Wall Street tratta debole in attesa degli eventi chiave della settimana. Il Dow Jones scende frazionalmente dello 0,02%, l'S&P 500 dello 0,21% e il Nasdaq Composite dello 0,14%. Bene invece i prezzi del petrolio che avanzano dell'1% circa.

Gli investitori restano cauti in vista della pubblicazione delle minute dell'ultima riunione del Fomc, dell'incontro tra il presidente Usa Donald Trump e quello cinese Xi Jinping e del report sul mercato del lavoro.

L'andamento dei listini riflette lo spostamento del mercato dall'entusiasmo post elezione di Donald Trump a un approccio "cosa succederebbe se", dichiara Todd Colvin, di Ambrosino Brothers. In particolare, l'esperto spiega che gli investitori si stanno facendo diverse domande: "cosa succederebbe se la riforma fiscale non dovesse passare? Cosa succederebbe se la crescita si fermasse al di sotto del 2%? Che cosa succederebbe se l'inflazione rimanesse bassa? Cosa succederebbe se le elezioni europee fossero una sorpresa? Che cosa succederebbe se il grande motore economico globale schricchiolasse?".

Dopo "il pessimo dato sulle vendite di auto Usa di marzo", sottolineano inoltre gli strategist di Mps Capital Services, "gli operatori stanno continuando a mettere in discussione l'efficacia delle manovre ipotizzate dall'amministrazione Trump. Il ragionamento è in sintesi il seguente: se l'industria dell'auto manifesta difficoltá, quali effettivi benefici potrá portare la politica di incentivo al rimpatrio della produzione negli Usa?".

Sul fronte dei dati macro odierni intanto la bilancia commerciale degli Stati Uniti ha registrato a febbraio un deficit di 43,56 mld usd, in calo rispetto al dato del mese precedente a 48,17 mld usd, rivisto leggermente al ribasso da 48,49 mld usd. Le esportazioni si sono attestate a 192,87 mld usd (+0,2% m/m) e le importazioni a 236,43 mld usd (-1,8% m/m). Il deficit di febbraio è inferiore a quello atteso dal consenso degli economisti a 46,3 mld usd.

Inoltre gli ordini alle imprese americane sono saliti dello 1% m/m a febbraio, leggermente al di sopra del consenso degli economisti (+0,9%). Quelli ex trasporti sono cresciuti dello 0,4% mentre quelli ex difesa sono saliti dell'1,2% m/m. Il dato sugli ordini alle imprese di gennaio è stato inoltre rivisto al rialzo dal +1,2% al +1,5%. Infine gli ordini di beni durevoli di febbraio sono stati rivisti al rialzo dal +1,7% al +1,8% m/m (+1,9% m/m il consenso).

"Le figure sugli ordini alle imprese americane sono state accolte dal mercato con un timido accenno positivo. Tuttavia, la revisione al rialzo della performance di gennaio dal +1,2% al +1,5% ha amplificato la portata del rallentamento all'1% delle figure a febbraio", spiega a MF-DowJones Vincenzo Longo, strategist di Ig, aggiungendo che "la buona lettura del settore dei trasporti è stato un segnale confortante, visto il pessimo dato di ieri dagli Usa sulle vendite di autoveicoli a marzo", che hanno segnato un'ampia correzione a 16,5 mln di unitá, dai 17,5 mln di febbraio.

Per l'esperto "è vero che queste figure contribuiscono alla diffusione dello scetticismo per le politiche del presidente americano Donald Trump", ma "dopo quattro anni di crescita sostenuta del comparto dell'automotive, il mercato vuole indicatori molto piú forti" per avere una reazione decisa.

Sul valutario il cambio euro/usd tratta a 1,0657 con minimo intraday a 1,0635 e massimo a 1,0674 mentre sull'obbligazionario il rendimento del Treasury biennale è in leggero rialzo all'1,25% e quello del decennale al 2,338%.

alb/rsl

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April 04, 2017 10:56 ET (14:56 GMT)

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