Investitore Privato

- 24/12/2020 00:55
antoniobersani N° messaggi: 1 - Iscritto da: 24/12/2020

Buonasera a tutti, scusate per il disturbo ma non mi resta che tentarle tutte.

Sono un ragazzo di 32 anni che per colpa della suo carattere ingenuo e buono si è ritrovato con la vita rovinata. Le racconto (cercherò di essere breve ma di non dimenticarmi nulla di questa assurda vicenda) la mia storia.

Il tutto parte a maggio 2019 dopo che sono stato in Russia ( sono di origini Russe) dove mia zia ( sorella di mia madre) mi ha parlato dei progetti invitanti in cui si parlava di case-affitto. Lei aveva già un negozio che le stava dando abbastanza profit e tutta la famiglia era fiera di lei.

In Russia va forte l’affitto a notte. È un normale affitto dell’appartamento ma si tratta di tariffe a giornata.

L’idea era di comprare all’inizio una casa ( da noi i prezzi di un bilocale si aggirano intorno ai 20.000€ in città), ristrutturarla per bene e metterla in affitto. Tornato in Italia ci penso e chiedo un prestito di 10.000€ per fare metà casa. L’altra metà l’avrebbero messa mia nonna, mio nonno ( sono separati da 30 anni purtroppo) e lei. Ovviamente i guadagni futuri sarebbero stati in percentuale. Bhe il prestito non me lo concedono, ma solo la cessione del 5º. Guardando la mia situazione e tfr la finanziaria mi dice che può concedermi anche 11.800€, 84 rate da 240 per un totale da dare superiore a 20.000.. Ho detto alla finanziaria che è altissimo. Cioè prendo 12.000 e vi do 8.000 in più? Mi fanno “ non ti preoccupare che poi a settembre/ottobre la trasformiamo in un prestito normale”. All’inizio ho detto di no. Dopo 2 settimane li ho richiamati perché il progetto lo volevo fare. Fatto tutto e le cose procedono, passo 10.000 a mia zia e con la rimanenza mi tolgo qualche sfizio ed una bella vacanza con la mia ragazza che ci meritavamo. La casa è stata scelta e presa dopo circa 1,5 mesi. Iniziano i lavori finanziati da mia zia e da inizio settembre la casa è in affitto. Tutto bene. Primo mese mi sono entrati 250€. Il secondo 290. Le cose vanno bene e decidiamo di prenderne una seconda in una zona diversa, quasi centrale. Li si va sui 26.000 circa. Mancano i soldi... chiamo la finanziaria che mi doveva ricalcolare la cessione e pensavo di richiedere qualcosa in più. Ma niente.. spariti.. nessuna risposta.. dopo 3 settimane mi dicono che non si può fare niente e la cessione non può essere rilavorata. Arrabbiatissimo cerco risposte e di contattarli ma niente. Nessuna risposta (Finanziaria PITAGORA pessima che peggio non esiste. Proprio da infami). Sbollisco la rabbia e vado avanti sapendo che non s’a da fa. Provo, inutilmente con altri prestiti.. Nessuna risposta quindi la 2ª casa va a farsi benedire per il momento. Arriviamo ad Aprile 2020.

Fino a fine Marzo ricevuto sempre la mia parte tra i 250 ed alcune volte anche 310€. Tolti i 240 della cessione non mi ha cambiato niente. Tutto perfetto finché non arriva il COVID.

Aprile e Maggio niente entrate.

Giugno ricevuto 200€. Decido di rivolgermi alla mia azienda per provare a chiedere un prestito per la seconda casa. Spiego la situazione e mi dicono che non possono dare più di 15.000 perché non saprebbero come giustificarli. Io basito, non me l’aspettavo proprio. Cioè 15.000€ a tasso 0. Ho un presidente fantastico devo dire. 15.000€ con rate da 200 trattenuti direttamente dalla busta. Perfetto visto che comunque io con lo stipendio ci vivevo bene e togliere 200€ per un investimento che dopo qualche annetto sarebbe stato puro guadagno ci sta.. Le mando tutti i 15000 perché avevo la 13ª e le vacanze erano salve. Fine Luglio casa già trovata e i primi di Agosto comprata.

Fine Luglio ricevo i soliti 270€. Tutto ok.

Primo problema... servono soldi per la ristrutturazione. Mia zia dice che lei in quel momento non può mettere tutto ma a Dicembre le arriveranno 5000€ da un progetto e che mi ridarà quello che metto. Decido di svuotarmi la carta di credito da 1300 e glie li mando. Visto che i 1300 me li avrebbero scalati a Settembre, non potevo pagare la casa. Parlo col proprietario della casa per pagare Settembre entro fine anno e lui accetta.

