Banca Carige (CRG)

- 03/7/2007 17:12
daniele3 N° messaggi: 19336 - Iscritto da: 05/4/2006

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9261 di 10507 - 27/11/2017 12:09
intrade N° messaggi: 20 - Iscritto da: 20/9/2007
Per ogni diritto esercitato acquistera' 60 azioni al prezzo di 0,01 ciascuna
9262 di 10507 - 27/11/2017 14:13
onda75 N° messaggi: 719 - Iscritto da: 28/6/2011
Poveri noi italiani, degrado per far scomparire tutti i piccoli azionisti che sono quelli che reggono in piedi le banche per poi sfruttarli fino all'osso per salvare sempre i soliti. Sono solo un ammasso di figli di troia
9264 di 10507 - 27/11/2017 14:56
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: patomassimo - Post #9260 - 27/Nov/2017 10:40Scusate ma se io esercito i diritti devo moltiplicare" le azioni x60cent....e se non li esercito quindi vendo ,mi rimangono le azioni che ho caricate a che prezzo....se qualcuno può dirmelo grazie in anticipo in banca non sanno...



Sui prezzi delle azioni ordinarie (ISIN: IT0005108763) è stato applicato un fattore di rettifica pari a 0,08615277, mentre i prezzi delle azioni di risparmio (ISIN: IT0005108771) sono state rettificati con un coefficiente pari a 0,99825403.
9265 di 10507 - 27/11/2017 14:58
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Carige in rosso: gli hedge fund (e non solo) aumentano le vendite

Titolo e diritti cedono in apertura di settimana. Il fondo Guevoura ha incrementato le posizioni corte, ma anche Mediobanca e Intermonte. La settimana scorsa il ceo Fiorentino aveva detto che l'aumento di capitale sarebbe andato in overbooking. Domani cda, che discuterà, pare, della cessione di Creditis

di Elena Dal Maso

Il titolo Banca Carige , in pieno aumento di capitale da 500 milioni di euro voluto dalla Bce, apre la settimana in rosso. L'azione segna al momento un calo dello 0,94% a 0,0105 euro. Mentre i diritti cedono il 27,37% a 0,0276 euro. Dalle comunicazioni di Borsa italiana è emerso che giovedì scorso, 23 novembre, il fondo hedge Guevoura Fund ha incrementato la posizione corta (vendita) portandola dall'8,72% al 13,63%. E anche Mediobanca , assieme a Intermonte, si sono posizionate in vendita sul titolo della banca ligure, rispettivamente al 3,69% e al 3,48%.

Chi ha oggi il titolo in mano e decide di non aderire, vendendo i diritti, avrebbe ricavato 76 euro ai prezzi di borsa dei diritti mercoledì, 42,5 euro giovedì e 38 euro venerdì e a fine operazione avrebbe in mano titoli per un controvalore di 11-12 euro. Se aderisse all'aumento di capitale dovrebbe, invece, sborsare 600 euro per avere in cambio 60mila nuove azioni. Complessivamente si ritroverebbe in portafoglio 61mila azioni ordinarie, con la differenza che i 600 euro in contanti si sarebbero trasformati in azioni, esposte alle oscillazioni del mercato e all'andamento della banca.

Mercoledì scorso, all'avvio dell'aumento di capitale, il ceo, Paolo Fiorentino, aveva detto che la banca ha ricevuto impegni formali per il 60% dei 500 milioni di rafforzamento patrimoniale, ovvero 300 milioni di euro e che sperava che l'aumento sarebbe andato in overbooking. Malacalza Investimenti ha accettato di acquistare il 17,6% del titolo e di poterlo incrementare al 18%, mentre Gabriele Volpi ritiene di portare la partecipazione dall'attuale 6% al 9,9%.

E il fondo Algebris, sede a Londra, sottoscriverà il 2%, secondo quanto ha detto l'amministratore delegato, Davide Serra. Mentre le banche del consorzio, Credit Suisse e Deutsche Bank , global coordinatore e joint bookrunners, hanno accettato di assicurare 200 milioni di euro e Barclays sottoscriverà le eventuali azioni non vendute per 100 milioni di euro.

Intanto domani pomeriggio è prevista una riunione del cda a Genova che, con ogni probabilità, avrà al centro il dossier Creditis. La banca ha ricevuto tre offerte vincolanti tutte provenienti da fondi internazionali e il candidato più probabile per l'acquisizione è Crc, ovvero Christofferson Robb & Company, un hedge fund americano specializzato nel settore. Negli Usa ha dimestichezza con dossier di questa natura, meno in Europa dove comunque, secondo indiscrezioni di stampa, punterebbe a irrobustire la sua presenza nel credito al consumo (da qui l'interesse per Creditis). Sarebbe proprio Crc ad aver rinunciato nel corso della procedura alla condizione che prevedeva l'accettazione della sua offerta vincolante entro il 22 novembre contenuta nell'accordo di subgaranzia di prima allocazione sottoscritto con Equita Sim.

