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WALL STREET: record in attesa Fomc, inflazione core delude

Mercoledì 13 Dicembre 2017

MILANO (MF-DJ)--Nuovi record a Wall Street. Il Dow Jones sale dello 0,42% con nuovo massimo storico intraday a 24.608,97 punti, l'S&P 500 dello 0,25% e il Nasdaq Composite dello 0,4%.

In attesa degli esiti della riunione del Fomc, l'inflazione negli Usa è aumentata dello 0,4% a livello mensile e del 2,2% su base annuale a novembre, in linea al consenso degli economisti contattati dal Wall Street Journal. Tuttavia quella core, attentamente monitorata dalla Fed, è salita solo dello 0,1% m/m, deludendo le attese (+0,2% m/m), e dell'1,7% a/a.

"L'indice dei prezzi al consumo a livello generale ha sì accelerato, ma il mercato se l'aspettava e siamo ben lontani dal +2,7% a/a visto lo scorso febbraio. A deludere è stata la componente core che ha rallentato nuovamente scendendo dall'1,8%", commenta uno strategist a MF-Dowjones.

"Le pressioni sui prezzi restano deboli", conclude l'esperto.

"La mancanza di forza nei dati sull'inflazione alimenta i dubbi mantenimento di un atteggiamento da falco da parte della Federal Reserve", aggiunge Aaron Kohli, interest-rates strategist di Bmo Capital Markets.

Tornando alla riunione del Fomc, "ci aspettiamo che la Fed alzi i tassi di interesse, ma restano molti interrogativi" su cosa emergerá dall'aggiornamento delle proiezioni, sia su crescita e inflazione che sul costo del denaro, commenta Collin Martin di Schwab Center for Financial Research.

Secondo gli economisti di Intesa Sanpaolo la riunione dovrebbe concludersi con un aumento del costo del denaro all'1,25-1,5% e con una valutazione positiva dello scenario economico, con previsioni di ulteriore miglioramento del mercato del lavoro e graduale risalita dell'inflazione verso il 2%. Nella prima parte del 2018, la Fed avrá di fronte rischi bilanciati: da un lato, un possibile surriscaldamento generato dalla riforma tributaria ora in discussione in Congresso;

dall'altro, il proseguimento della debolezza dell'inflazione.

La comunicazione post-riunione, con l'ultima conferenza stampa di Janet Yellen e il grafico a punti, dovrebbe poi segnalare consenso per ulteriore rimozione graduale dello stimolo monetario. Per il bilancio, ci dovrebbe essere unanimitá a favore della gestione automatica attuale, almeno per altri due anni; sui tassi, invece, dietro la probabile previsione mediana di tre rialzi, persisterá un'ampia dispersione di opinioni.

"Il consenso sul ritmo dei rialzi si costruirá con l'evoluzione delle informazioni su crescita e inflazione. Un elemento di incertezza è la ricostituzione del board, in una fase molto matura del ciclo, che richiederá flessibilitá e coesione nella calibrazione della strategia.

Jerome Powell guiderá la Fed all'insegna della continuitá, ma dovrá adattare l'ereditá di Yellen a condizioni nuove e a un board probabilmente piú falco rispetto a quello del periodo post-crisi", concludono gli esperti.

"La Fed dovrebbe aumentare i tassi d'interesse di 25 punti base", confermano gli strategist di Unicredit. "Con il terzo incremento del costo del denaro quest'anno, per la prima volta l'Istituto riuscirá a seguire le sue previsioni. La dichiarazione successiva all'incontro e le proiezioni economiche avranno molto probabilmente pochi cambiamenti", commentano gli analisti.

Gli esperti ricordano che questa sará l'ultima conferenza di Yellen da presidente della Fed. "Dopo questo periodo molto agitato, e dopo aver delineato l'andamento futuro della Banca centrale Usa, potrebbe essere ben contenta di lasciare la responsabilitá al suo successore", concludono gli strategist.

Nel frattempo la commissione bicamerale Usa per la riconciliazione dei testi della riforma tributaria di Camera e Senato "sembra stia facendo passi avanti", affermano gli economisti di Intesa Sanpaolo, puntualizzando che i rappresentanti del Senato hanno inviato un insieme di proposte ai loro omologhi alla Camera: le principali modifiche riguarderebbero il livello dell'aliquota per la tassazione delle imprese, che potrebbe essere portata al 21 o al 22% dal 20% delle versioni in modo da finanziare variazioni su altri fronti (tassazione delle societá semplici, aliquota massima per le famiglie e detrazioni per gli interessi). Secondo alcuni membri della commissione, ci potrebbe essere un voto definitivo la prossima settimana, quando dovrá anche essere nuovamente estesa la legge di spesa (appropriations bill), in scadenza il 22 dicembre.

Brutte notizie per Trump sono invece arrivate dall'elezione per il seggio del Senato in Alabama che si è conclusa con una sconfitta repubblicana, portando un rappresentante democratico nello stato ultra-conservatore per la prima volta da piú di 20 anni. L'esito del voto riduce la maggioranza in Senato a 51 contro 49. "Al momento questo risultato non dovrebbe mettere a rischio il passaggio della riforma tributaria che avrebbe comunque voti sufficienti per la maggioranza semplice richiesta. Tuttavia la sconfitta repubblicana dá un segnale rilevante per le elezioni di metá mandato e pesa anche su Trump, che nelle ultime settimane aveva dato il suo appoggio al candidato repubblicano Moore, nonostante le accuse di comportamenti illeciti", commentano gli economisti di Intesa Sanpaolo.

Sul valutario il cambio euro/usd ha aggiornato il massimo intraday a 1,1771 dopo che l'inflazione core Usa ha deluso le attese e tratta ora a 1,1751. Sull'obbligazionario il rendimento del Treasury biennale è in lieve calo all'1,823% e quello del decennale al 2,393%.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

 

(END) Dow Jones Newswires

December 13, 2017 10:44 ET (15:44 GMT)

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