Secondo problema... Mi chiama mia zia a fine Agosto dicendo che gli operai del Caucaso si sono presi una parte dei soldi dati in anticipo e tutto il materiale acquistato da noi e sono spariti. Tolto quello che può mettere lei servono almeno altri 1500€ subito per iniziare e che altri 1500 vanno bene anche il mese successivo per i mobili a lavori finiti.. lei nel frattempo ha pagato lavori di sistemazione tubi dell’altra casa a spese sue, ma poca roba. Penso, ripenso e decido di girarle i primi di Settembre i 1300 della carta di credito visto che iniziava il mese nuovo ed era utilizzabile. Arrivato lo stipendio le giro i 200 che mancavano e 1500 dei miei. Il poco che mi rimaneva per campare me lo giro sull’altro conto che ho prima che mi scalano i 1300 della carta di Agosto. Poi mi sistemerò con la banca mi dico. La casa deve essere finita e deve essere messa in affitto. Non può stare lì ferma così.

Ah mi ero dimenticato ad Agosto mi sono lasciato con la ragazza quindi ero solo.

Decido comunque di fare sta cavolta e che pian pianino ne sarei uscito visto che mia zia i 4300 messi me li avrebbe ridati... si poteva fare, avrei pagato tutto entro la fine dell’anno. Sposto lo stipendio sull’altro conto, altrimenti con il conto in rosso me lo ciucciava. I soldi che ho non mi bastano per arrivare a fine mese e chiedo 500€ ad un amico dicendogli che a inizio Gennaio glie li avrei ridati. Ad Ottobre ricevo il mio stipendio del quale decido di metterne 700 sul conto in rosso per ammorbidirlo. Scelta fatta a discapito della casa per evitare le telefonate del recupero credito. Chiamo il proprietario e gli spiego la situazione chiedendogli se anche Ottobre lo potevo pagare entro fine anno. Mi risponde scocciato che sia assolutamente come dico altrimenti per tutelarsi doveva procedere per vie legali. Gli do la mia parola e procedo con il ridurre del debito con la banca. Quindi a fine Ottobre avevo già non pagato la casa per 2 mesi (1400) + 1900€ di conto in rosso + 500€ di prestito dall’amico. Il COVID nel frattempo ha ripreso piede e non percepivo più nulla dal mese di Settembre (ricevuto ma poca roba) mentre da Ottobre tutto fermo.

A Novembre la casa è pronta e io con il mio stipendio ho pagato la rata dell’affitto di Novembre. Ovviamente non bastava. Cambio gomme che erano lisce + tagliando e la revisione. Chiedo altri 500€ ad un amico dicendogli che a inizio Gennaio tutto sarà saldato.

Ah a metà novembre ero risultato positivo al COVID. Perfetto. 21 giorni di quarantena. Rientrerò poi al lavoro il 7 Dicembre.

Quindi Novembre è finito con -1400 di affitto - 1900 di conto in rosso - 500 prestito amico 1 e - 500 prestito amico 2.