Questo perché alla banca occorreva più tempo per analizzare le offerte, confrontarle, limarle, negoziare e decidere per l'assegnazione della trattativa in esclusiva. Se tutto procederà come sembra, Crc dovrebbe avere la meglio su Chevanari Financial Group e StormHarbour, gli unici altri due fondi ad aver presentato un'offerta vincolante. Nessuna banca è rimasta in gara per la società del credito al consumo. Sia Mediobanca che Santander hanno fatto marcia indietro nei giorni scorsi, probabilmente per una questione di prezzo. Secondo quanto emerso dalla conferenza stampa della scorsa settimana a Genova il prezzo di Creditis dovrebbe essere a tre cifre. L'istituto ligure ha in carico la società a bilancio a 40 milioni. Aveva provato a cederla nel 2015 con una valutazione di 75 milioni al fondo Apollo, ma poi la trattativa non era andata a buon fine. L'unico tassello da chiarire è che cosa preveda il possibile accordo con Crc e se quest'ultimo abbia intenzione o meno di intervenire anche nell'aumento di capitale in corso.

Intanto l'aumento di capitale sta entrando nel vivo. Domani scade il termine per la comunicazione da parte della clientela retail delle intenzioni in merito ai diritti sulla ricapitalizzazione. In assenza di indicazioni, mercoledì i diritti giacenti saranno messi in vendita. Dal 1 al 6 dicembre i diritti potranno solamente essere esercitati. A questo punto si avranno indicazioni più sull'andamento dell'operazione di rafforzamento: i piccoli soci rappresentano infatti lo zoccolo duro dell'azionariato della banca e pesano per la metà del capitale.

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MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
9267 di 10507 - 27/11/2017 15:30
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Bce, Nouy: su Npl occorre fare di più

Il capo del meccanismo di vigilanza della Bce ha bacchettato le banche dell'Eurozona sul tema della sostenibilità e dei crediti deteriorati. Secondo il banchiere, gli istituti di credito dovranno decidere se mantenere il modello di business, a scapito degli introiti da interessi, o adattarsi in maniera più profonda

di Marco Sasso

In un lungo discorso tenuto nel corso di una conferenza a Francoforte, il capo del meccanismo di vigilanza della Banca centrale europea, Daniele Nouy, ha rimproverato le banche dell'Eurozona in materia di sostenibilità e di gestione dei non-performing loan. Le banche "devono agire in maniera sostenibile. Questo non è mai stato tanto chiaro quanto oggi", ha affermato Nouy, che ha sottolineato due motivi principali per cui questo sia necessario.

In primo luogo, il capo del meccanismo di vigilanza ha posto l'accento sull' "enorme crisi finanziaria" che ha "crudelmente ricordato cosa succede quando le banche non agiscono in modo sostenibile". Prima della crisi, infatti, gli istituti di credito si sono "concentrati sul creare valore per i propri azionisti" e sui "profitti nel breve periodo", scavalcando il tema della sostenibilità nel lungo periodo.

In seconda battuta, Nouy si è concentrata sul fatto che "le banche soffrono attualmente di mancanza di redditività", aggiungendo che "molte di loro che non riescono nemmeno a coprire il proprio costo di capitale". Secondo il banchiere, la scarsa redditività "ha diverse cause e ogni banca ne soffre a modo proprio" e genera un'eccessiva competizione che porta a un ribasso dei margini delle tante, "troppe banche", all'interno dell'Eurozona.

Inoltre, per il capo della vigilanza gli istituti di credito "hanno costi operativi elevati, che erodono ulteriormente i guadagni" e "fattori come il periodo prolungato di tassi d'interesse bassi e lo sviluppo tecnologico hanno reso meno sostenibile il sistema bancario convenzionale".

Pertanto, secondo il banchiere ora le banche devono prendere una decisione su quale strada intraprendere, scegliendo tra "mantenere il business model tradizionale, che spesso conta sugli introiti derivanti da interessi" oppure "adattarsi in maniera più profonda, ripensando il proprio modello e gettando solide fondamenta per la sostenibiltà".

