Piazza Affari: anche nel 2016 Del Vecchio re dei paperoni (Mi.Fi.)
16 Agosto 2016 - 8:16AM
MF Dow Jones (Italiano)
Ancora lui. Leonardo Del Vecchio anche nel 2016 si conferma il
re dei paperoni di Piazza Affari ovvero primo nella classifica che
tiene conto del valore delle partecipazioni detenute in società
quotate. Insomma, se a Rio gli atleti azzurri stanno cercando di
conquistare più medaglie possibili, l'oro per la ricchezza se l'è
aggiudicato per il quarto anno consecutivo il patron di Luxottica .
Attenzione, però, perché negli ultimi 12 mesi molte cose sono
cambiate.
Intanto, scrive Milano Finanza, è stato un anno tormentato per i
listini mondiali, vittime di fattori esogeni come gli attentati
terroristici che mai avevano inciso così tanto in passato e vittime
anche delle oscillazioni dei prezzi del petrolio a livello globale.
Oltre alle dinamiche macroeconomiche e geopolitiche, in Italia in
particolare ha pesato la crisi bancaria con il settore intero
massacrato dall'incubo sofferenze e con titoli bancari risultati
sani arrivati a perdere valore oltre la ragionevolezza. Morale, il
patrimonio dei paperoni ha perso il 17,5% del suo valore, passando
da 138,8 miliardi a 114,3 miliardi dopo 12 mesi in cui il Ftse All
Share ha perso il 26,5%, mentre il Ftse Mib (su cui incidono molto
i bancari) ha registrato una flessione del 30%. E così Del Vecchio
rimane primo in classifica con un patrimonio di 16,3 miliardi, 7,8
miliardi in meno dell'anno precedente, complice il deprezzamento
della partecipazione in Unicredit ma soprattutto a cuasa della
flessione della sua Luxottica , la cui gestione della governance
probabilmente non ha aiutato.
Se il numero uno di Luxottica è il paperone dei paperoni tra i
privati, la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) guidata dal presidente
Claudio Costamagna e dall'ad Fabio Gallia, ora forte anche di
Saipem, è il primo azionista di Piazza Affari con partecipazioni
per oltre 22 miliardi (in calo di quasi il 13% rispetto a un anno
fa), il cui ammontare è però destinato a crescere visto che
l'esecutivo ha già disposto il passaggio a Cdp del 35% di Poste che
agli attuali prezzi di mercato vale circa 3 miliardi. Le
partecipazioni del ministero del Tesoro di Pier Carlo Padoan,
invece, nonostante una flessione di quasi il 10% (con il calo più
pesante riguardante Mps), sono invece aumentate a 21 miliardi
grazie alle quotazioni di Enav e Poste (anche se quest'ultimo
pacchetto, come detto, sarà girato alla Cdp). Tesoro e Cdp insieme
hanno oggi partecipazioni quotate per 43,7 miliardi, più del 9%
dell'intera capitalizzazione di Piazza Affari (circa 500
miliardi).
red/lab
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August 16, 2016 02:01 ET (06:01 GMT)
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