Credito Valtellinese

- Modificato il 06/8/2017 07:57
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014

 





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121 di 440 - 23/1/2018 16:06
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Azioni Creval crollo verso 9 euro. Tornare a comprare in vista della dismissione degli NPL?

Nessun recupero, ma anzi un nuovo crollo, per la quotazione del Credito Valtellinese dopo i forti ribassi delle ultime sedute. Il prezzo delle azioni Creval oggi segna un ulteriore calo del 3,35% che si traduce in un ennesimo allontanamento da quota 10 euro. Mentre scriviamo il prezzo del titolo Credito Valtellinese si muove in area 9,24 euro. Andando a guardare al grafico relativo all'andamento della quotazione Creval si può notare come non solo non sembra esserci all'orizzonte alcun ritorno in area 10 euro ma addirittura adesso il rischio è che il valore delle azioni perda anche il contattato con i 9 euro.

Il nuovo crollo di Creval oggi vuole dire anche altro per la banca della Valtellina. Con un trend ribassista oramai consolidato, infatti, il rischio è che il prezzo delle azioni della società possa addittura aggiornare i suoi minimi storici. La quotazione a 8,6 euro raggiunta a metà novembre, quando per la prima volta si iniziò a parlare di un inevitabile aumento di capitale, è uno spettro che inizia a far paura agli investitori. La tendenza che il mercato esprime sembra essere quella di un inevitabile deprezzamento. Non è quindi un caso se molti analisti parlino non di semplice crollo di Creval oggi ma di corsa vendere le azioni Credito Valtellinese prima che esse valgano sempre di meno.

In una situazione di questo tipo riuscire a trovare degli appigli che possano spingere invece a comprare Creval (o a investire in azioni Credito Valtellinese attraverso gli strumenti derivati come il tradind di CFD) è francamente quasi impossibile.

Il valore delle azioni della banca valtellinese è infatti calato del 70% su base annua mentre nell'ultimo mese il prezzo del titolo ha perso il 30%. Tutti corrono a vendere le azioni prima che abbia inizio l'aumento di capitale di Creval. Eppure alcuni motivi che secondo lo scrivente potrebbero fornire uno stimolo a guardare al Credito Valtellinese con meno pessimismo non mancano. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, la banca della Valtellina potrebbe anche realizzare entro il mese di giugno quella cessione di 2,1 miliardi di crediti deteriorati che era stata fissata dal piano industriale. Il pacchetto di NPL sarebbe finito nel mirino di diversi operatori, tra cui il fondo Algebris. Il piano strategico 2018/20 della banca prevde che dei suddetti 2,1 miliardi di NPL 1,6 miliardi vengano dismessi entro il primo semestre 2018 attraverso il ricorso alle garanzie pubbliche (Gacs) mentre i restanti 500 milioni di NPL dovrebbero essere "ceduti pro-soluto al termine di un processo competitivo nella seconda parte del 2018”.

Se davvero le indiscrezioni dovessero essere confermate e quindi Creval dovesse riuscire ad accellerare sulla questione NPL, per la banca sarebbe una buona notizia potenzialmente in grado di far ripartire il prezzo delle azioni. La cessione dei crediti problematici è connessa in modo diretto all'aumento di capitale da 700 milioni di euro che la banca è chiamata ad affrontare per rafforzare il suo patrimonio. Le risorse che Creval riuscirà ad ottenere tramite la ricapitalizazione serviranno proprio a dare fronte ai potenziali impatti negativi derivanti dalla dismissione dei crediti deteriorati. Un meccamismo complesso, quindi, che appende il titolo Creval ad un filo. Dopo il crollo di oggi, la quotazione Creval potrebbe restare sulle spine a lungo. Investire in azioni Credito Valtellinese, quindi, resta rischiso.

6f4lj
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122 di 440 - 24/1/2018 19:22
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Banche, addendum Bce su Npl potrebbe slittare

Il documento sarà comunque finalizzato entro il primo trimestre. Per il capo della vigilanza Nouy gli istituti "si devono preparare"

Resta sotto i riflettori il tema della vigilanza dell'Unione Europea sui crediti deteriorati delle banche italiane, dopo che nelle ultime ore una delle maggiori funzionarie della Banca centrale europea, Danièle Nouy, presidente del supervisory board dell'ente, ha fatto capire che potrebbe essere rimandata di qualche mese l'applicazione del cosiddetto "addendum" alle linee guida comunitarie sugli Npl, alias Non Performing Loans.

Parlando a Francoforte, presso la sede della Bce, la Nouy ha dichiarato: "L'addendum è stato sottoposto a pubblica consultazione che si è chiusa a dicembre. Abbiamo esaminato tutti i commenti e le opinioni legali che abbiamo ricevuto ed emenderemo di conseguenza l'addendum. Tra le altre cose, potremmo cambiare la data di applicazione e chiariremo il contesto di Pillar 2 in cui si inserisce della Bce. Ci stiamo coordinando con la commissione europea sulla sua proposta per un livello minimo di accantonamento prudenziale in base al Pillar 1. L'addendum sarà finalizzato nel primo trimestre di quest'anno".

