Nell’anno 2016, il mercato appariva più stabile e florido che mai. Chiunque chiedeVA AZIONI, preferibilmente DI SOCIETA CON DIVIDENDI, era quasi certo di ottenerlo UN BEL GAIN. Per questo, quando si presentò in diverse banche per scommettere sostanzialmente contro l’andamento del mercato, nessuno gli negò la possibilità di farlo, e anzi gli risero alle spalle.E COSI IL GRANDE ORSO , aveva visto quello che il mondo non vedeva ancora: una pericolosa e crescente instabilità del sistema, peggiorata dalla vendita smodata di pacchetti azionari pressoché nulli, etichettati in maniera fraudolenta.
Gianni Barba
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Citi, gli impatti del taglio del bonus dta delle banche in tre scenari di m&a
Secondo l'investment bank la riduzione dei vantaggi fiscali a partire dal prossimo anno spingerà gli istituti a cercare fusioni più legate a una logica industriale e di compatibilità del business in aggiunta alla ricerca di sinergie e di rafforzamento del capitale
di Paola Valentini02/11/2021 10:55
Il taglio che il governo italiano ha apportato sul bonus fiscale delle dta delle banche per il prossimo anno in caso di fusione comporterà un beneficio di capitale inferiore. Fino a fine 2020 il tetto alle dta trasformabili in crediti fiscali è pari al 2% degli asset e dal primo gennaio 2022 invece è stato ridotto all'importo più basso tra 500 milioni di euro e il 2% degli asset.
"Con l'introduzione di un importo massimo di 500 milioni di euro, si calcola che in media il vantaggio in conto capitale delle dta scenderebbe da circa 70 a circa 20 punti base. Questo cambiamento potrebbe ridurre la propensione al consolidamento, con un impatto maggiore sui titoli a media capitalizzazione, ma potrebbero ancora esserci alcune potenziali opportunità di fusioni basate sulla logica industriale e aziendale per limitare il rischio di esecuzione, poiché questi elementi sono importanti da considerare oltre alla generazione di sinergie e all'impatto sul capitale", spiega Citi.
Alla luce degli interventi del governo, l'investment bank ha simulato gli impatti finanziari su tre ipotesi di aggregazione: Unicredit- BancoBpm, Unicredit- Bper e Banco Bpm- Bper.
Unicredit- Banco Bpm. Il Cet1 Ratio atteso nel 2021 scenderebbe dal 14,3% pre-transazione al 14% post (dopo oneri di ristrutturazione e benefici dta e senza il potenziale aumento di capitale per ripristinare il coefficiente di capitale verso il livello target). Il bonus dta sarebbe pari allo 0,1. Per quanto riguarda gli impatti sulla redditività (ipotizzando un premio del 25% sulle valutazioni di mercati e senza aumento di capitale pre m&a), il Rote atteso nel 2024 si attesterebbe al 7,2% con un aumento rispetto alla soluzione stand alone dello 0,6% e un incremento dell'utile per azione sempre al 2024 dell'acquirente dell'8%.
Unicredit- Bper. Il Cet1 Ratio atteso nel 2021 scenderebbe dal 14,1% pre-transazione al 14% post. Il beneficio dta sarebbe pari allo 0,1%. Il Rote atteso nel 2024 si attesterebbe al 7,4% con una crescita rispetto alla soluzione stand alone dello 0,7% e un aumento dell'utile per azione sempre al 2024 dell'acquirente del 9%.
Banco Popolare- Bper. Il Cet1 ratio atteso nel 2021 scenderebbe dal 12,9% pre-transazione al 12,8% post. Il beneficio dta sarebbe pari allo 0,4% e il Rote atteso nel 2024 si attesterebbe al 7,8% con un incremento rispetto alla soluzione stand alone del 2,7% e un aumento dell'utile per azione sempre al 2024 dell'acquirente del 37%. (riproduzione riservata)