Four Oceans Away

- 16/4/2012 13:22
Icielibigidiparigi N° messaggi: 5332 - Iscritto da: 13/10/2008

 

Non mi sono mai chiesto perchè scattassi delle foto.

In realtà la mia è una battaglia disperata contro l'idea che siamo tutti destinati a scomparire.

Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere...

E' pura follia.

 

- Robert Disneau - 

 

 

p.s.

 

A cosa serve una grande profondità di campo

se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?

 

- Eugene Smith - 

 



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1909 Commenti
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1821 di 1909 - 11/12/2012 15:27
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007

kid-bored.jpg
1822 di 1909 - 11/12/2012 16:56
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007

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1823 di 1909 - 12/12/2012 06:52
ciabattino N° messaggi: 4962 - Iscritto da: 17/6/2011
io son qui cara, son qui
è che avevo esaurito le 20 ore mensili di traffico internet


adesso un'anima generosa mi ha regalato la ricarica e per un pò sono a posto

1824 di 1909 - 13/12/2012 09:52
Icielibigidiparigi N° messaggi: 5332 - Iscritto da: 13/10/2008
Old Quebec street.



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1825 di 1909 - 13/12/2012 09:53
Icielibigidiparigi N° messaggi: 5332 - Iscritto da: 13/10/2008

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1826 di 1909 - 13/12/2012 09:53
Icielibigidiparigi N° messaggi: 5332 - Iscritto da: 13/10/2008

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1827 di 1909 - 13/12/2012 09:54
Icielibigidiparigi N° messaggi: 5332 - Iscritto da: 13/10/2008

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1828 di 1909 - 13/12/2012 09:55
Icielibigidiparigi N° messaggi: 5332 - Iscritto da: 13/10/2008

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1829 di 1909 - 13/12/2012 09:56
Icielibigidiparigi N° messaggi: 5332 - Iscritto da: 13/10/2008

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1830 di 1909 - 13/12/2012 09:56
Icielibigidiparigi N° messaggi: 5332 - Iscritto da: 13/10/2008

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1831 di 1909 - 14/12/2012 07:32
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007
Quotando: ciabattinoio son qui cara, son qui
è che avevo esaurito le 20 ore mensili di traffico internet

adesso un'anima generosa mi ha regalato la ricarica e per un pò sono a posto



ti allego una canzone e poesia di anima fraterna

ELEVAZIONE

Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
al di là del sole, al di là dell’aria,
al di là dei confini delle stellate sfere,


tu, mio spirito, ti muovi con agilità
e, come un buon nuotatore che gode tra le onde,
allegro solchi la profonda immensità,
con indocile e maschia voluttà.


Fuggi lontano dai morbosi miasmi,
vola a purificarti nell’aria, più alta,
e bevi, come un puro liquido divino,
il fuoco chiaro che colma spazi limpidi.


Felice chi con ali vigorose,
le spalle alla noia e vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita,
si eleva verso campi sereni e luminosi!


Felice chi lancia i pensieri come allodole
in libero volo verso cieli nel mattino!
Felice chi, semplice, si libra sulla vita e intende
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!




Charles Baudelaire


buon mattino
http://www.youtube.com/watch?v=nZzMgXEOVJA&feature=youtube_gdata_player
1832 di 1909 - 14/12/2012 13:37
matteo13123 N° messaggi: 992 - Iscritto da: 30/6/2012
secondo me il ciaby mica lo sa cosa sono i miasmi.

comunque, questa l'ho scritta io quand'ero giovane poetico e 'nnammurato°


poesia:


L'après-midi d'un faune. (il pomeriggio di un fauno)

