Tracollo Imminiente Del Sistema Economico Occidentale

- 11/1/2013 12:06
ethasimon N° messaggi: 487 - Iscritto da: 17/9/2007

Ormai siamo all'epilogo. A breve daro' le ragioni per cui a breve termine il tutto crollera'.

Dopo le previsioni ampiamente anticipate quattro anni fa prima del tracollo della borsa in cui prevedevo il crollo immobiliare e proponevo di investire totalmente ed esclusivamente in oro daro' gradualmente le indicazioni ed i motivi..anche matematici..che dimiostreranno che la previsone che mi accingo a spiegare ed analizzare risultera' esatta!



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41 di 241 - 25/1/2013 12:25
ethasimon N° messaggi: 487 - Iscritto da: 17/9/2007
chiaramente la lettera era una mia INVENZIONE SUGGESTIVA EHEHEHE BUONANOTTE FIORELLINI CHI HA ORECCHI PER INTENDERE INTENDA!
42 di 241 - 25/1/2013 12:26
JOWED N° messaggi: 467 - Iscritto da: 25/1/2013
Quotando: ethasimon

Ormai siamo all'epilogo. A breve daro' le ragioni per cui a breve termine il tutto crollera'.


Dopo le previsioni ampiamente anticipate quattro anni fa prima del tracollo della borsa in cui prevedevo il crollo immobiliare e proponevo di investire totalmente ed esclusivamente in oro daro' gradualmente le indicazioni ed i motivi..anche matematici..che dimiostreranno che la previsone che mi accingo a spiegare ed analizzare risultera' esatta!




