Intesa San Paolo (ISP)

- 10/9/2007 22:43
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
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INTESA SAN PAOLO CON I GRAFICI E CON LA NOTIZIA CHE GENERALI INTENDE SALIRE NEL SUO CAPITALE

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22401 di 24913 - 29/3/2017 16:31
micio79 N° messaggi: 3925 - Iscritto da: 05/10/2014
Che tristezza.
22402 di 24913 - 29/3/2017 16:34
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #22392 - 26/Mar/2017 11:10

Intesa, pronto il piano sugli Npl: operazione da 15 miliardi

di Luca Davi e Marco Ferrando

Massimizzare la gestione interna, evitare le svendite: la logica di fondo è quella sperimentata negli ultimi tre anni dall’Asset light bank. A cambiare, nei piani di Intesa Sanpaolo, dovranno essere la velocità di marcia e l’ammontare dei crediti deteriorati smaltiti. Che, di qui al 2019, potrebbero essere oltre 15 miliardi, considerando il perimetro attuale degli Npl di gruppo (al netto di nuovi ingressi e ritorni in bonis) e, soprattutto, l’obiettivo già annunciato da Carlo Messina: portare dall’attuale 14,7% al 10,5% la quota dei deteriorati lordi sullo stock degli impieghi.

Sarebbero questi gli elementi chiave del nuovo piano sui non performing loans del gruppo. Un documento di tipo quantitativo, chiamato Asset strategy template, che deve contenere l’indicazione formale delle quantità e i portafogli di Npl da cedere nel corso del tempo. Atteso dalla Bce entro fine mese, il dossier finirà martedì sul tavolo del cda presieduto da Gian Maria Gros-Pietro. Una riunione convocata ad hoc, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, che testimonia l’importanza della materia. Il nodo è cruciale per tutte le banche europee con un Npe ratio superiore alla media (a cui Bce ha chiesto di inviare i propri piani), ma per Intesa Sanpaolo ha una valenza in più visto che si sta preparando a varare il nuovo piano d’impresa: la strategia sugli Npl sarà una delle colonne portanti, considerato l’impatto sull’ultima riga di bilancio.

Le premesse del nuovo piano sono nel bilancio 2016, che si è chiuso con il flusso lordo di crediti deteriorati da quelli in bonis più basso di sempre (3,1 miliardi netti), ciononostante accompagnato da rettifiche superiori al 2015 (3,7 miliardi) con una copertura media salita al 48,8%. Qui si innesterà il piano, con l’obiettivo di ridurre al massimo gli impatti sul conto economico. «Abbiamo deciso di non garantire rendimenti del 20% a fondi tramite la cessione», ha detto ancora la settimana scorsa Messina, e la filosofia sarà recepita nel nuovo piano, con ricadute che possono diventare importanti: considerato un perimetro potenziale di riduzione di circa 15 miliardi, ogni punto percentuale di valore tenuto in casa equivale a 150 milioni di svalutazioni in meno, e quindi di utili in più a valere sui prossimi tre bilanci.

Di qui, appunto, la massimizzazione della gestione interna: 200 milioni di investimenti sulle infrastrutture tecnologiche, incentivi per i dipendenti più efficienti nel recupero, clusterizzazione più marcata, rafforzamento della Reoco, chiamata a intervenire in asta per scongiurare la cessione a prezzi stracciati di immobili in garanzia. Prevista anche una vera e propria restructuring farm per le posizioni deteriorate più consistenti, una sorta di unità speciale in cui verranno utilizzate tutte le competenze della banca per estrarre il maggior valore possibile.

Un mix di azioni con cui la banca, nella logica di Messina, intende trattenere lo sconto che i fondi pretendono sul mercato, composto mediamente per 6-7 punti dal rendimento promesso agi investitori, per 3-4 punti dalla qualità delle informazioni (che fanno capo al creditore) e altrettanto per i tempi della giustizia, che la banca cercherà di comprimere esercitando maggiore pressione sulle attività dei legali.

