Rimini

Esiste solo nella mia immaginazione? Non ho avuto il tempo di godermela prima dell'invasione barbarica dei turisti crucchi che venivano a gozzovigliare con un pugno di marchi in saccoccia, prima delle frotte di famigliole nostrane in villeggiatura nelle pensioncine che spuntavano da un giorno all'altro come le conchiglie dal mare, prima che il popolo della notte ne facesse un accampamento di sballati, prima ancora che arrivassero in cerca di fortuna e magari soldi facili i rumeni, i macedoni, gli albanesi, i marocchini, i senegalesi e adesso i cinesi. Avevo quei manigoldi dello stato pontificio alle calcagna e cercavo una via di fuga nel labirinto delle pinete cercando di tenere in sella la mia Anitona in preda a una febbre da cavallo. Una notte, appisolato accanto alle ceneri del bivacco, ho sognato che in un'altra vita quella cittadella di marinai da moscone, di mercanti spilorci e bottegai lussuriosi, è stata mia. Noi eroi, si sa, siamo un po' mitomani.