molto interessante
43 di 241 - 25/1/2013 12:32
JOWED N° messaggi: 467 - Iscritto da: 25/1/2013
…E SE MONTE DEI PASCHI FALLISCE COME LEHMAN BROTHERS ?!
La mattina di lunedì 15 settembre 2008, il Wall Street Journal titolava a sei colonne in prima pagina: «Crisi a Wall Street, Lehman in bilico Merrill in vendita e AIG in cerca di soldi». Per sua sfortuna, il WSJ era andato in stampa poco prima che Lehman Brothers entrasse ufficialmente sotto tutela fallimentare, il che era avvenuto esattamente all’una e quarantacinque di notte. Durante la giornata il Dow Jones (il principale indice della borsa di New York) perse più di 504 punti, il crollo più alto dal 17 settembre 2001, il primo giorno di scambi dopo l’attentato alle Torri gemelle. Il fallimento di Lehman Brothers non fu la causa principale della crisi, ma fu il momento in cui divenne chiaro che, molto presto, la crisi avrebbe raggiunto proporzioni globali.
Cos’era Lehman Brothers
La società venne fondata nel 1850 da Henry Lehman, un emigrato tedesco di origine ebraica, e i suoi discendenti mantennero il controllo della banca fino al 1969. Dopo più di un secolo di storia gloriosa, dal 1984 al 1994, la banca fu sotto il controllo di American Express. Quando riacquistò l’indipendenza, sotto la guida di Richard Fuld (l’amministratore delegato che l’avrebbe porta al fallimento) Lehman divenne in breve una delle più importanti e spregiudicate banche d’affari del paese.
L’attività di Lehman non era diversa da quello che fa tutt’ora la più nota Goldman Sachs. In sostanza: offriva consulenza ad altre società, le aiutava nel collocamento di azioni o di obbligazioni in borsa e investiva il proprio denaro e il denaro altrui. Nonostante avesse una storia secolare, la vita di Lehman come aggressiva banca d’affari era breve, almeno rispetto agli altri colossi di Wall Street, e alla banca rimase sempre incollata l’immagine del parvenu senza stile.
Richard Fuld, per esempio, era soprannominato “il Gorilla”, la sala operativa era un caos di pile di carte, posaceneri pieni e nuvole di fumo. I suoi trader e banchieri facevano spesso una bandiera della loro trasandatezza e volgarità, in contrasto con le pose aristocratiche degli altri lavoratori nel settore. Nella classifiche delle più grandi banche d’affari, Lehman era quarta: davanti a Bear Stearns e dietro, nell’ordine, a Goldman Sachs, Morgan Stanley e Merrill Lynch.
La crisi economica
La crisi che portò al fallimento di Lehman fu causata da tre fattori, indissolubilmente legati: le politiche monetarie della FED (la banca centrale americana), la deregolamentazione di Wall Street e le scelte di Fuld, che venne in seguito chiamato il peggior amministratore delegato di sempre.
Tutte le banche centrali del mondo hanno la missione fondamentale di mantenere sotto controllo l’inflazione. Questo obiettivo viene perseguito tramite le cosiddette politiche monetarie che sono, in sostanza, la regolazione dei tassi di interesse con cui prestano soldi alle banche. Più questi tassi sono bassi, più le banche chiedono soldi a prestito e più denaro circola nel sistema. La difficoltà consiste nel trovare il tasso giusto per aumentare il denaro in circolo della giusta misura che accompagni la crescita economica, senza però causare inflazione. Esiste una formula matematica piuttosto semplice, chiamata Taylor Rule, che serve a calcolare in un dato momento quale tasso d’interesse deve applicare una banca centrale.
Applicata dalla metà degli anni ’80 per circa vent’anni, la Taylor Rule fu abbandonata in seguito alla bolla economica delle dotcom e poi dell’11 settembre. La risposta della FED a questi due eventi fu di abbassare i tassi di interesse anche di 250 punti base sotto il livello suggerito dalla Taylor Rule, inondando il mercato di dollari. Quando i tassi di interesse fissati da una banca centrale sono bassi, significa che “gira” molto denaro: quindi è più facile ottenere prestiti e anche i tassi di interessi praticati ai clienti delle banche si abbassano (per questo si dice anche che le banche centrali “abbassano il costo del denaro”). Quindi, per anni, è stato relativamente difficile per le banche ottenere guadagni interessanti, visto che erano costrette dal costo basso del denaro a concedere prestiti a pochi soldi.
Il secondo fattore fu la deregolamentazione di Wall Street, avvenuta negli anni 2000 sotto la presidenza di Bush. Questa permise in sostanza alle banche di fare cose molto più rischiose e di indebitarsi molto più di quanto potessero fare prima. I tassi bassi e i magri ritorni economici che causavano le incentivarono ad essere sempre più spericolate. Da qui nasce la bolla dei mutui subprime, che in poche parole si può riassumere così: le banche avevano talmente tanti soldi fermi che non rendevano nulla (o che rendevano poco) che cominciarono a prestare denaro a chiunque, anche a chi non aveva le carte in regola per restituire il prestito.
Molti mutui erogati significava molte case comprate e molte case comprate significava aumento costante del valore delle case (per la legge della domanda e dell’offerta). Quando la FED decise finalmente di alzare di nuovo i tassi, le rate di tutti i mutui a tasso variabile (cioè legati all’andamento di un tasso di interesse, come per esempio il tasso di interesse praticato dalla FED) aumentarono, molti americani non furono in grado di pagarli, le case cominciarono ad essere vendute e il mercato immobiliare crollò.