Sta di fatto che tutto ciò che non sarà gestito internamente o riportato in bonis verrà comunque ceduto. Il piano dovrebbe prevedere un cronoprogramma di massima, di cui alcuni step sono già noti: una prima operazione, anticipata nelle scorse settimane dal Sole 24 Ore, ha visto la cessione a Credito Fondiario di ottomila contratti non perfoming di leasing facenti capo a Provis, ora a giorni si prevede il closing della cessione dei 2,2 miliardi lordi - secured e unsecured - alla trattativa finale con Cerberus, Apollo e la cordata formata da Crc e Bayview; in settimana, poi,dalle anticipazioni di Radiocor è emersa un’altra operazione in cantiere, nome in codice Monopoli, che prevede il conferimento di crediti immobiliari del valore di oltre un miliardo di euro a una piattaforma in cui la banca resterà socia insieme ad altri partner specializzati (nel portafoglio, ancora in via di definizione, dovrebbero entrare circa 75 asset). In parte si tratta di non performing loans secured, ovvero con sottostante garanzia immobiliare, e in parte di progetti immobiliari da rilanciare.

L’asset strategy template sarà inviato in Bce per una visione e un’approvazione. Non è chiaro se dovrà essere subito comunicato al mercato, ma è chiaro che i suoi contenuti generali saranno resi noti in occasione della presentazione del piano industriale. Al template seguirà nelle prossime settimane l’invio di un documento più qualitativo, chiamato Operational plan, in cui verrà definito l’approccio dettagliato allo smaltimento e le modalità che Intesa, al pari delle altre banche italiane, intende seguire.

Il tema degli Npl rimane del resto in cima alla lista delle preoccupazioni di Francoforte. Come spiegato in settimana dal membro del Consiglio dell’Ssm, Ignazio Angeloni, che è intervenuto a un convegno organizzato a Milano dall’Università Bocconi, i volumi di crediti deteriorati nell’Eurozona «sono molto elevati: in termini lordi ammontano a circa 900 miliardi, ossia il 6,6% delle esposizioni totali, mentre al netto degli accantonamenti sono pari al 3,6%». Il trend, tuttavia, segnala una correzione. Di recente «si è osservato un modesto miglioramento: le consistenze di Npl sono scese di 66 miliardi di euro». Un buon motivo per accelerare sui tempi dello smaltimento.

3jpzp

http://www.ilsole24ore.com/



3khmq
22403 di 24913 - 29/3/2017 16:43
Mattti N° messaggi: 1195 - Iscritto da: 07/3/2016
Quotando: micio79 - Post #22401 - 29/Mar/2017 14:31Che tristezza.

Perché
22404 di 24913 - 29/3/2017 16:44
micio79 N° messaggi: 3925 - Iscritto da: 05/10/2014
Filtro e ciao.
22405 di 24913 - 29/3/2017 17:39
Mattti N° messaggi: 1195 - Iscritto da: 07/3/2016
Il titolo merdina anche oggi merdina ieri con grande rialzo ancora merdina è da comprare sopra 3€ e basta
22406 di 24913 - 29/3/2017 18:10
fedebella82 N° messaggi: 619 - Iscritto da: 10/8/2015
Quotando: micio79 - Post #22398 - 29/Mar/2017 13:572.50 compro

Potrebbe tranquillamente arrivare a 2,39
22407 di 24913 - 29/3/2017 18:54
micio79 N° messaggi: 3925 - Iscritto da: 05/10/2014
Quotando: fedebella82 - Post #22406 - 29/Mar/2017 16:10
Quotando: micio79 - Post #22398 - 29/Mar/2017 13:572.50 compro