A inizio Dicembre mi è crollato il mondo addosso. Mi arriva la telefonata di mia madre. La nostra zietta si è venduta tutto. Le case il suo business e tutto ciò che aveva ed è sparita ( le case erano a nome di mia nonna e non si sa come abbia fatto). Io sono scioccato. Non là si trova più. A dicembre mi ritrovo con 1900€ in rosso da ormai 90 e passa giorni, la casa da pagare per 1400€ e i 1000€ di prestiti da Amici. Lo stipendio di Dicembre è andato tutto in affitto di Dicembre e assicurazione. Essendoci stata la malattia per metà mese ho percepito molto meno. Le bollette varie a scadenza bimestrale ovviamente non sono riuscito a pagarle.È un inferno. Non ci posso credere come mi sia cambiata la vita in pochi mesi. Ero tranquillo e sereno perché pensavo che se anche dovessimo andare in difficoltà, le case si possono rivendere. Ma non ho più niente... Niente di niente e un sacco di debiti. Ho chiamato il proprietario e mi ha detto che ha accettato perché sapeva che pagavo ma lui ha delle spese a sua volta e che se non pago come abbiamo pattuito procederà per vie legali, la banca mi sta chiamando ogni 15 giorni e mi tocca perdere la faccia pure con i miei amici. Sono disperato. Ho scritto a tutte le banche spiegando per filo e per segno la mia situazione, ho parlato con diversi mediatori creditizi che inizialmente mi hanno tranquillizzato ma che poi anche loro mi hanno detto che non si può fare niente. Io sono veramente scioccato. La mia vita andava a gonfie e vele e in pochi mesi è crollato tutto. Io percepisco 1300€ netti in busta  + 500 minimi di fuori busta per il ruolo di responsabile che in realtà è trasferta. Quindi io posso permettermi i 240+200+160€ di prestiti. Sarebbero 1200 che mi rimangono di cui 700 affitto. I 160 che ho messo in più rispetto ai 240 e 200 che pago già lì ho calcolati per un prestito di 6000 che mi serve per coprire i 1900 del conto in rosso + 1400 della casa + 1000 di prestiti degli amici + 300 di bollette che mi sono rimaste + 300€ che mi servirebbero a coprire i soldi mancanti della prima settimana della malattia di Dicembre e varie festività in cui non ho lavorato/lavorerò ( più o meno. Riceverò lo stipendio il 15 gennaio non so quanto mi mancherà per lo stipendio solito) + 1100 da tenermi per scorta perché con la fortuna che ho dubito che mi vada tutto liscio. 160€ per 48 rate sono 7680€ che andrei a dare contro i 6000 che prenderei. Sarei disposto fare anche 160€ per 60 rate che diventerebbero 9600 ( se proprio devo lo faccio) ma che qualcuno mi aiuti.... per favore ci possiamo vedere di persona e mi conoscerete. Cambiali/paypal come volete ma io sono serio e non voglio mancare alle parole che do. 6000€ e rinasco.. tra 1,5 anni potrò anche ricalcolare la cessione del quinto che mi sbloccherà il mio TFR che è in un fondo pensionistico ed ammonta a più di 12.000€. Ma non posso toccarli ora.. Vi parlo con il cuore in mano. Aiutatemi ad uscire da questa situazione e vi sarò grato a vita. Sarete il mio miglior amico e ci sarò sempre per voi. Vi prego. Sto seriamente pensando a strozzini. Non ci credo in che situazione sono... E non ho più le speranze. Provo a chiedere ma sinceramente non mi aspetto niente. Mi vedo sotto un ponte ormai...



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MODERATO GIACOMINA1 (Utente disabilitato) N° messaggi: 7785 - Iscritto da: 03/6/2020
MODERATO aalberto1 (Utente disabilitato) N° messaggi: 8345 - Iscritto da: 16/1/2020
3 di 9 - 18/9/2023 11:29
Gianni Barba N° messaggi: 33392 - Iscritto da: 26/4/2020

Quotando: giacomina1 - Post #1 - 24/Dic/2020 00:25

AA1gS7K9.img?w=800&h=415&q=60&m=2&f=jpgRisultato immagine per https://giphy gif berlusconi renzi/La Russia sarà anche uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, ma questo non le sta impedendo di soffrire di una grave carenza di carburante, secondo esperti del mercato.©Fornito da The Daily Digest

Ecco cosa sappiamo della crisi del carburante in Russia

La Russia sarà anche uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, ma questo non le sta impedendo di soffrire di una grave carenza di carburante, secondo esperti del mercato.

4 di 9 - 18/9/2023 11:32
Gianni Barba N° messaggi: 33392 - Iscritto da: 26/4/2020

AA1gS0Vx.img?w=800&h=415&q=60&m=2&f=jpgRisultato immagine per https://giphy gif berlusconi renzi/

Tagliare le sovvenzioni

5 di 9 - Modificato il 18/9/2023 11:37
Gianni Barba N° messaggi: 33392 - Iscritto da: 26/4/2020

Secondo le dichiarazioni di un ex alto funzionario russo e spia del KGB, a Mosca si starebbe preparando una rivolta. L'informatore sostiene che il Presidente russo Vladimir Putin ha perso la fiducia e il sostegno anche dei suoi più stretti subordinati in Russia a causa dei suoi fallimenti in Ucraina.

Cosa succederà?

Il modo in cui la carenza di petrolio della Russia influenzerà i prezzi alimentari globali e la guerra in corso in Ucraina è ancora da vedere, ma probabilmente i prezzi aumenteranno come minimo, una situazione che potrebbe peggiorare l'inflazione alimentare, dal momento che la Russia è un importante esportatore di cereali.

AA1fV46k.img?w=800&h=415&q=60&m=2&f=jpgRisultato immagine per https://giphy gif berlusconi renzi/

VEDI ANCHE: Nuova rivendicazione della Cina nei confronti della Russia: Putin ha un altro problema da affrontare?