Per scelta di Richard Fuld e degli altri dirigenti di Lehman, la banca fu molto attiva in tutto questo processo. Lehman, come le altre banche d’affari, non erogava mutui. Però, regolarmente, andava dalle piccole società finanziarie e dalle banche di provincia e comprava i mutui che queste società avevano emesso. Le piccole finanziarie così si liberavano dei loro mutui, ottenevano nuovi liquidi con cui fare nuovi prestiti, mentre Lehman e le altre banche d’affari usavano quei mutui come garanzie per costruire complicati titoli derivati (in fondo quei mutui erano garantiti da qualcosa di tangibile come una casa, quindi in teoria sicurissimo). Fino al 2007, la divisione titoli immobiliari di Lehman era la branca di Lehman che produceva più utile.
Il fallimento di Lehman
Nel corso del 2008, dopo che la FED ebbe cominciato ad alzare i tassi, la bolla immobiliare scoppiò. Le case crollarono di valore e con loro quei titoli derivati che erano garantiti da mutui. Il problema era che valutare correttamente quei titoli era spesso impossibile. L’ingegneria finanziaria aveva impacchettato, spezzettato e impacchettato di nuovo i mutui iniziali in titoli derivati (che non a caso venivano chiamati salsicce) estremamente complicati. Quindi, sui libri contabili quei titoli avevano un valore, ma nessuno sapeva a che valore sarebbero stati comprati se fossero stati messi sul mercato. La domanda che tutti si facevano era: quanta parte del bilancio della mia controparte è composta da questi titoli tossici? La prima banca a cadere a causa di questo clima di sfiducia fu la più piccola delle prime cinque: Bear Stearns. Venne acquisita per due dollari ad azione da Morgan Stanley e il governo americano si fece avanti, garantendo i debiti della banca.
Questo garanzia venne percepita dal mercato come un salvataggio. Ma caduta Bear Stearns l’attenzione si spostò sulla seconda banca nella lista: Lehman Brothers. Tutti sapevano che Lehman aveva i libri contabili pieni di titoli tossici, ma dopo il “salvataggio” di Bear Sterns pensare di salvare anche Lehman era politicamente impraticabile: per i democratici salvare un’altra banca voleva dire salvare gente ricchissima con i soldi dei contribuenti, per i repubblicani il salvataggio degli istituti finanziari era un’intollerabile intromissione dello stato nei meccanismi dell’economia (“Mi sembra di essermi svegliato in Francia”, disse un senatore repubblicano a proposito dei salvataggi).
Ma senza una garanzia del governo, nessuna banca era disposta a comprarsi Lehman. Bank of America si fece avanti con un’offerta, ma alla fine, dopo qualche giorno di trattative, scelse invece di aquistare Merril Lynch (“Allora sono io il coglione!” è la famosa frase pronunciata da Fuld quando lo venne a sapere). L’ultima speranza per Lehman era Barclays, una banca inglese, ma anche questa chiedeva delle garanzie. Il 13 e il 14 settembre 2008, quando oramai era chiaro che Lehman avrebbe dovuto dichiarare bancarotta la settimana successiva, Hank Paulson, il segretario del tesoro (cioè il ministro dell’economia americano) riunì tutti i principali banchieri del paese. Disse che lui non poteva garantire i debiti di Lehman e che quindi dovevano farlo loro, i banchieri di Wall Street.
In altre parole, Paulson stava chiedendo ai banchieri di salvare un loro concorrente. Inizialmente sembrava che nessuno fosse disposto a garantire i debiti di Lehman, ma dopo due giorni in cui i banchieri rimasero chiusi nel palazzo della FED, si arrivò a un accordo: ognuno di loro avrebbe garantito debiti per l’equivalente di un miliardo di euro.
Quando la cosa sembrava fatta, Paulson ricevette una telefonata dal Cancelliere dello scacchiere (il ministro del tesoro britannico). Il Cancelliere gli disse che il Regno Unito non voleva importare “il cancro di Lehman”: Barclays, quindi, non avrebbe ricevuto il permesso del governo britannico per l’acquisizione. Disperato, Paulson provò a chiamare Warren Buffett, il più grande finanziere del paese e secondo uomo più ricco del mondo, ma era irrintracciabile. Per Lehman non c’erano più speranze: l’unica soluzione era farla fallire nella maniera più ordinata possibile, e per fare questo c’era bisogno che dichiarasse la bancarotta prima dell’apertura della borsa di New York.
Ma il governo non poteva decretare il fallimento di una banca: doveva deciderlo il consiglio di amministrazione, che era in riunione proprio quella sera. La responsabilità di chiamare Lehman ricadeva sul capo della SEC, il regolatore della borsa americana. Secondo i testimoni, Paulson disse al capo della SEC, che non voleva fare quella telefonata dato che sarebbe stato un gesto molto irrituale: “Voi ragazzi sembrate gangster che non hanno il coraggio di sparare!”. Alla fine, il capo della SEC accettò di chiamare.
La telefonata, arrivata durante il consiglio di amministrazione, fu registrata. Il capo della SEC consigliò balbettando che la bancarotta era l’opzione migliore. Il CDA votò sì all’unanimità, compreso Richard Fuld, che, raccontano i testimoni, aveva le lacrime agli occhi. Quella sera sul tardi, Warren Buffett venne a sapere che Lehman era ormai al fallimento mentre era a cena con il cofondatore di Google Sergey Brin e sua moglie. “Se non fosse stato che non volevo arrivare qui in ritardo, c’era il rischio che comprassi qualcosa”, disse.
44 di 241 - 25/1/2013 12:38
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
brindiamo all'ecatombe.....
45 di 241 - Modificato il 25/1/2013 12:41
prosciugato N° messaggi: 36 - Iscritto da: 03/12/2012
0k
46 di 241 - 31/1/2013 11:53
ethasimon N° messaggi: 487 - Iscritto da: 17/9/2007
SECONDIS