Potrebbe tranquillamente arrivare a 2,39



Potrebbe e tranquillamente ... dubbio + avverbio ... non hanno molto a che fare con la borsa o i numeri non trovi ?
3kj0x
22408 di 24913 - 30/3/2017 13:00
cascella1 N° messaggi: 3384 - Iscritto da: 17/3/2011
Quotando: micio79 - Post #22407 - 29/Mar/2017 16:54
Quotando: fedebella82 - Post #22406 - 29/Mar/2017 16:10
Quotando: micio79 - Post #22398 - 29/Mar/2017 13:572.50 compro


Potrebbe tranquillamente arrivare a 2,39



Potrebbe e tranquillamente ... dubbio + avverbio ... non hanno molto a che fare con la borsa o i numeri non trovi ?3kj0x


?
22409 di 24913 - 31/3/2017 14:53
cascella1 N° messaggi: 3384 - Iscritto da: 17/3/2011
Quotando: cascella1 - Post #22408 - 30/Mar/2017 11:00
Quotando: micio79 - Post #22407 - 29/Mar/2017 16:54
Quotando: fedebella82 - Post #22406 - 29/Mar/2017 16:10
Quotando: micio79 - Post #22398 - 29/Mar/2017 13:572.50 compro


Potrebbe tranquillamente arrivare a 2,39



Potrebbe e tranquillamente ... dubbio + avverbio ... non hanno molto a che fare con la borsa o i numeri non trovi ?3kj0x


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http://quifinanza.it/finanza/intesa-sanpaolo-smaltimento-dei-crediti-deteriorati-sul-tavolo-del-cda/113665/
22410 di 24913 - 01/4/2017 10:24
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
COME NASCE UN CREDITO DETERIORATO?

di Luigi Ciotta

Ogni giorno, ognuno di noi fa delle valutazioni sulla solvibilità dei propri creditori. Immaginate di dover affittare un appartamento o di dover effettuare un lavoro, osservate o vi documentate sul vostro committente/conduttore in modo da farvi un’idea sulla “serietà” della controparte. A me, personalmente, qualche volta va male, tuttavia sono sempre riuscito a recuperare il dovuto, anche se con qualche ritardo. Se volessimo classificare i miei crediti deteriorati con un linguaggio bancario parlerei di esposizioni scadute, mai di inadempienze o sofferenze.

Eppure agli sportelli bancari, nonostante l’ausilio di database ed informazioni sensibili direttamente forniti dal cliente, la situazione è drammatica. Ci sono istituti che sbagliano un terzo delle proprie erogazioni, come se i soldi li regalassero. Di recente, proprio in una discussione sull’argomento, mi viene raccontata la genesi di un credito deteriorato. Un piccolo imprenditore, ai tempi della lira, si reca in banca e chiede un prestito per allargarsi e cambiare business. Dal settore informatico, ramo dove aveva fatto bene, si sposta al settore immobiliare. Per farlo servono 230 milioni delle vecchie lire. Le garanzie sono scarse e il credito rifiutato.

L’intermediazione di un amico e un dialogo franco con il direttore di filiale riaprono le speranze, il credito verrà erogato a condizione di lasciare 80 milioni. Il direttore modificherà il proprio parere in ragione di una “COMMISSIONE” del 35%. Lo schema prevede un flusso in uscita di 230 milioni, solo 150 nelle disponibilità dell’imprenditore mentre 80 rimangono al direttore. Come volevasi dimostrare l’operazione immobiliare non decolla, l’imprenditore fallisce e la Banca perde il capitale. Il contenzioso si chiude con un saldo di 20.000 € a favore della banca, che perde 190 milioni di lire in aggiunta agli interessi di tutti questi anni. In realtà i 20.000 € li prende una società specializzata in recupero crediti, alla banca erogatrice daranno meno.

Per la cronaca il direttore è ancora a suo posto, e continua a svolgere indisturbato la propria attività. La banca in questione non naviga in buone acque ed è stata interessata da un corposo aumento di capitale proprio di recente. Ricordiamo che comprando le azioni, e persino le obbligazioni, di una banca compriamo anche la “fedeltà” di questo galantuomo….