Si ricorderà che il cosiddetto "addendum" è, riassumendo, una integrazione alle linee guida sugli Npl già emesse dalla BCE nel marzo 2017, una sorta di "aggiunta" che l'Europa ha pubblicato in autunno e che prevede di spingere le banche a coprire integralmente i deteriorati dopo sette anni, oppure due anni, a seconda siano crediti garantiti o non garantiti, decorrendo dal momento della loro iscrizione a credito deteriorato.

La Nouy ha invitato gli istituti a non sprecare la possibile dilazione e a impegnarsi comunque per raggiungere l'obbiettivo senza perdere tempo: "Il mio primo messaggio alle banche è questo: fare troppo poco e tardi non è un'opzione percorribile. Porterà sicuramente a maggiori problemi nel futuro. Il mio secondo messaggio alle banche è questo: preparatevi per l'addendum".

il capo della vigilanza Bce ha ricordato il nuovo stress test per capire quali banche sono sottocapitalizzate, spronandole a rimediare ai rischi di mercato, sotto la stretta supervisione dell'Europa. Lo scopo, come spiega lei stessa, è anche arrivare al ventilato sistema europeo di assicurazione dei depositi, o Edis. Secondo la Nouy, la creazione dell'Edis potrebbe comportare "un'altra revisione della qualità degli asset e ciò dovrebbe rappresentare per le banche un ulteriore incentivo a ripulire i loro bilanci".

Il tema dell'addendum è molto sentito dalle banche italiane, che detengono il 25% degli Npl di tutta la galassia bancaria della Ue. I criteri europei di valutazione vengono ritenuti troppo rigidi dall'Italia, e un incontro fra la Nouy e la Banca d'Italia svoltosi a Roma lo scorso 17 gennaio non è valso a far ammorbidire le posizioni europee. La prospettata dilazione di alcuni mesi, però, sembra offrire almeno l'occasione per guadagnare tempo.

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Danièle Nouy, responsabile del comitato unico europeo di vigilanza bancaria
123 di 440 - 26/1/2018 12:05
angiolino1 N° messaggi: 40 - Iscritto da: 13/10/2016
Qualche news o solo speculazione ?
124 di 440 - 26/1/2018 13:41
24ANDRE N° messaggi: 2932 - Iscritto da: 25/11/2010
Secondo me è la Creval a illudere il mercato... dopo l’ADC queste ex-azioni staranno a 3 Euro -1🏼
125 di 440 - 26/1/2018 13:42
gaio2 N° messaggi: 5648 - Iscritto da: 14/5/2008
Quotando: 24andre - Post #124 - 26/Jan/2018 12:41Secondo me è la Creval a illudere il mercato... dopo l’ADC queste ex-azioni staranno a 3 Euro -1🏼

O 13 euro
126 di 440 - 26/1/2018 13:49
gaio2 N° messaggi: 5648 - Iscritto da: 14/5/2008
Quotando: gaio2 - Post #125 - 26/Jan/2018 12:42
Quotando: 24andre - Post #124 - 26/Jan/2018 12:41Secondo me è la Creval a illudere il mercato... dopo l’ADC queste ex-azioni staranno a 3 Euro -1🏼

O 13 euro

Io le ho prese giorni fa a 9 euro..potrebbero essere speculative ma ...
127 di 440 - 26/1/2018 16:59
gaio2 N° messaggi: 5648 - Iscritto da: 14/5/2008
Quotando: gaio2 - Post #126 - 26/Jan/2018 12:49
Quotando: gaio2 - Post #125 - 26/Jan/2018 12:42
Quotando: 24andre - Post #124 - 26/Jan/2018 12:41Secondo me è la Creval a illudere il mercato... dopo l’ADC queste ex-azioni staranno a 3 Euro -1🏼

O 13 euro

Io le ho prese giorni fa a 9 euro..potrebbero essere speculative ma ...

Che vi dicevo???sell o keep?tenere...
129 di 440 - 27/1/2018 08:59
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Creval, ore decisive per l'aumento di capitale

Si infittiscono le voci sull'operazione e sui membri del consorzio. Per ora, dalla Consob e dalla Valtellina tutto tace. Il 5 febbraio il Cda sui conti.

di Rosario Murgida

I tempi stringono per l'aumento di capitale del Creval e il titolo segna un bel rimbalzo in Borsa (+23,4% a 11,70 euro). Eppure l'operazione è finora circondata solo da indiscrezioni e speculazioni.

