Finanza: emissioni verdi 4.0 (Mi.Fi.)
20 Febbraio 2023 - 9:08AM
MF Dow Jones (Italiano)
L'incedere della finanza sostenibile sta portando a emissioni
obbligazionarie sempre più evolute, magari troppo avanzate per un
pubblico retail ma indubbiamente apprezzate da fondi & Co,
soprattutto quelli Sri, ovvero «socialmente responsabili». Lo
dimostra la risposta del mercato all'ultimo bond in due tranche da
1,5 miliardi di euro lanciato da Enel il 14 febbraio, che ha
raccolto ordini per 4 miliardi di euro: non un classico
sustainability linked, bensì il primo prestito obbligazionario al
mondo strutturato per indicizzare i tassi al raggiungimento di un
indicatore di performance, Kpi, legato agli standard della
tassonomia europea, combinandoli con gli obiettivi sostenibili
fissati dalle Nazioni Unite.
Lo riporta MF-Milano Finanza aggiungendo che per la tranche da
750 milioni a tasso fisso del 4%, il gruppo guidato dall'ad
Francesco Starace si impegna ad avere almeno l'80% dei suoi capex
in linea con i criteri della tassonomia entro il 2025: in caso
contrario scatterà un meccanismo di step-up, e il tasso verrà
aumentato di 25 punti base. A fine novembre 2022 anche Snam aveva
esordito con un'obbligazione che si richiama alla tassonomia,
emettendo il suo primo Eu Taxonomy-Aligned Transition Bond, da 300
milioni di euro, operazione funzionale all'obiettivo del gruppo di
ottenere oltre l'80% dei suoi finanziamenti attraverso strumenti
sostenibile entro il 2025.
Certo, i taxonomy-bond si prestano a varie interpretazioni: il
caso più clamoroso promette di essere quello del gruppo francese
Edf, che nel suo programma di emissioni sostenibili vuole includere
anche i progetti legati all'energia nucleare. Edf, intanto, ha
identificato 18 miliardi di euro di spese di capitale e operative
ammissibili in base alla tassonomia. Tra queste, circa 8 miliardi
di euro sono riferibili al nucleare. La tassonomia Ue, vale la pena
ricordare vista la lunga gestazione, definisce tutte le attività
economiche e finanziarie che possono contribuire a mitigare i
cambiamenti climatici: di conseguenza definisce e orienta raccolta
e investimenti, vincolando le imprese a impegni concreti.
L'obiettivo è creare un mercato realmente sostenibile, mettendo al
bando il greenwashing, per finanziare la transizione verso la
completa decarbonizzazione prevista al 2050. Il 2023 è di fatto
l'anno zero: circa 4mila società dovranno esibire le credenziali
verdi alla pubblicazione del bilancio 2022, e dal 2024 l'obbligo di
rendicontare l'allineamento alla tassonomia sarà esteso.
Ma la strada è in salita soprattutto perché molti potenziali
emittenti sono in ritardo sugli standard della tassonomia. Pochi,
insomma, possono cimentarsi con emissioni obbligazionarie come
quella di Enel. «Se in linea generale, qualsiasi società può
emettere obbligazioni sostenibili, dato che non è necessario avere
un piano di progetti specifici da finanziare con i proventi di
queste obbligazioni», spiega Irina Kurochkina, portfolio manager
Aegon Global Sustainable Sovereign Bond Fund, , «l'azienda deve
assumere un forte impegno nei confronti dei Kpi selezionati per il
quadro di riferimento. Poiché ora alcuni bond sustainability-linked
sono in scadenza o si stanno avvicinando le date relative al
raggiungimento dei Kpi, gli investitori avranno più esempi reali di
come le società raggiungono o falliscono nei loro indicatori chiave
di performance. Questo determinerà anche la futura propensione
verso lo strumento».
Da un'analisi pubblicata da Oliver Wyman e Cdp (Carbon
disclosure project) su un campione di società che rappresentano in
aggregato circa il 75% dei mercati azionari europei, emerge che
solo il 49% dichiara di avere in atto un piano di transizione
climatica per limitare il surriscaldamento globale nel limite di
1,5°C. L'Italia non ne esce bene, con appena il 38% delle aziende
classificate in «fase di sviluppo».
Il report stima che fino al 40% del debito bancario delle
società analizzate (circa 1.800 miliardi di euro) sia stato erogato
a favore di soggetti che non hanno obiettivi chiari o piani di
transizione credibili. L'accesso al credito potrebbe diventare più
difficoltoso man mano che le banche daranno attuazione ai propri
piani di zero emissioni nette, decarbonizzando il proprio
portafoglio impieghi. Ben 8 istituzioni finanziarie su 10, infatti,
stanno già valutando l'allineamento dei propri clienti rispetto a
questo obiettivo.
Intanto chi può comincia a muoversi. S&P stima per
quest'anno dai 900 ai mille miliardi di dollari di nuove emissioni,
che porterebbero green bond & Co alla percentuale record del
14%-16% sul totale del mercato obbligazionario. Gli analisti
tengono d'occhio le mosse di Carrefour, che si è lanciata nelle
emissioni di sustainability linked bond. Il gruppo della grande
distribuzione ha anche annunciato che a partire dal 2026 chiuderà i
rapporti con i fornitori non allineati ai target climatici. Nel
report Cdp-Oliver Wyman vengono citate anche altre aziende con
credenziali verde avanzate: Enel, ovviamente, ma anche L'Oreal,
Lvmh, Volvo, Beierdorf Ag, Symrise.
In parallelo si osserva un altro fenomeno nella categoria dei
bond Gss (Green sustainability, social), ovvero la crescita dei
social bond, arrivati ormai a quota 576 miliardi di dollari.
Nonostante le cifre, attorno a queste emissioni che finanziano
progetti sociali aleggia un po' di scetticismo.
pev
(END) Dow Jones Newswires
February 20, 2023 02:53 ET (07:53 GMT)
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