Quelle ninfe, io le voglio eternare.
Così chiaro,
il loro incarnato leggero, che volteggia nell'aria
assopita da sogni fronzuti.
Ho amato un sogno?
Il mio dubbio, di antica notte ammasso, termina
in un ramo sottile che, rimasto il vero
bosco medesimo, prova, ahimé! che io solo m'offrivo
per trionfo l'errore ideale delle rose.
Riflettiamo...
O se le donne di cui glossi
appaiono in un augurio dei tuoi sensi favolosi!
Fauno, l'illusione trabocca dagli occhi turchini
e freddi come una sorgente che piange, della più casta:
ma, l'altra tutta sospiri, dici tu che contrasta
come brezza del giorno calda sul tuo vello?
Ma no! per l'immobile e stanco deliquio
soffocato di calori il mattino fresco che lotta,
non mormora acqua, che non versi il mio flauto
al boschetto imbevuto di accordi; e il solo vento
fuori delle due canne pronto ad esalarsi prima
che si disperda il suono di una pioggia arida,
è all'orizzonte non sommosso da ruga,
il visibile e sereno soffio artificiale
dell'ispirazione, che riguadagna il cielo.
O rive siciliane di uno stagno tranquillo
che a gara coi soli la mia vanità saccheggia
tacita sotto i fiori di scintille, NARRATE
«come tagliavo qui le vuote canne domate
dal talento; quando sull'oro glauco di lontane
verzure, che porgono la loro vigna a fontane,
ondeggia un biancore animale in riposo;
e al preludio lento dove nascono gli zufoli
quel volo di cigni, no! di naiadi si salva
o si tuffa... »
Inerte, tutto brucia nell'ora fulva
senza svelare per quale arte insieme fuggì
troppo imeneo sperato da chi cerca il la:
allora mi sveglierò al primo fervore
dritto e solo, sotto un'onda antica di luce,
gigli! e uno di voi tutti per l'ingenuità.
Diverso da quel dolce nulla dal loro labbro sparso
il bacio, che pianissimo delle perfide assicura,
il mio seno, intatto da prove, attesta un morso
misterioso, dovuto a qualche augusto dente;
ma, basta! tale arcano elesse per confidente
il giunco vasto e gemino con cui l'azzurro si gioca:
che, rivolgendo a sé il turbamento della guancia,
sogna in un lungo assolo con cui divertiamo
la bellezza intorno per delle confusioni
false tra lei stessa e il nostro credulo canto;
e fare così alto che l'amore si moduli,
svanire del sogno comune di un dorso
o di un fianco puro seguiti coi miei occhi chiusi,
una sonora, vana e monotona linea.
Cerca dunque, strumento delle fughe, o maligna
siringa, di rifiorire sui laghi dove mi attendi!
Io, con la mia voce fiera, parlerò a lungo
delle dee; e con idolatre pitture,
alle loro ombre toglierò ancora cinture:
così, quando dell'uva ho succhiato il chiaro,
per bandire un rimpianto dalla mia finzione scartato,
ridente, levo al cielo d'estate il grappolo vuoto
e, soffiando nelle sue bucce luminose, avido
d'ebbrezza, fino a sera vi guardo attraverso.
Ninfe, rigonfiamo RICORDI diversi.
«Il mio occhio, traforando i giunchi dardeggiava ogni spalla
immortale, che annega nell'onda il suo bruciore
con un grido di rabbia al cielo della foresta;
e lo splendido bagno di capelli scompare
nelle chiarità e nei brividi, pietre preziose!
Accorro, quando ai miei piedi s'intrecciano (ferite
di languore gustato per quel male di essere due)
le dormienti entro le loro sole braccia azzardose;
io le rapisco, senza slacciarle, e volo
a quella macchia, malvista dalla frivola ombra,
di rose che inaridiscono ogni profumo al sole,
dove il nostro godimento al giorno consumato sia eguale»
Io ti adoro, corruccio delle vergini, delizia
selvatica del sacro fardello nudo che sguscia
per fuggire il mio labbro infuocato che beve, come un lampo
trasale! lo spavento segreto della carne:
dai piedi della inumana al cuore della timida,
che abbandona in una volta una innocenza, umida
di lagrime folli o di meno tristi vapori.
«Il mio delitto è di avere, lieto di vincere quelle paure
traditrici, separato il viluppo aggrovigliato