Nel pomeriggio la banca ha diffuso un comunicato in cui si conferma almeno che il 5 febbraio si riunirà un consiglio di amministrazione per approvare i risultati del 2017. Lo prevede il calendario finanziario, che ufficializza una data così importante per una società quotata e anche per la stessa ricapitalizzazione. Sarà, infatti, con quei numeri, che i vertici aziendali dovranno presentarsi alla comunità finanziaria per perorare la causa dell'aumento e attrarre il maggior numero possibile di investitori.

Prevale invece l'incertezza sulla composizione del consorzio di garanzia. Due sono i punti fermi: Mediobanca e Citigroup. Da giorni circolano voci sull'allargamento del consorzio a colossi del calibro di Credit Suisse, di Deutsche Bank, di Barclays, di Jp Morgan e di Bank of America-Merrill Lynch e perfino Santander. In che ruolo è ancora tutto da vedere anche perché più che la banca è compito appunto di Mediobanca e Citigroup andare a cercare chi sia disposto ad entrare nel consorzio. Negli ultimi giorni inoltre si è fatta strada l'ipotesi di uno schema simile alla ricapitalizzazione di Banca Carige con la costituzione di un consorzio di subgaranti.

Una cosa è comunque certa: più il parterre è ampio, più aumentano le probabilità che l'operazione vada in porto anche se non nei tempi inizialmente auspicati. E' infatti la Consob a dover dare il via libera ufficiale e ancora non è arrivato nulla a dimostrazione di come ci sia anche la possibilità che la commissione chieda un'ulteriore documentazione con i conseguenti ritardi. Del resto non si sa neanche se il prospetto informativo sia stato effettivamente depositato oppure si sia trattato solo di documenti preparatori al deposito vero e proprio.

Già oggi l'obiettivo del management di anticipare le elezioni del 4 marzo è sfumato del tutto. Inizialmente si intendeva eseguire l'aumento durante il mese di febbraio, il che avrebbe significato aver già ottenuto il via libera della Consob almeno un paio di settimane fa per poi definire i termini principali dell'operazione, a partire dal prezzo di sottoscrizione con il relativo Terp. Invece è tutto ancora avvolto nel mistero. Che l'aumento parta a metà febbraio o alla fine del mese, cresce il rischio di farlo coincidere con quel periodo post-elettorale che per i mercati spesso significa incertezza e timori di vario genere e grado per non parlare di fuga degli investitori e dei capitali. E in tutto questo il titolo non fa che perdere valore in Borsa. Oggi si registra un recupero ma a questi livelli il valore dell'azione è comunque dimezzato da quell'ormai lontano 7 novembre che ha visto l'annuncio della ricapitalizzazione da 700 milioni di euro.

6ggoj
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130 di 440 - 29/1/2018 17:16
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Azioni Creval e rischio execution su aumento di capitale. Comprare è un azzardo?

Il prezzo delle azioni Creval, con un brusco movimento rialzista, si è allontanato dai livelli raggiunti nelle ultime sedute e, come emerge dai dati relativi all'andamento del titolo su Borsa Italiana, ha scongiurato il rischio di precipitare sui valori di metà novembre. Il rilancio delle quotazioni sopra i 10 euro è dovuto a naturali inversioni di rotta. Come emerge osservando i grafici relativi all'andamento del titolo Creval da inizio anno ad oggi, il valore delle azioni ha perso ben il 20%. Se su Borsa Italiana oggi Creval vola è unicamente per motivi di tipo tecnico. Il quadro di fondo sul Credito Valtellinese resta profondamente incerto. In primo piano c'è sempe la questione relativa all'aumento di capitale da 700 milioni di euro che dovrebbe partire attorno al 19 febbraio per chiudersi prima delle politiche del 4 marzo. Ad oggi i dettagli sull'operazione di ricapitalizzazione non sono ancora noti ma indipendentemente da quelle che potrebbero essere le caratteristiche dell'aumento di capitale di Creval, tutti gli analisti sono concordi nell'affermare che l'operazione presenta un alto rischio di execution. L'ammontare che Creval richiederà al mercato, infatti, è superiore di circa 7 volte all’attuale capitalizzazione di Borsa della banca che non va oltre i 100 milioni di euro.

Logicamente comunque, il rialzo di Creval è stato possibile grazie anche alla presenza di alcuni appigli. Milano Finanza ha ricordato che entro il fine settimana dovrebbe essere completato il consorzio di garanzia a tutela dell'operazione. A farne parte dovrebbero essere Mediobanca e Citigroup ma anche Bank of America-Merryll Lynch e Credit Suisse. Altre banche, come JP Morgan e Deutsche Bank potrebbero prendere parte all’operazione ma assumendo comunque impegni di secondo accollo. E' molto probabile che la questione del consorzio di garanzia possa essere definita il prossimo 5 febbraio quando il Credito Valtellinese approverà i conti preliminari 2017. Queste qeustioni sono destinate ad essere quasi secondarie dinanzi a quello che è il più grande rischio che Creval corre ossia la possibilità che le adesioni siano basse.