Allora nel corso dell'anno dopo il crollo degli immobili, gia' ampiamente previsto nel fine anno 2007...ci sara' un ilteriore e massiccio corsa alle vendite SUPERSVENDITE,,degli stessi. lA MOTIVAZIONE CHE ENTRO FINE ESTATE CI SARA' ((QUI IN ITALIASI RASENTERA' IL DRAMMA..)) LA PERDITA' DI DECINE DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO E LA """SVENDITA""" DI TANTISSIME PICCOLE ATTIVITA' COMMERCIALI....ANDIAMO AL SODO LE DISAMINE IN ALTRO MOMENTO...

INTANTO CONSIGLIO VENDERE IMMOBILI E ATTACCO ALL'ORO ORO ORO CHE SALIRA' ANCORA ALLE STELLE. LA BORSA DI ITALIANA SUBITRA0 UN TRACOLLO SENZA PRECEDENTI STORICI!
47 di 241 - 19/3/2013 17:28
ethasimon N° messaggi: 487 - Iscritto da: 17/9/2007
CONSIGLIO VIVAMENTE DI LEVARE PRIMA POSSIBILE I SOLDI DALLE BANCHE!!!
ETHASIMON DOCET..
48 di 241 - 19/3/2013 17:31
settembre N° messaggi: 1578 - Iscritto da: 11/7/2009
Quotando: ethasimonCONSIGLIO VIVAMENTE DI LEVARE PRIMA POSSIBILE I SOLDI DALLE BANCHE!!!
ETHASIMON DOCET..


consigli valute estere? quali?
49 di 241 - 19/3/2013 17:34
ethasimon N° messaggi: 487 - Iscritto da: 17/9/2007
SOLO ORO E QUELLO..MATERIALE!
50 di 241 - 19/3/2013 17:37
settembre N° messaggi: 1578 - Iscritto da: 11/7/2009
Quotando: ethasimonSOLO ORO E QUELLO..MATERIALE!


ma non credo a una fine cosi catastrofica....
per le banche italiane si....
51 di 241 - 19/3/2013 17:59
Caligola N° messaggi: 27329 - Iscritto da: 01/11/2006
Quotando: ethasimonCONSIGLIO VIVAMENTE DI LEVARE PRIMA POSSIBILE I SOLDI DALLE BANCHE!!!
ETHASIMON DOCET..



già fatto
52 di 241 - 19/3/2013 18:01
settembre N° messaggi: 1578 - Iscritto da: 11/7/2009
io pure...
sono in rosdo fuori fido, speriamo saltino....
53 di 241 - 19/3/2013 18:02
trionis98 (premium) N° messaggi: 18880 - Iscritto da: 04/2/2007
tutto va a rotoli perche' in italia esistono italianucoli come voi
54 di 241 - 19/3/2013 18:06
simosemo1978 N° messaggi: 21861 - Iscritto da: 24/1/2012
Ha ha ha
si,e metteteli sottoterra
Svegliatevi polli,fra 3 mesi avrete perso l'ennesimo long per aver ascoltato le balle che racconta Studio Aperto
Ma davvero pensate che un paese come Cipro,che neanche sapete dov'è,con un Pil grande come casa mia,possa far crollare l'Ue?
55 di 241 - 19/3/2013 18:12
Caligola N° messaggi: 27329 - Iscritto da: 01/11/2006
Quotando: simosemo1978Ha ha ha
si,e metteteli sottoterra
Svegliatevi polli,fra 3 mesi avrete perso l'ennesimo long per aver ascoltato le balle che racconta Studio Aperto
Ma davvero pensate che un paese come Cipro,che neanche sapete dov'è,con un Pil grande come casa mia,possa far crollare l'Ue?



io no ma in banca non ci tengo più niente lo stesso , li spendo tutti

ho 4 azioni sul conto Directa e quando mi serve contante faccio un bonifico sul conto bancario che ora è a 100 euro circa
se mi avanza qualcosa compro monete d' oro e d' argento
56 di 241 - 19/3/2013 18:25
delbenrenzo N° messaggi: 16572 - Iscritto da: 24/3/2007
Quotando: simosemo1978Ha ha ha
si,e metteteli sottoterra
Svegliatevi polli,fra 3 mesi avrete perso l'ennesimo long per aver ascoltato le balle che racconta Studio Aperto
Ma davvero pensate che un paese come Cipro,che neanche sapete dov'è,con un Pil grande come casa mia,possa far crollare l'Ue?



