio di settembre.
In Svizzera ha vinto nettamente il NO su tutti e tre i temi sottoposti a referendum : aumento delle riserve auree della Banca Nazionale Svizzera (Bns), limitazioni all'immigrazione, abolizione dei forfait fiscali per i super abbienti che risiedono nella Confederazione.
Quello sull'oro, che ci riguarda più da vicino, ha ricevuto il 77,2% di NO.
L'iniziativa referendaria prevedeva che almeno il 20% delle riserve della Bns dovesse essere in oro, che la quantità accumulata non fosse vendibile e che fosse interamente cutodita in Svizzera.
Con la vittoria del SI (che francamente non abbiamo mai considerato realistica) la Bns sarebbe stata costretta a investire risorse ingenti per aumentare le riserve in lingotti con imprevedibili conseguenze sul prezzo dell'oro.
Dopo le ultime sedute di forte volatilità, il bilancio da inizio anno dell'oro è praticamente sulla parità. A marzo l'oro aveva accumulato un guadagno del 16%.
Il 2013 si era chiuso con un calo del 28% che aveva interrotto una sequenza di 12 anni consecutivi di rialzo.
Graficamente, anche stavolta la reazione è partita dalla parte bassa del ristretto range compreso tra 1.200/1.150 usd che veicola i prezzi da ottobre.
Su questa fascia transitavano numerosi supporti, ceduti i quali si rischia una discesa fino alla soglia psicologica dei 1.000 dollari.
Al rialzo forte resistenza in area 1.400 usd, corrispondente ai massimi dell'anno. Più ravvicinato invece l'ostacolo in area 1.200 usd, corrispondente ai precedenti minimi dell'anno, ormai abbandonati.
Se il trend non riuscirà a violare stabilmente il primo ostacolo a 1.200 usd, aumenta la probabilità di approdare nell'area 1.080/1.000 usd. Prima di allora è prematuro scommettere su un rimbalzo.
Operatività. Websim non ha posizioni attive. Per gli acquisti si preferisce intervenire sulla debolezza scalettando gli acquisti verso 1.080/1.000 usd.
Per investire su questo asset si può utilizzare, tra i tanti strumenti l'ETFS PHYSICAL GOLD, ISIN: JE00B1VS3770 (PHAU.MI)
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12 di 395
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26/12/2014 11:02
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GIOLA
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Iscritto da: 03/9/2014
Il Fondo Monetario Internazionale ha comunicato che l'Ucraina ha ridotto le sue riserve auree per il secondo mese consecutivo, portandole al più basso livello da agosto 2005. Di contro la Russia ha acquistato lingotti per l'ottavo mese di fila, per portare le riserve auree detenute al livello più alto degli ultimi vent'anni. Le quote ucraine sono scese a 23,6 tonnellate nel mese di novembre, dalle 26,1 tonnellate nel mese di ottobre. Le riserve in Russia sono invece salite a circa 1,187.5 tonnellate nel mese di novembre, da 1.168,7 tonnellate al mese precedente.
"Kiev ha una situazione finanziaria sotto pressione", ha dichiarato Steven Dooley, strategist valutario per Western Union Business Solutions. "Anche la sua moneta è sotto pressione e sul mercato dell'oro l'Ucraina è un modesto player. Non abbiamo visto questo grande impatto sui prezzi del metallo prezioso, come invece può avere la Russia". Il lingotto a consegna immediata è sceso dell'1,7% a 1,181.75 l'oncia, dopo il cedimento del 28% accusato nel 2013
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13 di 395
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28/12/2014 11:00
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GIOLA
N° messaggi: 34859 -
Iscritto da: 03/9/2014
Il 2014 si chiude in negativo con una flessione del 22,5% dell’indice dei prezzi delle commodity (S&P Gsci tr), sul quale ha pesato il crollo del petrolio (-45% il Brent), ma per il prossimo anno le previsioni sui metalli degli analisti della banca d’affari Usa sono positive, con eccezione per oro e argento. In dettaglio le proiezioni sui prezzi.
