WALL STREET: mercato dubita, prevale cautela
04 Aprile 2017 - 5:11PM
MF Dow Jones (Italiano)
Wall Street tratta debole in attesa degli eventi chiave della
settimana. Il Dow Jones scende frazionalmente dello 0,02%,
l'S&P 500 dello 0,21% e il Nasdaq Composite dello 0,14%. Bene
invece i prezzi del petrolio che avanzano dell'1% circa.
Gli investitori restano cauti in vista della pubblicazione delle
minute dell'ultima riunione del Fomc, dell'incontro tra il
presidente Usa Donald Trump e quello cinese Xi Jinping e del report
sul mercato del lavoro.
L'andamento dei listini riflette lo spostamento del mercato
dall'entusiasmo post elezione di Donald Trump a un approccio "cosa
succederebbe se", dichiara Todd Colvin, di Ambrosino Brothers. In
particolare, l'esperto spiega che gli investitori si stanno facendo
diverse domande: "cosa succederebbe se la riforma fiscale non
dovesse passare? Cosa succederebbe se la crescita si fermasse al di
sotto del 2%? Che cosa succederebbe se l'inflazione rimanesse
bassa? Cosa succederebbe se le elezioni europee fossero una
sorpresa? Che cosa succederebbe se il grande motore economico
globale schricchiolasse?".
Dopo "il pessimo dato sulle vendite di auto Usa di marzo",
sottolineano inoltre gli strategist di Mps Capital Services, "gli
operatori stanno continuando a mettere in discussione l'efficacia
delle manovre ipotizzate dall'amministrazione Trump. Il
ragionamento è in sintesi il seguente: se l'industria dell'auto
manifesta difficoltá, quali effettivi benefici potrá portare la
politica di incentivo al rimpatrio della produzione negli
Usa?".
Sul fronte dei dati macro odierni intanto la bilancia
commerciale degli Stati Uniti ha registrato a febbraio un deficit
di 43,56 mld usd, in calo rispetto al dato del mese precedente a
48,17 mld usd, rivisto leggermente al ribasso da 48,49 mld usd. Le
esportazioni si sono attestate a 192,87 mld usd (+0,2% m/m) e le
importazioni a 236,43 mld usd (-1,8% m/m). Il deficit di febbraio è
inferiore a quello atteso dal consenso degli economisti a 46,3 mld
usd.
Inoltre gli ordini alle imprese americane sono saliti dello 1%
m/m a febbraio, leggermente al di sopra del consenso degli
economisti (+0,9%). Quelli ex trasporti sono cresciuti dello 0,4%
mentre quelli ex difesa sono saliti dell'1,2% m/m. Il dato sugli
ordini alle imprese di gennaio è stato inoltre rivisto al rialzo
dal +1,2% al +1,5%. Infine gli ordini di beni durevoli di febbraio
sono stati rivisti al rialzo dal +1,7% al +1,8% m/m (+1,9% m/m il
consenso).
"Le figure sugli ordini alle imprese americane sono state
accolte dal mercato con un timido accenno positivo. Tuttavia, la
revisione al rialzo della performance di gennaio dal +1,2% al +1,5%
ha amplificato la portata del rallentamento all'1% delle figure a
febbraio", spiega a MF-DowJones Vincenzo Longo, strategist di Ig,
aggiungendo che "la buona lettura del settore dei trasporti è stato
un segnale confortante, visto il pessimo dato di ieri dagli Usa
sulle vendite di autoveicoli a marzo", che hanno segnato un'ampia
correzione a 16,5 mln di unitá, dai 17,5 mln di febbraio.
Per l'esperto "è vero che queste figure contribuiscono alla
diffusione dello scetticismo per le politiche del presidente
americano Donald Trump", ma "dopo quattro anni di crescita
sostenuta del comparto dell'automotive, il mercato vuole indicatori
molto piú forti" per avere una reazione decisa.
Sul valutario il cambio euro/usd tratta a 1,0657 con minimo
intraday a 1,0635 e massimo a 1,0674 mentre sull'obbligazionario il
rendimento del Treasury biennale è in leggero rialzo all'1,25% e
quello del decennale al 2,338%.
alb/rsl
alberto.chimenti@mfdowjones.it
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April 04, 2017 10:56 ET (14:56 GMT)
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