Occio: Simo.. che qua in I-taglia né combinano di tutti i colori..
il "furto forzato" lo ha già fatto nel 92 Amato, quindi ricopiare la Storia xe possibile..ricorda el Caligola!!
57 di 241 - 19/3/2013 18:26
latributaria N° messaggi: 282 - Iscritto da: 20/6/2012
"se mi avanza qualcosa compro monete d' oro e d' argento "

Scusa Caligola, potresti spiegarmi dove le compri le monete d'oro e d'argento e dove le rivendi eventualmente?

ai compro oro le valutano sempre la metà come oro usato.....
58 di 241 - 19/3/2013 18:28
delbenrenzo N° messaggi: 16572 - Iscritto da: 24/3/2007
Quotando: trionis98tutto va a rotoli perche' in italia esistono italianucoli come voi



Dimmi o mia "Piccolina" cosa dobbiamo fare? (anzi cosa fareste voi Giovani) che Io poi vi seguo..stò già lucidando il mio 91/38 che era in soffitta!!
9138_65fuc+cav.jpg
59 di 241 - 19/3/2013 18:44
delbenrenzo N° messaggi: 16572 - Iscritto da: 24/3/2007

X I CORTI DI MEMORIA


9-10 luglio 1992. La notte in cui il governo Amato prelevò il sei per mille da tutti i depositi bancari. Tutti.
Una data che in molti ricordano e che è tornata in auge proprio oggi, dal momento in cui è cominciata a circolare la notizia delle intenzioni di un prelievo forzoso da parte dell’attuale governo sul modello di quello avvenuto nel 1992.
In realtà il Consiglio dei Ministri che si è concluso stasera ha escluso tale possibilità: nessun prelievo sui conti correnti né interventi sul patrimonio. Per ora è stato approvato un maxi-emendamento al ddl di stabilità, attualmente all’esame in Senato, ma non è ancora tramontata l’ipotesi di un decreto legge, su cui però sarebbe contrario il capo dello Stato Giorgio Napolitano.
In ogni caso, domattina alla pre-riunione del G20 a Cannes, al cospetto di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy stranamente assurti al rango di arbitri supremi (ma con quali meriti?), Berlusconi avrà perlomeno un documento da esibire.
Scampato il pericolo dell’”esproprio” dei risparmi in banca, vale la pena ricordare quando e come è avvenuto l’ultimo prelievo forzoso, con la sinistra al governo, premier Giuliano Amato.
Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1992 il governo di allora attuò un prelievo improvviso del 6 per mille su tutti i conti correnti, senza alcuna avvisaglia. L’autorizzazione arrivò tramite un decreto legge di emergenza emanato addirittura il giorno dopo: l’11 luglio.
Era un momento di crisi (strano, non c’era Berlusconi), la lira era aggredita dalla speculazione, i mercati si accanivano e bisognava fare qualcosa.
Quel qualcosa si è tradotto in un decreto intriso di misure tra le più disparate. Aumento dell’età pensionabile, patrimoniale sulle imprese, “minimum tax”, ticket sanitari, tassa sul medico di famiglia, imposta straordinaria sugli immobili pari al 3 per mille della rendita catastale rivalutata.
Il prelievo sui conti correnti, in assoluto la più impopolare tra le manovre contenute nel decreto, portò alle casse dello Stato 11.500 miliardi di lire.
L’imposta “straordinaria” sugli immobili ben presto si rivelò ben poco straordinaria, ma diventò l’Ici, abolita solo nel 2008 dal governo Berlusconi, ben 16 anni dopo. Ecco come è nata la tassa più odiata e considerata iniqua dagli italiani.
In totale, manovra di luglio più finanziaria del ’92 furono un salasso da centomila miliardi di vecchie lire. Ma non servì a nulla: oltre ai danni di un’economia italiana sull’orlo della recessione, la beffa della lira costretta ad uscire dal Sistema Monetario Europeo. Tre mesi dopo quella manovra di luglio, Giuliano Amato si dimise lasciando lo scranno a Carlo Azeglio Ciampi.
Corsi e ricorsi storici, ma la sostanza non cambia: c’è chi oggi paventa la possibilità di prelevare sui conti correnti, suscitando indignazione, e poi non lo fa. E chi ieri l’ha fatto senza neppure dirlo.

di Riccardo Ghezzi © 2011 Qelsi
60 di 241 - 20/3/2013 09:12
simosemo1978 N° messaggi: 21861 - Iscritto da: 24/1/2012
Sei per mille non è l'8% di Cipro
Il sei per mille di Amato è già stato prelevato dai conti nel 2012,è l'Imu di Monti
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