Wall Street tratta in leggero rialzo in attesa degli esiti della
riunione del Fomc che saranno resi noti stasera alle 19h00 e della
conferenza stampa del presidente della Fed, Janet Yellen, alle
19h30.
Il Dow Jones sale dello 0,2%, l'S&P 500 dello 0,3% e il
Nasdaq Composite dello 0,16%, grazie anche al recupero dei prezzi
del petrolio che salgono dell'1,5% circa dopo che le scorte
settimanali di greggio statunitensi sono risultate pari a 528,156
mln di barili, in calo di 0,237 mln di barili rispetto alla
settimana precedente (+3 mln il consenso).
Il mercato ha giá prezzato un rialzo dei tassi di interesse da
parte della Fed nel meeting odierno e quindi gli investitori
aspettano piú che altro eventuali indicazioni su quante e quando
saranno le prossime azioni della Banca centrale americana,
sottolineano gli analisti di Commerzbank.
Al di lá della politica monetaria, gli operatori manterranno poi
gli occhi puntati anche sul voto in Olanda, primo test sulla forza
del sentiment populista in vista delle elezioni in Francia e
Germania.
Nel frattempo, sul fronte macroeconomico, l'indice dei prezzi al
consumo negli Stati Uniti è cresciuto dello 0,1% m/m a febbraio, il
rialzo mensile piú fiacco dalla metá del 2016.
Tuttavia l'andamento generale dei prezzi suggerisce che la
pressione dell'inflazione rimane complessivamente stabile, con
l'indice in crescita del 2,7% a/a, l'incremento piú consistente da
marzo 2012.
Il settore energetico è la causa principale della volatilitá dei
prezzi a febbraio, con il costo della benzina in calo del 3%
rispetto al mese precedente ma in aumento del 30,7% rispetto
all'anno precedente.
L'inflazione core poi sembra essersi stabilizzata, registrando
un rialzo del 2,2% rispetto all'anno precedente, anche se in
leggero calo rispetto al 2,3% di gennaio.
Inoltre le vendite al dettaglio negli Usa sono salite dello 0,1%
su base mensile a febbraio, deludendo leggermente il consenso degli
economisti che avevano previsto un incremento dello 0,2%. Quelle
cora invece sono salite dello 0,2%, in questo caso in linea alle
attese. Il dato sulle vendite al dettaglio di dicembre è stato
rivisto al rialzo al +0,6% dal +0,4%.
Infine l'indice Empire State Manufacturing elaborato dalla Fed
di New York si è attestato a 16,4 punti a marzo da quota 18,7 di
febbraio, rispetto al consenso degli economisti che se lo
aspettavano a 16,45 punti.
Il sotto-indice relativo ai nuovi ordini si è attestato a 21,3,
in rialzo rispetto a quota 13,5 punti di febbraio, mentre quello
sull'occupazione si è attestato a 8,8 punti dai 2 del mese
precedente.
Invece il sotto-indice sui prezzi è sceso a 8,8 punti dai 19,4
di febbraio.
L'inflazione Usa si è rivelata in linea alle attese, con un
lieve rallentamento di quella core, mentre per quanto riguarda le
vendite al dettaglio la revisione al rialzo di gennaio ha permesso
di compensare la debolezza di febbraio, commenta Vincenzo Bova,
strategist di Mps Capital Services, secondo il quale però è
difficile che la spesa dei consumatori Usa replichi l'ottima
performance dell'ultimo trimestre del 2016 nei primi tre mesi del
2017. "La crescita resterá sostenuta ma ci sará un certo
raffreddamento, comunque fisiologico".
L'esperto focalizza poi l'attenzione sullo scostamento tra la
visione che emerge dalle survey, dai sondaggi, rispetto al quadro
dipinto dagli hard data, i dati macro reali, sempre positivi ma un
pò meno buoni.
Infine, per quanto riguarda il Fomc, per Bova il rialzo dei
tassi di interesse oggi è scontato ma "bisognerá vedere se Yellen
fará un discorso simile a quello di Draghi sull'inflazione". Per
l'esperto è quindi difficile che la Fed acceleri ulteriormente
sulle prossime azioni.
Tre incrementi del costo del denaro nel 2017 sono piú probabili
di quattro, considerando anche che i salari in termini reali non
stanno salendo.
Sempre sul fronte macroeconomico le scorte delle imprese negli
Usa, in termini destagionalizzati, sono salite dello 0,3% a livello
mensile a gennaio, in linea con le attese del consenso.
Infine l'indice Nahb sull'andamento del mercato immobiliare
statunitense nel mese di marzo è salito a 71 punti dai 65 di
febbraio. Il dato ha battuto il consenso degli economisti che si
aspettavano
una lettura a 66 punti.
Sul valutario il cambio euro/usd viaggia a 1,0632 con minimo a
1,0607 e massimo a 1,0639, mentre sull'obbligazionario il
rendimento del Treasury biennale è poco mosso all'1,3889% e quello
del decennale in lieve calo al 2,5878%.
alb
alberto.chimenti@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
March 15, 2017 11:26 ET (15:26 GMT)
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