dei baci, che gli dei tenevano così bene mischiato:
poiché, appena stavo per nascondere un riso ardente
sotto le pieghe felici di una sola (tenendo
con un dito soltanto affinché il suo candore di piuma
si tingesse al turbamento della sorella che brucia,
la piccola, ingenua e che neppure arrossiva:)
dalle mie braccia illanguidite da vaghi trapassi,
quella preda, per sempre ingrata si libera
senza pietà per il singhiozzo di cui ero ancora ebbro.»
Tanto peggio! verso la gloria altre mi guideranno
con le loro trecce annodate alle corna della mia fronte:
tu sai, mia passione, che purpurea e già matura,
ogni melograna scoppia e mormora d'api;
e il nostro sangue, preso da chi lo sta per cogliere,
scorre per tutto lo sciame eterno del desiderio.
Nell'ora in cui questo bosco d'oro e di cenere si tinge,
una festa si esalta tra il fogliame spento:
Etna! è su di te visitato da Venere
che posa sulla tua lava i suoi calcagni ingenui,
quando tuona un triste sopore o la fiamma vacilla.
Ho la regina!
Sicuro castigo...
No, ma l'anima
vuota di parole e questo corpo pesante
tardi soccombono all'altero silenzio del meriggio:
presto bisogna dormire nell'oblio dell'empietà,
sulla sabbia assetata giacente e come mi piace
aprire la bocca al possente astro dei vini!
Addio, coppia, sto per vedere l'ombra che tu divenisti.
trad. di M. Grillandi
Quelle ninfe, io le voglio eternare.
Così chiaro,
il loro incarnato leggero, che volteggia nell'aria
assopita da sogni fronzuti.
Ho amato un sogno?
Il mio dubbio, di antica notte ammasso, termina
in un ramo sottile che, rimasto il vero
bosco medesimo, prova, ahimé! che io solo m'offrivo
per trionfo l'errore ideale delle rose.
Riflettiamo...
O se le donne di cui glossi
appaiono in un augurio dei tuoi sensi favolosi!
Fauno, l'illusione trabocca dagli occhi turchini
e freddi come una sorgente che piange, della più casta:
ma, l'altra tutta sospiri, dici tu che contrasta
come brezza del giorno calda sul tuo vello?
Ma no! per l'immobile e stanco deliquio
soffocato di calori il mattino fresco che lotta,
non mormora acqua, che non versi il mio flauto
al boschetto imbevuto di accordi; e il solo vento
fuori delle due canne pronto ad esalarsi prima
che si disperda il suono di una pioggia arida,
è all'orizzonte non sommosso da ruga,
il visibile e sereno soffio artificiale
dell'ispirazione, che riguadagna il cielo.
O rive siciliane di uno stagno tranquillo
che a gara coi soli la mia vanità saccheggia
tacita sotto i fiori di scintille, NARRATE
«come tagliavo qui le vuote canne domate
dal talento; quando sull'oro glauco di lontane
verzure, che porgono la loro vigna a fontane,
ondeggia un biancore animale in riposo;
e al preludio lento dove nascono gli zufoli
quel volo di cigni, no! di naiadi si salva
o si tuffa... »
Inerte, tutto brucia nell'ora fulva
senza svelare per quale arte insieme fuggì
troppo imeneo sperato da chi cerca il la:
allora mi sveglierò al primo fervore
dritto e solo, sotto un'onda antica di luce,
gigli! e uno di voi tutti per l'ingenuità.
Diverso da quel dolce nulla dal loro labbro sparso
il bacio, che pianissimo delle perfide assicura,
il mio seno, intatto da prove, attesta un morso
misterioso, dovuto a qualche augusto dente;
ma, basta! tale arcano elesse per confidente
il giunco vasto e gemino con cui l'azzurro si gioca:
che, rivolgendo a sé il turbamento della guancia,
sogna in un lungo assolo con cui divertiamo
la bellezza intorno per delle confusioni
false tra lei stessa e il nostro credulo canto;
e fare così alto che l'amore si moduli,
svanire del sogno comune di un dorso
o di un fianco puro seguiti coi miei occhi chiusi,
una sonora, vana e monotona linea.
Cerca dunque, strumento delle fughe, o maligna
siringa, di rifiorire sui laghi dove mi attendi!
Io, con la mia voce fiera, parlerò a lungo
delle dee; e con idolatre pitture,