1) Rame. E’ uno dei metalli che, secondo gli esperti, ha le migliori prospettive, anche se continuerà a risentire negativamente dell’andamento del settore immobiliare cinese. Dopo aver perso da gennaio il 13%, la quotazione è stimata 7.397 dollari/tonnellata nel 2015, da 6.971 del 2014, mentre a lungo termine la previsione è 7.938 dollari.
2) Zinco. Il prezzo dello zinco (+3,5% nel 2014) dovrebbe continuare a salire, ma il recente aumento delle scorte fisiche è un rischio da considerare. Per il 2015 la stima del prezzo medio è 2.348 dollari (in aumento da 2.123), con una proiezione a lungo termine di 2.740 dollari.
3) Platino. La performance del platino nel medio periodo dovrebbe essere positiva, visto che l’incremento del prezzo in rand difficilmente supererà l’andamento dei costi di estrazione in Sud Africa. Dopo essere sceso di oltre il 12% nel 2014, il prossimo anno è stimato 1.640 dollari l’oncia (da 1.488 nel 2014). La proiezione a lungo termine è invece 2.246 dollari.
4) Alluminio. I prezzi medi più elevati del terzo trimestre sono motivati e sostenibili date le restrizioni sul fronte dell’offerta, che deve soddisfare un’alta domanda. Le stime indicano una quotazione, cresciuta del 7% da gennaio, di 1.913 dollari/tonnellata nel 2015, da 1.830 del 2014, con un forte incremento fino a 2.748 dollari nel lungo periodo.
5) Nickel. La recente correzione del prezzo, che chiude il 2014 con un rialzo vicino al 10%, è stata eccessiva dato il deficit di offerta atteso nel prossimo anno, anche se difficilmente supererà il massimo di quest’anno (21 mila dollari/tonnellata). Per il 2015 la previsione è 19.346 dollari/tonnellata, in aumento da 17.640 del 2014, per arrivare a superare quota 22mila (22.439) nel lungo periodo.
6) Oro. Gli analisti continuano a essere pessimisti sul prezzo del metallo giallo (-0,5% da inizio anno) visto che tutti gli indicatori chiave (bassa inflazione mondiale, atteso aumento dei tassi Usa e rafforzamento del dollaro) indicano valori più bassi nel medio termine. Per il 2015 la previsione è 1.180 dollari l’oncia, in calo da 1.264 nel 2014, per poi risalire nel lungo termine (1.444 dollari)
7) Argento. Il peggioramento dello scenario dell’oro vale anche per l’argento, che ha decisamente interrotto il trend rialzista. Dopo essere sceso da gennaio del 17,4%, la previsione per il 2015 è 18,86 dollari l’oncia, solo leggermente inferiore al 2014 (19 dollari) per recuperare nel lungo periodo fino a 25,92 dollari.
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14 di 395
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08/1/2015 15:07
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GIOLA
N° messaggi: 34859 -
Iscritto da: 03/9/2014
L'oro è poco mosso oggi a 1.210 usd e si prende una pausa dopo un'ottima partenza d'anno.
Il metallo prezioso ha guadagnato il 2% da primo gennaio, un progresso che si amplia a +4,8% tenendo conto della contemporanea rivalutazione del dollaro Usa nei confronti dell'euro.
Gli investitori provano così a difendersi dalle turbolenze scatenate dalla caduta del greggio e dalla crisi politica in Grecia.
Se trasformata in euro, la quotazione dell'oro (1.027 euro l'oncia) è salita ai massimi dal settembre 2013.
Tornando all'andamento del prezzo in dollari USA, si nota come stia proseguendo la fase oscillatoria intorno a quota 1.200 usd.
Il metallo prezioso ha chiuso il 2014 con una performance quasi piatta (-1,7%), archiviando comuque il secondo anno consecutivo in rosso.
Il 2013 si è chiuso a -28% e ha interrotto una sequenza di 12 anni consecutivi di rialzo.