66243-1.jpg

http://www.italiasalva.it
22411 di 24913 - 03/4/2017 12:36
cascella1 N° messaggi: 3384 - Iscritto da: 17/3/2011
Quotando: micio79 - Post #22401 - 29/Mar/2017 14:31Che tristezza.


22412 di 24913 - 03/4/2017 12:59
Mattti N° messaggi: 1195 - Iscritto da: 07/3/2016
È un titolo di merda i preti lo comandano come vogliono e il mercato lo sa non è appetibile il merdina. Oggi il peggiore del listino principale
22413 di 24913 - 03/4/2017 15:18
2nove N° messaggi: 10619 - Iscritto da: 12/9/2011
Non siete mai contenti. Il grafo sui massimi. Vendi...
22414 di 24913 - 03/4/2017 20:04
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #22402 - 29/Mar/2017 14:34
Quotando: giola - Post #22392 - 26/Mar/2017 11:10

Intesa, pronto il piano sugli Npl: operazione da 15 miliardi

di Luca Davi e Marco Ferrando

Massimizzare la gestione interna, evitare le svendite: la logica di fondo è quella sperimentata negli ultimi tre anni dall’Asset light bank. A cambiare, nei piani di Intesa Sanpaolo, dovranno essere la velocità di marcia e l’ammontare dei crediti deteriorati smaltiti. Che, di qui al 2019, potrebbero essere oltre 15 miliardi, considerando il perimetro attuale degli Npl di gruppo (al netto di nuovi ingressi e ritorni in bonis) e, soprattutto, l’obiettivo già annunciato da Carlo Messina: portare dall’attuale 14,7% al 10,5% la quota dei deteriorati lordi sullo stock degli impieghi.

Sarebbero questi gli elementi chiave del nuovo piano sui non performing loans del gruppo. Un documento di tipo quantitativo, chiamato Asset strategy template, che deve contenere l’indicazione formale delle quantità e i portafogli di Npl da cedere nel corso del tempo. Atteso dalla Bce entro fine mese, il dossier finirà martedì sul tavolo del cda presieduto da Gian Maria Gros-Pietro. Una riunione convocata ad hoc, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, che testimonia l’importanza della materia. Il nodo è cruciale per tutte le banche europee con un Npe ratio superiore alla media (a cui Bce ha chiesto di inviare i propri piani), ma per Intesa Sanpaolo ha una valenza in più visto che si sta preparando a varare il nuovo piano d’impresa: la strategia sugli Npl sarà una delle colonne portanti, considerato l’impatto sull’ultima riga di bilancio.

Le premesse del nuovo piano sono nel bilancio 2016, che si è chiuso con il flusso lordo di crediti deteriorati da quelli in bonis più basso di sempre (3,1 miliardi netti), ciononostante accompagnato da rettifiche superiori al 2015 (3,7 miliardi) con una copertura media salita al 48,8%. Qui si innesterà il piano, con l’obiettivo di ridurre al massimo gli impatti sul conto economico. «Abbiamo deciso di non garantire rendimenti del 20% a fondi tramite la cessione», ha detto ancora la settimana scorsa Messina, e la filosofia sarà recepita nel nuovo piano, con ricadute che possono diventare importanti: considerato un perimetro potenziale di riduzione di circa 15 miliardi, ogni punto percentuale di valore tenuto in casa equivale a 150 milioni di svalutazioni in meno, e quindi di utili in più a valere sui prossimi tre bilanci.

Di qui, appunto, la massimizzazione della gestione interna: 200 milioni di investimenti sulle infrastrutture tecnologiche, incentivi per i dipendenti più efficienti nel recupero, clusterizzazione più marcata, rafforzamento della Reoco, chiamata a intervenire in asta per scongiurare la cessione a prezzi stracciati di immobili in garanzia. Prevista anche una vera e propria restructuring farm per le posizioni deteriorate più consistenti, una sorta di unità speciale in cui verranno utilizzate tutte le competenze della banca per estrarre il maggior valore possibile.