Per capire se la ricapitalizzazione possa riuscire o meno bisognerà infatti capire come intendono muoversi i soci storici. Allo stato attuale dei fatti solo l’imprenditore francese Denis Dumont, azionista dell’istituto valtellinese con il 5,12%, ha dichiarato che intende aderire pro-quota all’aumento di capitale del Credito Valtellinese. Per il resto, invece, è buio totale con una incertezza che resta quindi alta.

In considerazione di tale situazione si può ritenere che la quotazione Creval possa restare molto volatilite fino alla partenza della ricapitalizzazione. Addirittura è ipotizzabile che il prezzo delle azioni Creval, rispetto ai valori su Borsa Italiana oggi possa subire anche forti oscillazioni fino a quando la ricapitalizzazione da 700 milioni di euro non dovesse essere conclusa. Sempre sperando che non si verifichino pericolosi incroci con le elezioni politiche del 4 marzo prossimo.
6gzdf
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131 di 440 - 31/1/2018 14:50
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Mps, ipotesi maxi fusione con Carige e Banco Bpm

Gli analisti di Equita non escludono un polo con ben cinque istituti: anche Bper e Creval sotto il cappello di una holding sul modello Iccrea. Scenario suggestivo ma...

di Rosario Murgida

Gli analisti continuano a delineare scenari di aggregazione di vario genere e grado per il comparto bancario italiano. Pochi giorni fa ha fatto scalpore uno studio di Mediobanca su una fusione transfrontaliera tra Intesa Sanpaolo e Crédit Agricole e si è parlato anche di una fusione tra lo stesso Crédit Agricole e Carige, oggi tocca a Equita proporre un'ipotesi clamorosa con il coinvolgimento di alcune delle banche maggiormente sotto osservazione negli ultimi mesi per le diverse difficoltà affrontate.

La Sim arriva a offrire agli investitori e alla Borsa italiana un'ipotesi senz'altro suggestiva, pur di difficile realizzazione soprattutto per il numero delle banche interessate: ben cinque da mettere insieme. Si tratta di Mps, Banco Bpm, Bper, Carige e Creval. Si creerebbe così un maxi-polo del credito che unirebbe i punti di forza dei diversi istituti e risolverebbe in un colpo solo le difficoltà che ognuno degli istituti sta affrontando in un modo o in un altro.

Ma vediamo più in dettaglio. Lo studio si concentra evidentemente sulla fascia media del settore bancario italiano. Ovviamente bisogna fare delle distinzioni tra i diversi istituti in questione. Le due più solide sono evidentemente Banco Bpm e Bper anche se la prima si trova ad affrontare la necessità di accelerare il programma di smaltimento dei crediti deteriorati.

Per le altre tre la faccenda è molto più delicata. Mps è stata salvata dallo Stato e si trova ad affrontare un difficile percorso di rilancio. Carige ha da poco concluso un controverso aumento di capitale e deve portate avanti un piano di rafforzamento senza dimenticare il problema della continua vigilanza della Bce e delle critiche sollevate dal primo azionista Malacalza. Infine il Credito Valtellinese è ormai prossima a lanciare una ricapitalizzazione iperdiluitiva con tutti i rischi legati all'incertezza elettorale.

Il broker vede la necessità di disboscare la foresta di istituti di medie dimensioni grazie al ruolo che potrebbe avere lo Stato attraverso la controllata Mps. Equita cita in particolare gli oltre 3 miliardi di euro di crediti fiscali della banca senese e il miliardo di Carige e Creval. La somma di 4 miliardi potrebbe essere utilizzata come "cuscinetto di capitale" per le attività di riduzione dei rischi di Banco Bpm e Bper. L'esempio da seguire sarebbe quello di Iccrea per l'aggregazione delle banche di credito cooperativo sotto il cappello di un'unica holding.

Probabilmente Equita ha voluto delineare un caso di scuola, una sorta di esercizio di stile partendo però da una dato di fatto incontrovertibile: le banche presenti sul mercato italiano sono troppe ed è necessario procedere ad aggregazioni anche perchè i costi sono ancora elevati, i margini bassi e la concorrenza sempre più forte. Qualcosa si è fatto negli ultimi anni sul fronte del taglio delle spese operative con la chiusura di filiali e il taglio della forza lavoro senza dimenticare le numerose operazioni di acquisizioni effettuate per esempio da Intesa Sanpaolo o da Cariparma, ma evidentemente per Equita non è ancora sufficiente per risolvere per esempio il grande problema dello smaltimento di sofferenze e incagli o l'esposizione ai titoli di Stato.

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132 di 440 - 01/2/2018 19:01
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Borsa Italiana oggi: azioni Creval e garanzie aumento capitale. Meglio iniziare a comprare?

L'allargamento del consorzio di garanzia per l'aumento di capitale di Creval rilancia le quotazioni della banca.