16 di 16 foto nella raccolta Il modo in cui la carenza di petrolio della Russia influenzerà i prezzi alimentari globali e la guerra in corso in Ucraina è ancora da vedere, ma probabilmente i prezzi aumenteranno come minimo, una situazione che potrebbe peggiorare l'inflazione alimentare, dal momento che la Russia è un importante esportatore di cereali. VEDI ANCHE: Nuova rivendicazione della Cina nei confronti della Russia: Putin ha un altro problema da affronta

MODERATO FRANCO FRANCHINO (Utente disabilitato) N° messaggi: 5293 - Iscritto da: 21/7/2023
8 di 9 - Modificato il 08/10/2023 20:15
Gianni Barba N° messaggi: 33392 - Iscritto da: 26/4/2020
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Cadono come mosche. La contronarrazione e il grande silenzio sulla pandemia

Storia di Vincenzo Romania •1 gCadono come mosche. La contronarrazione e il grande silenzio sulla pandemiaCadono come mosche. La contronarrazione e il grande silenzio sulla pandemia© Fornito da HuffPost Italia
Cadono come mosche, colpiti da inspiegabili malori.
La verità è agghiacciante, ma è nascosta, dissimulata, occultata da un grande complotto internazionale. Giovani e adulti morrebbero vittime inconsapevoli dei vaccini, nel complice silenzio di politici e mass media.
A oltre un anno di distanza dalle ultime code significative della crisi pandemica, tale contro-narrazione riappare di giorno in giorno sui social media, nei commenti di utenti anonimi a notizie di cronaca piccole o grandi.
Sfida la narrazione ufficiale, diffonde una sfiducia sistemica nei confronti di istituzioni e attori dell’opinione pubblica. Usa un linguaggio enfatico e ripetitivo, sfrutta un principio tanto semplice quanto efficace:
“Più una storia viene raccontata coerentemente e ripetutamente, più essa sarà presa per vera”.
La mannaia digitale del “cadono come mosche” colpisce tutti. Non risparmia né il celebre giornalista, né il conducente dell’autobus coinvolto nella tragedia di Mestre, nemmeno l’uomo qualunque della cui morte danno notizia i quotidiani locali.
A ogni decesso di una persona sotto gli ottant’anni, si associa l’improbabile teoria che dipenda tutto dai vaccini, come se infarto e ictus fossero improvvisamente scomparsi dal nostro orizzonte biologico.

Questa contronarrazione, è bene dirlo, non ha una matrice di classe, né una connotazione generazionale.
Riguarda pubblici più o meno scolarizzati, è diffusa in città e in provincia e non di rado travalica i confini nazionali.
Trova supporto politico nei movimenti populisti, ma è più trasversale di quanto si possa credere.
Il suo impatto è amplificato da un diffuso giornalismo dell’indignazione che dà notizia di ogni micro-interazione che produca conflitto nell’opinione pubblica digitalizzata.
Ma, come accade ai cori dei tifosi di una squadra in trasferta quando la curva di casa sciopera, a farle da eco è principalmente il silenzio della voce ufficiale.

Di Covid-19 non si parla più, se non a latere di un’inchiesta giudiziaria o di una polemica sul definanziamento della sanità pubblica. La più grande tragedia contemporanea che ha colpito il nostro Paese non ha prodotto, perlomeno ancora, una significativa commemorazione pubblica.

E, come è noto, una memoria senza rituale è destinata a svanire in un breve volgere di tempo. Restano sulle mura di alcuni ospedali i murales che rappresentano il personale medico in abiti da supereroi, ma nessuno ormai ci fa più caso, nemmeno gli stessi medici e infermieri che l’attualità rilega alle consuete dinamiche di iper-sfruttamento.
Interrogarsi sulle cause di questo grande rimosso è più interessante, credo, che non indagare la propaganda No Vax, o stigmatizzarne i protagonisti, essi stessi vittime della contesa dialettica.

Ciò vuol dire anzitutto indagare le cause di una comunicazione pubblica che evidentemente non ha funzionato come ci si aspettava, maggiormente impegnata a bacchettare gli scettici che non a spiegare i processi che hanno portato ad alcune scelte politiche e alla stessa campagna vaccinale.
Ma, ancora più a monte, la mancata elaborazione di un trauma collettivo di codeste dimensioni testimonia l’impossibilità reale di una trasformazione verticale, valorialmente orientata, delle nostre società. Viviamo in un’epoca che concilia l’orizzontalità delle scelte valoriali – ognuno faccia come crede – all’assoluta egemonia di un principio verticale: la prevalenza del mercato sul sociale, della competizione individualizzata sul legame sociale.