Un mix di azioni con cui la banca, nella logica di Messina, intende trattenere lo sconto che i fondi pretendono sul mercato, composto mediamente per 6-7 punti dal rendimento promesso agi investitori, per 3-4 punti dalla qualità delle informazioni (che fanno capo al creditore) e altrettanto per i tempi della giustizia, che la banca cercherà di comprimere esercitando maggiore pressione sulle attività dei legali.

Sta di fatto che tutto ciò che non sarà gestito internamente o riportato in bonis verrà comunque ceduto. Il piano dovrebbe prevedere un cronoprogramma di massima, di cui alcuni step sono già noti: una prima operazione, anticipata nelle scorse settimane dal Sole 24 Ore, ha visto la cessione a Credito Fondiario di ottomila contratti non perfoming di leasing facenti capo a Provis, ora a giorni si prevede il closing della cessione dei 2,2 miliardi lordi - secured e unsecured - alla trattativa finale con Cerberus, Apollo e la cordata formata da Crc e Bayview; in settimana, poi,dalle anticipazioni di Radiocor è emersa un’altra operazione in cantiere, nome in codice Monopoli, che prevede il conferimento di crediti immobiliari del valore di oltre un miliardo di euro a una piattaforma in cui la banca resterà socia insieme ad altri partner specializzati (nel portafoglio, ancora in via di definizione, dovrebbero entrare circa 75 asset). In parte si tratta di non performing loans secured, ovvero con sottostante garanzia immobiliare, e in parte di progetti immobiliari da rilanciare.

L’asset strategy template sarà inviato in Bce per una visione e un’approvazione. Non è chiaro se dovrà essere subito comunicato al mercato, ma è chiaro che i suoi contenuti generali saranno resi noti in occasione della presentazione del piano industriale. Al template seguirà nelle prossime settimane l’invio di un documento più qualitativo, chiamato Operational plan, in cui verrà definito l’approccio dettagliato allo smaltimento e le modalità che Intesa, al pari delle altre banche italiane, intende seguire.

Il tema degli Npl rimane del resto in cima alla lista delle preoccupazioni di Francoforte. Come spiegato in settimana dal membro del Consiglio dell’Ssm, Ignazio Angeloni, che è intervenuto a un convegno organizzato a Milano dall’Università Bocconi, i volumi di crediti deteriorati nell’Eurozona «sono molto elevati: in termini lordi ammontano a circa 900 miliardi, ossia il 6,6% delle esposizioni totali, mentre al netto degli accantonamenti sono pari al 3,6%». Il trend, tuttavia, segnala una correzione. Di recente «si è osservato un modesto miglioramento: le consistenze di Npl sono scese di 66 miliardi di euro». Un buon motivo per accelerare sui tempi dello smaltimento.

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http://www.ilsole24ore.com/



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3lqtu
22415 di 24913 - 05/4/2017 11:42
micio79 N° messaggi: 3925 - Iscritto da: 05/10/2014
2.546 chiudo long e incasso
22416 di 24913 - 06/4/2017 13:10
Mattti N° messaggi: 1195 - Iscritto da: 07/3/2016
Dai merdina stupiscici
22417 di 24913 - 06/4/2017 22:09
webra N° messaggi: 12248 - Iscritto da: 13/1/2011
INTESA SANPAOLO +0,8% Morgan Stanley ancora ottimista sul titolo 06/04/2017 17:24 - WS

Intesa Sanpaolo (ISP.MI) gira in rialzo di un punto nel finale recuperando la perdita delle prime battute.

Stamattina Morgan Stanley ha ribadito la raccomandazione Overweight ritoccando il target price a 3,0 euro da 2,90 euro.

La b anca ha invitato in questi giorni gli investitori specializzati a farsi avanti per un pacchetto di crediti in sofferenza dal valore lordo di 1,35 miliardi di euro, lo riporta stamattina il Sole 24Ore.

Il piano di smaltimento prevede la creazione di una società veicolo nella quale la banca dovrebbe mantenere un ruolo importante.