Il prezzo delle azioni Creval ha trovato una sua stabilizzazione sopra quota 10 euro. Con l'inizio di un mese che si annuncia decisivo per quello che riguarda l'avvio dell'aumento di capitale, l'aumento della quotazione del Credito Valtellinese su Borsa Italiana oggi ha lasciato quasi stupiti gli operatori. Mentre scriviamo Creval segna un rialzo di oltre il 3% che consente al prezzo delle azioni di rompere il muro degli 11 euro e salire fino a 11,1 euro. Andando a guardare al grafico relativo all'andamento della quotazione Creval oggi, è possibile individuare il massimo intraday a 11,66 euro.

E' pur vero che su Borsa oggi Credito Valtellinese è anche sceso fino a 10,8 euro, ma comunque le quotazioni attuali dellla banca della Valtellina sono lontanissime da quelle di fine gennaio. Nella seduta del 23 gennaio, infatti, il titolo Creval era precipitato fino a 9,1 euro aprendosi anche la strada alla possibilità di toccare i minimi raggiunti nel mese di novembre. Dal successivo 24 gennaio, però, per il Credito Valtellinese è iniziata una veloce ripartenza.

Per farla breve, chi ha deciso di restare sulle sue posizioni non vendendo le azioni Creval nonostante il tracollo di fine gennaio, oggi si ritrova con un valore dei titoli in portafoglio in deciso aumento. I duri e puri vincono con le azioni Creval. Addirittura i duri e puri potrebbero veder crescere ancora di più il loro profitto se il rally del Credito Valtellinese su Borsa Italiana dovessse proseguire ancora. Gli spazi per un ulteriore apprezzamento del titolo ci sono tutti e, fermo restando la necessità di farsi carico di un rischio che rimane elevato a causa dell'alta volatilità tipica dei pre-aumenti di capitale, va anche considerata l'eventualità che le quotazioni Creval migliorino.

Ad oggi le premesse per una evoluzione positiva sembrano esserci tutte. Il Credito Valtellinese, infatti, cogliendo gli operatori di sorpresa, ha ampliato il consorzio di garanzia delle banche a tutela della ricapitalizzazione da 700 milioni di euro. Del consorzio fanno ora parte anche Santander, Barclays e Credit Suisse. Tutti e tre questi garanti avranno la funzione di Co-Global Coordinators e Joint Bookrunners.

Santander, Barclays e Credit Suisse si affiancheranno a Mediobanca, come Sole Global Coordinator e Joint Bookrunner, e a Citigroup che invece agirà in qualità di Co-Global Coordinator e Joint Bookrunner. Il parterre dei nomi delle banche che costituiranno il consorzio di garanzia dell'aumento di capitale del Credito Valtellinese è quindi di significativo spessore. L'effetto psicologico generato dall'arrivo di altre banche nel team di garanzia è ovviamente positivo. La presenza di nomi così importanti spinge a guardare con fiducia alla riusicta di un aumento di capitale per il cui start manca oramai davvero poco. L'operazione, infatti, potrebbe partire il prossimo 19 febbraio. Da oggi fino a quella data tutto è possibile ma per la prima volta da molto tempo pensare di iniziare a comprare azioni Credito Valtellinese non è più una specie di bestemmia. L'ingresso di big nel consorzio di garanzia della ricapitalizzazione dimostra che gli operatori credono nella riuscita dell'operazione anche perchè, nel caso in cui l'aumento di capitale non dovesse andare a buon fine, si tornerebbe a parlare di fallimento di Creval con crollo in borsa della quotazione.
6ia63
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133 di 440 - 03/2/2018 12:37
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Creval: consorzio si allarga ancora, aumento più vicino?

Fra i 4 nuovi ingressi anche Equita. Voci di un nuovo ritocco al piano di smaltimento delle sofferenze della banca valtellinese.

di Rosario Murgida

Il Credito Valtellinese accelera ancora il programma di cessione delle sofferenze e secondo alcuni rumors si appresterebbe ad anticipare i tempi della ricapitalizzazione. E in effetti questa sera si è appreso che il consorzio di pre-garanti dell'operazione si è infoltito ulteriormente.

Più in dettaglio, Commerzbank e Jefferies in qualità di Senior Joint Bookrunners e Keefe, Bruyette & Woods ed Equita Sim in qualità di Joint Bookrunner, sono entrati a farvi parte sottoscrivendo un accordo di pre-underwriting in linea con quello già sottoscritto dalle altre banche già presenti nel consorzio. Il pool di banche si aggiunge a Mediobanca (Sole Global Coordinator e Joint Bookrunner), Banco Santander, Barclays, Citigroup Global Markets Limited e Credit Suisse (Co-Global Coordinator e Joint Bookrunner).

Secondo le ultime indiscrezioni di stampa, inoltre, la banca lombarda avrebbe intenzione di aumentare l'importo del pacchetto di Npl in fase di dismissione. Non si tratta di un incremento consistente ma comunque è la prova, l'ennesima, di quanto nel settore bancario italiano si voglia dare un colpo di acceleratore a strategie di smaltimento dei crediti deteriorati anche per anticipare l'impatto dell'addendum della Bce. In particolare si parla dell'intenzione del Creval di aumentare di 100 milioni lo stock di Npl per arrivare a 2,2 miliardi, di cui 1,6 miliardi con le garanzie statali.