Graficamente, l'importante sostegno in area 1.200/1.150 usd è stato solo "rosicchiato" al ribasso tra ottobre e novembre.
Il livello ha dimostrato ottima tenuta, consentendo di interpretare il movimento degli ultimi mesi come una possibile fase di "bottom".
Ne deriva che il momentum negativo sull'oro si è decisamente ridotto, anche se stenta a tornare l'euforia rialzista vista negli anni scorsi.
La fase attuale dell'oro potrebbe essere quindi classificata come la parte terminale della correzione in corso dai massimi torici del 2011 a 1.920 usd.
D'ora in poi i ribassi possono essere perciò sfruttati per una graduale accumulazione, quantomeno in ottica di diversificazione del portafoglio e in chiave di protezione di asset più rischiosi.
Al ribasso area 1.150 usd prima e area 1.080/1.000 usd poi restano importanti supporti grafici di lungo periodo.
Al rialzo l'area 1.400/1.500 usd è invece una forte resistenza.
Per arrivarci occorre prima violare stabilmente la dura area resistenziale in area 1.240 usd.
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15 di 395
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23/1/2015 17:52
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05fede
N° messaggi: 2372 -
Iscritto da: 07/12/2011
la questione dei franchi svizzeri che ripercussioni avrà su quotazioni oro???
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16 di 395
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02/2/2015 12:54
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GIOLA
N° messaggi: 34859 -
Iscritto da: 03/9/2014
Le tensioni geopolitiche internazionali hanno portato da inizio anno a un rialzo del prezzo del metallo giallo, come porto sicuro in cui parcheggiare la liquidità, ma il trend fondamentale non è cambiato. Gli analisti ritengono che riprenderà a scendere nei prossimi mesi. Le stime indicano una quotazione di 1.200 dollari l'oncia nel primo trimestre 2015, in discesa a 1.180 nel secondo, 1.130 nel terzo e 1.170 nell’ultimo. Per l’intero 2015 la quotazione media è 1.170 dollari, in flessione da 1.266 del 2014.
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17 di 395
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11/2/2015 16:49
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GIOLA
N° messaggi: 34859 -
Iscritto da: 03/9/2014
“L’ottima confluenza grafica a 1.242 ha ieri solo confermato in parte la sua valenza per andare poi a “sporcarsi” e dunque prolungare la correzione successiva ai movimenti di venerdì. La view tuttavia non cambia, ma attenderemmo vendite sotto 1.238 verso area 1.130/28 e resteremo invece con idee long sopra 1.251 in direzione 1.256 e 1.261 poi.” Buona anche se sofferte le discese del metallo giallo che purtroppo per 2 dollari ha fallito i target. Resteremo con l’idea di vendere fino ad area 1.244, con l’obiettivo dei minimi relativi, mentre ci proporremo di comprare solo al suo superamento al rialzo verso 1.251 e 1.256.
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18 di 395
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23/2/2015 13:50
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GIOLA
N° messaggi: 34859 -
Iscritto da: 03/9/2014
Nuova battuta d’arresto per il Gold future, che nella mattinata odierna ha ceduto anche la soglia psicologica dei 1.200 dollari prospettando un possibile approdo verso l’area 1.180-1.175. Da alcune settimane il quadro tecnico del metallo prezioso si sta progressivamente deteriorando e dopo il cedimento del supporto a 1.217-1.215 dollari, lo scenario di breve si è ulteriormente appesantito. Anche l’analisi quantitativa conferma la prospettiva di un’estensione della tendenza ribassista: gli indicatori di tendenza sono allineati in posizione short, mentre gli oscillatori di forza relativa stazionano al di sotto delle rispettive soglie di equilibrio. Un primo segnale di tenuta si avrebbe con il recupero di 1.215-1.217 dollari, anche se un concreto impulso positivo sarebbe fornito solo dal breakout di quota 1.235-1.240. (MILANO FINANZA)
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19 di 395
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23/2/2015 15:02
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GIOLA
N° messaggi: 34859 -
Iscritto da: 03/9/2014
L'oro (1.195 usd) è in calo dello 0,7% e scivola sui minimi dal 5 gennaio. Completamente erosa la performance positiva accumulata da inizio anno, arrivata a un picco di +10% lo scorso 22 gennaio.