I crediti sono per la maggior parte derivanti da operazioni immobiliari andate male, sono per la maggior parte in Lombardia. www.websim.it
www.websimaction.it
22418 di 24913 - 10/4/2017 13:08
cascella1 N° messaggi: 3384 - Iscritto da: 17/3/2011
Quotando: webra - Post #22417 - 06/Apr/2017 20:09INTESA SANPAOLO +0,8% Morgan Stanley ancora ottimista sul titolo 06/04/2017 17:24 - WS

Intesa Sanpaolo (ISP.MI) gira in rialzo di un punto nel finale recuperando la perdita delle prime battute.

Stamattina Morgan Stanley ha ribadito la raccomandazione Overweight ritoccando il target price a 3,0 euro da 2,90 euro.

La b anca ha invitato in questi giorni gli investitori specializzati a farsi avanti per un pacchetto di crediti in sofferenza dal valore lordo di 1,35 miliardi di euro, lo riporta stamattina il Sole 24Ore.

Il piano di smaltimento prevede la creazione di una società veicolo nella quale la banca dovrebbe mantenere un ruolo importante.

I crediti sono per la maggior parte derivanti da operazioni immobiliari andate male, sono per la maggior parte in Lombardia. www.websim.it
www.websimaction.it


22419 di 24913 - 11/4/2017 16:05
cascella1 N° messaggi: 3384 - Iscritto da: 17/3/2011
Quotando: micio79 - Post #22407 - 29/Mar/2017 16:54
Quotando: fedebella82 - Post #22406 - 29/Mar/2017 16:10
Quotando: micio79 - Post #22398 - 29/Mar/2017 13:572.50 compro


Potrebbe tranquillamente arrivare a 2,39



Potrebbe e tranquillamente ... dubbio + avverbio ... non hanno molto a che fare con la borsa o i numeri non trovi ?3kj0x


22420 di 24913 - 11/4/2017 16:08
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #22402 - 29/Mar/2017 14:34
Quotando: giola - Post #22392 - 26/Mar/2017 11:10

Intesa, pronto il piano sugli Npl: operazione da 15 miliardi

di Luca Davi e Marco Ferrando

Massimizzare la gestione interna, evitare le svendite: la logica di fondo è quella sperimentata negli ultimi tre anni dall’Asset light bank. A cambiare, nei piani di Intesa Sanpaolo, dovranno essere la velocità di marcia e l’ammontare dei crediti deteriorati smaltiti. Che, di qui al 2019, potrebbero essere oltre 15 miliardi, considerando il perimetro attuale degli Npl di gruppo (al netto di nuovi ingressi e ritorni in bonis) e, soprattutto, l’obiettivo già annunciato da Carlo Messina: portare dall’attuale 14,7% al 10,5% la quota dei deteriorati lordi sullo stock degli impieghi.

Sarebbero questi gli elementi chiave del nuovo piano sui non performing loans del gruppo. Un documento di tipo quantitativo, chiamato Asset strategy template, che deve contenere l’indicazione formale delle quantità e i portafogli di Npl da cedere nel corso del tempo. Atteso dalla Bce entro fine mese, il dossier finirà martedì sul tavolo del cda presieduto da Gian Maria Gros-Pietro. Una riunione convocata ad hoc, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, che testimonia l’importanza della materia. Il nodo è cruciale per tutte le banche europee con un Npe ratio superiore alla media (a cui Bce ha chiesto di inviare i propri piani), ma per Intesa Sanpaolo ha una valenza in più visto che si sta preparando a varare il nuovo piano d’impresa: la strategia sugli Npl sarà una delle colonne portanti, considerato l’impatto sull’ultima riga di bilancio.