Tra l'altro negli scorsi giorni erano circolate ulteriori voci sulla possibilità che il pacchetto venga messo sul mercato nella sua interezza già entro il primo semestre mentre i programmi originari prevedevano la cessione di 1,5 miliardi di crediti deteriorati entro giugno e di 600 milioni di incagli nella seconda metà dell'anno.

Dunque continuano a emergere nuovi sviluppi su un'operazione direttamente collegata al maxi aumento di capitale da 700 milioni di euro voluto dai vertici aziendali per procedere con una drastica pulizia di bilancio. A tal proposito sembra sempre più probabile che venga seguito lo stesso schema dell'aumento di Carige. Alla ricapitalizzazione della banca ligure hanno partecipato anche realtà finanziarie con le quali sono stati firmati accordi per la cessione di determinati cespiti. Il Credito Fondiario ha per esempio aderito alla sottoscrizione in cambio di un pacchetto di sofferenze da 1,2 miliardi e Chenavari in cambio dell'acquisto del controllo di Creditis. Nel caso del Creval circolano da giorni voci sull'interesse del fondo Algebris del finanziere Davide Serra a partecipare all'aumento e al contempo a rilevare i 600 milioni di incagli.

La ricapitalizzazione dovrebbe partire il 19 febbraio per concludersi dopo tre settimane ma anche sul fronte delle tempistiche emergono voci sulla possibilità di un anticipo di qualche giorno, evidentemente per evitare la fase di incertezza in concomitanza con le elezioni politiche del 4 marzo. Intanto lunedì è prevista la riunione del consiglio di amministrazione per l'approvazione dei risultati dell'esercizio 2017. Con i conti in mano il management partirà per il roadshow di presentazione di un'operazione di rafforzamento che sarà gestita con l'ausilio di un pool di banche guidato da Mediobanca e Citigroup e composto anche da Santander, Barclays, Credit Suisse. Il tutto è comunque ancora sub-judice perchè la Consob non ha ancora acceso il semaforo verde sulla ricapitalizzazione.


Le indiscrezioni non stanno comunque dando sostegno al titolo, in calo di oltre l'1,8% complice l'intonazione negativa dell'intero mercato.
6ixi9
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134 di 440 - 03/2/2018 12:43
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
ATTENZIONE 1-2-3 LOW JOE ROSS: LONG DA 10,95 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK

P.S.: VISTO L'ANDAMENTO DEI MERCATI E IL FUTURO ADC, L'OPERAZIONE E' MOLTO RISCHIOSA!

6ixj4
135 di 440 - 05/2/2018 12:05
ginus N° messaggi: 442 - Iscritto da: 08/3/2008
Quotando: giola - Post #134 - 03/Feb/2018 11:43ATTENZIONE 1-2-3 LOW JOE ROSS: LONG DA 10,95 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK P.S.: VISTO L'ANDAMENTO DEI MERCATI E IL FUTURO ADC, L'OPERAZIONE E' MOLTO RISCHIOSA! 6ixj4

astonisheddisappointed¿¿???
136 di 440 - 05/2/2018 14:41
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #134 - 03/Feb/2018 11:43ATTENZIONE 1-2-3 LOW JOE ROSS: LONG DA 10,95 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK

P.S.: VISTO L'ANDAMENTO DEI MERCATI E IL FUTURO ADC, L'OPERAZIONE E' MOLTO RISCHIOSA!

6ixj4



6jfhy
137 di 440 - 05/2/2018 17:08
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Creval, i conti battono le attese

Il 2017 in rosso ma in miglioramento nell'ultimo trimestre. Nuovi dettagli sul piano smaltimento dei crediti deteriorati.

di Stefano Neri

Il Credito Valtellinese ha archiviato il 2017 con una perdita netta preliminare di 332 milioni di euro, sostanzialmente in linea all'esercizio precedente.

L'esercizio vede rettifiche nette di valore per deterioramento di crediti e altre attività finanziarie per 405 milioni, dai 491 del 2016.

Nel solo quarto trimestre l'istituto segna un utile di 70,8 milioni (le attese del consensus degli analisti erano per un rosso di 7 milioni), su un margine di intermediazione di 211,8 milioni, meglio delle attese per 177 milioni e in linea con gli obiettivi di recupero della profittabilità sottostanti al piano industriale. A fine anno, indica ancora Creval, il principale coefficiente patrimoniale, il common equity tier 1 (phased in), è al 10,6% (dal 9,4% di settembre).

I conti sono stati approvati stamani dal Cda, che non ha fornito però al momento novità sull'atteso aumento di capitale da 700 milioni, dopo che venerdì a mercato chiuso era stato annunciato un nuovo allargamento del consorzio di pre-garanzia.