Si allarga quindi il gap nei confronti di altri asset ben più remunerativi in questa prima parte dell'anno a cominciare dalla borsa italiana che ha messo a segno un rialzo del 15%.
Più in generale è un brutto momento per tutti i metalli preziosi: anche il platino è sceso sui minimi dal 2009.
L'attenuazione delle tensioni sulla Grecia, la forza del dollaro, la tregua, pur traballante in Ucraina, sono tutti fattori che diminuiscono l'appeal speculativo.
Il metallo prezioso ha chiuso il 2014 con una performance quasi piatta (-1,7%), archiviando il secondo anno consecutivo in rosso.
Il 2013 si è chiuso a -28% e ha interrotto una sequenza di 12 anni consecutivi di rialzo.
Graficamente, l'importante sostegno in area 1.200/1.150 usd, dove passa la trendline rialzista degli ultimi dodici anni, è stato solo "rosicchiato" al ribasso tra ottobre e novembre, ma ha sostanzialmente tenuto, innescando un rimbalzo che non ha mai avuto le caratteristiche di una ripartenza duratura.
Lo dimostra il fatto che le vendite sono scattate già a ridosso del primo ostacolo di breve a 1.300 usd.
Ne deriva che il momentum negativo sull'oro è ancora dominante e lascia spazio ad una fase di assestamento che potrebbe durare ancora molti mesi nell'area compresa tra 1.150 e 1.350/1.450 usd.
Un segnale di ripartenza del trend secolare rialzista si avrebbe solo con il superamento stabile di quota 1.350/1.450 usd, tuttora forte fascia di resistenza.
Al ribasso, invece, area 1.150 usd prima e area 1.000 usd successivamente restano importanti supporti grafici di lungo periodo. (WEBSIM)
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20 di 395
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26/2/2015 12:18
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GIOLA
N° messaggi: 34859 -
Iscritto da: 03/9/2014
Timidi segnale di rimbalzo per il Gold future, che nelle ultime sedute si è aggrappato alla trendline rialzista di breve passante attorno a 1.195-1.200 dollari e nella mattinata odierna ha già trovato un ampio spazio di recupero oltre quota 1.215. Il quadro tecnico principale rimane orientato al ribasso, ma proprio una conferma sopra 1.215 dollari può contribuire ad allentare la pressione negativa, aprendo le porte a una reazione di più ampio respiro. Un concreto segnale di forza si avrà comunque solo con il superamento dell’area 1.235-1.237. Per il momento gli indicatori di tendenza sono ancora saldamente allineati in posizione short, così come gli oscillatori di forza relativa stazionano al di sotto delle rispettive soglie di equilibrio. Al ribasso, fondamentale la tenuta del supporto che si è delineato attorno a 1.190.
(MILANO FINANZA)
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Con il crollo delle ultime settimane la performance da inizio anno è ad oggi un -6% circa, cambiando bruscamente segno dopo il picco a +15,5% segnato lo scorso marzo.
Il 2013 si era chiuso con un calo del 28% che aveva interrotto una sequenza di 12 anni consecutivi di rialzo.
EFFETTO
Graficamente, oggi ha ceduto anche l'importante sostegno in area 1.150 usd dove transitano numerosi supporti, tra i quali la trendline "secolare" rialzista ed il 50% di ritracciamento di tutto l'uptrend in corso dall'inizio del millennio, oltre ad altri supporti minori.
A questo punto è probabile che il calo prosegua almeno fino a 1.080/1.000 usd. Prima di allora è prematuro scommettere su un rimbalzo.
Al rialzo l'area 1.170/1.200 usd è diventata ora la prima robusta fascia resistenziale, dove eventualmente attivare degli short in caso di rimbalzo.