Le premesse del nuovo piano sono nel bilancio 2016, che si è chiuso con il flusso lordo di crediti deteriorati da quelli in bonis più basso di sempre (3,1 miliardi netti), ciononostante accompagnato da rettifiche superiori al 2015 (3,7 miliardi) con una copertura media salita al 48,8%. Qui si innesterà il piano, con l’obiettivo di ridurre al massimo gli impatti sul conto economico. «Abbiamo deciso di non garantire rendimenti del 20% a fondi tramite la cessione», ha detto ancora la settimana scorsa Messina, e la filosofia sarà recepita nel nuovo piano, con ricadute che possono diventare importanti: considerato un perimetro potenziale di riduzione di circa 15 miliardi, ogni punto percentuale di valore tenuto in casa equivale a 150 milioni di svalutazioni in meno, e quindi di utili in più a valere sui prossimi tre bilanci.

Di qui, appunto, la massimizzazione della gestione interna: 200 milioni di investimenti sulle infrastrutture tecnologiche, incentivi per i dipendenti più efficienti nel recupero, clusterizzazione più marcata, rafforzamento della Reoco, chiamata a intervenire in asta per scongiurare la cessione a prezzi stracciati di immobili in garanzia. Prevista anche una vera e propria restructuring farm per le posizioni deteriorate più consistenti, una sorta di unità speciale in cui verranno utilizzate tutte le competenze della banca per estrarre il maggior valore possibile.

Un mix di azioni con cui la banca, nella logica di Messina, intende trattenere lo sconto che i fondi pretendono sul mercato, composto mediamente per 6-7 punti dal rendimento promesso agi investitori, per 3-4 punti dalla qualità delle informazioni (che fanno capo al creditore) e altrettanto per i tempi della giustizia, che la banca cercherà di comprimere esercitando maggiore pressione sulle attività dei legali.

Sta di fatto che tutto ciò che non sarà gestito internamente o riportato in bonis verrà comunque ceduto. Il piano dovrebbe prevedere un cronoprogramma di massima, di cui alcuni step sono già noti: una prima operazione, anticipata nelle scorse settimane dal Sole 24 Ore, ha visto la cessione a Credito Fondiario di ottomila contratti non perfoming di leasing facenti capo a Provis, ora a giorni si prevede il closing della cessione dei 2,2 miliardi lordi - secured e unsecured - alla trattativa finale con Cerberus, Apollo e la cordata formata da Crc e Bayview; in settimana, poi,dalle anticipazioni di Radiocor è emersa un’altra operazione in cantiere, nome in codice Monopoli, che prevede il conferimento di crediti immobiliari del valore di oltre un miliardo di euro a una piattaforma in cui la banca resterà socia insieme ad altri partner specializzati (nel portafoglio, ancora in via di definizione, dovrebbero entrare circa 75 asset). In parte si tratta di non performing loans secured, ovvero con sottostante garanzia immobiliare, e in parte di progetti immobiliari da rilanciare.

L’asset strategy template sarà inviato in Bce per una visione e un’approvazione. Non è chiaro se dovrà essere subito comunicato al mercato, ma è chiaro che i suoi contenuti generali saranno resi noti in occasione della presentazione del piano industriale. Al template seguirà nelle prossime settimane l’invio di un documento più qualitativo, chiamato Operational plan, in cui verrà definito l’approccio dettagliato allo smaltimento e le modalità che Intesa, al pari delle altre banche italiane, intende seguire.

Il tema degli Npl rimane del resto in cima alla lista delle preoccupazioni di Francoforte. Come spiegato in settimana dal membro del Consiglio dell’Ssm, Ignazio Angeloni, che è intervenuto a un convegno organizzato a Milano dall’Università Bocconi, i volumi di crediti deteriorati nell’Eurozona «sono molto elevati: in termini lordi ammontano a circa 900 miliardi, ossia il 6,6% delle esposizioni totali, mentre al netto degli accantonamenti sono pari al 3,6%». Il trend, tuttavia, segnala una correzione. Di recente «si è osservato un modesto miglioramento: le consistenze di Npl sono scese di 66 miliardi di euro». Un buon motivo per accelerare sui tempi dello smaltimento.

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