Nella successiva presentazione agli analisti, sono emerse novità sul fronte dei crediti deteriorati, con il creval che punta a incassare il 30-35% del valore nominale del portafoglio da 1,6 miliardi che sarà venduto nel corso del 2018, facendo ricorso alla garanzia pubblica nota come Gacs. Nella seconda parte dell'anno è inoltre prevista la cessione di un altro portafoglio da 500 milioni al 20-25% del nominale e, tra il 2019 e il 2020, la vendita di una singola posizione da 80 milioni.

Quanto all'aumento di capitale, il cui lancio viene ipotizzato dal mercato il prossimo 19 febbraio e di per cui si è immaginato uno schema simile a quello adottato da Carige, il Credito Valtellinese si attende un beneficio di 510 punti base sul Cet1. Altri 50 punti base dovrebbero arrivare dalla vendita di asset e partecipazioni non core, mentre un beneficio di 100-200 punti base è previsto dall'autorizzazione quest'anno dei modelli interni di rating.

Sia i conti sia le ultime notizie in ordine all'allargamento del consorzio e al piano di smaltimento delle sofferenze, ridanno un po' di fiato alle azioni del Creval, che in Borsa segna a metà pomeriggio +4,5% a 11,12 euro.

6ji11
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138 di 440 - 05/2/2018 18:38
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #134 - 03/Feb/2018 11:43ATTENZIONE 1-2-3 LOW JOE ROSS: LONG DA 10,95 € CON ENTRATA TRADER'S TRICK

P.S.: VISTO L'ANDAMENTO DEI MERCATI E IL FUTURO ADC, L'OPERAZIONE E' MOLTO RISCHIOSA!

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139 di 440 - 07/2/2018 15:34
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Creval, completata la squadra di banche per l'aumento

Con l'ingresso di Société Générale, Banca Akros e MainFirst, che hanno sottoscritto un accordo di pre-underwriting in linea con quello già siglato dalle altre banche, è pronto il consorzio per la ricapitalizzazione da 700 milioni che partirà nelle prossime settimane

di Paola Valentini

Si è completato il consorzio di garanzia che assisterà Creval nell'aumento di capitale da 700 milioni di euro. Con l'ingresso di Société Générale , Banca Akros e MainFirst, che hanno sottoscritto un accordo di pre-underwriting in linea con quello già siglato dalle altre banche, la squadra degli istituti che accompagneranno l'istituto valtellinese nel piano di ricapitalizzazione è definita.

Il consorzio è quindi costituito da Mediobanca (sole global coordinator e joint bookrunner), Banco Santander , Barclays, Citigroup Global Markets Limited e Credit Suisse (co-global coordinator e joint bookrunner), Commerzbank , Jefferies e Societe Generale (senior joint bookrunners), Banca Akros, Equita Sim e Keefe, Bruyette & Woods (joint bookrunners) e MainFirst (co-lead manager).

Come ha riportato MF-Milano Finanza dello scorso 26 gennaio, con la definizione del consorzio di garanzia il direttore generale del Creval , Mauro Selvetti, e gli advisor potranno avviare l’attività di pre-marketing con un nuovo roadshow dopo quello avvenuto a novembre tra Europa e Stati Uniti. L’obiettivo è infatti lanciare l’offerta attorno a metà di febbraio e il pool dei collocatori lavorerà per chiudere l’operazione prima delle elezioni politiche, convocate per domenica 4 marzo.

L’operazione servirà per ricostituire la dotazione patrimoniale dopo la radicale pulizia dell’attivo prevista dal piano industriale. La banca si presenterà agli investitori con un bilancio, il 2017, che ha registrato perdita netta di 331,8 milioni rispetto ai 333,1 milioni di rosso nel 2016. Nel solo quarto trimestre, però, la banca presieduta da Miro Fiordi ha realizzato un utile netto di 70,8 milioni, in linea con gli obiettivi del piano industriale.

Oltre al pre-marketing, ha scritto sempre MF-Milano Finanza, si svilupperà il dialogo con la Consob sul prospetto informativo. Il materiale di pre-filing sarebbe già stato inviato alla Commissione a inizio gennaio, ma è possibile che servano integrazioni.

A Piazza Affari il titolo Creval ha aperto in rialzo dell'1% a 11,32 euro. Attualmente la banca capitalizza circa 120 milioni, quindi poco meno di un settimo di quanto chiede al mercato e dall'annuncio dell'aumento di capitale ha perso oltre il 60%.
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https://www.milanofinanza.it/
140 di 440 - 08/2/2018 17:21
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Creval, si torna a parlare di aggregazioni

In Valtellina si guarda a cosa fare nei mesi successivi all'imminente aumento di capitale. La ricerca di un partner potrebbe accendere i motori dopo l'estate. Pochi i candidati disponibili, ma sul mercato si pensa a Carige

di Rosario Murgida

L'aumento di capitale non è ancora partito ma a quanto pare i vertici del Creval guardano ai prossimi mesi e in particolare alla ricerca di un alleato. Evidentemente in Valtellina sono convinti di un esito positivo per l'operazione di rafforzamento.