Nel corso della conferenza Nouy è anche intervenuta sulla delicata questione dei non performing loans, affermando che "le banche devono fare di più". Il capo della vigilanza della Bce ha evidenziato che "dal 2015 la porzione di crediti deteriorati nell'area euro è scesa da circa il 7,5% a quasi il 5,5%" ma che comunque "si tratta di una media e in alcuni Paesi dell'Eurozona il volume è molto più alto".

Nouy ha poi proseguito affermando che "In diverse parti dell'area euro vediamo ancora quantità elevate di prestiti non performanti e questo rappresenta un problema per molte ragioni", puntualizzando che "gli Npl non soltanto pesano sui profitti degli istituti di credito ma minano anche la fiducia nelle banche coinvolte e richiedono una costante attenzione da parte del personale e del management degli istituti".

E con riferimento alla guidance “abbiamo esaminato ora i piani ideati dalle banche e abbiamo iniziato a fornire dei feedback. La situazione è molto diversa, quindi abbiamo bisogno di fare delle valutazioni caso per caso e trovare la soluzione appropriata per ogni istituto" ha dichiarato il banchiere.

"L'obiettivo è chiaro e diretto", ha affermato, "gli istituti di credito devono avere adeguate disposizioni. Abbiamo aspettative ferme su questo. Per essere chiari, sto parlando delle aspettative di supervisione. Non ci sono azioni automatiche collegate a queste. La nostra guidance fornisce la base per un dialogo strutturato con ogni singola banca".

Nouy ha poi concluso affermando che "Risolvere il problema dei prestiti in sofferenza richiede uno sforzo congiunto da parte di banche, autorità di vigilanza, di regolamentazione e politici".

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9268 di 10507 - 27/11/2017 15:49
SPANALDO N° messaggi: 2806 - Iscritto da: 01/12/2006
Non riesco a capire il perché molti investitori che hanno comprato l'azione ai nuovi prezzi correnti svendono l'azione ed allora mi chiedo perché hanno comprato?
9269 di 10507 - 27/11/2017 18:29
roby6589 N° messaggi: 6731 - Iscritto da: 26/3/2007
Quotando: spanaldo - Post #9268 - 27/Nov/2017 14:49Non riesco a capire il perché molti investitori che hanno comprato l'azione ai nuovi prezzi correnti svendono l'azione ed allora mi chiedo perché hanno comprato?

Perché l'azione è destinata a scendere nel tempo
9270 di 10507 - 28/11/2017 08:47
patomassimo N° messaggi: 5 - Iscritto da: 06/2/2015
Quindi secondo voi con 10000 azioni conviene partecipare oppure no....
9271 di 10507 - 28/11/2017 11:17
6nove N° messaggi: 22396 - Iscritto da: 03/8/2012
Al prezzo di oggi Se non partecipi ti hanno bruciato il 95% del capitale. .
9272 di 10507 - 28/11/2017 11:33
msmith1 N° messaggi: 314 - Iscritto da: 06/6/2014
Quotando: spanaldo - Post #9268 - 27/Nov/2017 14:49Non riesco a capire il perché molti investitori che hanno comprato l'azione ai nuovi prezzi correnti svendono l'azione ed allora mi chiedo perché hanno comprato?



Usando il termine "investitori" intendi un numero che si conta sulle dita di una mano: Malacalza, Volpi, Spinelli... Loro non vendono, anzi comprano.

I "piccoli investitori" di Carige non esistono più: a 0,01 sono azzerati.

I piccoli che partecipano all'aumento, e i piccoli che entrano ora, comprano quote di un'azienda che rischia la risoluzione, fa perdite da tre anni e il mercato ne parla male: non sono investitori ma "scommettitori". Da questo puoi fare i tuoi ragionamenti.
9273 di 10507 - 28/11/2017 13:16
1giacomofofo N° messaggi: 701 - Iscritto da: 29/6/2016
quando finisce ADC grazie
9274 di 10507 - 28/11/2017 14:42
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Carige, un hedge Usa sul credito al consumo di Creditis

Oggi il dossier in cda; in pole position c'è Christofferson Robb & Company. Intanto l'aumento di capitale sta entrando nel vivo e a Piazza Affari il titolo torna in parità dopo un'apertura negativa

di Claudia Cervini (MF-DowJones)

Gli occhi del mercato sono puntati sul piano di rafforzamento da 1 miliardo di euro circa di Banca Carige (tra aumento di capitale da 560 milioni e cessioni) che oggi potrebbe registrare un nuovo passo in avanti. Nel pomeriggio è infatti prevista una riunione del cda a Genova che con ogni probabilità avrà al centro proprio il dossier Creditis, la società di credito al consumo dell'istituto ligure per la quale è in corso un'asta.