Un’epoca nella quale la stessa pandemia non è stata vissuta tanto come una minaccia alla umanità, quanto come una minaccia alla crescita del prodotto interno lordo. Non a caso, la comunicazione pubblica ha insistito più sull’immunità biologica, che non sulla “vita buona” della communitas, più sul controllo che non sulla partecipazione.
E su tale humus inevitabilmente hanno prosperato i cospirazionisti.
Il fallimento più evidente, in tutta la società globale, ha riguardato l’incapacità di scalfire le basi individualistiche della tarda modernità.
Come spiega Onofrio Romano, “nel regime di crescita si installa un potere pubblico a-teleologico, che non si immischia mai nella questione della ‘buona vita’. La politica ha solo la funzione di preservare o persino di coltivare la vita biologica dei cittadini, insieme con la regolazione amministrativa della loro libera circolazione”.
Passando sotto i portici di Padova per andare a lavorare, leggo ogni giorno due scritte, un botta e risposta a distanza fra due anonimi graffitari che dà la misura esatta di una fiducia tradita nella capacità collettiva di apprendere dalla crisi: “Andrà tutto bene”, “Poteva andare meglio”.
Poteva andare meglio. Potevamo uscirne cambiati, più attenti alla salute pubblica e meno al profitto, più riflessivi, consapevoli e capaci di prendere le distanze dalla retorica della performance e dell’autorealizzazione.
Non è andata così.
La pandemia ha tranciato le nostre memorie pubbliche e private in tre parti: ciò che è venuto prima; il durante, caratterizzato dal lockdown e dalle restrizioni al movimento; e ciò che è venuto a seguire, il ritorno al “new normal”, la sfrenata rincorsa al consumo, al turismo, al lavoro, a tutto ciò che usualmente routinizza la nostra esperienza entro i confini di una felicità reificata.
Abbiamo vissuto una fase di decelerazione dei nostri ritmi esistenziali, cui è seguita una fase di ri-accelerazione che ha riprodotto le consuete dinamiche alienanti, come ha scritto Martina Visentin.
E che ha prodotto nuove, ma ciclicamente ricorrenti, patologie sociali: l’inflazione, il lavoro povero, l’iperconsumo, la crisi ambientale.
La memoria collettiva è da sempre un campo di battaglia, e i processi di sedimentazione del vissuto possono essere anche molto lenti, come ha dimostrato Jeffrey Alexander rispetto all’Olocausto e ad altri significativi traumi culturali.
Speriamo che a cadere come mosche non siano quindi le speranze di trasformare la nostra società, rendendola più umana e meno performativa....Ma noi sappiamo che presto arriverà il Regno di Dio a sistemare l' umanità un'ultima volta...per sempre.
9 di 9 - 08/10/2023 21:26
Gianni Barba N° messaggi: 33392 - Iscritto da: 26/4/2020

La preoccupazione della Cina

Storia di Chiara Nava
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image-bb27123c-957f-4d25-8624-6c8e7684f041© Fornito da Notizie.it

La Cina è molto preoccupata per l’attuale escalation di violenza tra Palestina e Israele. Pechino invita al cessate il fuoco.

- LEGGI ANCHE: Hamas, movimento in lotta con Israele: cos’è?

Cina preoccupata per escalation violenza Palestina-Israele

Il bilancio della guerra scoppiata in Israele dopo l’attacco di Hamas sta preoccupando moltissimo anche gli altri Paesi. La Cina è profondamente preoccupata per l’attuale escalation di tensione e violenza, che sembra non volersi fermare e che ha già causato moltissime vittime e moltissimi feriti. A riferirlo è stato un portavoce del ministero degli Esteri cinese.

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Cina preoccupata per la situazione in Israele: la richiesta

La Cina ha dichiarato di essere molto preoccupata per la situazione in Israele e ha chiamato “le parti pertinenti a mantenere moderazione e calma, a fermare immediatamente gli scontri, a proteggere i civili e a impedire alla situazione di avviarsi verso un deterioramento“. La nota sottolinea le difficoltà e “la stagnazione a lungo termine dei processi di pace” ormai insostenibili. Il modo fondamentale per riuscire a placare le ostilità “risiede nell’attuazione dei ‘due Paesi’ e nella creazione di uno Stato palestinese indipendente“, sono le parole che si leggono nella nota.

- LEGGI ANCHE: Israele, Onu: “Attacchi contro civili devono essere fermati”

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