Del resto negli ultimi giorni si sono succeduti a ritmo continuo gli annunci sull'allargamento del consorzio di garanzia, arrivato ormai a contare ben 12 istituti con vari ruoli: alle capofila Mediobanca e Citigroup si sono aggiunge via via nel tempo Santander, Barclays, Credit Suisse, Commerzbank, Jefferies, Società Generale, Banca Akros, Equita, Keefe, Bruyette & Woods e MainFirst. E' ovvio che all'aumentare del numero delle banche coinvolte aumenta anche la probabilità che il mega aumento da 700 milioni di euro vada in porto nonostante le crescenti incertezze legate all'imminente tornata elettorale.

La ricapitalizzazione, come ormai noto da tempo, è funzionale a una drastica pulizia di bilancio che prevede anche lo smaltimento accelerato di 2,2 miliardi di sofferenze comunque entro la fine dell'anno. Concluso l'aumento di capitale e la cessione degli Npl, il Creval si dovrà però guardare in giro per individuare un alleato. Nulla di nuovo ovviamente visto che i vertici aziendali ne hanno già parlato in lungo e in largo avanzando anche, per l'ennesima volta, l'ipotesi di creare un polo valtellinese con la Banca Popolare di Sondrio, da sempre sorda a qualsiasi aggregazione con i vicini valtellinesi ancor di più dopo l'apertura di un discorso di aggregazione con CariCento.

Ovviamente, tolta l'ipotesi del polo locale, l'elenco delle possibili candidate a un'eventuale aggregazione è abbastanza ristretto anche perchè i grandi istituti o preferiscono andare per conto loro e comunque con gli occhi puntati non certo su banche retail oppure sono alle prese con ben altre gatte da pelare. Intesa Sanpaolo, per esempio, è stata chiara nel privilegiare la crescita organica in particolare dopo l'acquisizione delle attività in bonis di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e anche Unicredit non sembra voler valutare aggregazioni, in particolare in Italia. Banco Bpm sembra più che altro concentrata sulla razionalizzazione del perimetro e sullo smaltimento degli Npl e Ubi deve focalizzare le proprie attenzioni sull'integrazione delle tre good bank nate dal salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti. Uno dei possibili predatori potrebbe essere Cariparma ma al momento la banca del gruppo Credit Agricole ha escluso ulteriori acquisizioni dopo quelle delle tre casse di risparmio di Cesena, Rimini e San Miniato.

Rimane poco altro su cui concentrare le attenzioni. Si tratta fondamentalmente di banche di medie dimensioni. Pochi giorni fa, per esempio, Equita ha proposto una fusione tra ben cinque istituti: Mps, Banco Bpm, Bper, Carige e Creval con il ruolo di pivot assegnato ai senesi alla luce della presenza nell'azionariato di uno Stato desideroso di disboscare la foresta di banche e banchette ancora presenti sul territorio. Per Mps, però, gli ostacoli sono molteplici a partire da un difficile piano di rilancio che un'eventuale fusione farebbe deragliare, di Banco Bpm si è già detto mentre Bper, dopo l'acquisto della Nuova Carife, sembra, al momento, fuori da qualsiasi ipotesi di aggregazione anche se la presenza nel suo azionariato di Unipol lascia pensare a possibili operazioni con Unipol Banca. Del resto l'amministratore delegato della compagnia assicurativa bolognese Carlo Cimbri è stato chiaro: "Ora c'è una banca con 7-8 miliardi di attivo, totalmente pulita che può essere aggregabile".

Restano dunque il Creval e Carige, da poco uscita da un altro mega aumento e alle prese con un ampio piano di rafforzamento patrimoniale fatto di cessioni di asset e vendite di sofferenze. L'a.d. Paolo Fiorentino ha utilizzato una metafora emblematica per spiegare le sue intenzioni: "con il vestito pulito Carige potrà sedersi nella sala da ballo e se ci sarà da ballare sceglierà il suo partner".

Insomma qualcosa dovrebbe muoversi nei prossimi mesi sul fronte delle aggregazioni bancarie con le relative fibrillazioni in Borsa. D'altronde il consolidamento degli ultimi due anni è stato reso obbligato da fattori per lo più negativi, come la necessità di salvare alcuni degli istituti messi peggio, ma il processo non dovrebbe essersi concluso sia per la moral suasion delle autorità di vigilanza, desiderose di ridurre il numero degli istituti presenti sul mercato in tutta Europa, sia per la necessaria ricerca di quelle economie di scala oramai imprescindibili per il retail-banking in un contesto di bassi tassi di interesse.
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http://www.finanzareport.it
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