La banca ha ricevuto tre offerte vincolanti tutte provenienti da fondi internazionali e il candidato in pole position per l'acquisizione sarebbe Crc, ovvero Christofferson Robb & Company, un hedge fund americano specializzato nel settore. Negli Usa ha dimestichezza con dossier di questa natura, meno in Europa dove comunque, secondo indiscrezioni di stampa, punterebbe a irrobustire la sua presenza nel credito al consumo (da qui l'interesse per Creditis).

Sarebbe proprio Crc ad aver rinunciato nel corso della procedura alla condizione che prevedeva l'accettazione della sua offerta vincolante entro il 22 novembre contenuta nell'accordo di subgaranzia di prima allocazione sottoscritto con Equita Sim. Questo semplicemente perché alla banca occorreva più tempo per analizzare le offerte, confrontarle, limarle, negoziare e decidere per l'assegnazione della trattativa in esclusiva. Se tutto procederà secondo i piani, Crc dovrebbe avere la meglio su Chevanari Financial Group e StormHarbour, gli unici altri due fondi ad aver presentato un'offerta vincolante.

Nessuna banca è rimasta in gara per la società del credito al consumo. Sia Mediobanca che Santander hanno fatto marcia indietro nei giorni scorsi, probabilmente per una questione di prezzo. Secondo quanto emerso dalla conferenza stampa della scorsa settimana a Genova, il prezzo di Creditis dovrebbe essere a tre cifre. L'istituto ligure ha in carico la società a bilancio a 40 milioni. Aveva provato a cederla nel 2015 con una valutazione di 75 milioni al fondo Apollo, ma poi la trattativa non era andata a buon fine. L'unico tassello da chiarire è che cosa preveda il possibile accordo con Crc e se quest'ultimo abbia intenzione o meno di intervenire anche nell'aumento di capitale in corso.

Intanto l'aumento di capitale sta entrando nel vivo. Oggi scade il termine per la comunicazione da parte della clientela retail delle intenzioni in merito ai diritti sulla ricapitalizzazione. In assenza di indicazioni, mercoledi' i diritti giacenti saranno messi in vendita. Dal 1 al 6 dicembre i diritti potranno solamente essere esercitati. A questo punto si avranno indicazioni più chiare circa l'andamento dell'operazione di rafforzamento: i piccoli soci rappresentano infatti lo zoccolo duro dell'azionariato della banca della Lanterna e pesano per circa la metà del capitale.
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9275 di 10507 - 28/11/2017 15:47
famonac N° messaggi: 457 - Iscritto da: 27/5/2013
top top urgent - mi hanno appena trasmesso un articolo di milano finanza che riporta che l'hedge found Guevoura avrebbe portato la posizione short su carige al 17,94% al 24.11.2017. io sono andato sul sito consob a verificare e porta, ad oggi, che il fondo guevoura starebbe short al 27/11 su carige per il 6,76.
è una cazzata di milano finanza? consob non ha aggiornato? oppure dal 24 data che riporta milano finanza si è già ricoperto? se qualcuno mi puo rispondere subito che c'ho un amico che deve fa l'adc e manca un quarto d'ora alla fine
9276 di 10507 - 28/11/2017 16:58
famonac N° messaggi: 457 - Iscritto da: 27/5/2013
già controllato, si stanno ricoprendo tutti, per esempio intermonte e mediobanca e altri che c'erano hanno azzerato lo short.
9277 di 10507 - 28/11/2017 16:59
famonac N° messaggi: 457 - Iscritto da: 27/5/2013
Figheroa invece è scesa dal 17,94 è scesa al 6,76
9278 di 10507 - 28/11/2017 17:04
Balto3 N° messaggi: 4218 - Iscritto da: 04/3/2014
Quotando: famonac - Post #9277 - 28/Nov/2017 15:59Figheroa invece è scesa dal 17,94 è scesa al 6,76



Posizioni corte Banca Carige 27 novembre

Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che
GUEVOURA FUND LIMITED ha ridotto la posizione corta su Banca Carige, portandola dal 17,94% al 6,76% ...

9279 di 10507 - 28/11/2017 17:05
Balto3 N° messaggi: 4218 - Iscritto da: 04/3/2014
ormai cosa c'è rimasto da shortare...
9280 di 10507 - 28/11/2017 17:10
maurizio5 N° messaggi: 2909 - Iscritto da: 19/4/2007

Hanno depredato tutto sono rimasti i mattoni e capitelli se non chiudono rischiano di non trovare più nulla !

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