alle loro ombre toglierò ancora cinture:
così, quando dell'uva ho succhiato il chiaro,
per bandire un rimpianto dalla mia finzione scartato,
ridente, levo al cielo d'estate il grappolo vuoto
e, soffiando nelle sue bucce luminose, avido
d'ebbrezza, fino a sera vi guardo attraverso.
Ninfe, rigonfiamo RICORDI diversi.
«Il mio occhio, traforando i giunchi dardeggiava ogni spalla
immortale, che annega nell'onda il suo bruciore
con un grido di rabbia al cielo della foresta;
e lo splendido bagno di capelli scompare
nelle chiarità e nei brividi, pietre preziose!
Accorro, quando ai miei piedi s'intrecciano (ferite
di languore gustato per quel male di essere due)
le dormienti entro le loro sole braccia azzardose;
io le rapisco, senza slacciarle, e volo
a quella macchia, malvista dalla frivola ombra,
di rose che inaridiscono ogni profumo al sole,
dove il nostro godimento al giorno consumato sia eguale»
Io ti adoro, corruccio delle vergini, delizia
selvatica del sacro fardello nudo che sguscia
per fuggire il mio labbro infuocato che beve, come un lampo
trasale! lo spavento segreto della carne:
dai piedi della inumana al cuore della timida,
che abbandona in una volta una innocenza, umida
di lagrime folli o di meno tristi vapori.
«Il mio delitto è di avere, lieto di vincere quelle paure
traditrici, separato il viluppo aggrovigliato
dei baci, che gli dei tenevano così bene mischiato:
poiché, appena stavo per nascondere un riso ardente
sotto le pieghe felici di una sola (tenendo
con un dito soltanto affinché il suo candore di piuma
si tingesse al turbamento della sorella che brucia,
la piccola, ingenua e che neppure arrossiva:)
dalle mie braccia illanguidite da vaghi trapassi,
quella preda, per sempre ingrata si libera
senza pietà per il singhiozzo di cui ero ancora ebbro.»
Tanto peggio! verso la gloria altre mi guideranno
con le loro trecce annodate alle corna della mia fronte:
tu sai, mia passione, che purpurea e già matura,
ogni melograna scoppia e mormora d'api;
e il nostro sangue, preso da chi lo sta per cogliere,
scorre per tutto lo sciame eterno del desiderio.
Nell'ora in cui questo bosco d'oro e di cenere si tinge,
una festa si esalta tra il fogliame spento:
Etna! è su di te visitato da Venere
che posa sulla tua lava i suoi calcagni ingenui,
quando tuona un triste sopore o la fiamma vacilla.
Ho la regina!
Sicuro castigo...
No, ma l'anima
vuota di parole e questo corpo pesante
tardi soccombono all'altero silenzio del meriggio:
presto bisogna dormire nell'oblio dell'empietà,
sulla sabbia assetata giacente e come mi piace
aprire la bocca al possente astro dei vini!
Addio, coppia, sto per vedere l'ombra che tu divenisti.
1833 di 1909 - 14/12/2012 14:28
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007
e seee tutta sta pappardella mi devo leggere?
1834 di 1909 - 14/12/2012 14:44
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007
E comunque miasma vuol dire una cos che puzza
1835 di 1909 - 14/12/2012 16:27
matteo13123 N° messaggi: 992 - Iscritto da: 30/6/2012
miasma una cos che puzza? e che è, barese?
1836 di 1909 - 14/12/2012 16:31
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007
No ti prego....
sono le unghie lunghe, già detto ma nn sei attento

1837 di 1909 - 14/12/2012 16:40
matteo13123 N° messaggi: 992 - Iscritto da: 30/6/2012
saranno le porcherie che ti si sono infilate sotto, bleah
1838 di 1909 - 14/12/2012 16:41
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007
io sono un'igienista e le mie unghie sono linde
1839 di 1909 - 14/12/2012 17:15
matteo13123 N° messaggi: 992 - Iscritto da: 30/6/2012
mh, un'igienista dentale

hihi
1840 di 1909 - 14/12/2012 17:20
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007
Sono linda e pinta insomma sò pulita
1909 Commenti
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